Ricordo che l’inverno del 2009 fu, per me che facevo
l’educatore in una comunità per minori un dei più divertenti della mia vita.
Era scoppiato l’allarme della febbre suina la H1N1, la peste
del millennio.
Mi sono conservato ancora la circolare che il preside di una
delle scuole frequentate dai miei ragazzi aveva mandato a tutti i genitori.
Si richiedeva di dotare ogni ragazzino di: 1 flacone di
disinfettante per le mani, 1 confezioni di asciugamani usa e getta, 1
mascherina e al primo segnale di malessere anche minimo di tenerlo a casa e di
avvertire il medico.
Era arrivata la peste, nei supermercati e nelle farmacie non
si trovavano più disinfettanti per le mani, i pronto soccorso erano presi
d’assalto da gente che cercando i sintomi del contagio su internet aveva
inevitabilmente scoperto di averne un paio e quindi correva ai ripari.
La televisione non aiutava e i telegiornali e le radio
andavano a scovare ogni morto di influenza in Cina, Egitto, Mongolia,… il
disastro imminente stava per travolgerci.
Poi un giorno, finalmente, mi sono ammalato io di N1H1.
Due giorni a 37,1 di febbre, cosa che non mi ha impedito di
andare ugualmente a lavoro e di non infettare nessuno.
La suina era una bufala, in tutto il mondo ha ucciso meno di
1/100 delle vittime della normale influenza stagionale.
In USA, una delle regioni più colpite dal virus la mortalità
fu dello 0,018% dei contagiati, la mortalità della normale influenza stagionale
negli USA è dello 0,2 – 0,3%
Nessuno ha detto che in Messico o in Cina si muore spessissimo
di complicazioni respiratorie dovute all’influenza che, se non curata diventa
polmonite.
Come si è arrivati a questo e chi ci ha guadagnato?
Ci hanno guadagnato l’economia mondiale e la politica
ovviamente, il fatturato delle aziende farmaceutiche in quei mesi è triplicato,
si sono vendute tonnellate di vaccini antinflenzali che sono rimasti chiusi
nelle casseforti degli istituti medici e degli ospedali e poi sono stati
buttati via… uno spreco milionario che ha gravato sulle nostre tasche, è bene
ricordarlo.
E come ci si è arrivati? Semplice con una strategia del
terrore precisa e studiata nei minimi dettagli, ordita da uno degli organi più
oscuri della nostra civiltà: l’OMS.
L’organizzazione mondiale della sanità fa un sacco di cose
buone, non c’è dubbio, ma dobbiamo ricordarci che le lobby farmaceutiche ne
condizionano pesantemente i vertici e il fine delle aziende che produco farmaci
non è curare le persone ma fare fatturato… a tutti i costi, a che a costo di
curare chi non ha nulla, o meglio di inventare flagelli la dove non ci sono.
Il caso dell’influenza suina andrebbe studiato nella sua
interezza perché è il compiuto prodromo di quello che sta accadendo nel mondo
oggi.
Tutto iniziò con una copertina del settimanale americano Newsweek,
molto rassicurante: campeggiava a tutta
pagina la parola FEAR (paura) e si la foto di copertina immortalava l’umido
naso di un maiale.
L’autrice del pezzo era la premio pulitzer Laurie Garret,
una che di mestiere vende libri che terrorizzano il prossimo, roba con l’ameno
titolo “La peste in arrivo. Il collasso della salute globale”. Agli americani, si sa, piace essere terrorizzati,
lo stato lo fa da decenni e loro sono contenti così, beati loro.
Ma qui il contagio della paura si espande a macchia d’olio e
si comincia a prevedere il peggio: si prevedono 90000 vittime nella sola
Francia, 30000 in Italia, la Germania prevede un numero variabile tra le 70 e
le 100000 vittime.
L’unica cosa che si moltiplica in realtà sono gli articoli
terrorizzanti e i dispacci inutili dell’OMS che non dicono niente ma che
continuano ad accrescere il senso si terrore nella gente.
In 50 giorni vengono inviati 70 rapporti, a una velocità mai
vista prima, molti di questi sono la copia carbone dei precedenti.
Si ipotizzano le scene più assurde il mondo è in balia del
panico.
Sul paludatissimo Le Monde escono articoli di questo genere: “Parigi settembre 2009.
Riservisti dell’esercito pattugliano gli Champs – Elisées le frontiere del
paese sono tutte chiuse, gli aereoporti in quarantena. Milioni di impiegati
sono stati invitati a lavorare a domicilio, gli sudenti hanno ricominciato le
lezioni ma a casa: su France 5, video preregistrati sostituiscono i professori
per evitare le scuole. Queste ultime sono state trasformate in ospedali di
fortuna per accogliere i malati […] non è uno scenario catastrofista uscito da
Hollywood, questa è la Francia che sarà messa sotto livello sei dello stato di
allerta pandemico”
Ma chi ci avrebbe potuto credere? Chi poteva essere così
tanto fesso?
Milioni, anzi miliardi di cittadini.
Le informazioni erano a senso unico, non si poteva
dissentire non era possibile dire che non era come ci stavano dicendo.
Inoltre il continuare ad alzare e abbassare una determinata
soglia aiuta il senso di terrore.
In questi casi c’è sempre una scala che va su e poi giù e
poi torna improvvisamente su e poi ancora giù, che tiene i cittadini incollati
alla televisione.
Durante la guerra fredda c’era il Doomsday Clock
l’orologio dell’apocalisse atomica, che veniva spostato da cinque minuti
a due minuti a dieci minuti, era troppo coreografico, nel mondo moderno certe
cose non fanno effetto quindi siamo arrivati al codice DEFCON, a Defcon 0 via
lancio delle testate nucleari e fine del mondo (poco o affatto diverso dal
coreografico orologione).
Dopo l’11 settembre ci sbizzarrimmo coi colori Blu, giallo,
arancio, rosso. Meno preciso e quindi più libero nell’interpretazione della
stampa, anche perché non sapendo esattamente che aspettarsi è meglio non essere
troppo sicuri, quello che ho prferito fu il conto alla rovescia tra il 1999 e
il 2000, il MILLENNIUM BUG era alle porte, tutti i sistemi infirmatici
sarebbero impazziti perché i computer non possono tornare da ’99 a ’00 e quindi
si sarebbero resettati. Una nuova età della pietra (io sono nato quando i
computer non esistevano e non era l’età della pietra, anzi).
Poi siamo arrivati agli allarmi pandemici e alla scala da 1
a 6 dell’OMS, prima la SARS, poi l’Aviaria, poi la Suina, anche qui livello 4
poi, 5 poi, 4 poi, 5 poi, 3 poi 5, poi
niente… tutto finito.
Altro modello della teoria della paura è indirizzare le
paure delle masse su cose che non possono capire o che non sanno e farle
parlare a vuoto.
Questa è la teoria della falsa comunicazione. Quando
comunichiamo inevitabilmente ci scambiamo una serie di informazioni e di dati,
di norma più siamo competenti di una cosa più i dati che trasmettiamo sono
ricchi e particolareggiati e permettono
chi ascolta di farsi un’idea della mia opinione.
L’esempio più chiaro di questo genere di comunicazione avviene
quando entriamo per sbaglio, digiuni di cognizioni sportive nel bar dello sport
club di una qualche squadra.
Troviamo esperti che sanno tutto sulla storia della squadra,
sull’andamento delle coppe e dei campionati, sulla rosa dei giocatori e sul
curriculum dell’allenatore. Sono dei Reference.
Chi come me si occupa di economia e politica e,
inevitabilmente di comunicazione si meraviglia sempre quando sente la gente
parlare di apocalisse.
Durante l’aviaria erano tutti diventati virologi. Si usavano
termini a casaccio, mutuati da questa o quella trasmissione televisiva. Ho
sentito dire castronerie allucinanti da gente che non aveva mai nemmeno per
sbaglio aperto un libro di biologia su come si propagano i virus nel corpo, ho
sentito parlare delle “false chiavi” dei virus, del virus aerobico, del
contagio da uomo a uomo,… roba da matti.
Oggi stiamo ripercorrendo la stessa china, solo che abbiamo
cambiato ambiente.
Dal VIRUS LETALE al RITORNO AL MEDIOEVO ECONOMICO.
Gli ingredienti sono sempre gli stessi: si comincia dal
piccolo allarme marginale: “Inverno 2011, la crisi economica sta creando
problemi alla stabilità finanziaria di alcuni paesi europei tra cui Grecia e
Portogallo”. Grecia e Portogallo sono la cenerentola d’Europa, due stati che
fino a qualche anno prima erano indicati come il simbolo dell’arretratezza di
alcuni paesi, stati che alcuni grandi come Germania e Francia nemmeno volevano
nella moneta unica, preoccupati di doversi tirare a casa della zavorra
impossibile. Questo al popolo non lo si dice, si lascia solo il titolo: “Grecia
e Portogallo rischiano di fallire”.
Si usano parole sempre più forti, FALLIRE, nessuno ha idea
di che succede se uno stato fallisce ma molti abbiamo in testa che succede se
fallisce un negozio o una piccola azienda manifatturiera, gli operai a casa
senza stipendio, la difficoltà a reperire i soldi, alcune volte il padrone che
si spara un colpo, quindi non sapendo che succede agli stati che falliscono
applichiamo le stesse regole che conosciamo bene anche a un argomento che non
conosciamo.
Poi finalmente arriva la parola che tutti temiamo, è sempre
la stessa, vale per tutte le apocalissi degli ultimi anni, la parola è
CONTAGIO.
“Italia, si teme il CONTAGIO Greco” Corriere della Sera.
“Il rischio CONTAGIO spaventa l’Italia” Repubblica.
“CONTAGIO INEVITABILE senza misure credibili” La Stampa.
Non sappiamo cosa sia un Default, non sappiamo nulla di come
funziona la Macroeconomia politica ma sappiamo che il CONTAGIO non è mai una
bella cosa, come con la suina, come con l’Aviaria, come con la SARS. Il
contagio deve essere evitato.
Terrorizzata la gente adesso passiamo all’orologio della
catastrofe, qui non è stato facile perché purtroppo di indicatori ce ne sono
tanti da poter scegliere e nemmeno uno era così tremendo.
Prima quindi ci hanno provato con il rating, memorabile il
titolo sulle pagine economiche del corriere di qualche tempo fa: “L’Italia
perde una A”, non si capiva se eravamo diventati “l’Itlia” o “l’Itali”… troppo
difficile e poi ogni agenzia di rating ha i suoi standard e la gente si
confonde, ci vuole qualcosa di più diretto.
La borsa non corre in aiuto, oggi va su domani va giù poi
torna su, magari un titolo perde tantissimo ma un altro va bene, no, nemmeno la
borsa alla lunga terrorizza il popolino.
Così dal buio delle menti dei Fear creators nasce un nuovo
indice che non ha mai sentito nessuno, lo SPREAD.
Lo spread sale, poi scende, ma subito dopo sale di nuovo… si
fissa la quota della fine, il punto di non ritorno, il primo a farlo e Mentana
sul TGla7 la sera della caduta di Berlusconi: “… bisogna fare presto perché ci
avviciniamo sempre di più a quota 500 punti, e arrivati a questa quota né
Grecia né Portogallo si sono più salvati”… e allora? Sarebbe stato da dire.
Mio nonno è arrivato a settant’otto anni e anche i nonni di
parecchi tra voi, quindi poso dire che passati i settant’otto anni nessun nonno
ce l’ha più fatta?
Da allora lo SPREAD è stata la misura del CONTAGIO, bisogna
fare qualcosa, subito. Chiunque possa salvarci, non si sa come, per Dio lo
faccia!!!!!!
Ovvio, nessuno ha mai citato il caso del primo stato che
andò in default, l’Islanda, che in un anno e mezzo ne è uscita senza grandi
traumi, solo con una classe dirigente migliore… l’ho detto io e mi hanno
risposto, ma l’Islanda è un paesello marginale non fa testo, perché la Grecia
era una grande economia? Un paese di riferimento? Forse nel 600 avanti Cristo,
e nemmeno allora tutta per intero.
Comunque come volevasi dimostrare abbiamo superato quota 500
(siamo arrivati a 520) e adesso veleggiamo intorno a 380/400.
Ma come non dovevamo fallire?
il titolo recita: "L'euro passerà il Natale?" |
Di terrore in terrore, anche con la suina fu così. Quando il
maiale divenne un po’ trito si tirò fuori la storia del mutamento improvviso
del virus… “Il virus è mutato, nuovo allarme dell’OMS” il Giornale, confrontate con: “La crisi
CONTAGIA l’eurozona, nuovo allarme dell’FMI” Corriere della Sera (ed on line).
Di terrore in terrore, di allarme in allarme, di paura in
paura.
E noi compriamo, accettiamo, subiamo. Perché se sei
spaventato sei meno reattivo, sei docile, accetti cose che non avresti
accettato prima, lo fai perché c’è qualcuno più sicuro di te che ti dice che è
per il tuo bene… “Signora le devo tagliare una gamba ma è per il suo bene”.
Accetti di correre in farmacia a comprare un po’ di acqua
sapone e alcool che chiamano santificante mani e che scopri subito dopo che
provoca disepitelizzazioni. Accetti di farti massacrare da tasse ingiuste che
scopri subito dopo che non servono a niente perché provocano stagflazione
(niente consumi niente economia).
Ma tu accetti, perché la paura è più forte della ragione.
I regimi sono nati così, la dittatura degli uomini nasce
dalla dittatura della paura… se siamo un popolo e non una massa dobbiamo dire
che non abbiamo bisogno di un salvatore, l’ennesimo, perché ci possiamo e ci dobbiamo
salvare da soli.
E non dalla catastrofe economica, dalla crisi globale ma
dalla dittatura del pensiero e dalle oligarchie.
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