Si va alla salvezza fratelli, siamo tutti contenti di
andarci e siamo disposti a ogni sacrificio purché ci si liberi del Biscione.
La partita di giro è completata, oggi una folla adorante ha
accolto in parlamento il nuovo Re, il papa straniero, il salvatore che viene da
Bruxelles.
Di fatto non è cambiato nulla e i mercati, gli Stati Uniti,
l’FMI e tutti i nostri nuovi padroni ci hanno fatto capire che il punto in
questione non era se Berlusconi stesse o no facendo le scelte giuste per il
paese.
L’opera di demolizione dei diritti perpetrata in questi anni
dal Cavaliere andava nella direzione auspicata da tutti "i partner internazionali", solo non si poteva più
accettare che il fautore dell’opera diventasse lo zimbello del mondo.
Andato via lui ricominciamo come e più di prima.
Inoltre finalmente gli italiani sono pronti al sacrificio.
Nessuno vuole fare la fine della Grecia… ieri sera parlando
con una vicina di casa pensionata, una bellissima nonna sulla settantina, mi
sono sentito dire che dovevamo fare tanti sacrifici perché c’era lo spread.
Ho chiesto alla signora che cosa fosse lo spread e lei
ovviamente non sapeva che rispondermi, ho chiesto allora alla signora se sa come
si vive in Grecia oggi e lei mi ha detto “quasi come in Africa, probabilmente”.
Ai bei tempi degli anni sessanta - settanta la strategia della
tensione la si faceva con le bombe, oggi si scelgono i telegiornali ma la
sostanza non cambia.
I Lettas. |
Tutti sono diventati degli economisti del disastro, parlano
di cose che non conoscono e sperano di essere salvati, certo non più da Berlusconi,
che andava con le minorenni, che si addormentava in Aula dopo le sue notti da
sultano e che aveva tanti processi. Il moderno Salvatore è un economista distinto e
perbene, un uomo che ha fatto il professore di economia e che ha tanti meriti
internazionali, uno che la sera va a letto presto e se tarda è perché sta
lavorando, mica perché fa le cene con le ragazze col culo al vento.
E poi ci sono le “garanzie”, i partiti garantiranno il loro
appoggio.
Per esempio, oggi giravano i nomi dei futuri membri di
questo governo che di tecnico comincia ad aver ben poco.
Alla vicepresidenza del consiglio ci mettiamo l’intera
famiglia Letta, zio e nipote, uno a destra l’altro a sinistra del padre.
Lamberto Dini |
Dini lo possiamo mettere allo sviluppo economico, qui è
inutile parlare di destra e di sinistra tanto le ha passate tutte, prima, prima
come presidente del consiglio tecnico, poi col primo governo Berlusconi, poi
con Prodi, poi ancora nella Margherita, poi ancora con Prodi dove fonda il
primo partito che porta le sue iniziali (i Liberal Democratici, LD appunto),
poi ancora nel PdL.
Rumors danno per entrante, probabilmente a successore di
Brunetta il magico Pietro Ichino, quello che tutti ci siamo sempre domandati
che cavolo ci facesse nel PD, visto che il partito che ha sempre plaudito e a
cui a sempre raccomandato di andare avanti nelle riforme è stato il PdL.
Ricordo ancora quando disse che Brunetta era troppo timido
nelle riforme, che ci voleva più incisività, si legge: "Bravo così ma smettila di fare il buffone".
Se Maroni e Frattini stanno dalla parte dei vincitori
potrebbero pure conservare il loro posto, dubito che Maroni sai così fesso da
perdere ulteriori voti alle prossime elezioni (2013 di sicuro) ma sicuramente
Frattini sa già da che parte stare.
In parole povere, stesso governo, stesse idee, solo meno
macchietta.
Già mi vedo una sensibile riduzione delle pagine Facebook
contro il governo e un disamoramento di molti alla politica.
D’altra parte lo avevamo già detto: via Belrusconi sarebbero
cominciati i veri problemi.
Ora mi domando da che parte ha intenzione di stare la
Sinistra da Di Pietro (che finora resiste) al SEL a Rifo e compagnia bella
perché se andiamo ancora a tendere la mano a questi qui e alla fine gli
elettori ci mandano via a pedate ne sedere hanno ragione loro.
Io per ora non ci vedo nulla di buono…
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