lunedì 13 luglio 2015

ALLA FINE DELLE BUGIE EUROPEE

Cosa è successo in Grecia nelle ultime 48 ore.
Se lo chiedono in molti e in molti non se ne danno ragione.
A che è servito un referendum per dire no ad un accordo iniquo e ingiusto se poi Tsipras è stato costretto ad accettarne un altro peggiore e più ingiusto.
A che è servito fare accorrere le masse in un vero e proprio rigurgito di orgoglio nazionale se poi, a conti fatti, il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. taglio delle pensioni, IVA aumentata per le isole e tagli indiscriminati.
La realtà è davanti a tutti, bisogna solo avere il coraggio di leggerla.

Come al solito quello che è accaduto va letto nell'ottica del mostruoso inganno capitalista che da anni stiamo vivendo e subendo sulla nostra carne viva.
L'Europa non è mai esistita come entità politica o, se la parola vuol dire qualcosa, sociale. L'europa è un trust economico governato dalle due nazioni più grandi e dai loro satelliti immediati: Germania e Francia.
E' curioso scrivere un pezzo come questo nel luglio del 2015 quando le stesse parole erano vergate da giornalisti ed economisti nel 1914, agli albori del macello novecentesco che fu la grande guerra europea, ma le cose non sono cambiate per nulla.
Oggi come allora le leve economiche e di potere sono in mano a questi due stati i quali, oggi alleati, non possono permettersi che qualche staterello satellite devii dalla loro idea di profitto e guadagno.
Meglio che muoiano i pensionati greci, gli operai, i lavoratori pubblici.
Meglio che esploda uno stato sotto una violenza generalizzata e pantoclastica che non si metta in dubbio una leadership che ormai non ha rivali nel continente.
Syriza è arrivata al capolinea, non per demerito di questo o quel leader ma per sua magnanimità (o per mancanza di lungimiranza).
Non puoi sperare di fare le regole al campetto di pallone se i tuoi amichetti bulli e più grandi hanno portato il pallone, hanno affittato il campo e hanno delle mazze chiodate ai piedi delle loro biciclette.
La Germania è esattamente questo bambino bullo.
Dico bambino perché la sua mancanza di lungimiranza è quasi sconcertante. Non so come ragioni un tedesco ma non riesco a credere che nessuno a Berlino sia capace di capire che i movimenti antieuropei non faranno altro che crescere a dismisura dopo quanto è accaduto oggi.
POss pensare che sia tutto nel calcolo del macrosisitema economico, e posso credere che tale calcolo abbia un ritorno, seppur incredibile e corrotto.
E' questione di tempo. La Grecia uscirà dall'Euro e a ruota seguiranno tutti gli altri.
Non possiamo competere con l'economia di uno stato come il loro, la Merkel lo sa ma, con una coscienza pari a quella di un lombrico, non capisce.
Ora come ora sembra che il problema si sia arginato ma è solo questione di tempo. Il fuoco si riaccenderà in Spagna (podemos) o in Italia (qui ho terrore poiché non sarà certa sinistra pavida e tremebonda a prendere la palla al balzo).
Cosa ha da perdere un pensionato con la pensione ridotta al minimo o un disoccupato senza speranza di essere riassunto?
Cosa ha da temere chi vede, giorno per giorno, che la sua opinione non conta più un cazzo di fronte alle decisioni di banchieri detentori di un debito che non hanno voluto certo loro, che non potranno mai ripagare, alimentato ad arte per anni dalla stessa finanza che ora li vuole morti?

LA finanza europea, per anni, ha prestato soldi a uno stato che non avrebbe mai potuto restituire i debiti. Molti, moltissimi economisti lo avevano detto, ma non sono stati presi in considerazione.

Nelle ultime 48 ore non è finita la Grecia. E' finita l'Europa tutta. E' finito il mondo che ci siamo illusi di conoscere ma che in realtà è durato solo tre folli lustri.

Ora tutto è lecito, poiché di fronte alla prossima scheda elettorale quei pochi greci che si recheranno alle urne saranno legittimati senza meno a pensare che è pur meglio regnare all'Inferno piuttosto che servire in Paradiso (che poi è solo un altro inferno dove manco hai la possibilità di reagire alle vessazioni).
Di fronte a questa ennesima idiozia germanica non possiamo che essere stupiti e sconcertati, ma forse non sorpresi.
Quando abbiamo assunto il fatto che per essere uniti avremmo dovuto tutti adottare in primis una moneta e solo in un secondo tempo, che mai è arrivato, una politica integrata, avremmo potuto capirlo.
Ora la sbornia è passata e i primi a risvegliarsi dal trauma non hanno saputo che fare per ripulire il disastro.
Ora siamo alla fine e sulle nuove macerie d'Europa non rinascerà alcun sole, almeno all'inizio.

mercoledì 20 maggio 2015

RENZI: CORRI CORRI, ma dove c...o vai.



Ci ho messo molto tempo a capire perché, a differenza di molti dei suoi predecessori, Matteo Renzi mi facesse davvero paura.
Non scherzo nel dirlo, al cospetto di tutti coloro che lo hanno preceduto il premier in carica, quella specie di ibrido un po' Pierino, un po' Berlusconi, un po' ducetto da strapazzo mi riempie di sgomento.
Ci ho messo molto e ho deciso di prendere una pausa lunghissima dalla scrittura immergendomi il più possibile nel clima delle miserie italiche per scavare a fondo sul modello comunicativo del Fonzie toscano e sui motivi antropologici che lo hanno reso così popolare in un'Italia davvero stremata.

Diciamolo subito chiaro e tondo, Renzi è riuscito in un miracolo. Ha fatto in Italia in un anno o poco più quello che Berlusconi &C. non avevano saputo fare in 25 anni.
Se dalla "cura Monti" il paese era uscito stremato e intontito, dalla supposta Renzi probabilmente non si riprenderà mai più, o meglio uscirà così trasformato da sembrare un organismo geneticamente modificato: un pò come il mais con il DNA dei tonni, solo che qui stiamo parlando di un paese occidentale con i diritti della Colombia.

E' inutile andare a fare una disamina complessiva di quello che sta accadendo, c'è stato qualcuno molto più bravo di me nel ripercorrere ogni passaggio della storia che va dal Jobs Act, alla riforma elettorale, alla Buona Scuola, alla ventilata riforma della Pubblica Amministrazione e via discorrendo   


La cosa che davvero mi terrorizza dell'uomo politico di cui sopra è il modello comunicativo e la struttura di pensiero che lo accompagnano.
Come ha evidenziato il professor Alessandro Amadori il modello comunicativo del buon Renzi è quello del pistolero, sempre impegnato in un duello, uno contro uno, con una categoria sociale o addirittura contro un singolo individuo.
Questo lo differenzia pesantemente da Berlusconi che concentrava la propria narrazione sulla costruzione di un nemico esterno potente ed etereo, nascosto nell'ombra e pronto a colpire: i Comunisti che hanno rovinato l'Italia e il mondo intero, solo per citare l'esempio più famoso.
Renzi ha bisogno di colpire qualcosa di concreto, di visibile, di riconoscibile per la strada: il sindacato che dice sempre no, la sinistra che vuol solo perdere (cioè tutti coloro che da sinistra gli dicono che lui ormai è saldamente a destra), coloro che non capiscono l'importanza del cambiamento, i giornalisti prezzolati.



Renzi è un corridore, ma non corre per il bene del paese, corre perché ha bisogno di smarcarsi in fretta dai pasticci che combina e focalizzare l'interesse dell'opinione pubblica su qualcosa di diverso, di nuovo e di altrettanto discutibile (così non parli più del guazzabuglio precedente).
Tutte le sue "riforme" sono un pasticciaccio e crolleranno da sole come neve al sole, buone solo a incasinare l'ovvio, a focalizzare il problema laddove il problema non c'è.
La scuola italiana andrebbe benissimo così com'è senza presidi con i poteri dell'Uomo Ragno, basterebbe che si cominciasse a dargli i soldi che merita, magari cominciando a non sovvenzionare scuole private spesso indegne e classiste.
Tanto per essere chiari fin troppi genitori italiani non iscrivono i bambini alle scuole pubbliche perché non vogliono che frequentino le classi insieme ad alunni figli di extracomunitari (la scusa è che il programma si rallenta ma i dati dicono che sono balle visto che i ragazzi usciti dalle private hanno un tasso altissimo di bocciature alle superiori ) e uno stato che vuole essere degno di questo nome non può sovvenzionare il classismo e il razzismo.
Casati, il primo ministro della pubblica istruzione d'Italia (1859 - 1869), scriveva che ogni investimento nella scuola era un investimento con guadagni da usura, poiché ogni soldo messo nella scuola ne faceva fruttare centinaia in ritorno economico per generazioni più competenti e pronte alle sfide del mondo.
- Per la cronaca, Casati non era un comunista... - 

Renzi semplicemente se ne fotte, corre come un treno, umiliando gli insegnati con il video della lavagnetta che, non sto scherzando, mi ha fatto venire i conati di vomito per la sua rozza teatralità (ci mancava Valentina Nappi vestita da professoressa sexy e c'era tutto)... il sottotesto del video è talmente chiaro da essere rivoltante: gli insegnanti sono come dei bambini che devono imparare con un metodo semplice e chiaro, come alle elementari, gessetti colorati e frasi brevi (e sbagliate grammaticalmente).

Renzi corre, corre come un treno anche per le elezioni regionali. Poi chi se ne fotte se in Campania nelle liste del suo candidato ci sono entrati cani e porci (e mi spiace per i cani e i porci a quattro zampe che non si meritano il paragone).
Chi se ne frega se lo stesso De Luca è condannato in primo grado per 4 reati tra cui il peculato la concussione e la diffamazione e se, cosa ben più grave è stato prescritto (dopo 20 anni di Berlusconi abbiamo ancora bisogno di spiegare che prescritto non significa assolto ma colpevole che non si può mandare in gabbia?) per un reato come lo sversamento di rifiuti tossici.


Renzi corre in Liguria, ma qui forse la corsa subirà la prima battuta d'arresto, giusto perché la gente si è accorta che la signora Paita non è proprio l'esempio di moralità che si voleva per risollevare le sorti di una regione che ne ha un pò le palle piene di abusi edilizi e politici.
Corre, Renzi, e fa correre file di cittadini extracominitari alle urne, pur di far fuori un rompiscatole che avrebbe potuto dargli delle grane.


Grazie al cielo siamo nel paese dei tromboni a reti unificate e, come sempre, troviamo lo strillone di corte che ciclicamente ci dice che i suoi sforzi da titano centometrista sono stati premiati e stiamo uscendo dalla crisi.

Il PIL è cresciuto di un timido 0,2% nell'ultimo trimestre (grandi applausi dalla platea).
Magari perché da gennaio ad aprile si sono dovute costruire tutte le infrastrutture intorno ad EXPO che 6 anni di pura ignavia prezzolata si sono scordati di costruire e già che ci siamo ci siamo allargati un pò costruendo anche un sacco di cose inutili tipo parcheggi da 30000 inutilizzati.
E magari il PIL sarà intorno allo 0,1% anche nei prossimi mesi per effetto dell'EXPO sulle industrie italiane e sull'occupazione (precaria, fottuta e di breve periodo).

Adesso ci sono le vacanze, poi bisognerà correre ancora su qualche altro pasticcio infernale, anche perché a novembre, a EXPO terminato la disoccupazione ricomincerà a crescere e il PIL ricomincerà a calare.
Bisogna solo capire chi impallinare a settembre.
Io due idee me le sono fatte: quei bastardi dei lavoratori pubblici che non sono nemmeno finiti sotto il job Act (cattivoni) e la sanità... troppo pubblica.
dopo la buona scuola si potrebbe fare IL MAGNIFICO PRONTO SOCCORSO... meno dottori ma più poteri ai primari di mandare via chi rompe le scatole con un calcio in culo (personale sanitario o malati chi se ne fotte).

Mi raccomando sono solo idee, magari non si tratta di questo... la corsa è ancora lunga, non sai mai chi ti trovi a sgambettare sulla pista per arrivare primo.