la Ministra Cancellieri |
Parlare di terrorismo in Italia è sempre molto complicato.
Inoltre nel nostro paese, siamo abituati ai colpi di teatro,
quelli, per intenderci, che avvengono subito dopo un avvenimento che merita di
essere commentato con attenzione e soprattutto misurato sul lungo periodo e
invece viene azzerato da un evento singolo di ordine spettacolare.
Ci ricordiamo l’arresto di Provenzano in Sicilia l’11 aprile
2006?
La situazione era davvero difficile in quei giorni, la
sinistra di Prodi aveva vinto alle elezioni con un margine risicatissimo di
voti, l’unico che avrebbe potuto orchestrare dei brogli di grossa portata,
Berlusconi, gridava alla incredibile quantità di brogli che presidenti di
seggio e scrutatori comunisti avrebbero perpetrato ai danno del suo partito.
Diceva di avere le prove…
Non si respirava una bella aria nelle ore successive al
voto, nelle segreterie dei partiti ci si aspettava di tutto, i militanti erano
mobilitati, il flusso dei voti al Viminale si era bloccato per un periodo che
ci sembrò infinito.
L’annuncio di Prodi della vittoria a tarda notte in una
piazza incredula e stregata fu dato per cercare di dare ordine a una situazione
che stava scivolando nel caos.
Molti dicevano: “Se rubano la vittoria con dei brogli il mio
gruppo scende in piazza”
Sarebbe stato un delirio, manifestazioni spontanee,
possibili infiltrazioni da parte di gruppi organizzati atti a creare disordini.
Poteva essere l’anticamera di un disastro.
La prima frase di Berlusconi a commento della sconfitta fu:
“Non è detto che abbiamo perso, molti brogli, sarà tutto da rifare”
Poi, come dal nulla, in un paese che teneva il fiato sospeso
accade qualcosa di incredibile.
Il Tg1, invece di aprire il giornale con le notizie sul voto
e sulle elezioni, apre con la cattura del super boss della mafia, quello che
nessuno riusciva a trovare da anni, zu Binnu u Tratturi, Bernardo Provenzano.
Ricordo di avere afferrato il cellulare e di aver acceso il
cronometro, per isitinto.
I primi 10 minuti e diversi secondi di Tg1 furono dedicati
alla cattura del boss, parlarono tutti dall’ex ministro dell’interno Pisanu, a
tutte le facce del parlamento, parlò D’Alema, e soprattutto parlò Prodi.
Solo dopo 10
Minuti si riaprì il problema elettorale. Si sa che durante i tg
l’attenzione della gente, che normalmente a quell’ora sta mangiando, si
concentra sulla prima notizia, poi per un po’ si commenta quello che è
successo, perdendosi tutte le altre, la concentrazione torna dalle parti dello
sport.
Soprattutto l’argomento di commento del giorno successivo è
sempre la prima notizia che viene data.
Se si sceglie di partire con un rom che stupra una ragazza o
con un marocchino ubriaco che investe un pedone, la maggior parte della gente
domani parlerà dei rom e dei marocchini anche se nel frattempo gli hanno
tagliato la pensione.
Successe così anche qualche decennio prima quando un pazzo
di nome Antonio Pallante sparò a Togliatti.
Sebbene non sia vero che i successi di Bartali al tour de
France, abbiano allontanato l’Italia dalla guerra civile è pur vero che i
giornali diedero un risalto mostruoso alle vittorie del ciclista toscano e
dirottarono l’interesse di alcune fasce popolari da un problema ad una
vittoria.
Strano caso, proprio quando il voto di un’elezione spazza
via un’intera classe dirigente a livello locale, prodromo di quello che
avverrebbe a livello nazionale avessero la bontà di farci votare , salta fuori
dalla storia una bella gambizzazione come non si vedevano dagli anni ’80.
Chi è colpevole, un gruppuscolo anarchico che promette che
lo rifarà ancora, come nei migliori film sui serial killer.
E giù prime pagine, e amarcord sul terrorismo.
E via la ministra mai eletta Cancellieri che ci racconta la
favola dello stato sotto attacco e che promette di raddoppiare le scorte a
manager e politici.
Domanda, ma l’ingegnere dell’Ansaldo fosse un funzionario
dello stato.
Inoltre il ragionamento della Cancellieri fa acqua a che per
un altro verso: il fatto che un manager che magari ah appena messo in mezzo a
una strada qualche centinaio di operai debba essere difeso da militari pagati
da noi e non si possa avvalere di una scorta privata pagata da lui mi da un
sapore un po’ ottocentesco, dove i padroni venivano protetti dal popolo a tutti
i costi.
Adesso si parla di una manifestazione.
Una manifestazione con che scopo?
Con lo scopo di dire agli anarchici che il popolo non è
dalla loro parte? Lo sanno già. Lo hanno addirittura scritto: “Potevamo colpire qualche funzionario dell'Equitalia,
ma con questa azione non siamo alla ricerca di "consenso" e ancora: "Non
consideriamo un referente i cittadini indignati per qualche malfunzionamento di
un sistema di cui vogliono continuare ad essere parte. Scambiare rabbia ed
indignazione per un processo di rivolta allo status quo è segno di una
pericolosa miopia rivoluzionaria”
Prima di parlare di
manifestazioni bisogna considerare che cosa sia la galassia anarchica informale
e per farlo non bastano un paio di pagine come quelle che stiamo scrivendo qui.
Allora stiamo dicendo che
vogliamo mettere l’esercito a disposizione dell’antiterrorismo per rassicurare
i cittadini? Io non sono preoccupato per me e per i miei immediati conoscenti,
e così credo la maggior parte di noi.
Allora perché tutto questo
rumore? Per coprire un altro rumore.
Ieri i comunisti sono scesi in
40000 in piazza a Roma.
Una settimana fa è accaduto
quello che è successo e che ormai tutti sappiamo, il tappo è saltato e i
partiti della destra semplicemente non esistono più.
Che ci piaccia o meno Grillo e i
suoi sono una forza politica nuova con cui fare i conti.
Tra una settimana esatta
potrebbe avvenire il definitivo colpo di grazia.
Il popolo nel contempo ha fatto
capire al governo dei professori di non essere per nulla contento di essere
dissanguato, la protesta si allarga, la si vede e la si sente.
Se le cose continuano in questo
modo e Monti non se ne va in fretta la protesta si allargherà a tal punto che
non sarà più possibile gestirla.
La bomba molotov lanciata contro
Equitalia, i funzionari esattori malmenati in strada.
È sul fisco che potrebbe
accadere una tragedia.
È sull’imposizione fiscale che
il governo crollerà, non certo su quattro anarchici con la voglia di mettere il
colpo in canna per “godere” come hanno scritto nel delirante comunicato di
rivendicazione.
Attenzione, la sovraesposizione
mediatica è quello che serve anche ai gruppi di questo tipo, lo abbiamo scritto
anche per quello che riguarda il blocco nero.
Questi non cercano di convincere
le masse delle loro capacità e nemmeno vogliono fare la “rivoluzione”, questi
cercano complici in giro per l’Europa.
Lo fanno i giovani anarchici, lo
fanno gli anarchici informali delle varie sezioni.
Lo scrivono nel comunicato, ma questo sembra non interessare
i vari ministri.
È molto meglio che nella settimana che precede i ballottaggi
si parli di terrorismo, che magari poi la gente si convince che votare a
sinistra non è bene e che una piccola sterzata a destra li farà stare più
tranquilli.
Lo scriveva anche De Andrè nella magnifica Canzone del
Maggio: “E se credete ora che tutto sia come prima, perché avete votato ancora
la sicurezza la disciplina”.
Facciamo pure le manifestazioni di piazza, non servirà a
nulla, o forse servirà al governo per distrarre l’attenzione dai veri problemi.
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