Ricordo uno scambio di battute da campagna elettorale,
Bersani chiese a Ingroia durante uno dei fantastici comizi del PD chiuso in un
teatro (perché i leader avevano paura di prender freddo nella prima campagna
elettorale invernale della storia): “Ma che Sinistra è quella che fa vincere la
Destra?”
La risposta del magistrato fu: “La tua!”
E tutti a dire che quelle erano parole da campagna
elettorale, che dopo tutto nessuno sarebbe stato così fesso da suicidare il
proprio partito in una situazione di governissimo con il PdL senza nemmeno a
scusa del governo tecnico.
Che mai, mai e poi mai un partito come il PD avrebbe potuto
creare un’alleanza seria con l’antagonista diretto, con la personificazione
della malapolitica, che, non ci stuferemo mai di dire NON è Berlusconi! È il
partito che lo sostiene, un partito nato dal peggio del corporativismo
affaristico mafioso d’Italia.
Quei pochi che lo dicevano e lo scrivevano da sinistra, sono
stati bollati come grillini al posto sbagliato, come catastrofisti.
Erano quelli, appunto, che volevano restare a sinistra ed essere terzi al PD e venivano
additati come coloro che volevano far vincere Berlusconi togliendo voti al PD.
Erano quelli che avevano capito tutto ma nessuno gli ha dato ascolto relegando anche questa opportunità fuori dal parlamento.
Adesso la retorica dei giornali servi cerca di scaricarsi
sul M5S, colpevole al massimo di non essere voluto diventare attore e
parafulmine di questa arrogante politica del disastro.
Colpa loro, si dice, se avessero accettato di fare il
governo con Bersani allora non sarebbe accaduto questo (ma loro avrebbero perso
tutto il sostegno popolare, barattandolo con un governicchio di tre mesi in cui
sarebbero certamente passate anche leggi che li avrebbero rovinati, anche solo
per scarsa competenza).
Questo governo indicibile e amorfo viene già salutato dai
media collaborazionisti (visto che Re Giorgio ha detto loro che sono tenuti a
collaborare alla nuova idea di Italia incolore e in-odore di mafia) come un
“Governo con tanti giovani e tante donne” (Repubblica) che “Vanno a giurare in
taxi o a piedi” (Corriere).
Tra poco tutti gli italiani saranno fieri del loro governo
perché la tv e i giornali non faranno altro che ripetere a spron battuto che
tutto va bene.
Tra questi la figura peggiore la fa Repubblica che dovrebbe
seppellirsi con tutte le poltrone visto che ha fatto le pulci a B. fino a ieri
l’altro e ora parla di questo governo come di una soluzione.
La retorica parla di uomini e donne nuove nuovi, della prima
donna di colore a fare il ministro (che sa pure un po’ di razzismo al
contrario, in parlamento puoi andarci ma non mi chiedere di affittarti la
casa), della Bonino che ha dei bellissimi rapporti internazionali che potrà
spendere subito.
Qualcuno si dovrebbe domandare quanti voti hanno preso i
Radicali nelle ultime elezioni e chiedersi come mai eleggano un ministro senza
avere nemmeno un uomo in parlamento ma
tant’è.
Quella che mi sembra ancora più arrogate e offensiva della
nostra intelligenza è la retorica sul fatto che la percentuale di ministri sia
sbilanciata in favore del PD… solo che il PdL si becca, con Alfano, il ministro
degli interni (polizia e servizi segreti, controllo dell’ordine pubblico che
significa anche controllo dei permessi a manifestare), il ministero delle
infrastrutture e dei trasporti con il ciellino di ferro Maurizio Lupi, e per
chi non lo sapesse il ministro delle infrastrutture ha deleghe anche sulle
telecomunicazioni e soprattutto quello che dovrà portare avanti alcune delle
opere controverse come TAV, Pedemontana, Brebemi e via cementificando.
Con la Lorenzin il PdL si becca anche la sanità, dopo avere
dato magnifica prova di sé in Lombardia, Lazio, e nell’Italia tutta si ritorna
alla sanità di modello CL (che poi altro non è che quella di modello PdL visto
che una delle condizioni del movimento per rimanere nel partito di B. è proprio
quello di essere egemoni nella sanità senza se e senza ma) di una sanità
privata parificata al pubblico che succhia miliardi allo stato e apre voragini
nei conti facendo diventare ricchi i soliti imprenditori.
Altro colpaccio è l’agricoltura e l’ambiente alla prima
pidiellina maritata con l’amico personale del premier (cazzarola, le
parentopoli!) la signora De Girolamo.
Come al solito si dice: “Vabbé dai, è un caso, la signora è
molto competente che importa se poi è anche la moglie dell’amico del premier”.
La giovine
azzurra che di agricoltura sa a malapena come si mettono i gerani sul terrazzo,
è la maga Circe delle Gaffe politiche, memorabile fu la volta che, scocciata, bollò il veneto, con la faccina schifata, come una “Terra Di Contadini” (ne
nacque anche un tormentone su twitter #siamotutticontadini).
Comunque la signora sostine di conoscere bene le
problematiche ambientali visto che anni fa si scagliò contro una delle
decisioni più orrende del governo Prodi, dicendo testualmente: “Ricordo ancora
le riunioni del governo Prodi che si fecero a Napoli, li fu detto no per
difendere un uccello la lontra” guai a
chi cominciasse a fare le solite battute sessiste.
Ma i giornali ci continuano a spiegare che non importa se
non sai una fava delle cose di cui sei diventata ministro… l’importate è che
alla fine, ma proprio alla fine, tu sia GIOVANE.
Non dimentichiamoci il signor Quagliariello (che non è
giovane) alle riforme costituzionali, uno di cui abbiamo già scritto fin
troppo, e abbiamo terminato il quadro.
La Chiesa è comunque accontentata dai soliti nomi ben voluti
messi lì da Monti e al PD restano tante belle figurine che, per usare un
francesismo, contano meno di un cazzo!
Le caselle dove si decidono le cose importanti si sono già andate, loro possono fare la facciata
dei bravi ministri senza portafogli.
Per inciso Josefa Idem diceva di non aspettarselo, nemmeno io,
magari mi potrebbero spiegare che tipo di carriera politica e di formazione ha
fatto passando dalla canoa questa estate alle Olimpiadi, al ministero delle
pari opportunità oggi? No perché magari è importante sapere due o tre cose, almeno mi risultava così.
Di fronte a questo tipo di inciucio ributtante non si può
fare altro che richiamare tutti coloro che hanno un cervello a una opposizione
sociale incessante.
Il tempo c’è tutto, aspettiamo solo le prossime catastrofi.
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