“Vile, tu ammazzi un uomo morto”, così se ben mi ricordo dai
libri di storia delle elementari il morente Cesare rimproverava Bruto per
l’ultima delle 23 pugnalate che lo conducevano all’Ade.
Berlusconi potrebbe dire la stessa cosa al signor Franco
Fiorito che ieri ha dichiarato, come ultimo colpo di teatro prima dell’arresto:
“Meglio in carcere che nel PdL”.
La battuta di Fiorito è, per precisione, molto più
articolata, i virgolettati di ieri non le rendono giustizia, Er Barman avrebbe
infatti detto:
"Non ho paura del
carcere sono un uomo forte e mi sento innocente, sono certo che verrà
dimostrato. E poi in carcere non credo che troverò gente peggiore di quella che
ho frequentato in regione e nel partito. Anzi".
Qui ci sta tutta la disperazione di uno che sta per cedere,
di uno che con la sua mole e il suo carattere da finto duro di borgata non
reggerà molto tra le sbarre e tra poco comincerà a mettere nella cacca tutti i
suoi ex amici.
Quello che sta per succedere mi ricorda un vecchio aneddoto
legato a Mario Chiesa, il primo dei carcerati ai tempi della tangentopoli
milanese.
Inizialmente, convinto che, a parte la mazzetta con cui era
stato colto sul fatto e poco altro, Di Pietro non avesse in mano nulla di
significativo contro di lui, il presidente del Pio Albergo Trivulzio tenne la
bocca chiusa. Anche in carcere per i primi tre giorni non disse una parola e si
rifiutò di rispondere durante gli interrogatori di garanzia.
Solo poco dopo, in Svizzera, vennero scoperti due conti
intestati a Chiesa nominati “Fiuggi” e “Levissima”.
Di Pietro mise sotto sequestro i conti e telefonò
all’avvocato di Chiesa, Nerio Diodà, dicendogli la famosa frase: “Avvocato dica
al suo cliente che l’acqua minerale è finita”.
La sera dello stesso giorno Mario Chiesa vuotava il sacco e
creava l’onda che distrusse, almeno fittiziamente, la partitocrazia della prima
repubblica.
Il caso di Fiorito è pure più semplice, qui non c’è nulla da
scoprire.
Spiegare oggi tangentopoli a dei ragazzi che non l’hanno
vissuta o erano troppo piccoli per ricordarsela è oggettivamente difficile.
I vari implicati fungevano da collettori dei partiti che
incameravano finanziamenti illeciti per le segreterie da grandi imprenditori
interessati a velocizzare i movimenti di struttura, a fare chiudere un occhio
su gigantesche operazioni non proprio pulite (vedi la maxi tangente Enimont,
meglio conosciuta come “La madre di tutte le tangenti” oppure i miliardi che il
gruppo Ligresti aveva pagato a Milano, o i miliardi per l’appalto della
costruzione della terza linea della metropolitana Milanese).
Di questi soldi beneficiavano le segreterie dei partiti e le
grosse plusvalenze finivano nelle tasche dei vari maggiorenti, Craxi e altri.
In quegli anni i filoni di inchiesta facevano scoprire cose
incredibili, Paolo Cirino Pomicino, ministro del tesoro, si faceva pagare le
tangenti e le assicurava in Buoni del Tesoro, poi si batteva in parlamento
perché non si applicassero tasse su Buoni stessi.
Altra gente, altro stile.
Roba che bisogna riempire libri e libri per tenere il passo.
Qui spiegare i motivi e le situazioni è facilissimo: “C’era
un tizio che voleva la villa con piscina, allora si è fregato i soldi perché
una legge idiota gli permetteva di certificare a caso quello che voleva e prima
si è fatto la piscina, poi il garage, poi dentro ci ha messo la Ferrari, e via
discorrendo” fine
Triste ma vero.
Non credo che uno che rubava soldi pubblici per farsi il SUV
da neve a Roma si sia mai chiesto se la vita in carcere faccia per lui, gli do
un massimo di 10 giorni, poi le celle si riempiranno di amici e colleghi, anche
perché da come stanno le cose con tutte le accuse a suo carico di carcere se ne
potrebbe fare davvero parecchio a meno che non cominci a collaborare con nomi
precisi e cifre esatte.
D’altra parte le cose che doveva dire le ha già dette, ma
non è sufficiente per formulare accuse precise.
Tutto questo ha dato il definitivo colpo di grazia al
partito di Berlusconi e molte prime e seconde linee si stanno già infilando tra
le file del probabile uomo nuovo della politica italiana Matteo Renzi da
Firenze.
Se qualche big targato PdL dovesse portare i suoi voti al
rottamatore, con l’aggiunta di parecchi endorsement da parte di Corriere
(“l’uomo nuovo”), La Stampa (“Il futuro premier”), Repubblica, e con una
campagna mediatici ottimamente studiata per i competitor sarebbe la fine.
Dal PdL a un altro tipo di PdL, per certi versi ancora
peggiore.
Il PdL è morto, dicevamo, le voci sono sempre più
insistenti, Gasparri, LaRussa e Alemanno, lo schieramento fascista, si stanno
riorganizzando per fare nascere un nuovo soggetto a destra probabilmente
ripigliando sul carro anche certi personaggi che sono lì ad aspettare, dalla
Mussolini alla Santanché da Storace a quelli di Forza Nuova che devono cercare
di fare il grande passo senza troppo rumore.
Qualcuno parla apertamente di una possibile coalizione di
estrema destra sul modello Alba Dorata (che non è una coalizione ma un partito
filonazista) e alcuni sondaggi troppo benevoli su internet danno l’estrema
destra in grossa ascesa, fino a toccare un 4%.
Come la si vuol girare, l’unico ad avere le pile
completamente scariche in questo frangente è Berlusconi.
Appannato, privo di spinta e di parafulmini, sempre più
messo all’angolo.
Se anche uno solo dei processi a suo carico dovesse volgere
al peggio (e questa volta è probabile) sarebbe la debacle.
È divertente pensare che nella storia le cose avvengono come
devono avvenire e sempre a causa di piccoli sconquassi, piccole scosse di
terremoto in periferia.
Tutta questa storia è nata per lo scandalo dei consiglieri
dell’Emilia che pagavano le interviste nelle piccole tv locali con i soldi dei
gruppi consiliari e ha dato, finalmente, la botta finale al sistema PdL.
Attenzione, al sistema PdL non agli uomini del PdL.
Ultimamente parla spesso Beppe Pisanu, ex DC, ex P2, ex
Forza Italia, ex ministro dell’interno ai tempi del presunto broglio delle
schede bianche che non fu mai davvero indagato fino in fondo, ex PdL e ora dato
per quasi renzista.
Dove se ne andrà Scajola? Dove se ne andranno i vari
Micciché? Quelli del cerchio magico berlusconiano sono fottuti ma per tutti gli
altri il recinto è aperto… avanti verso altri pascoli.
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