Quando si vuol barare al gioco ci sono delle semplici regole
da rispettare, la più evidente è: “non si deve mai giocare grosso con gli
stupidi come compari a meno che tu non sia sicuro di avere il completo
controllo del banco e delle carte”.
Soprattutto gli stupidi sono vendicativi e sono capaci di
mandare in vacca tutto il lavoro di una vita con poche, pochissime mosse.
Il caso della lettera pubblicata da tutti i giornali di
stamattina dove Valter Lavitola “ricorda” a Berlusconi punto per punto tutti i
favori resi in una vita (è il caso di dirlo visto che tira in ballo anche la
spaccatura del PSI e le lagne di Craxi che si sentiva in debito di 6 miliardi
con il Biscione) all’associazione per delinquere di stampo mafioso che ha
governato l’Italia per vent’anni.
La lettera è vecchia di qualche mese ma il suo valore resta
dirompente perché nessuno è mai riuscito nella sua completa idiozia ha mettere
nero su bianco un verbale di accusa con tanto di nomi date e cifre nei
confronti di Berlusconi, un verbale chiaro e sintetico, venti pagine di cui
almeno 10 sono di lagne, e diretto, uno di quei documenti che lo si può dare
persino alle signore in fila dal parrucchiere.
Certo, noi che per anni abbiamo dovuto cercare di fare
quadrare piccole notizie, che abbiamo dovuto cercare di rendere ragione a
strane connessioni internazionali, forse abbiamo sbagliato tutto.
Abbiamo dato agli italiani l’idea che la cosa fosse
difficile, che dietro a tutto ci fosse una complicata macchinazione, e invece
no! Avremmo dovuto metterla giù diversamente.
Mi domando chi ci avrebbe creduto se uno solo di noi negli
anni avesse scritto: “C’è un commerciante di pesce quasi analfabeta che dirige,
come premio per aver distrutto completamente il PSI, il giornale dove scrissero
Salvemini, Gramsci, Bordiga, Mussolini (che ne fu direttore).
Questo pescivendolo è amico del capo del governo fin dai
tempi in cui il capo del governo era amico di Craxi e insieme si sono inventati
tutto il marciume italiano, hanno creato holding, hanno salvato criminali, hanno
sovvertito gli organi dello Stato, hanno disastrato un paese che una volta era
una potenza mondiale e oggi rivaleggia con l’Ucraina”.
Facile e diretto, ma solo qualche anno fa non ci avrebbe
creduto nessuno.
La vicenda di Lavitola ha sbaragliato tutti i nostri
concetti sul malaffare, sulla politica corrotta, sugli intrighi internazionali.
D’ora in poi non si potrà più scrivere un romanzo di
spionaggio senza pensare immediatamente a commercianti di protesi, baldracche
di bassa lega, poveracci di varia natura tutti avvinghiati alle ginocchia di un
leader morente.
Andiamo a dare un’occhiata nello specifico alla letterina di
Lavitola facendo alcune premesse sinottiche.
La missiva, piena di refusi e sgrammaticatissima si divide
in tre parti, nella prima, Valter fa la lista completa delle promesse mantenute
e non mantenute da parte del Cavaliere, evidenzia come la maggior parte fu
disattesa e come lui si senta l’unico a non aver beneficiato dei favori del
Principe.
La seconda parte elenca impietosamente tutto quello che il
Direttore dell’Avanti! ha fatto per il premier con date nomi e importi di cui
si sente debitore o creditore.
La terza parte è una lagna continua che la dice lunga su
come uno come Lavitola possa essere pericoloso.
Andiamo con ordine:
Berlusconi, dice Valterino, è in debito con lui e lo stesso
cavaliere lo sa e lo ha detto davanti a testimoni
Lei subito dopo la formazione del governo, in questa
legislatura, con Verdini e Ghedini presenti, mi disse che era in debito con me
e che lei era uso essere almeno alla pari.
Era in debito per aver io “comprato” De Gregorio, tenuto
fuori dalla votazione cruciale Pallaro fatto pervenire a Mastella la notizie
della procura di Santa Maria Capua Vetere, da dove da dove erano pervenute le
pressioni per il vergognoso arresto della moglie, e assieme a Ferruccio Saro e
al povero Cominciali “lavorato” Dini. Ciò dopo essere stato io a convincerla a
tentare di comprare i senatori necessari a far cadere Prodi.
Che Berlusconi paghi sempre i suoi scagnozzi è una verità
fondamentale, lo dicono tutti.
Certo Valter arrivò a chiedere il conto in un momento un po’
sbagliato, troppi occhi puntati sul governo, soprattutto dopo la defezione di
Fini e con le varie P3 e P4 in giro, non era il caso di fare troppo rumore, il governo
era attaccato ad un filo e i giornali e lo davano per morto un giorno si e uno
no.
Ma il direttore dell’Avanti ha fatto la sua parte e ha
ricevuto promesse chiare, B. si è tirato indietro e questo proprio non si fa.
Qui parte l’elenco pedissequo delle promesse non mantenute:
Lei mi ha promesso:
Più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo
la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non
riuscire solo con me a mantenere la parola);
Di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti pressi
(sic!) da solo 54.000 preferenze);
di entrare nel cda della Rai;
Che il primo incarico importante che si fosse presentato
sarebbe stato per me;
Di collocare la Ioannucci nel cda dell’ENI
Di nominare Pozzessera, almeno direttore generale di
Finmeccanica
Giuro che quando l’ho letto, spiattellato così, nero su
bianco mi è venuto un accesso di risate.
Ci manca: “Lei mi ha promesso che sarei diventato
governatore di Saturno” e “Lei mi ha promesso un posto in Conclave per
l’elezione del successore di Benedetto XVI, da me e Minzolini indicato in mio
cugino che fa il tappezziere a Bari”
C’è posto anche per alcuni amici di famiglia la Ioannucci
(Claudia) senatrice di Forza Italia che entrerà in effetti nel cda delle Poste
ma che aveva mire molto più alte e Pozzessera, altro suo amico che se ne andrà
dal suo posto in Finmeccanica a settembre 2012
Berlusconi però non è di parola e Valterino non ottiene
quello che voleva, se ne duole ed elenca le prebende che il Cav. gli ha
concesso:
Mi ha concesso:
La Ioanuci nel Cda delle Poste (aveva promesso di darle
anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non è stato mantenuto);
Il commissario delle Dighe (ruolo inventato da me con
Masi quando era a palazzo Chigi).
Ok la partita di giro con la Ioannucci (che inizialmente,
sconosciuta all’atto della nomina, viene indicata come giornalista di
Repubblica senza che ci sia mai stato a Repubblica nemmeno un omonimo) alle
Poste e con incarichi di rappresentanza in quota PdL, ma quello che mi fa più
ridere è il secondo punto, il commissario delle Dighe.
Il direttore semianalfabeta di un giornale e quello che
diventerà il peggior direttore generale della Rai si incontrano a Palazzo Chigi
una mattina e si inventano, non si sa come, una carica inutile e del tutto
nuova atta a fare non si sa ben cosa alle dighe italiane, per la cronaca il
commissario che deve “supervedere” le dighe italiane si chiama Guercio e
percepisce il solito super stipendio senza sapere nemmeno che cavolo fa visto
che l’Italia è andata avanti con tutte le sue dighe al loro posto per 160 anni
senza sentire il bisogno di questo ruolo.
Comunque il commissario ha anche un ufficio tecnico che lo
assiste, in tutto una decina di persone.
Questo per fare un favore a un tizio in debito con il Boss, sembrerà
poco ma sono comunque soldi nostri.
Certo non è molto in confronto alle promesse, Valter è
amareggiato.
C’è gente che ha ricevuto di più, molto di più soltanto
agitandosi per qualche ora sul palo della Lap dance nella sala de Bunga Bunga,
lui invece mica si è dato alle decadenti gioie del regime, si è fatto un
discreto mazzo in giro per il mondo e in Italia.
Ho cercato in lungo e in largo per 4 anni uno che nel
“Governo del Fare” facesse davvero qualcosa e ce lo aveva a portata di mano,
Valterino a stare a quello che dice lui è un asso.
Io, non Chiara Moroni, spaccai il piccolo PSI quando lei
non candidò di Martelli e De Michelis
Cosa per la quale crede di meritare una medaglia, il PSI, il
più antico partito d’Italia era ormai ridotto al nulla dopo le inchieste e
l’arresto di Craxi e l’amico Valter lo uccide completamente, vantandosene con
oltre 10 anni di ritardo.
C’è Panama, c’è Santa Lucia.
Questo viaggiare in lungo e in largo per i mari del sud per
incastrare Fini (con buona probabilità on soldi pubblici ma non è nemmeno la
parte più grave).
In questo periodo Lavitola si spende come non mai, corre dai
suoi contatti produce documenti, fa uscire articoli sempre più aggiornati,
costruisce un castello di carte a cui è difficile credere ma che hanno il
potere di spostare almeno per un po’ l’asse dell’attenzione nazional popolare
dai guasti berlusconiani ai 54 metri quadri di Fini, no della moglie, no del
cognato, no dell’amico,… dalle parti dei Grimaldi.
Qui, Valter la mette chiara, ci ha pure rimesso del suo, e
poi la storia è intricata perché per cercare di rendere credibile la cosa si è
dovuto rivolgere al presidente di Panama e a quello di Santi Lucia che alla
fine ci hanno guadagnato più di lui che, si capisce è il deus ex machina della
faccenda:
La nota spese è la seguente
400/500.000 euro (non ricordo) per il rimborso spese per
la “casa di Montecarlo” dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinella
ha contribuito con 150.000€, oltre che il volo privato da Panama a Roma quando
le portai i documenti originali di Santa Lucia.[…]
Lei ha regalato a Martinella 100.000€ (forse meno), di
diritti televisivi.
Ci sarebbe anche altro, Finmeccanica, con a capo della
divisione commerciale proprio quel Pozzessere che nei sogni di Valter avrebbe
dovuto diventare Direttore Generale, regala sei pattugliatori costruiti nei
cantieri navali Fincantieri al piccolo stato centroamericano inserendo il
regalino in un decreto d’urgenza per il rifinanziamento delle missioni
umanitarie e militari all’estero.
Le sei navi servono a mettere in sicurezza l’ingresso e
l’uscita del Canale di Panama, da cui passa il 75% della ricchezza del paese,
soprattutto in armi e droga.
un pattugliatore classe Diciotti di Finmeccanica identico a quelli regalati a Panama |
Non solo, nel 2010 parte la lucrosissima (per loro)
collaborazione di Poste Italiane con Poste Panamensi, qui pare che ci siamo impegnati
a fornire alle poste del lontano paese dei mari del sud know-how informatico
(in soldoni computer), loro non ho capito cosa abbiamo fornito a noi, forse
francobolli con banane? Guarda un po’, chi c’è nel cda delle Poste?
Nonostante questo B. resta avaro di aiutini e, anzi molla
Valterino solo quando ne ha più bisogno, addirittura lo definisce mafioso e
questo proprio a lui non va.
Comunque
leggere che lei mi accomunava ad un mafioso […] mi ha fatto molto male e ha
rischiato d’avvero(sic) di farmi impazzire.
Su una cosa possiamo dare ragione a Valterino:
Lei[…] ha difeso a spada tratta Verdini, Brancher,
Previti, dell’Utri, Bertolaso e Cuffaro (solo i primi che mi vengono in mente
da accuse ben più infamanti delle mie.
Lui al confronto con quattro mafiosi, uno che si arricchisce
sulla morte e le disgrazie degli itlaliani e gente del genere non può certo che
fare brutta figura.
L’affare P4 è dietro l’angolo ma anche qui Lavitola insiste
nel mettere in chiaro le sue responsabilità, per cosa lo accusa l’opinione
pubblica italiana e per cosa B. gli ha tolto il saluto?
P4: per avere insistentemente raccomandato il maresciallo
La Monica. Era la fonte che ha quantomeno permesso di salvare Bertolaso (glielo
può chiedere), ci ha coperti nell’indagine sull’acquisto dei Senatori, ha dato
una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e
Casentino, ha eliminato alcune foto che La vedevano ritratto assieme a
Bassolini e alcuni mandanti della camorra per la vicenda dei rifiuti[…]
Il maresciallo La Monica |
In effetti, che altro voleva Berlusconi da La Monica e
Valterino infilargli una scopa nel sedere e farsi ramazzare la stanza del Bunga
Bunga?
Povero Valterino, una sola cosa non ha capito il nostro
commerciante di pesce.
Nelle storie da basso impero vincono sempre e solo i
personaggi che stanno al loro posto e non quelli che ad un certo punto si
mettono a fare a gara a chi fa più intrighi internazionali e cose del genere.
Il vero problema di Valter è quello di aver cercato di
giocare a poker senza aver capito bene chi era il pollo al tavolo.
La regola fondamentale del poker è: se dopo venti minuti non
hai ancora capito chi è il pollo, il pollo sei tu.
Ora questa letterina scatenerà un piccolissimo terremoto e
magari costringerà B. a stare zitto per un altro mesetto, ma certamente
tornerà.
Tornerà, come abbiamo pronosticato, con i soliti argomenti
da avanspettacolo (via le tasse, via Equitalia, via dall’Euro se necessario) e
gli italiani gli voteranno ancora perché dall’altra parte non ci saranno
alternative valide.
E lui, Valter commerciante di Pesce, resterà dov’è, in
galera, per poi essere dimenticato da tutti.
Verrà fuori così un altro Valter, un altro Giampi, un altro
Letizia, un’altra Minetti.
La ruota non si arresta, sono i piccoli ingranaggi che
servono all’opera che gira gira, vengono arrestati.
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