lunedì 29 maggio 2017

QUEL VIDEO FASCISTA DELLE LAMPADINE









Ok, avevo promesso a me stesso che non ci sarei più ricascato. Lo avevo detto che non mi sarei più fatto venire l’ulcera su cose di nessun conto ma al centesimo invio del video che mi chiede di spegnare le luci il primo di giugno non riesco più ad esimermi dal dire la mia. Anche perché mi avete triturato lo scroto nel dire la vostra quindi penso che sia giusto spiegarvi cosa penso di tutti coloro che inviano una roba del genere.
Questo tormentone altro non è che l’ennesima cartina di tornasole del fatto che la cultura occidentale, se mai fosse esistita in questa accezione, ormai non ha più alcun senso e, con buona probabilità, si è già estinta in un tripudio di miccette.
Cercherò di fare un’analisi puntuale di questa ennesima catena di sant’Antonio virtuale a beneficio di gente che non ha mai ricevuto questo insieme di clip (credo nessun possessore di computer).
Si comincia con la più classica delle proposte dell’era virtuale: “il giorno tale, all’ora tale, spegni la luce di casa tua per un minuto”. Una volta si diceva “metti una candela alla finestra” ma, nell’epoca della tecnologia 2.0, il culo dalla sedia per andare al negozio a comprare la candela non lo spostate, quindi fate un gesto che, se avete la sedia con le ruote, vi permette di non fare nemmeno lo sforzo di assumere la posizione eretta.
Ma perché questo gesto? Quale motivo ha? Perché dovrei privarmi della luce per un solo fottuto minuto?
Piano cari, andiamoci con calma, prima di tutto mettiamo delle premesse:

  1.    La politica non c’entra. Non indossiamo nessun colore politico che poi magari qualcuno pensa qualcosa di sbagliato e viene fuori un casino
  2.    Lo faremo individualmente, uno vale uno, se lo facciamo in due magari poi diventiamo un partito e cade la premessa UNO

Ma perché? Per un motivo molto semplice, per fare vedere che ESISTIAMO. Mica che poi magari, forse, qualcuno comincia a dubitare della mia esistenza. Va’ che succede. C’è un pienone di gente che torna a casa e la mamma non lo riconosce perché lui in realtà ha smesso di esistere. Non sottovalutate quello che ho appena scritto perché se comincio a farlo circolare su facebook in meno di tre mesi avrò migliaia di persone che mi credono.
Ma approfondiamo che diavolo significa ESISITERE. Esistere significa “mostrare agli altri cosa vorrebbe dire un mondo senza di noi”. Ora, senza andare a scomodare la filosofia. Logica vuole che dimostrare l’esistenza di una cosa provando gli effetti della sua assenza non è che sia proprio il massimo, inoltre da operatore sociale mi domando se, portando il ragionamento all’ennesima potenza, la prossima catena di sant’Antonio avrà per titolo: “Ammazzati il 29 febbraio alle 18:15, per dimostrare agli altri che senza di te il mondo ne ha uno di meno”
Ma andiamo ancora oltre nella disamina della cosa: dopo aver dimostrato che si ESISITE spegnando la luce e inviando così un segnale elettrico a Cartesio e a tutte le panzane sull’intelletto (Apro il circuito ergo sum), si ottiene un immediato corollario, si informa il mondo che se ci sono un miliardo di tizi che sono stati capaci di spegnare la luce alle 21:30 di un certo giorno quello stesso miliardo di persone un domani, ma non oggi, sia chiaro, potrebbero fare qualunque cosa. Alle 21:31 del primo giugno credo che i governanti di tutto il mondo tremeranno di paura. Si seppelliranno in bunker sotterranei, prenoteranno crociere verso la luna.
Perché se in quel minuto uniremo il nostro dissenso per LORO è la fine
LORO, LORO devono temere, LORO ora sanno che siamo arrivati, LORO dovranno nascondersi nell’ombra,… ma LORO chi?
Che bello il mondo di internet, il mondo delle tigri da tastiera. Supereroi che combattono contro il male. Un potere terribile, senza volto né forma che influisce sull’umanità, che ci impedisce di essere felici, che ci opprime e ci schiavizza. Ma chi è loro, cazzo? Chiede lo stupido. Loro è bellissimo, anche perché alla tal ora del tal giorno il mio vicino spegnerà la luce contro quelli che vogliono fare vaccinare i figli, perché LORO sono contro il mio democratico diritto ad infettare anche i figli degli altri con il morbillo delle mia piccina, mentre la mia vicina spegnerà la luce contro i profughi perché LORO vengono qui a portare l’ISIS in Italia a rubare il lavoro e ha prendere le nostre donne e i nostri buoi. L’altro mio vicino spegnerà la luce contro Renzi, che non è più il presidente del consiglio ma non si ricorda come si chiama quell’altro, ma poi è Renzi il LORO emissario, lo sanno anche i sassi.
Basta? Sì, dovrebbe bastare a fare venire l’orchite anche al più carrozzato tra noi ma no, la cosa non finisce qui, peggiora in un crescendo rossiniano di idiozia.
Perché farlo? Perché proprio spegnere le luci e non, che so, firmare delle petizioni, adottare un panda, abbracciare gli alberi,…?
La risposta è un capolavoro: “perché non hai nessun motivo per non farlo” che è una lunga perifrasi per non scrivere un più semplice: “e perché no?”
Seguo il ragionamento e ne approfitto per mandare potentemente a fanculo tutti coloro che hanno postato questo video e se mi chiedete perché vi ci mando la risposta è molto semplice, “Perché non ho nessun motivo per non farlo”. Anche perché il tremendo autore di questo aborto di video subito dopo ci rivela dove vuole andare a parare, ce lo dice con una chiarezza disarmante, si dichiara per quello che è: un fascista di merda.

“Perché chi manifesta è ideologicamente schierato”
“Perché scendere in piazza è pericoloso, rischi di farti male”
“Perché andare in piazza vuol dire fare un viaggio e mica tutti c’hanno il grano per farlo”
“Perché se vai in piazza potrebbero esserci delle ritorsioni”

Meglio che te ne stai in casa e spegni la luce per un minuto, non di più, vogliamo solo lanciare un segnale. Per cosa? Per dire a LORO che da casa possiamo fare delle cose tremende come per esempio: fare calare gli ascolti di una TV, decidere di non comprare un prodotto su amazon, dire che una cosa non ci piace con il televoto,… perché noi siamo ribelli!
No brutti coglioni, voi non siete dei ribelli, voi siete la peggio muffa di questo sistema arricchito e perverso. I motivi per non scendere in piazza sopra elencati da questo tizio non sono altro che delle minacce fasciste a chi protesta:
Cara zecca comunista, sindacalista di merda, guarda che se vai in piazza prima ti sfondiamo il cranio a manganellate poi ci ricordiamo di te e, quando torni a lavoro vediamo se farai uno straccio di carriera in ufficio.
Sono minacce che da attivista politico ideologico mi sono sentito dire migliaia di volte, da datori di lavoro, polizia, partiti opposti e via dicendo. Nessuna minaccia mi ha mai impedito di scendere in piazza e quando c’è stato da prenderle le ho prese, io e molti amici e compagni con me.
Questo video è la quintessenza del fascismo del terzo millennio. Ti dice chiaramente di stare lontano da qualunque tipo di movimento di piazza, di forma ideologica di protesta. Tappati in casa e per evitare di cedere alla voglia di spararti un colpo in testa, ogni tanto (ma non sempre e non per troppo tempo) fai qualcosa di molto inutile e molto stupido, che non influirà per nulla sulla vita di nessuno.
Domani ti sveglierai immerso nella stessa merda, con un lavoro precarizzato in pochissime mosse, coi voucher reintrodotti a casaccio, con un mondo dell’informazione che ti chiede di fare il tifo per uno o un altro politico senza nemmeno capire perché (Viva Hillary, Abbasso l’ISIS, abbasso Trump, Abbasso Putin, Abbasso Assad che sta con Putin ma contro l’ISIS quindi abbasso Assad e viva L’ISIS, no aspetta mi sono sbagliato, Abbasso l’ISIS e Viva Trump ma Viva anche Hillary, però Abbasso Putin, Abbasso Trump,… no nulla dai: Viva Totti, Viva Papa Francesco, finché Papa Francesco non dice nulla sull’accoglienza dei profughi, perché se no Abbasso Francesco e Viva Salvini che però sta con Putin quindi viva Putin).
Domani ti siederai nella stessa metropolitana e prenderai in mano lo stesso smartphone della stessa multinazionale che vuoi abbattere spegnando la luce e moltiplicherai i tuoi video di lotta del cazzo qua e là e questo ti basterà per autorappresentarti come un rivoluzionario.
No, tu non sei un rivoluzionario, non c’è alcuna possibilità di rivoluzione in questo mondo, tu sei solo uno dei gangli di un sistema, tutte le cazzate che ti prodighi a moltiplicare sono solo e soltanto una moltiplicazione del sistema.
Vuoi cambiare le cose? Ok, ti do la ricetta.

  1.     Schierati da una parte, una fottuta parte (no, l’Inter e il Milan non sono quello che intendo), magari sarai dalla parte opposta alla mia, ma almeno non sarai fermo nel guado 
  2.      Esci di casa, partecipa a dibattiti politici, sindacali, a gruppi di studio a riunioni sediziose, non ti preoccupare ormai grazie allo streaming non perderai nemmeno una puntata delle tue serie preferite, 
  3.   Cerca di capire che le cose sono sempre molto più complicate dei 140 caratteri dei tuoi post di merda. Cerca di capire che: “Negri di merda, froci del cazzo, buuuu” non è un’idea. È solo merda. Tanto se ragioni così fino a qui non sei arrivato quindi è inutile
  4. ora e solo ora hai diritto ad incazzarti. Ma fallo lasciando stare l’interruttore e non facendoti prendere per il culo dal primo fascistello che sa usare power point meglio di te.

Ultimo consiglio: scrivi un post sul tuo amato social network e abbi il coraggio di dichiararti per quello che sei. Scoprirai che non si muore.
Maurizio Mozzoni
Scrittore
Ateo
Comunista
Sindacalista  
    
   

lunedì 5 dicembre 2016

COSA VINCE IL VINCITORE? riflessione postelettorale

Qualche valutazione a margine (che lascia il tempo che trova, ci mancherebbe).
La costituzione NON è salva. Tanto i principi costituzionali sono sempre stati considerati poco più poco meno che carta straccia e non ho ragione di credere che da oggi cambi qualcosa.
Chi ha voluto questo pasticcio riforimatario lo ha fatto con una protervia che poco aveva di senso civico e con una megalomania rivoltante. È stato punito perché la gente, il popolo, si è sentita tirata in mezzo in un plebiscito pro o contro il rottamatore fiorentino.
Sempre Renzi doveva capire che, quando si governa, certi modi di fare devono essere ridimensionati. Fai fatica a parlare di progresso e avanti Italia dopo la buona scuola, il Job Act ed MPS.
Il PD ha dimostrato di essere quello che è, un partito troppo di centro per essere a sinistra e con troppa sinistra al suo interno per ambire ad essere il nuovo centro. Spiace, sarà per la prossima resa dei conti congressuale.
Dall'altra parte il Fronte del NO non deve pensare di aver vinto nulla. Io non mi sento un vincitore. Mi sarei sentito un vincitore se oggi non avessi dovuto festeggiare la salvezza della costituzione antifascista con gentaglia come Salvini e Casa Pound. Sarei stato più contento se questa campagna non si fosse giocata a chi la sparava più grossa sui social e a chi insultava peggio l'avversario (approposito che avete contro le scrofe?). Da oggi dobbiamo capire che ci spetta di dover riscrivere la legge elettorale e, che ci piaccia o no, quelli che avranno maggior diritto a farlo saranno quelli seduti in parlamento e lì non c'è l'anpi, non c'è il PCI, non ci sono i giornalisti e, fino ad oggi, nemmeno Piero Pelù. C'è la Lega, c'è forza Italia e ci sono i 5 stelle che sappiamo, non sono famosi per essere quelli che si siedono sul tavolo con gli altri per discutere.
Oggi il vero perdente è il modello di stato capitalista che dobbiamo digerire obtorto collo. Il modello degli Scalfaro, del Financial Times, del Washington Post, il modello che vede lo sviluppo come la somma delle plusvalenze dei settori bancari al netto dei dividendi d'impresa.
Il NO ha messo in luce che il popolo bue non è così bue. Ma dobbiamo ammetterlo, non è bue nemmeno quando vota Trump o quando decide di votare per il leave.
Lo sappiamo, il capitalismo senza una forza a controbilanciare il suo potere esplode da solo. È nelle cose. Bisogna capire come mettere insieme tutte le forze centrifughe che ai muovono nel mondo. E questo è un dilemma per fisici e per matematici

lunedì 13 luglio 2015

ALLA FINE DELLE BUGIE EUROPEE

Cosa è successo in Grecia nelle ultime 48 ore.
Se lo chiedono in molti e in molti non se ne danno ragione.
A che è servito un referendum per dire no ad un accordo iniquo e ingiusto se poi Tsipras è stato costretto ad accettarne un altro peggiore e più ingiusto.
A che è servito fare accorrere le masse in un vero e proprio rigurgito di orgoglio nazionale se poi, a conti fatti, il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. taglio delle pensioni, IVA aumentata per le isole e tagli indiscriminati.
La realtà è davanti a tutti, bisogna solo avere il coraggio di leggerla.

Come al solito quello che è accaduto va letto nell'ottica del mostruoso inganno capitalista che da anni stiamo vivendo e subendo sulla nostra carne viva.
L'Europa non è mai esistita come entità politica o, se la parola vuol dire qualcosa, sociale. L'europa è un trust economico governato dalle due nazioni più grandi e dai loro satelliti immediati: Germania e Francia.
E' curioso scrivere un pezzo come questo nel luglio del 2015 quando le stesse parole erano vergate da giornalisti ed economisti nel 1914, agli albori del macello novecentesco che fu la grande guerra europea, ma le cose non sono cambiate per nulla.
Oggi come allora le leve economiche e di potere sono in mano a questi due stati i quali, oggi alleati, non possono permettersi che qualche staterello satellite devii dalla loro idea di profitto e guadagno.
Meglio che muoiano i pensionati greci, gli operai, i lavoratori pubblici.
Meglio che esploda uno stato sotto una violenza generalizzata e pantoclastica che non si metta in dubbio una leadership che ormai non ha rivali nel continente.
Syriza è arrivata al capolinea, non per demerito di questo o quel leader ma per sua magnanimità (o per mancanza di lungimiranza).
Non puoi sperare di fare le regole al campetto di pallone se i tuoi amichetti bulli e più grandi hanno portato il pallone, hanno affittato il campo e hanno delle mazze chiodate ai piedi delle loro biciclette.
La Germania è esattamente questo bambino bullo.
Dico bambino perché la sua mancanza di lungimiranza è quasi sconcertante. Non so come ragioni un tedesco ma non riesco a credere che nessuno a Berlino sia capace di capire che i movimenti antieuropei non faranno altro che crescere a dismisura dopo quanto è accaduto oggi.
POss pensare che sia tutto nel calcolo del macrosisitema economico, e posso credere che tale calcolo abbia un ritorno, seppur incredibile e corrotto.
E' questione di tempo. La Grecia uscirà dall'Euro e a ruota seguiranno tutti gli altri.
Non possiamo competere con l'economia di uno stato come il loro, la Merkel lo sa ma, con una coscienza pari a quella di un lombrico, non capisce.
Ora come ora sembra che il problema si sia arginato ma è solo questione di tempo. Il fuoco si riaccenderà in Spagna (podemos) o in Italia (qui ho terrore poiché non sarà certa sinistra pavida e tremebonda a prendere la palla al balzo).
Cosa ha da perdere un pensionato con la pensione ridotta al minimo o un disoccupato senza speranza di essere riassunto?
Cosa ha da temere chi vede, giorno per giorno, che la sua opinione non conta più un cazzo di fronte alle decisioni di banchieri detentori di un debito che non hanno voluto certo loro, che non potranno mai ripagare, alimentato ad arte per anni dalla stessa finanza che ora li vuole morti?

LA finanza europea, per anni, ha prestato soldi a uno stato che non avrebbe mai potuto restituire i debiti. Molti, moltissimi economisti lo avevano detto, ma non sono stati presi in considerazione.

Nelle ultime 48 ore non è finita la Grecia. E' finita l'Europa tutta. E' finito il mondo che ci siamo illusi di conoscere ma che in realtà è durato solo tre folli lustri.

Ora tutto è lecito, poiché di fronte alla prossima scheda elettorale quei pochi greci che si recheranno alle urne saranno legittimati senza meno a pensare che è pur meglio regnare all'Inferno piuttosto che servire in Paradiso (che poi è solo un altro inferno dove manco hai la possibilità di reagire alle vessazioni).
Di fronte a questa ennesima idiozia germanica non possiamo che essere stupiti e sconcertati, ma forse non sorpresi.
Quando abbiamo assunto il fatto che per essere uniti avremmo dovuto tutti adottare in primis una moneta e solo in un secondo tempo, che mai è arrivato, una politica integrata, avremmo potuto capirlo.
Ora la sbornia è passata e i primi a risvegliarsi dal trauma non hanno saputo che fare per ripulire il disastro.
Ora siamo alla fine e sulle nuove macerie d'Europa non rinascerà alcun sole, almeno all'inizio.

mercoledì 20 maggio 2015

RENZI: CORRI CORRI, ma dove c...o vai.



Ci ho messo molto tempo a capire perché, a differenza di molti dei suoi predecessori, Matteo Renzi mi facesse davvero paura.
Non scherzo nel dirlo, al cospetto di tutti coloro che lo hanno preceduto il premier in carica, quella specie di ibrido un po' Pierino, un po' Berlusconi, un po' ducetto da strapazzo mi riempie di sgomento.
Ci ho messo molto e ho deciso di prendere una pausa lunghissima dalla scrittura immergendomi il più possibile nel clima delle miserie italiche per scavare a fondo sul modello comunicativo del Fonzie toscano e sui motivi antropologici che lo hanno reso così popolare in un'Italia davvero stremata.

Diciamolo subito chiaro e tondo, Renzi è riuscito in un miracolo. Ha fatto in Italia in un anno o poco più quello che Berlusconi &C. non avevano saputo fare in 25 anni.
Se dalla "cura Monti" il paese era uscito stremato e intontito, dalla supposta Renzi probabilmente non si riprenderà mai più, o meglio uscirà così trasformato da sembrare un organismo geneticamente modificato: un pò come il mais con il DNA dei tonni, solo che qui stiamo parlando di un paese occidentale con i diritti della Colombia.

E' inutile andare a fare una disamina complessiva di quello che sta accadendo, c'è stato qualcuno molto più bravo di me nel ripercorrere ogni passaggio della storia che va dal Jobs Act, alla riforma elettorale, alla Buona Scuola, alla ventilata riforma della Pubblica Amministrazione e via discorrendo   


La cosa che davvero mi terrorizza dell'uomo politico di cui sopra è il modello comunicativo e la struttura di pensiero che lo accompagnano.
Come ha evidenziato il professor Alessandro Amadori il modello comunicativo del buon Renzi è quello del pistolero, sempre impegnato in un duello, uno contro uno, con una categoria sociale o addirittura contro un singolo individuo.
Questo lo differenzia pesantemente da Berlusconi che concentrava la propria narrazione sulla costruzione di un nemico esterno potente ed etereo, nascosto nell'ombra e pronto a colpire: i Comunisti che hanno rovinato l'Italia e il mondo intero, solo per citare l'esempio più famoso.
Renzi ha bisogno di colpire qualcosa di concreto, di visibile, di riconoscibile per la strada: il sindacato che dice sempre no, la sinistra che vuol solo perdere (cioè tutti coloro che da sinistra gli dicono che lui ormai è saldamente a destra), coloro che non capiscono l'importanza del cambiamento, i giornalisti prezzolati.



Renzi è un corridore, ma non corre per il bene del paese, corre perché ha bisogno di smarcarsi in fretta dai pasticci che combina e focalizzare l'interesse dell'opinione pubblica su qualcosa di diverso, di nuovo e di altrettanto discutibile (così non parli più del guazzabuglio precedente).
Tutte le sue "riforme" sono un pasticciaccio e crolleranno da sole come neve al sole, buone solo a incasinare l'ovvio, a focalizzare il problema laddove il problema non c'è.
La scuola italiana andrebbe benissimo così com'è senza presidi con i poteri dell'Uomo Ragno, basterebbe che si cominciasse a dargli i soldi che merita, magari cominciando a non sovvenzionare scuole private spesso indegne e classiste.
Tanto per essere chiari fin troppi genitori italiani non iscrivono i bambini alle scuole pubbliche perché non vogliono che frequentino le classi insieme ad alunni figli di extracomunitari (la scusa è che il programma si rallenta ma i dati dicono che sono balle visto che i ragazzi usciti dalle private hanno un tasso altissimo di bocciature alle superiori ) e uno stato che vuole essere degno di questo nome non può sovvenzionare il classismo e il razzismo.
Casati, il primo ministro della pubblica istruzione d'Italia (1859 - 1869), scriveva che ogni investimento nella scuola era un investimento con guadagni da usura, poiché ogni soldo messo nella scuola ne faceva fruttare centinaia in ritorno economico per generazioni più competenti e pronte alle sfide del mondo.
- Per la cronaca, Casati non era un comunista... - 

Renzi semplicemente se ne fotte, corre come un treno, umiliando gli insegnati con il video della lavagnetta che, non sto scherzando, mi ha fatto venire i conati di vomito per la sua rozza teatralità (ci mancava Valentina Nappi vestita da professoressa sexy e c'era tutto)... il sottotesto del video è talmente chiaro da essere rivoltante: gli insegnanti sono come dei bambini che devono imparare con un metodo semplice e chiaro, come alle elementari, gessetti colorati e frasi brevi (e sbagliate grammaticalmente).

Renzi corre, corre come un treno anche per le elezioni regionali. Poi chi se ne fotte se in Campania nelle liste del suo candidato ci sono entrati cani e porci (e mi spiace per i cani e i porci a quattro zampe che non si meritano il paragone).
Chi se ne frega se lo stesso De Luca è condannato in primo grado per 4 reati tra cui il peculato la concussione e la diffamazione e se, cosa ben più grave è stato prescritto (dopo 20 anni di Berlusconi abbiamo ancora bisogno di spiegare che prescritto non significa assolto ma colpevole che non si può mandare in gabbia?) per un reato come lo sversamento di rifiuti tossici.


Renzi corre in Liguria, ma qui forse la corsa subirà la prima battuta d'arresto, giusto perché la gente si è accorta che la signora Paita non è proprio l'esempio di moralità che si voleva per risollevare le sorti di una regione che ne ha un pò le palle piene di abusi edilizi e politici.
Corre, Renzi, e fa correre file di cittadini extracominitari alle urne, pur di far fuori un rompiscatole che avrebbe potuto dargli delle grane.


Grazie al cielo siamo nel paese dei tromboni a reti unificate e, come sempre, troviamo lo strillone di corte che ciclicamente ci dice che i suoi sforzi da titano centometrista sono stati premiati e stiamo uscendo dalla crisi.

Il PIL è cresciuto di un timido 0,2% nell'ultimo trimestre (grandi applausi dalla platea).
Magari perché da gennaio ad aprile si sono dovute costruire tutte le infrastrutture intorno ad EXPO che 6 anni di pura ignavia prezzolata si sono scordati di costruire e già che ci siamo ci siamo allargati un pò costruendo anche un sacco di cose inutili tipo parcheggi da 30000 inutilizzati.
E magari il PIL sarà intorno allo 0,1% anche nei prossimi mesi per effetto dell'EXPO sulle industrie italiane e sull'occupazione (precaria, fottuta e di breve periodo).

Adesso ci sono le vacanze, poi bisognerà correre ancora su qualche altro pasticcio infernale, anche perché a novembre, a EXPO terminato la disoccupazione ricomincerà a crescere e il PIL ricomincerà a calare.
Bisogna solo capire chi impallinare a settembre.
Io due idee me le sono fatte: quei bastardi dei lavoratori pubblici che non sono nemmeno finiti sotto il job Act (cattivoni) e la sanità... troppo pubblica.
dopo la buona scuola si potrebbe fare IL MAGNIFICO PRONTO SOCCORSO... meno dottori ma più poteri ai primari di mandare via chi rompe le scatole con un calcio in culo (personale sanitario o malati chi se ne fotte).

Mi raccomando sono solo idee, magari non si tratta di questo... la corsa è ancora lunga, non sai mai chi ti trovi a sgambettare sulla pista per arrivare primo.