domenica 18 dicembre 2011

GLI EMULI DEL FASCISMO.... la pagina facebook che inneggia a Casseri


La storia si ripete con una ciclicità devastante solo peggiorando un po’ ad ogni ciclo.
17 aprile 1991, a Montecchia di Crosara, nella provincia veronese, un giovane ventenne, di nome Pietro Maso massacra il padre e la madre con un tubo di ferro e altri oggetti contundenti. Il giovane viene aiutato da un gruppetto di amici. Non è un genio è fa un sacco di errori, si lascia dietro montagne di incongruenze e di indizi, i carabinieri lo fanno crollare dopo poche ore dal delitto e nella tarda sera del 19 aprile confesserà tutti i delitti e a ruota cadranno tutti gli amici.
Omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi.
Pietro cerca la sua parte di eredità (circa 100 milioni di allora) per riuscire a fare quella bella vita che ha sempre sognato.
In cella Pietro viene raggiunto da migliaia di lettere di ammiratori e ammiratrici, erano glia anni dello sballo giovanile, della discoteca sempre e comunque, anni in cui sui diari delle ragazzine alle scuole medie e superiori c’era il conto alla rovescia per il prossimo giorno in disco.
Pietro è un eroe, quello che si è “Tolto il problema dei genitori” quello che ha fatto la cosa giusta.
21 gennaio 2001, Novi ligure, Erika De Nardo e Mauro “Omar” Favaro, due fidanzatini di sedici anni decidono di ammazzare senza alcun vero motivo apparente madre, fratello e padre della ragazza.
Erika attende la madre le apre la porta, discute con lei della scuola e dei suoi brutti voti, poi spunta Omar e l’aggressione ha inizio.
Uccisi madre e fratello Erika cerca di convincere il fidanzatino rimanere in casa ad aspettare il rientro del padre e ammazzare anche lui, ma il ragazzo è troppo stanco, vuole tornare a casa.
Ancora indagini veloci, l’alibi della ragazzina che cade in poco tempo, confessione e condanna.
In quegli anni lavoravo come e educatore “di strada” nella compagnie di adolescenti della zona della Brianza, non ricordo quanti ragazzetti tra i 14 e i 17 anni incontrai che inneggiavano all’omicidio di Novi Ligure.
Soprattutto le ragazze ammiravano la loro quasi coetanea, così in gamba e così spregiudicata.
Negli stessi anni ci sono altri due importanti delitti che vedono coinvolti i giovani, i delitti di Chiavenna e quelli delle Bestie di Satana ma non ci fu mai la stessa eco, la stessa ammirazione per i gesti.
Credo che il motivo sia semplice, Pietro Maso prima ed Erika de Nardo poi, incarnavano quello che innumerevoli giovani pensano della famiglia, quello che la nostra sub cultura del tutto e subito violento ha sdoganato.
Sia Pietro sia Erika erano figli di genitori benestanti, inseriti in un tessuto sociale di media borghesia, che volevano di più, che non volevano il controllo.
Esattamente quello che chiedevano i giovani allora (di oggi), soldi e poco controllo.

Ieri sera, mentre guardavo le immagini delle marce antirazziste e pensavo che non avrei scritto nemmeno una riga sui atti di Firenze, perché era giusto che questa pagina la scrivessero le persone, il popolo anzi no, i popoli, un amico mi ha mandato il link di una pagina di facebook intitolata, Gianluca Casseri Santo Subito.
Vi si raccolgono centinaia di post scritti dal gruppetto di aderenti (ieri erano 35 oggi 47) che dicono che quello che ha fatto Casseri è bene e che bisognerebbe avere il coraggio di farlo anche noi.
Cito alcuni post:
Buona Domenica e se vi attraversa la strada un...negro....toccatevi o sparategli...” dice Juve x Sempre

“Il problema ke tutti qui nn abbiamo capito questi musi di merda ci stanno togliendo tutto quello ke è sempre stato nostro COSTUMI-RELIGIONE E RISPETTO.. nn dimentikiamo quella room ke a ammazzato una povera italiana nella stazione di roma solo xk si voleva komprare le robbe di marka (avvenuto nella stazione di roma x delle robbe di marka voleva scippare una ragazza la vittima si voleva difendere è questa merda le a bukato l' okkio kn l' ombrello arrivando al cervello
)”  scrive Antonio.

“ragazzi ma vi rendete conto che a casa nostra noi siamo i pezzenti e loro i ricchi..io vedo extracomunitari che aprono aziende..rubano e girano con i macchinoni e noi non arriviamo a fine mese....qualche anno fa andai dal assistente sociale a chiedere la casa del comun perchè ero senza lavoro..sapete cose mi rispose quella battona?a ma lei è giovane e prestante..gli extracomunitari hanno tanti figli e sono disagiati..ora..se io non tenessi alla mia fedina penale sarei uscito...sarei ritornato con una pistola per spararle alle gambe....questa è l italia........”  fa eco Francesco.

“Razzista ? be non credo , io a casa mia pretendo le mie regole e se non ti sta bene ti cavi dalle palle , una mitragliata a poppa , una mitragliata a prua e se non capisci una mitragliata in mezzo........VIVA IL DUCE E VIVA IL FASCIO” dice invece Enzo

Qui c’è tutta l’ignoranza del sottoproletariato arricchito ubano.
La deriva del nostro mondo. Qui ci sono ragazzi che non sanno di che parlano, non riescono a differire il problema migratorio dal problema dell’interazione delle popolazioni Rom (room come li chiama uno di loro).
Sanno solo che la paura va esorcizzata con i supereroi e che il ragioniere neonazista, amico di Casa Pound, che per l’occasione dice di non essere ne fascista né nazista, è la personificazione delle loro pulsioni, quelle che si possono scrivere ma alla fine non si mettono in pratica (anche se poi pure scriverle è reato di incitamento all’odio razziale punibile con 18 mesi di carcere o 6000 euro di multa).
Ma non è qui il problema, non sarebbe per questo gruppuscolo di poveri ignoranti che dovremmo preoccuparci.
Nemmeno per la povertà culturale che fa ancora dire a qualcuno “viva il Duce”.
Fino a qualche anno fa, la vicina di casa di mia nonna, vecchia dolce e gentile, aveva in casa la foto del Duce e del Re e sosteneva che i comunisti avessero ammazzato Vittorio Emanuele alla fine della guerra.
Il problema è che l’odio di questa generazione di giovani si è modificato.
Dove prima c’era l’odio verso i genitori, l’impazienza di diventare autonomi e indipendenti che fa dire “Prima o poi me ne vado di qua”, che oltre alle sue derive allucinate e criminogene ha aspetti positivi. Porta al distacco dalla famiglia di origine.
Chi di noi in adolescenza non ha pensato almeno una volta: “Me ne vado per sempre e non mi vedete più”.
La generazione cresciuta negli anni 2000 il suo odio lo esprime per coloro che stanno al di fuori immediato della propria cerchia di affetti del proprio “nido sicuro”.
Sono anni che gli adolescenti mi dicono che il “problema” sono i musulmani, i rom, gli zingari,… sono anni che nessuno adulto si premura più di correggere le paure dei propri figli, perché anche loro sono terrorizzati dagli stessi terrori.
L’extracomunitario oggi è come l’ebreo di ieri, nella Germania del III Reich.
Le paure dei bambini devono essere esorcizzate dagli adulti, un adulto che si nasconde sotto il letto per paura del mostro nell’armadio è un adulto incapace di fare sorpassare a un bambino la paura dell’ignoto, è un adulto malato.
Un adulto che spalleggia un adolescente nelle sue paure xenofobe, come fanno molti dei nostri adulti è un adulto altrettanto malato.
Gianluca Casseri non era un ragazzo che non ce la faceva più, come ho sentito dire da qualcuno l’altro giorno, casseri era un neonaziasta cinquantenne con la passione per Hitler, autore di saggi negazionisti che veniva considerato da Casa Pound un riferimento culturale…
In un dato momento il guru della bella gente fascista ha perso la brocca e si è dato all’omicidio.
I ragazzi della pagina Gianluca Casseri santi subito non lo hanno capito. Non sono abbastanza strutturati per capirlo e non lo capiranno mai.
Capiranno altre cose, ne sono certo.
Per esempio capiranno Casa Pound, che nella sua parte istituzionale fa finta di non sapere niente delle idee di Casseri ma sicuramente nel buio delle loro fogne dicono a i bravi ragazzi dell’hinterland: “Lui era uno dei nostri”.
Se ne accorge la Lega che proprio nel giorno della marcia dei 20mila a Firenze propone una legge in regione Lombardia per togliere i servizi sociali a chi è residente in regione da meno di 15 anni (e lo chiamano pacchetto salvacrisi).

Qui la palla passa a noi, antifascisti e antirazzisti, passa ai movimenti che devono proporre qualcosa di buono e di nuovo alla popolazione, che devono girare per strada, alla luce del sole, contrapporsi a queste masse di scarafaggi neri che preferiscono gli angoli bui.
Dobbiamo impedire che domani, spenti i riflettori su questa vicenda tremenda, si ricominci da capo con il razzismo e con i pogrom, dobbiamo impedire le fiaccolate della lega “per l’ordine e la sicurezza” perché sappiamo che sono il punto di contatto tra l’estrema destra e la politica di palazzo, dobbiamo chiedere la CHIUSURA DI CASA POUND oppure l’espunzione dell’associazione medesima dal registro delle associazioni di volontariato laddove è iscritti (Roma in primis), dobbiamo chiedere a gentaccia come Alemanno a Roma, Gentilini a Treviso etc etc. come mai neofasciti e neonazisti storici siedano in consiglio comunale nelle file del PdL o della Lega e dobbiamo chiedere al Pd perché non denuncia la cosa a piena voce.
A Verona le infiltrazioni dell’estrema destra nel comune sono state denunciate “solo” dagli esponenti dei partiti di sinistra (federazione della sinistra – SEL). Dove sono gli altri partiti?
Ho sentito dire troppe volte che fascista è uguale a comunista perché sono due opposti estremismi, è ora di dire che questo è falso. Il Partito Comunista è stato i collante di uno stato per anni, è stato organico al suo procedere e ha cambiato in meglio il volto del nostro stato… il partito fascista con le sue derive: MSI, Forza Nuova, Fiamma Tricolore, La Destra, Casa Pound… è spazzatura!
Niente di più e niente di meno.
Torniamo a urlarlo!  


sabato 17 dicembre 2011

LE LAGNE DI BAGNASCO... a forza di non pagare si prende il vizio.



A volte si pensa che gli atei vivano di un particolare odio o risentimento nei confronti dei religiosi.
Che vedano cardinali, vescovi e monsignori come dei lupi da tener lontani o che pensino di costruire granai al posto delle Chiese.
La realtà è molto diversa, il senso religioso è una cosa che non si può inventare, o la fede la si possiede oppure non si può far nulla per possederla.
Non solo chi scrive ma anche la maggior parte dei miei amici non hanno nessun particolare risentimento verso la struttura ecclesiastica, anzi rimangono particolarmente colpiti quando è la struttura ecclesiastica che se la prende con loro.
I casi sono molteplici, negli ospedali è impossibile avere forme di conforto non religiose per i propri amici e parenti atei che stanno per morire.
Alcuni progetti pilota sono stati fatti partire ma la maggior parte di dei nosocomi ospedalieri riconosce la possibilità di esercitare i “conforti” ai sofferenti solo a personale religioso.
Nelle scuole dei paesi è ancora molto difficile cercare di richiedere un’educazione laica per il proprio figlio, ho amici che hanno dovuto combattere per la maggior parte del primo ciclo scolastico (materna ed elementari) perché le maestre non volevano capire di essere state nominate per insegnare la cultura italiana e non le preghierine.
Il figlio di un mio amico veneto, tempo fa, tornò a casa con un tema dal titolo: “Domani incontro per la prima volta Gesù, i miei pensieri sulla prima comunione”, manco a dirlo il bambino non avrebbe fatto la prima comunione a la maestra, che pure avev esentato il compagno musulmano dal tema si era rifiutato di fare altrettanto con il figlio del mio amico, in quanto italiano e quindi “in fondo in fondo Cristiano”.
Ciononostante la maggior parte degli atei vivrebbe (e vive) benissimo anche in Italia dove il cristianesimo è imperante.
il cardinal Bagnasco in "uniforme"
potete notare ai lati del colletto le
due stellette da generale
Per questo trovo molto stucchevole e certamente pretestuosa l’uscita del Cardinale di Genova, il generale di corpo d’armata (non sto scherzando è l’ordinario militare e lo stato gli riconosce quel grado nell’esercito) Angelo Bagnasco, presidente della CEI.

Una polemica senza fondamento. Il presidente della Cei  Angelo Bagnasco derubrica così il dibattito nato intorno alla possibilità di far pagare l’Imu (imposta munipale unica, l’ex Ici) anche agli immobili non destinati al culto di proprietà del clero. Una querelle inutile perché, secondo il Cardinale, la Chiesa paga regolarmente le tasse. Chi non ci crede vada in edicola a comprare Avvenire e dia un’occhiata ai dati riportati sul quotidiano dei vescovi che mettono “in evidenza la realtà delle cose”. Secondo Bagnasco, “l’operazione trasparenza” lanciata dal foglio diretto da Marco Tarquinio è sufficiente a “spegnere ogni polemica” sui pagamenti che “contrariamente a quanto affermato da alcune parti vengono fatti regolarmente dalle diocesi e dagli enti ecclesiastici”. (il Fatto quotidiano)

Non è affatto vero che basta l’inchiesta su Avvenire a spegnere le polemiche e, tra l’altro penso che a dire cosa sia sufficiente per finire di indagare sulla questione non dovrebbe essere l’imputato di un processo ma un giudice terzo.
Consideriamo anche che l’Italia è sotto osservazione dall’atority per la concorrenza europea proprio per questa cosa del trattamento di estremo favore che viene concesso alle attività commerciali della Chiesa.
Per un’inchiesta su Avvenire ce ne sono all’incirca mille di autori più o meno famosi che si sono spesi per anni sulla questione e che sono semplicemente stati ignorati, perché in Italia è così: se tocchi la Chiesa  non ti dà retta nessuno così cambi argomento per il prossimo libro.
Dei privilegi della Chiesa in campo economico si occupò qualche anno fa (2008) Curzio Maltese, con il bel libro, che consiglio a tutti, “la questua” (ed Feltrinelli, 167 pag. 14 €)
La Chiesa Cattolica SpA è uno dei più grossi motori economici d’Italia, per dimensioni e patrimonio ed è una delle multinazionali più importanti del mondo, qualche sempio:
nel 2009 la Chiesa possedeva direttamente 8779 scuole di cui
  • 135 università di medie dimensioni
  • 6228 scuole materne
  • 1280 scuole primarie
  • 1136 scuole secondarie
  • 5 grandi poli universitari mondiali (l’universita Cattolica)
  • 2300 musei
  • 2000 biblioteche
nella sanità e nell’assistenza possiede 4712 enti di cui:
  • 400 asili nido
  • 534 consultori familiari (che si rifiutano di fornire aiuto a chi vuole abortire e di attuare la legge 1p4, sarebbe fuori legge ma lo stato continua a infischiarsene)
  • 1669 centri per la difesa della vita e della famiglia (che sono come quelli sopra descritti ma vengono aperti laddove ci sono consultori pubblici che attuano la 194 e che nonostante violino una legge dello stato vengono sovvenzionati al pari dei consultori)
  • 111 ospedali di medie dimensioni
  • 10 grandi ospedali
  • 1853 case di cura
  • 136 ambulatori privati

A queste vanno aggiunte quasi 50000 sedi ecclesiastiche, tutto questo patrimonio non è tassato come invece lo sono le altre strutture dello stato.

Il gioco del non pagare l’ICI sugli esercizi commerciali lo abbiamo gia spiegato altre volte: la legge dice che devi pagare l’ICI su tutti gli esercizi commerciali, ma il penultimo governo Berlusconi, a caccia di voti per le imminenti elezioni, ha inserito tra le tipologie di coloro che dall’ICI sono esentati gli esercizi di possesso di ordini religiosi e congregazioni non esclusivamente a vocazione commerciale, in parole povere basta che, in un vecchio convento con 300 stanze ci abitino 2 suore di novant’anni e si possono utilizzare come hotel 3 stelle le altre 298 stanze perché alla fine quello è un convento con uso foresteria.
Se poi io mi sono aperto un albergo a pochi metri dal “convento” e non reggo la concorrenza perché devo pagare le tasse, chi se ne frega perché non si può dir male della Chiesa.
Forse Bagnasco non è stato informato della cosa ma mi premurerò di mandare alla sua mail in curia a Genova questo pezzo.
Altro problema che non smette mai di farmi arrabbiare quando penso a queste ingiustizie è l’8 per mille.
Tutti, tra aprile e settembre ci sottoponiamo al solito rito delle tasse e del commercialista di turno che di norma scorrendo le varie pagine ti dice “… e alla fine l’8per mille alla chiesa cattolica no?”
Io rispondo invariabilmente “NO, lo dia a chi le apre ma alla chiesa cattolica no”
Il mio commercialista (che è della cgil, badate) mi risponde quasi sempre: “Che palle con questo comunismo”.
Ma diavolo, non si tratta di comunismo, si tratta di giustizia.
  1. nessuno ha mai spiegato agli italiani come funziona il meccanismo, ci pensa l’UAAR ma l’ascoltano in troppo pochi.
  2. Nessuno si prede la briga di andare a vedere quei soldi come diavolo vengono spesi, se andate a vedere sul sito della chiesa Valdese, invece, trovate il rendiconto di come viene speso il loro gettito centesimo per centesimo.
Certo sono dati pubblici e scava, scava li reperisci così finalmente scopri che del tuo 8 per Mille alla chiesa Cattolica solo una minima parte va in opere di carità.
Nel 2007 per esempio di tutto l’8 per mile raccolto solo il 9,1% è servito alla carità (non meglio identificata) mentre il 30,5% è servito per interventi di edilizia e il 35% per pagare gli stipendi ai sacerdoti, molti dei quali fanno anche gli insegnanti di religione, altra nomina strettamente curiale che però paghiamo noi con le tasse.
Dobbiamo sottolineare che parliamo di quasi un miliardo di euro non di poche monetine, nel 2007 si parla di 886milioni 989mila euro.
Le pubblicità che accompagnano la campagna dell'8 per mille sono un vero capolavoro di comunicazione e vengono pagate con lo stesso 8 per mille (si prevede una specifica voce "propaganda e comunicazione"), nel 2005 la campagna fu eccezionale, ce la ricordiamo tutti, era quella legata allo Tsunami: villaggio di piccole capanne e pescatori spaventati e tristi che guardano un mare minaccioso: "Quel giorno dal mare è arrivata la fine,... poi dal niente siete arrivati voi, le vostre firme si sono trasformate in barche e reti..."
parte la musica di Morricone... per questo spot sono stati spesi 10 milioni di euro, alle vittime dello tsunami non sono stati invitati nemmeno 2 milioni di euro, la pubblicità sulla carità è ben più importante della carità stessa.

Quando si parla di edilizia religiosa io penso immediatamente che con i soldi dell’8 per mille qualcuno si ristruttura l’albergo, pardon, il convento con uso foresteria e se io fossi il proprietario di un piccolo hotel che si vede negato il mutuo dalla banca per ristrutturare il mio e sapessi che le suore a fianco a me se lo rifanno gratis coi soldi di gente che non ha capito dove vanno i loro soldi sarei un po’ incavolato, ma me lo dovrei tenere perché siamo in Italia e della chiesa non si parla male.
Va detto inoltre che tutti i “Grandi eventi” legati alla chiesa (per esempio la visita di Papa Benedetto XVI alla parrocchia dietro l’angolo, ma pure quella alla parrocchia in Giappone) li paghiamo noi grazie alla legge sulla protezione civile e i grandi eventi sempre voluta da Berlusconi e scritta con il fido Bertolaso che è amico personale del Papa e cena regolarmente con Ruini e Bagnasco.
Ora, dato il servizio di buona qualità, se sua eminenza vorrebbe almeno pagare le tasse che paga ogni buon cristiano ci farebbe un piacere e ci eviterebbe ogni volta le stucchevoli lagne bambinesche a cui ci hanno abituato.
Anche perché, quando da piccolo frignavi troppo, la suora dell’oratorio ti dava una bella tirata d’orecchio e così la smettevi subito.      



martedì 13 dicembre 2011

LA FIDUCIA NEL PADRONE... il 58% del governo Monti


il manifesto della federazione della sinistra che critica la finanziaria di Monti, a parte poche frange minoritarie è l'unico documento di sinistra che mi è capitato in mano che abbia il coraggio di dissentire dalle politiche di questo esecutivo 

“Ha visto, siamo arrivati a pagare la benziana 1,794 eruo al litro?”
“Vero, certo che questa gente proprio vuole spremerci come limoni” rispondo
“Bhe via, non dica così, non centra cero il governo di adesso, la colpa è di quel bastardo di Berlusconi, pensi che io l’ho pure votato… ci ha proprio fregati per bene”
“Sì va bene, ma anche questi potevano andare a prendere i soldi da qualche altra parte, mica ci voleva un governo di tecnici per fare una manovra così”
“Ma lei non guarda la televisione mi scusi, si informi, i soldi ai ricchi non li potevano prendere, non ce l’avrebbero fatta, certo se non c’era prima Berlusconi”
Questo piccolo scambio di battute l’ho avuto non più tardi di un’ora fa con un automobilista al distributore di benzina vicino a casa mia.
Fa il paio con una notizia che campeggia oggi su Repubblica: la fiducia in monti è altissima, il 58% degli italiani si fida ancora di lui.
Dopo la più iniqua manovra finanziaria della storia d’Italia (la 3° in un anno tutta a carico dei lavoratori), dopo le decisioni più classiste che un governo senza referenti e padroni ha preso, la fiducia della gente in Monti è ancora al 58%.
Stupisce un altro dato, dopo il professor presidente del consiglio la seconda ministra più apprezzata, sempre con il 58% è Elsa Fornero, quella che ci manda in pensione con 40 anni di contributi (dopo un bel pianto che male non fa), nella compagine storica in cui la metà dei posti di lavoro sono a rischio e l’ISTAT dichiara tragica la situazione dell’occupazione giovanile, la più bassa d’Europa.
È accaduto quello che non doveva accadere, si è passati dal consenso acritico al duce di Arcore alla sua demonizzazione pure questa assolutamente acritica.
Qualunque cosa accada ora la colpa è stata sua e qualunque cosa facciano gli altri è giustificabile, se serva a limitare i danni che ha combinato.
Il fatto che il signore dal benzinaio mi abbia detto “ma lei non si informa” significa semplicemente che l’informazione è talmente a senso unico che non è assolutamente possibile dissentire.
La Fornero parla di Salario di ingresso, ma lo vuole barattare con l’articolo 18, come dire, io ti dò qualche soldo in più appena cominci (se cominci e quando cominci) a lavorare ma in cambio mi dai mano libera a licenziarti, questo i sindacati non lo possono accettare ma i cittadini probabilmente sì, perché? Perché bisogna fare qualcosa al mondo del lavoro perché Berlusconi non lo ha fatto prima, anche se poi, più o meno è la stessa cosa che il governo precedente ha provato a fare per anni.
La distorsione paradossale che abbiamo vissuto per anni, la repubblica delle banane nella quale siamo precipitati dal 1994 ad oggi chiede il conto.
Ora abbiamo un governo oligarchico e figlio di poteri fortissimi, ma  all’italiano medio, quello che paga le tasse, va bene così.
In questo quadro, già di per se sconcertante, il parlamento sta dando il meglio di sé. I parlamentari che si rifiutano di ridursi le indennità, con il teatrino dell’onorevole Paniz che dice di essere troppo abituato alla bella vita per rinunciare a 9000 euro al mese, e con una maggioranza bulgara che respinge la richiesta di riduzione.
Quello che tra poco accadrà sarà che alle prossime elezioni il popolo non vorrà più fidarsi di un parlamento di pidocchi e cercherà un nuovo salvatore della patria con poteri speciali e illimitati, come? Magari votando uno che dirà: “Rigore e azzeramento delle prerogative parlamentari, basta politica di palazzo ma decisioni prese da un governo autocratico e fortissimo”
Se andate a prendere il vocabolario della lingua italiana del 1939, alla parola FASCISMO troverete: “Grande movimento di popolo che ha strappato l’Italia alle fortune elettorali e agli appetiti dei pochi eletti”.
Vi sembra fantapolitica? Mi avvertiva un vecchio compagno morto qualche anno fa: "La storia ha prodotto tante di quelle cose che sembravano impossibili che potresti riempirci migliaia di libri e pagine".
  


giovedì 8 dicembre 2011

LA DITTATURA DELLA PAURA... dalla suina allo Spread


Ricordo che l’inverno del 2009 fu, per me che facevo l’educatore in una comunità per minori un dei più divertenti della mia vita.
Era scoppiato l’allarme della febbre suina la H1N1, la peste del millennio.
Mi sono conservato ancora la circolare che il preside di una delle scuole frequentate dai miei ragazzi aveva mandato a tutti i genitori.
Si richiedeva di dotare ogni ragazzino di: 1 flacone di disinfettante per le mani, 1 confezioni di asciugamani usa e getta, 1 mascherina e al primo segnale di malessere anche minimo di tenerlo a casa e di avvertire il medico.
Era arrivata la peste, nei supermercati e nelle farmacie non si trovavano più disinfettanti per le mani, i pronto soccorso erano presi d’assalto da gente che cercando i sintomi del contagio su internet aveva inevitabilmente scoperto di averne un paio e quindi correva ai ripari.
La televisione non aiutava e i telegiornali e le radio andavano a scovare ogni morto di influenza in Cina, Egitto, Mongolia,… il disastro imminente stava per travolgerci.
Poi un giorno, finalmente, mi sono ammalato io di N1H1.
Due giorni a 37,1 di febbre, cosa che non mi ha impedito di andare ugualmente a lavoro e di non infettare nessuno.
La suina era una bufala, in tutto il mondo ha ucciso meno di 1/100 delle vittime della normale influenza stagionale.
In USA, una delle regioni più colpite dal virus la mortalità fu dello 0,018% dei contagiati, la mortalità della normale influenza stagionale negli USA è dello 0,2 – 0,3% 
Nessuno ha detto che in Messico o in Cina si muore spessissimo di complicazioni respiratorie dovute all’influenza che, se non curata diventa polmonite.
Come si è arrivati a questo e chi ci ha guadagnato?
Ci hanno guadagnato l’economia mondiale e la politica ovviamente, il fatturato delle aziende farmaceutiche in quei mesi è triplicato, si sono vendute tonnellate di vaccini antinflenzali che sono rimasti chiusi nelle casseforti degli istituti medici e degli ospedali e poi sono stati buttati via… uno spreco milionario che ha gravato sulle nostre tasche, è bene ricordarlo.
E come ci si è arrivati? Semplice con una strategia del terrore precisa e studiata nei minimi dettagli, ordita da uno degli organi più oscuri della nostra civiltà: l’OMS.
L’organizzazione mondiale della sanità fa un sacco di cose buone, non c’è dubbio, ma dobbiamo ricordarci che le lobby farmaceutiche ne condizionano pesantemente i vertici e il fine delle aziende che produco farmaci non è curare le persone ma fare fatturato… a tutti i costi, a che a costo di curare chi non ha nulla, o meglio di inventare flagelli la dove non ci sono.
Il caso dell’influenza suina andrebbe studiato nella sua interezza perché è il compiuto prodromo di quello che sta accadendo nel mondo oggi.

Tutto iniziò con una copertina del settimanale americano Newsweek, molto rassicurante: campeggiava a tutta pagina la parola FEAR (paura) e si la foto di copertina immortalava l’umido naso di un maiale.
L’autrice del pezzo era la premio pulitzer Laurie Garret, una che di mestiere vende libri che terrorizzano il prossimo, roba con l’ameno titolo “La peste in arrivo. Il collasso della salute globale”. Agli americani, si sa, piace essere terrorizzati, lo stato lo fa da decenni e loro sono contenti così, beati loro.
Ma qui il contagio della paura si espande a macchia d’olio e si comincia a prevedere il peggio: si prevedono 90000 vittime nella sola Francia, 30000 in Italia, la Germania prevede un numero variabile tra le 70 e le 100000 vittime.
L’unica cosa che si moltiplica in realtà sono gli articoli terrorizzanti e i dispacci inutili dell’OMS che non dicono niente ma che continuano ad accrescere il senso si terrore nella gente.
In 50 giorni vengono inviati 70 rapporti, a una velocità mai vista prima, molti di questi sono la copia carbone dei precedenti.
Si ipotizzano le scene più assurde il mondo è in balia del panico.
Sul paludatissimo Le Monde escono articoli di questo genere: “Parigi settembre 2009. Riservisti dell’esercito pattugliano gli Champs – Elisées le frontiere del paese sono tutte chiuse, gli aereoporti in quarantena. Milioni di impiegati sono stati invitati a lavorare a domicilio, gli sudenti hanno ricominciato le lezioni ma a casa: su France 5, video preregistrati sostituiscono i professori per evitare le scuole. Queste ultime sono state trasformate in ospedali di fortuna per accogliere i malati […] non è uno scenario catastrofista uscito da Hollywood, questa è la Francia che sarà messa sotto livello sei dello stato di allerta pandemico”
Ma chi ci avrebbe potuto credere? Chi poteva essere così tanto fesso?
Milioni, anzi miliardi di cittadini.
Le informazioni erano a senso unico, non si poteva dissentire non era possibile dire che non era come ci stavano dicendo.
Inoltre il continuare ad alzare e abbassare una determinata soglia aiuta il senso di terrore.
In questi casi c’è sempre una scala che va su e poi giù e poi torna improvvisamente su e poi ancora giù, che tiene i cittadini incollati alla televisione.
Durante la guerra fredda c’era il Doomsday Clock  l’orologio dell’apocalisse atomica, che veniva spostato da cinque minuti a due minuti a dieci minuti, era troppo coreografico, nel mondo moderno certe cose non fanno effetto quindi siamo arrivati al codice DEFCON, a Defcon 0 via lancio delle testate nucleari e fine del mondo (poco o affatto diverso dal coreografico orologione).
Dopo l’11 settembre ci sbizzarrimmo coi colori Blu, giallo, arancio, rosso. Meno preciso e quindi più libero nell’interpretazione della stampa, anche perché non sapendo esattamente che aspettarsi è meglio non essere troppo sicuri, quello che ho prferito fu il conto alla rovescia tra il 1999 e il 2000, il MILLENNIUM BUG era alle porte, tutti i sistemi infirmatici sarebbero impazziti perché i computer non possono tornare da ’99 a ’00 e quindi si sarebbero resettati. Una nuova età della pietra (io sono nato quando i computer non esistevano e non era l’età della pietra, anzi).
Poi siamo arrivati agli allarmi pandemici e alla scala da 1 a 6 dell’OMS, prima la SARS, poi l’Aviaria, poi la Suina, anche qui livello 4 poi, 5 poi, 4 poi, 5 poi, 3 poi 5, poi  niente… tutto finito.
Altro modello della teoria della paura è indirizzare le paure delle masse su cose che non possono capire o che non sanno e farle parlare a vuoto.
Questa è la teoria della falsa comunicazione. Quando comunichiamo inevitabilmente ci scambiamo una serie di informazioni e di dati, di norma più siamo competenti di una cosa più i dati che trasmettiamo sono ricchi e particolareggiati e permettono  chi ascolta di farsi un’idea della mia opinione.
L’esempio più chiaro di questo genere di comunicazione avviene quando entriamo per sbaglio, digiuni di cognizioni sportive nel bar dello sport club di una qualche squadra.
Troviamo esperti che sanno tutto sulla storia della squadra, sull’andamento delle coppe e dei campionati, sulla rosa dei giocatori e sul curriculum dell’allenatore. Sono dei Reference.
Chi come me si occupa di economia e politica e, inevitabilmente di comunicazione si meraviglia sempre quando sente la gente parlare di apocalisse.
Durante l’aviaria erano tutti diventati virologi. Si usavano termini a casaccio, mutuati da questa o quella trasmissione televisiva. Ho sentito dire castronerie allucinanti da gente che non aveva mai nemmeno per sbaglio aperto un libro di biologia su come si propagano i virus nel corpo, ho sentito parlare delle “false chiavi” dei virus, del virus aerobico, del contagio da uomo a uomo,… roba da matti.
Oggi stiamo ripercorrendo la stessa china, solo che abbiamo cambiato ambiente.
Dal VIRUS LETALE al RITORNO AL MEDIOEVO ECONOMICO.
Gli ingredienti sono sempre gli stessi: si comincia dal piccolo allarme marginale: “Inverno 2011, la crisi economica sta creando problemi alla stabilità finanziaria di alcuni paesi europei tra cui Grecia e Portogallo”. Grecia e Portogallo sono la cenerentola d’Europa, due stati che fino a qualche anno prima erano indicati come il simbolo dell’arretratezza di alcuni paesi, stati che alcuni grandi come Germania e Francia nemmeno volevano nella moneta unica, preoccupati di doversi tirare a casa della zavorra impossibile. Questo al popolo non lo si dice, si lascia solo il titolo: “Grecia e Portogallo rischiano di fallire”.
Si usano parole sempre più forti, FALLIRE, nessuno ha idea di che succede se uno stato fallisce ma molti abbiamo in testa che succede se fallisce un negozio o una piccola azienda manifatturiera, gli operai a casa senza stipendio, la difficoltà a reperire i soldi, alcune volte il padrone che si spara un colpo, quindi non sapendo che succede agli stati che falliscono applichiamo le stesse regole che conosciamo bene anche a un argomento che non conosciamo.
Poi finalmente arriva la parola che tutti temiamo, è sempre la stessa, vale per tutte le apocalissi degli ultimi anni, la parola è CONTAGIO.
“Italia, si teme il CONTAGIO Greco” Corriere della Sera.
“Il rischio CONTAGIO spaventa l’Italia” Repubblica.
“CONTAGIO INEVITABILE senza misure credibili” La Stampa.
Non sappiamo cosa sia un Default, non sappiamo nulla di come funziona la Macroeconomia politica ma sappiamo che il CONTAGIO non è mai una bella cosa, come con la suina, come con l’Aviaria, come con la SARS. Il contagio deve essere evitato.
Terrorizzata la gente adesso passiamo all’orologio della catastrofe, qui non è stato facile perché purtroppo di indicatori ce ne sono tanti da poter scegliere e nemmeno uno era così tremendo.
Prima quindi ci hanno provato con il rating, memorabile il titolo sulle pagine economiche del corriere di qualche tempo fa: “L’Italia perde una A”, non si capiva se eravamo diventati “l’Itlia” o “l’Itali”… troppo difficile e poi ogni agenzia di rating ha i suoi standard e la gente si confonde, ci vuole qualcosa di più diretto.
La borsa non corre in aiuto, oggi va su domani va giù poi torna su, magari un titolo perde tantissimo ma un altro va bene, no, nemmeno la borsa alla lunga terrorizza il popolino.
Così dal buio delle menti dei Fear creators nasce un nuovo indice che non ha mai sentito nessuno, lo SPREAD.
Lo spread sale, poi scende, ma subito dopo sale di nuovo… si fissa la quota della fine, il punto di non ritorno, il primo a farlo e Mentana sul TGla7 la sera della caduta di Berlusconi: “… bisogna fare presto perché ci avviciniamo sempre di più a quota 500 punti, e arrivati a questa quota né Grecia né Portogallo si sono più salvati”… e allora? Sarebbe stato da dire.
Mio nonno è arrivato a settant’otto anni e anche i nonni di parecchi tra voi, quindi poso dire che passati i settant’otto anni nessun nonno ce l’ha più fatta?
Da allora lo SPREAD è stata la misura del CONTAGIO, bisogna fare qualcosa, subito. Chiunque possa salvarci, non si sa come, per Dio lo faccia!!!!!!
Ovvio, nessuno ha mai citato il caso del primo stato che andò in default, l’Islanda, che in un anno e mezzo ne è uscita senza grandi traumi, solo con una classe dirigente migliore… l’ho detto io e mi hanno risposto, ma l’Islanda è un paesello marginale non fa testo, perché la Grecia era una grande economia? Un paese di riferimento? Forse nel 600 avanti Cristo, e nemmeno allora tutta per intero.
Comunque come volevasi dimostrare abbiamo superato quota 500 (siamo arrivati a 520) e adesso veleggiamo intorno a 380/400.
Ma come non dovevamo fallire?
il titolo recita: "L'euro passerà il Natale?"
Di terrore in terrore, anche con la suina fu così. Quando il maiale divenne un po’ trito si tirò fuori la storia del mutamento improvviso del virus… “Il virus è mutato, nuovo allarme dell’OMS”  il Giornale, confrontate con: “La crisi CONTAGIA l’eurozona, nuovo allarme dell’FMI” Corriere della Sera (ed on line).
Di terrore in terrore, di allarme in allarme, di paura in paura.
E noi compriamo, accettiamo, subiamo. Perché se sei spaventato sei meno reattivo, sei docile, accetti cose che non avresti accettato prima, lo fai perché c’è qualcuno più sicuro di te che ti dice che è per il tuo bene… “Signora le devo tagliare una gamba ma è per il suo bene”.
Accetti di correre in farmacia a comprare un po’ di acqua sapone e alcool che chiamano santificante mani e che scopri subito dopo che provoca disepitelizzazioni. Accetti di farti massacrare da tasse ingiuste che scopri subito dopo che non servono a niente perché provocano stagflazione (niente consumi niente economia).
Ma tu accetti, perché la paura è più forte della ragione.
I regimi sono nati così, la dittatura degli uomini nasce dalla dittatura della paura… se siamo un popolo e non una massa dobbiamo dire che non abbiamo bisogno di un salvatore, l’ennesimo, perché ci possiamo e ci dobbiamo salvare da soli.
E non dalla catastrofe economica, dalla crisi globale ma dalla dittatura del pensiero e dalle oligarchie.


lunedì 5 dicembre 2011

SUCCHIAR SANGUE AI SOLITI NOTI... qualche idea alternativa per non far morire sempre i soliti



“Non serviva un autorevolissimo tecnico prestato alla politica come Monti, che con i suoi atti ha combattuto in Europa i grandi trust del pianeta e che con i suoi articoli si batte da anni per la modernizzazione del Paese, per varare una manovra che ha comunque un vago sapore di stangata vecchio stile. Non serviva una squadra d'élite per mettere insieme un pacchetto di misure che comprendono la solita infornata di imposte per i contribuenti e la solita carestia di risorse per gli enti locali”.
Menomale che qualcuno su Repubblica batte un colpo, il signor Massimo Giannini si è accorto con qualche settimana di ritardo che non è che questo super governo nato dalla mente di Napolitano e fatto digerire all’Italia come se fosse la panacea d’ogni male, abbia partorito poi un così grande dispositivo per combattere la crisi.
Anche Dario Di Vico sul corriere scrive: “Certo è che rimarrà nel ceto medio italiano la sensazione di essere considerato dai governi di turno - politici o tecnici che siano - come una sorta di bancomat, un portatore sano di liquidità che può essere drenata con facilità”. Pur in un articolo certamente elogiativo della manovra che chiama riforma il semplice inasprimento delle regole.
Sì, perché a mio avviso il problema è tutto qui, in Italia la parola riforma sta diventando una delle tante parole abusate.
Riforma delle Pensioni: “Tutti a lavoro un anno in più”
Riforma dell’Università: “Meno cattedre e meno soldi”
Riforma della Scuola: “Meno insegnanti e meno soldi”
Riforma economica: “Più tasse ai soliti”
Tra l’altro spicca una frase eccezionale di Monti in questo lunedì di lacrime (Fornero) e sangue (noi), la seguente: ‎"Avremmo potuto dire: 'Bene, dichiariamo che mettiamo da subito all'opera dei meccanismi conoscitivi per avere un'imposta sulle grandi fortune. Avremmo ottenuto che forse tra due anni ci sarebbe stato un pò di gettito, ma nel frattempo ci sarebbe stata la fuga", come dire: “Gente, abbiate pazienza qui non si può fare una fava a chi ruba, tanto hanno il coltello dalla parte del manico e se gli chiediamo i soldi semplicemente scappano, quindi facciamo così, mettiamo una tassa dell’1,5% sui capitali scudati (che vuol dire se va bene 1,5 miliardi di euro ai super ricchi dello scudo fiscale e i restanti 19 a noi poveri mortali che lo scudo non sappiamo manco dov’è) e poi vediamo”
Però finalmente c’è la tassa sugli elicotteri e gli aerei privati, una sorta di megabollo, ma solo se l’elicottero è registrato al registro di volo italiano, quindi mi basta registrarlo a Montecarlo (dove di sicuro ho la sede di una delle mie piccole finanziarie) e siamo apposto.
Ci voleva Monti. Ci voleva il professore, l’economista stimato in mezzo mondo (salvo, lo ripeto per l’ennesima volta in Italia dove non lo conosceva nessuno), per partorire una manovra di questo tipo.
Per spremere ancora un po’ gli italiani.
Attenzione poi, perché aumentare le tasse e in particolare l’IVA all’infinito (2 volte in un anno se tutto va male) crea una spirale che all’economia moderna piace poco.
La gente compra meno e il PIL, il nuovo Dio dell’occidente, scende.
Quindi quando il rapporto deficit – pil sarà sceso troppo si dovrà fare una nuova manovra correttiva, che si definirà manovra di stimoli, che in Italia coincide sempre grossomodo a nuove norme per permettere agli imprenditori di licenziare più agevolmente e abbassare il costo dei beni prodotti nell’equazione paco di meno la forza lavoro, il prodotto costa lievemente meno.
Nessuno pensa, ovviamente, che se pago di meno la forza lavoro gli operai non possono comprare i beni che producono e quindi se ne vendono meno.
Ma queste non sono cose che interessano ai nostri politici, e fino a ieri nemmeno ai nostri giornalisti che erano troppo impegnati a fare il toto manovra (che cosa ci sarà e cosa no).
Eppure ci sono tre o quattro domande a cui nessuno vuole rispondere e che mi piacerebbe fare a chiunque sia interessato.
Numero 1. Quanto costano all’Italia le guerre che abbiamo combattuto e i contingenti che continuiamo a mantenere in giro per il mondo? Non sarebbe un bel risparmio portarli tutti a casa?
Numero 2. Strettamente legata alla 1, ci servivano proprio i caccia F35 che l’attuale ministro della difesa s’è comparto in America (consorzio Lokeed Martin - Finmeccanica) al costo di 16 miliardi di euro per fare contenti vertici (indagati per corruzione) di Finmeccanica.
Tra l’altro in un articolo sul fatto quotidiano del 29 agosto, si riporta che questi velivoli non hanno manco passato i testi di sicurezza “Dopo nove anni di sviluppo e quattro di produzione, non si è ancora riusciti a dimostrare che la progettazione del velivolo sia stabile, che i processi produttivi siano maturi e che il sistema – in sintesi – possa dirsi affidabile. Solo il 3% dei 32 test condotti a terra è affidabile e il 4% delle potenzialità dei Joint Strike Fighter è stato scientificamente dimostrato da test di volo o in laboratorio.”
Mi riservo di approfondire la cosa tra qualche tempo in un nuovo pezzo.
Numero 3. Possibile, davvero possibile, che non sia possibile quantificare anche per difetto, anche a spanne santo cielo, il patrimonio delle grandi agenzia immobiliari italiane e applicare sulle case invendute una tassa del (per esempio) 0,5% sul valore catastale.
In Italia i prezzi degli immobili sono fatti crescere ad arte da tre o quattro grandi agenzie che possiedono quasi il 40% del patrimonio immobiliare e che creano cartelli atti a mantenere i prezzi a cifre stratosferiche.
È possibile che ci siano zone periferiche di Milano o paeselli dell’hinterland dove un due locali di 60mq viene venduto per 280/300 mila euro.
Le agenzie se lo possono permettere perché anche se non vendono gli immobili che costruiscono non ci perdono nulla, tanto ogni volta che piazzano un appartamento se ne ripagano 4.
Anche qui approfondiremo più avanti.
Numero 4. Possibile che in Italia non si possano fare pagare le tasse a chiesa e scuole private (che poi sono la stessa cosa)? È mai possibile che ogni dannato governo faccia di tutto per evitare questo problema? Una volta dicevo che a fermarli era la paura di non essere più eletti ma questi qui non li ha eletti nessuno e le cose mica cambiano.
Ci vuole tanto a scrivere: “Cara chiesa, l’ICI sui luoghi di culto non la paghi, non paghi nemmeno quella su i luoghi di beneficenza (nessuno vuol mettere l’ICI sul Cottolengo di Torino), ma su tutti gli alberghi, le pensioni, le case di cura private per super ricchi, le case private riaffittate allo stato e ad altri enti, gli immobili affittati a enti consolari, ambasciate,… su quelli potresti pagare l’ICI come tutti i bravi cristiani che vivono in ITALIA.
I metodi ci sono. Mi sono stufato di sentire dire quando scrivo queste cose, che voglio fare pagare le tasse a povere suorine, perché ormai in certi posti di suore e frati non ce ne sono più, anche perché sono finiti.
La maggior parte di questi posti sono amministrati da consigli di amministrazione vicini a CL e Opus Dei che da qui tirano su la maggior parte degli introiti.
Sono stufo di ripetere le stesse identiche cose, ma so che le ripeterò tra qualche atro mese, alla prossima manovra correttiva.
Correttiva appunto, ma per correggere le cose si dovrebbe prima correggre l’Italia, per quello che è e per come va.
Non ci vogliono i professori, ci vogliono gli onesti, quelli che non vivono nelle loro biblioteche, ma quelli che vivono nelle strade.
In parole povere, ci vorremmo NOI, gli ITALIANI.
Però non ce lo hanno permesso, per salvare se stessi, per salvare la Politica, ci hanno fatto stare zitti, come al solito e, coma ai bambini ci hanno fatto bere la medicina amara, lo ha deciso il dottore Monti, che è tanto buono e ci vuole bene e noi siamo piccoli e non possiamo capire.      

    

giovedì 1 dicembre 2011

DISPOSTI A TUTTO... I sacrifici dei padroni e noi


"Ormai di intoccabile non c'è più niente. Certamente credo che vadano toccate le pensioni: 40 anni non è un numero invalicabile. Questo non è il momento di porre veti. Noi siamo disponibili a fare tutto quello che è necessario, però non è questo il momento di porre veti, qui bisogna salvare il Paese"
Parola della Piccola Emma (Marcegaglia)… loro, gli industriali sono disposti a fare tutto il necessario per strangolare i dipendenti.
D’altra parte la matematica non è un opinione e gli industriali sanno che nella loro categoria si va in pensione a 80 o più anni (il buon Silvio ce lo dimostra).
Ma visto che di matematica si parla, facciamo qualche conto sulle misure del governo Monti tanto per capire come la pensa SuperMario sullo stato sociale.
Anzitutto una moltiplicazione 2 x 1000.
Cioè ogni mille euro io ne pago 2, ogni 10000 ne pago 20, ogni 100000 nel pago 200 ogni milione ne pago 2000, ma tranquilli perché fin qui non paga nessuno.
Pago solo se arrivo a un patrimonio (non ad un reddito ma a un patrimonio) personale di 1500000.
Che significa? Significa anzitutto che pago solo se non riesco a fare intestare prima tutto il patrimonio a società di comodo con sede legale in Liechtestein e che comunque alla fine pago quello che spendo per una serata mondana al Bilioner o dove diavolo vanno questi a farsi le loro cosine…
Un operaio di catena invece c’ha altri problemi perché se gli va bene lavora fino a settant’anni, con tutto quello che il lavoro comporta in termini di salute, probabilmente nell’idea che se muori prima almeno la pensione la risparmio.
Ma qui Marchionne &co. hanno risolto tutto: chiudiamo le fabbriche eliminiamo gli operai se non c’è il lavoro non c’è manco il problema.
Poi ci sono le categorie baciate dal Signore, i laureati in generale, quelli che se gli va bene entrano nel mondo del lavoro a 25 – 26 anni e che come premio ai loro sforzi gli si dà subito un bel lavoro atipico (stage – tirocinio – cocopro – contratto a termine – falsa partita IVA) così si arriva a 35 o 36 anni, 36 + 40 = 76 anni.
Ve lo vedete un infermiere a 76 anni in corsia?
Ve la vedete un’insegnante di scuola materna a 76 anni inginocchiata a far giocare i bambini?
Ve lo vedete un educatore sociale a 76 anni parlare con i ragazzi.
Ve lo vedete un broker a 76 anni galoppare da una parte all’altra della città con 5 telefonini nelle orecchie?
La verità è che questa gente non ha la minima idea di che lavoro faccia la gente comune, per loro che stanno sulle loro cattedre in università, con i loro stipendi da 10000 euro al mese, con i contributi fissi ogni qualvolta scrivono due righe di prefazione al libro di un altro, non sanno che cosa fa un operaio o un lavoratore in Italia.
Ricordo che cominciai a frequentare l’università quando già facevo l’educatore e mi meravigliava come coloro che avrebbero dovuto insegnare a me non avevano la minima idea del lavoro che facevamo come operatori, erano solo pieni di nozioni teoriche alcune pure molto vecchie.
Per quanto riguarda Confindustria mi sembra ovvio che le cose marcino nella direzione che ha sempre voluto.
Un governo senza freni appoggiato dal 90% del parlamento che fa quello che gli pare.
Un governo che vede per la prima volta tutta la stampa di un certo livello che lo appoggia, tutta la televisione che lo appoggia, tutto il panorama  dell’opinione che lo appoggia.
Domandiamoci sempre: “ma se lo avesse proposto Berlusconi come avremmo reagito?” quando leggiamo le notizie sui giornali.
Altrimenti l’antiberlusconismo è solo uno psicodramma collettivo che non ha portato a nulla e implicitamente diamo ragione a lui quando diceva “Tutti mi odiano”.
Se Berlusconi avesse proposto quello che questi stanno proponendo saremo sulle barricate ma oggi gli ululati sono molto smorzati.
La nave affonda tanto quanto prima, e tanto quanto prima non sta succedendo niente, e niente succederà, o forse no.
Sta succedendo che la gente ha troppa paura per vedere i problemi con chiarezza e qui sta il problema vero.
Siamo paralizzati, siamo incapaci di tornare a protestare, siamo annichiliti.
Speriamo di tornare a lottare… quanto prima… perché qui non ci lasceranno più molta carne attaccata alle ossa ad operazione finita.