"Anche da questa indagine risulta il consolidamento e la
continuità dei rapporti criminali che hanno agevolato Cosentino nella sua
carriera politica; la pluralità di competizioni elettorali in cui risulta
essere stato sostenuto dall’organizzazione criminale; la persistenza del debito
di gratitudine (e gli inevitabili intrecci ricattatori) cui egli deve, almeno
in parte, le sue fortune"
Inoltre Cosentino era pienamente consapevole della natura
dell’operazione di riciclaggio, per la realizzazione di un centro commerciale e
di altri affari riferibili al denaro sporco dei casalesi”
Sono le solite cose, quelle che in realtà sapevamo già e che non
ci stupiscono.
Sono le cose che avrebbero dovuto fare finire in gabbia il
coordinatore PdL campano parecchio tempo fa se la Lega fosse stata quello che
diceva di essere: un partito di Lotta, che non piega la testa.
Invece ci trovammo con Bossi che ordinò ai suoi di “graziare”
Cosentino, nonostante ci fossero tonnellate di prove delle sue complicità con
il Clan dei casalesi, quelli raccontati con tanta precisione nel best seller di
Saviano.
Per il Pdl il problema finiva lì.
Il cortocircuito che quel partito presenta al sud, che altro poi
non è se non una versione riveduta e corretta del voto di scambio tra mafia e
politica dei tempi della DC, giustifica e addirittura rende organica al suo
esistere sul territorio la presenza di loschi individui come Casentino.
La DC aveva tra i suoi vertici siciliani i fratelli Salvo e
migliaia di sindaci e assessori che erano uomini di fiducia dei clan, il PdL,
che ha una forma più aziendalistica si è riempita di certi personaggi sin da
subito, coordinatori, segretari di sezione…
Per la Lega il problema è molto più complesso.
Il guaio di salvare uno come Cosentino e di farlo due volte (il
tentativo fuori tempo massimo di Bossi potrebbe anche non sortire l’effetto
sperato ma è ovviamente un indirizzo in tal senso) tocca le corde più profonde
del Partito Verde, va a minare il suo stesso DNA.
La Lega è un partito che con il sud non ha mai avuto “nulla a
cui spartire”, è un assembramento del Nord che ha fatto perlopiù leva su tutta
la retorica lombardo veneto piemotese del terrone che ruba il lavoro, del
“Questi qua son venuti qui a chiedere aiuto e poi ci hanno rubato tutto e ci
hanno riempito la Lombardia di mafiosi”.
Questo armamentario pecoreccio ulteriormente arricchito dalle
invettive sugli immigrati mal si accorda con la grazia a Cosentino, soprattutto
nella testa dei leghisti della strada, quelli a cui non viene in tasca niente
dai maneggi politici di Bossi &C. e vogliono solo il loro partito, onesto
duro e puro.
Alla fine è sempre così per il popolo: magari posso perdonare
degli eccessi ma devo essere sicuro che tu sia onesto.
Salvare il referente politico accertato dei casalesi dalla prigione
non è un comportamento che il leghista accetta volentieri.
Altro punto non meno importante la reazione di Maroni,
quantomeno stizzita.
Bossi a fianco di Manuela Marrone |
Lo sanno tutti da anni, la lega è spaccata almeno in tre
tronconi (qualcuno dice che ci siano anche altre derive carsiche ma non è dato
sapere), la parte che gira intorno alla famiglia Bossi, ormai sempre più simile
a una saga nordica dove il re malato viene manipolato dai suoi consiglieri di
corte: la perfida regina Manuela Marrone, quella che questa estate mentre si consumava
la pantomima di Calalzo urlava al marito per telefono di buttar fuori dal
partito tutti quanti, per primo Maroni (fonte il Giornale che allora faceva
ancora da sponda al governo in carica http://www.ilgiornale.it/interni/lady_bossi_striglia_umberto_e_cosi_agita_carroccio_sbatti_fuori_tutti_traditori/22-08-2011/articolo-id=541223-page=0-comments=1)
Poi la di lei dama
di compagnia Rosy Mauro, quella per intenderci che cercò di fare passare al
senato la legge Gelmini con un ridicolo teatrino nel quale il senato urlava e
fischiava mentre lei, unica a parlare approvava da sola gli emendamenti del
governo senza alcuna votazione…
Altro nella cerchia del re è il di lui figlio, il Trota, di cui
niente si può dire perché nulla politicamente ha fatto.
Per finire il consigliere personale di Bossi, ben voluto anche
dalla dama di compagnia e dalla regina, il giovanissimo Reguzzoni.
È in effetti sul corpo mistico del leader morente che si gioca
una partita con la morte per la supremazia nella Lega.
La Marrone sa che Maroni e Calderoli (anime delle altre due
correnti fondamentali) in un eventuale congresso celebrato in morte di Bossi,
spazzerebbero via il gruppetto insignificante e deve agire prima che il
problema si ponga sul serio cercando di mettere i due fuori dal partito, primo
tra tutti Maroni .
Questo drammone che comincia a diventare una tragedia Shakespiriana ha ogni tanto bisogno di alcuni elementi esterni per
continuare a stupire.
La guerra
in casa leghista finora vede la famiglia Addams (cioè Bossi), in vantaggio grazie
all’aiuto del Re stregone del regno dell’Oltremafia, Silvio Berlusconi da
Arcore, il quale finché dominava con le sue arti magiche il mondo della luce
aveva potere di salvare anche la baracca leghista.
Oggi che
i problemi dell’altro Leader sono un po’ più grossi di prima la signora Marrone
e la cerchia Bosina non sa più a che santo votarsi.
Pare
abbastanza ovvio che, se ieri pomeriggio per esempio, nella casetta di Bossi
sia arrivata una telefonata del Berlusca che chiedeva minore rigidità nella
storia dell’amico Cosentino, i custodi del corpo mistico siano corsi a mettere la pulce
nell’orecchio alla Grande Mummia.
Si tira a
campare, in casa della destra, i leghisti lo sanno, possono anche fare i muso
duri ogni tanto, possono strillare quanto vogliono sui loro giornaletti ma alla
fine la politica costa, e rende pure tanto.
Se la
Lega, o una certa parte di essa, dovesse andare in vacca che faranno personaggi
come Renzo Bossi e Rosy Mauro? Andare a lavorare nemmeno a parlarne, “l’Isola
dei famosi” è chiusa… il grande fratello pure…
Lo
sappiamo, il problema dei rifiuti in Italia si ripresenta tale e quale ogni due
o tre anni, adesso c’è il problema di questi potenziali rifiuti speciali dalle
parti di Gemonio.
Dove li
potremmo riciclare… per fare eco a Bossi e ai suoi, io direi “non a casa
nostra”!
Simpatica la chiusura delpost sui "rifiuti" da smaltire.
RispondiEliminaIl riciclo, come sai, è un'arte che la politica insegna come materia base.
Cambieranno colore e si disperderanno qui e là, accolti amorevolmente da chiunque. In fondo, c'è sempre bisogno, in un partito, di candidati "affidabili", di quelli che non rischi che ti sputtanino al primo sentore di scheletri scoperti nell'armadio di famiglia.
La Dc ha fatto scuola. Pure il Psi. O il Pri.
Sono ancora tutti qui,sparsi qui e là...