"Ormai
di intoccabile non c'è più niente. Certamente credo che vadano toccate le
pensioni: 40 anni non è un numero invalicabile. Questo non è il momento di
porre veti. Noi siamo disponibili a fare tutto quello che è necessario, però
non è questo il momento di porre veti, qui bisogna salvare il Paese"
Parola della
Piccola Emma (Marcegaglia)… loro, gli industriali sono disposti a fare tutto il
necessario per strangolare i dipendenti.
D’altra
parte la matematica non è un opinione e gli industriali sanno che nella loro
categoria si va in pensione a 80 o più anni (il buon Silvio ce lo dimostra).
Ma visto che
di matematica si parla, facciamo qualche conto sulle misure del governo Monti
tanto per capire come la pensa SuperMario sullo stato sociale.
Anzitutto
una moltiplicazione 2 x 1000.
Cioè ogni
mille euro io ne pago 2, ogni 10000 ne pago 20, ogni 100000 nel pago 200 ogni
milione ne pago 2000, ma tranquilli perché fin qui non paga nessuno.
Pago solo se
arrivo a un patrimonio (non ad un reddito ma a un patrimonio) personale di 1500000.
Che
significa? Significa anzitutto che pago solo se non riesco a fare intestare
prima tutto il patrimonio a società di comodo con sede legale in Liechtestein e
che comunque alla fine pago quello che spendo per una serata mondana al
Bilioner o dove diavolo vanno questi a farsi le loro cosine…
Un operaio
di catena invece c’ha altri problemi perché se gli va bene lavora fino a
settant’anni, con tutto quello che il lavoro comporta in termini di salute, probabilmente
nell’idea che se muori prima almeno la pensione la risparmio.
Ma qui
Marchionne &co. hanno risolto tutto: chiudiamo le fabbriche eliminiamo gli
operai se non c’è il lavoro non c’è manco il problema.
Poi ci sono
le categorie baciate dal Signore, i laureati in generale, quelli che se gli va
bene entrano nel mondo del lavoro a 25 – 26 anni e che come premio ai loro
sforzi gli si dà subito un bel lavoro atipico (stage – tirocinio – cocopro –
contratto a termine – falsa partita IVA) così si arriva a 35 o 36 anni, 36 + 40
= 76 anni.
Ve lo vedete
un infermiere a 76 anni in corsia?
Ve la vedete
un’insegnante di scuola materna a 76 anni inginocchiata a far giocare i
bambini?
Ve lo vedete
un educatore sociale a 76 anni parlare con i ragazzi.
Ve lo vedete
un broker a 76 anni galoppare da una parte all’altra della città con 5
telefonini nelle orecchie?
La verità è
che questa gente non ha la minima idea di che lavoro faccia la gente comune,
per loro che stanno sulle loro cattedre in università, con i loro stipendi da
10000 euro al mese, con i contributi fissi ogni qualvolta scrivono due righe di
prefazione al libro di un altro, non sanno che cosa fa un operaio o un
lavoratore in Italia.
Ricordo che
cominciai a frequentare l’università quando già facevo l’educatore e mi
meravigliava come coloro che avrebbero dovuto insegnare a me non avevano la
minima idea del lavoro che facevamo come operatori, erano solo pieni di nozioni
teoriche alcune pure molto vecchie.
Per quanto
riguarda Confindustria mi sembra ovvio che le cose marcino nella direzione che
ha sempre voluto.
Un governo
senza freni appoggiato dal 90% del parlamento che fa quello che gli pare.
Un governo
che vede per la prima volta tutta la stampa di un certo livello che lo
appoggia, tutta la televisione che lo appoggia, tutto il panorama dell’opinione che lo appoggia.
Domandiamoci
sempre: “ma se lo avesse proposto Berlusconi come avremmo reagito?” quando
leggiamo le notizie sui giornali.
Altrimenti
l’antiberlusconismo è solo uno psicodramma collettivo che non ha portato a
nulla e implicitamente diamo ragione a lui quando diceva “Tutti mi odiano”.
Se
Berlusconi avesse proposto quello che questi stanno proponendo saremo sulle
barricate ma oggi gli ululati sono molto smorzati.
La nave
affonda tanto quanto prima, e tanto quanto prima non sta succedendo niente, e
niente succederà, o forse no.
Sta
succedendo che la gente ha troppa paura per vedere i problemi con chiarezza e
qui sta il problema vero.
Siamo paralizzati,
siamo incapaci di tornare a protestare, siamo annichiliti.
Speriamo di
tornare a lottare… quanto prima… perché qui non ci lasceranno più molta carne
attaccata alle ossa ad operazione finita.
Torniamo a lottare, sì.
RispondiEliminaMa con la consapevolezza che non solo questi "sono disposti a fare tutto il necessario per strangolare i dipendenti., ma che sono disposti ad andare contro tutto il corpo sociale, pur di vincere questa che per loro è una guerra.
Sembra di no, non volano missili o pallottole di un vecchio immaginario che va bene oggi solo per il terzo mondo.
La civiltà Occidentale si uccide a tavolino sapendo che solo una guerra fa ripartire l'economia, come sempre è stato.
Così, tornare a lottare si torna se c'è la consapevolezza che non esistono i pensionati, non esistono, i co.co.pro, non esistono i contratti a termine, non esistono i terremotati, i senza casa, quelli in mobilità o quelli in cassa integrazione.
Esiste un corpo sociale destinato a essere decimato, a ruota (ogni co.co.pro sarà prima o poi un 76enna pensionato, se ci arriva), così da pareggiare i bilanci, ridurre il diritto a una pensione per cui vi è comunque l'obbligo ai versamenti, azzerare attraverso la povertà e l'indigenza ogni residua consapevolezza del proprio essere persona, cittadino, prima che pensionato o co.co.pro.
Finché non arriviamo a capire questo, che non esistono categorie di persone o tipologie di lavoratori, ma solo diversità di ruoli, chi comanda e chi viene comandato; chi decide e chi si deve adeguare a quelle decisioni; chi fa le leggi (e mai le rispetta) e chi le subisce, è inutile tornare a lottare.
E' insieme, come cittadini, come siamo sotto attacco, quando si varano leggi che ledono i diritti sudati e acquisiti delle persone.