A volte una pausa di riflessione è salutare.
Quando qualche mese fa ho deciso di smettere di scrivere Generazione Avversa l’ho fatto sulla scorta di almeno tre importanti
ragionamenti.
Bisognava lasciare tempo alla popolazione per comprendere
che quello che stava avvenendo in Italia non aveva nulla del tanto agognato
“ritorno alla normalità” dal punto di vista istituzionale, era semmai, una vera
e propria restaurazione capitalistico borghese.
Certo, Monti non era Berlusconi, la gente voleva cambiare
pagina disperatamente e chiunque fosse arrivato a dare alle istituzioni una
seppur vaga aura di severitas era visto come l’uomo del nuovo risorgimento,
colui che ci avrebbe portato, se non agli antichi fasti, almeno nella media dei
bruti.
Secondariamente il clima politico che si respirava aveva
bisogno certamente di una seria analisi situazionale, non era più sufficiente
dire quello che non andava bene momento per momento, si rendeva sempre più
importante un’analisi di sistema.
Terzo e non ultimo, dalle nostre pagine avevamo lanciato più
di una profezia sul destino politico del paese e dei suoi membri costitutivi, i
partiti.
Ora, la caratteristica più saliente delle profezie è quella
che la verifica deve arrivare dopo un periodo più o meno lungo, se così non
fosse non ci propinerebbero ancora la Bibbia dopo 2000 anni dalla scrittura
dell’ultimo capitolo della saga.
Passati due mesi circa passiamo all’incasso.
Il governo Monti: se le bugie hanno le gambe corte non è
assolutamente vero che gli effetti delle menzogne abbiano vita breve.
Gli italiani sono stati ingannati nel profondo, la voglia di
cambiamento del popolo è stata tradita da ogni parte e ci troviamo a navigare
nel peggior pantano che la storia istituzionale ricordi.
Quando, alla fine del secondo conflitto mondiale, i padri
costituenti dovevano ricostruire una nazione mattone su mattone con le strade
coperte di (vere) macerie, il primo pensiero dei politici di allora fu quello
di guardare il popolo, e del popolo di scegliere la parte più debole e colpita,
gli operai, i contadini, le vedove e gli orfani; si decise di creare uno stato
che si facesse carico di chi non era riuscito, per sfortuna o per accidente, a
farcela con le sue gambe e a provvedere fino in fondo a se stesso.
Si comprese fin da subito che la finalità di uno stato era
costruire se stesso e dare anche all’ultimo la possibilità di una vita
dignitosa, altrimenti non sarebbe uno stato, sarebbe un’arena dove solo i più
forti i più sani e i più ricchi vivono e alla stragrande maggioranza è data al
massimo la possibilità di sopravvivere.
Oggi, osservando le macerie di questo paese, pare che la
scelta sia di segno opposto, di fronte a una povertà agitata come spauracchio
collettivo si sceglie di impoverire maggiormente i tantissimi poveri per
cercare di fare qualche timido regalino ai ricchi che tanto possono permettersi
di sopravvivere in qualunque caso.
Nel calderone dei poveri stanno finendo sempre più categorie
sociali, anche quelle che una volta erano i “benedetti dal signore”, quelli che
“dimostravano il vero volto dell’Italia che produce”.
Leggere le cifre dei suicidi dei piccoli imprenditori del
nord est è impressionante ma ancora più impressionante è la mancanza di analisi
quando si leggono questi dati.
Davvero nessuno se lo aspettava? Quando si parlava della
piccola e media impresa del Nord Est e la si chiamava “locomotiva d’Italia”
nessuno aveva previsto le conseguenze di una frammentazione del capitale e del
lavoro così assurda?
Le piccole aziende del Veneto sopravvivevano solo perché
c’era un mercato che tirava forte ma era chiaro come il sole che se in un paese
100 fabbriche fanno divani, di fronte alla crisi e al calo della domanda solo
quelle che, perché più grandi e meglio organizzate potevano sopravvivere.
Lo dicevano in pochissimi e quelli che lo dicevano venivano
spernacchiati sulla stampa “che conta”, venivano (venivamo perché mi ci metto
anche io) definiti delle Cassandre interessate.
Qualche lungimirante economista in odore di sinistra ebbe a
dire che certe cose le dicono i comunisti perché i comunisti vogliono le grandi
industrie sul modello sovietico.
Adesso salta l’esenzione dal ticket sanitario per i
disoccupati, che potranno vendere il sangue comodamente a 10 euro al litro per
pagarsi gli esami clinici, non perché ci sia una manovra classista ma perché
sono troppi e costerebbe troppo l’esenzione.
Pensare che basterebbe aumentare il ticket sanitario alle
fasce più abbienti e il gioco sarebbe fatto, ma non si possono tassare i ricchi
più di un che di simbolico.
Falcidiati sono anche quelli che ci hanno provato, ho alcuni
amici professionisti che hanno rinunciato ai loro sogni e se ne sono tornati in
buon ordine tra le braccia di mamma a casa, finché c’è la pensione dei genitori
almeno di fame non si muore!
Eh si, perché con le nuove leggi sulle libere professioni
nessuno può rischiare di mettersi a fare lo psicologo o il dietologo o quello
che vi pare se non ha dietro le spalle un papà ricco e professionista che lo
assiste, anche perché nessuna banca si sogna di elargirti un prestito per cominciare.
Hanno ingannato un paese e continuano a farlo, hanno reso
inutili anni di lotte, il licenziamento indiscriminato è dietro la porta, pure
i due sindacati (più) servi, CISL e UIL lo hanno capito.
Oddio, poi in tentazione ci sono ricascati, perché se
l’inciucio ce ll’hai nel DNA non ci puoi fare niente, però siamo al paradosso.
“Per favorire la crescita bisogna poter licenziare” ma
perché nessuno ha detto che stanno parlando della crescita dei due o tremila
grandi imprenditori italiani e che delle condizioni di vita reale degli
italiani veri non gli importa un nulla?
Tutti applaudono l’inverosimile, se un dottore vi dicesse
che per curarvi la gamba ve la deve tagliare e poi si aggiungesse sicuro: “Ma
non si preoccupi credo che tra il 2013 e il 2020 le ricrescerà in maniera
spontanea” voi cosa pensereste di lui, che è un luminare e che vi da speranza o
che è un pazzo?
Monti è tutto fuorché un pazzo, i suoi ministri non sono dei
buffoni insensati come quelli di prima.
Questi sono peggio, quelli di prima manco sapeva quello che
facevano questi lo sanno e sanno come fare a ottenere quello che vogliono.
E poi c’è sempre lo spettro della Grecia, non ne sentivo
parlare da qualche settimana, ma adesso che si è arrivati al paradosso ecco che
Monti lo ritira fuori.
Adesso che il valore degli immobili calano del 20% in un
colpo, che cosa si deve dire alla gente? Che se hai investito i tuoi risparmi
in una casa che ieri valeva 200 mila euro adesso ti trovi con una che vale 170
mila e che comunque non ripiazzerai mai, devi essere contento perché la casa è
a Carate Brianza e non a Salonicco?
Passiamo al capitolo più divertente, quello che mi ha fatto
gongolare nei miei ultimi 2 mesi di silenzio.
La Lega.
Ho ricevuto alcune mail di gente che mi chiedeva come mai
proprio adesso che la lega sprofonda nel baratro io non scrivessi nemmeno un
pezzettino su di loro.
Semplice, nel capitolo profezie, insieme con quello che
voleva il governo Monti come l’assassino ultimo della classe media italiana, un
posto di assoluta rilevanza ha la profezia su come sarebbe finita la Lega e il
suo hard core varesino.
Non c’è nulla da aggiungere, solo una cosa mi stupisce.
Leggiamo che gli italiani si sono lanciati anima e corpo in
un nuovo revaival dell’antipolitica.
Ma perché nessuno ha il coraggio di ricordare che questa
marmaglia di cialtroni è diventata la padrona d’Italia proprio grazie
all’antipolitica del post tangentopoli.
Berlusconi si presentava alle folle come quello che di
politica non sapeva niente, un imprenditore che “aggiustava le televisioni” e
che, suo malgrado doveva tirare fuori l’Italia dal pantano dove la prima
repubblica, quella della partitocrazia, l’aveva cacciata.
E Bossi e i suoi non hanno invaso il Nord al grido Roma
Ladrona, politici tutti ladri.
Maroni chiama i suoi sostenitori i Barbari Sognanti, i
barbari quelli che non credono alle gerarchie, quelli che non vogliono piegare
la testa al sistema e lo distruggono.
Ma come, Maroni l’antipolitico è stato ministro di qualunque
cosa sotto Berlusconi. Ma perché i leghisti si ostinano a credere che negli
ultimi vent’anni, quando Berlusconi metteva in imbarazzo l’Italia loro fossero
sempre la cesso?
Loro volevano fare fuori qualunque immigrato e lui faceva le
orgette con le ragazzine marocchine, loro facevano le ronde contro le
prostitute a Torino e Milano e lui le metteva all’olgettina, loro volevano pene
severissime per chi fosse stato beccato anche solo a pensare di accendersi uno
spinello e lui pippava coca come un aspirapolvere.
Non ha senso parlare del decadimento leghista, lo sapevamo
già, purtroppo.
Fa rabbia a uno che ha sempre militato a sinistra sapere che
i referenti politici della ‘ndrangheta stavano proprio nel partito dei lumbard.
Per questo non credo che abbia più senso parlare di
antipolitica.
Ingrassare la pancia ai Beppe Grillo, che ormai mi sembra
diventato moto organico alla politica o a qualunque imbonitore da circo mi
sembra svilente.
Credo che la gente, le persone, il popolo, alla politica ci
dovrebbe tornare, entrare nelle sedi di partito, pagare la tessera e dire, qui
comando io.
Andare a Roma, sotto l’aula di Montecitorio e chiedere ai
Bersani, ai Letta, agli Ichino, che cavolo stanno facendo con il mandato
popolare che è stato loro consegnato non per renderci poveri e derelitti, per
mandarci al cimitero prima che in pensione e per non avere la benché minima
speranza di fare studiare i nostri figli.
È profondamente politico dire no! Candidarsi alle elezioni,
perché non siamo tutti uguali, ciascuno di noi può alzarsi in piedi e dire “Io
non sono uguale, io non ho abusato del mio potere e se andassi al governo lo
farei per il mio prossimo”, se in cuor suo pensa che questa è la verità.
Chi dice che tutti sono uguali, che tutti fanno schifo e lui
non voterà più forse un po’ pensa anche che alla fine farebbe così anche lui,
anche perché infondo il modello berlusconiano è sempre stato questo… io posso,
io sono ricco e potete arricchirvi anche voi.
È politico dire che mi impegno, perché l’Italia è stata
grande quando la gente ha smesso di delegare gli altri per potersi fare i fatti
propri. Abbiamo conquistato moltissimo quando abbiamo capito che potevamo
affondare un sistema anche se eravamo poveri operai o studenti disoccupati.
La grande politica, quella fatta dal PD e dal PdL ci vuole tutti antipolitici, perché se
vota solo il 20% degli italiani, voteranno solo gli iscritti ai partiti e loro
si potranno fare i conti prima e spartirsi il potere prima.
Invece se il popolo vota il popolo diventa un’arma e i
calcoli non si possono fare.
Come durante il referendum, quando erano solo i piccoli
partiti e i movimenti a fare la loro parte, quando a dire che l’acqua pubblica,
che il nucleare no, che i beni comuni… erano solo le formichine. Ma abbiamo
vinto. Abbiamo vinto nonostante il PdL che parlava a casaccio di terrorismo,
nonostante il PD che non parlava affatto, nonostante i telegiornali che non parlavano
di noi e i giornali che se dicevano qualcosa lo facevano in trentesima pagina e
per complicare le cose.
Avevamo solo tre o quattro giornali dalla nostra, ma
centinaia di migliaia di Blog e di siti internet, piccoli movimenti, alcuni
nati nel salotto di casa, senza una lira.
Credo che l’Italia sia pronta a svegliarsi e a fare la
rivoluzione o se non altro una rivoluzione.
Per questo sono tornato a scrivere.
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