“Ha visto, siamo arrivati a pagare la benziana 1,794 eruo al
litro?”
“Vero, certo che questa gente proprio vuole spremerci come
limoni” rispondo
“Bhe via, non dica così, non centra cero il governo di
adesso, la colpa è di quel bastardo di Berlusconi, pensi che io l’ho pure
votato… ci ha proprio fregati per bene”
“Sì va bene, ma anche questi potevano andare a prendere i
soldi da qualche altra parte, mica ci voleva un governo di tecnici per fare una
manovra così”
“Ma lei non guarda la televisione mi scusi, si informi, i
soldi ai ricchi non li potevano prendere, non ce l’avrebbero fatta, certo se
non c’era prima Berlusconi”
Questo piccolo scambio di battute l’ho avuto non più tardi
di un’ora fa con un automobilista al distributore di benzina vicino a casa mia.
Fa il paio con una notizia che campeggia oggi su Repubblica:
la fiducia in monti è altissima, il 58% degli italiani si fida ancora di lui.
Dopo la più iniqua manovra finanziaria della storia
d’Italia (la 3° in un anno tutta a carico dei lavoratori), dopo le decisioni più classiste che un governo senza referenti e
padroni ha preso, la fiducia della gente in Monti è ancora al 58%.
Stupisce un altro dato, dopo il professor presidente del
consiglio la seconda ministra più apprezzata, sempre con il 58% è Elsa Fornero,
quella che ci manda in pensione con 40 anni di contributi (dopo un bel pianto che male non fa), nella compagine
storica in cui la metà dei posti di lavoro sono a rischio e l’ISTAT dichiara
tragica la situazione dell’occupazione giovanile, la più bassa d’Europa.
È accaduto quello che non doveva accadere, si è passati dal
consenso acritico al duce di Arcore alla sua demonizzazione pure questa assolutamente acritica.
Qualunque cosa accada ora la colpa è stata sua e qualunque
cosa facciano gli altri è giustificabile, se serva a limitare i danni che ha
combinato.
Il fatto che il signore dal benzinaio mi abbia detto “ma lei
non si informa” significa semplicemente che l’informazione è talmente a senso
unico che non è assolutamente possibile dissentire.
La Fornero parla di Salario di ingresso, ma lo vuole
barattare con l’articolo 18, come dire, io ti dò qualche soldo in più appena
cominci (se cominci e quando cominci) a lavorare ma in cambio mi dai mano
libera a licenziarti, questo i sindacati non lo possono accettare ma i
cittadini probabilmente sì, perché? Perché bisogna fare qualcosa al mondo del
lavoro perché Berlusconi non lo ha fatto prima, anche se poi, più o meno è la
stessa cosa che il governo precedente ha provato a fare per anni.
La distorsione paradossale che abbiamo vissuto per anni, la
repubblica delle banane nella quale siamo precipitati dal 1994 ad oggi chiede
il conto.
Ora abbiamo un governo oligarchico e figlio di poteri
fortissimi, ma all’italiano medio, quello che
paga le tasse, va bene così.
In questo quadro, già di per se sconcertante, il parlamento
sta dando il meglio di sé. I parlamentari che si rifiutano di ridursi le indennità,
con il teatrino dell’onorevole Paniz che dice di essere troppo abituato alla
bella vita per rinunciare a 9000 euro al mese, e con una maggioranza bulgara
che respinge la richiesta di riduzione.
Quello che tra poco accadrà sarà che alle prossime elezioni
il popolo non vorrà più fidarsi di un parlamento di pidocchi e cercherà un
nuovo salvatore della patria con poteri speciali e illimitati, come? Magari
votando uno che dirà: “Rigore e azzeramento delle prerogative parlamentari,
basta politica di palazzo ma decisioni prese da un governo autocratico e
fortissimo”
Se andate a prendere il vocabolario della lingua italiana
del 1939, alla parola FASCISMO troverete: “Grande movimento di popolo che ha
strappato l’Italia alle fortune elettorali e agli appetiti dei pochi eletti”.
Vi sembra fantapolitica? Mi avvertiva un vecchio compagno morto qualche anno fa: "La storia ha prodotto tante di quelle cose che sembravano impossibili che potresti riempirci migliaia di libri e pagine".
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