lunedì 28 marzo 2011

LA FINTA TERREMOTATA CHE PLAUDE IL GOVERNO


Che cos’è il marketing virale?
Si fa presto a dirlo, per pubblicizare un prodotto si inserisce lo spot di questo all’interno di contesti simili o diversi e si fa scivolare lo spot come se nulla fosse. Tale metodo ha molti pregi, soprattutto perché la gente ormai si è abituata a pensare che la pubblicità tradizionale sia un’accozzaglia di menzogne più o meno mirabolanti per ingraziarsi il cliente quindi non sempre ci casca. La pubblicità virale si basa sulla testimonianza diretta, sulla vicina di casa che ti parla della sua crema antirughe, magari lo fa su una radio privata mentre parla delle sue preferenza musicali… insomma una di noi, e se è una di noi, perché dovrebbe mentirci.

Appunto, perché?
Presto detto perché è pagata per farlo…

Il 25 marzo a Forum è andato in onda l’esempio più orribile, fraudolento e penoso di pubblicità virale che si sia mai visto.
Due contendenti la signora marina e il suo ex marito, il signor Gualtiero, lei aquilana ex proprietaria di un negozio di abiti da sposa a L’Aquila che ha perso tutto durante il sisma e che desidera farsi aiutare economicamente dal marito per riavviare la sua attività.
La signora esplicita chiaramente di aver “perso tutto durante il terremoto”, la giudice però specifica meglio, per essere sicura che nemmeno il più coglione dei telespettatori si perda “si riferisce al terremoto dell’Aquila di cui tutti abbiamo…”
“sisi” specifica la signora.
Poi via al marchettone: “all’Aquila i giovani stanno tornando, non è più una città fantasma… stanno riaprendo tutti, l’economia riparte”
“Bisogna ringraziare Bertolaso” dice la Dalla Chiesa “che ha fatto un grandissimo lavoro” non gli uomini e le donne della protezione civile, beneiteso, non coloro che il sisma lo hanno vissuto, che hanno perso i loro cari e che cercano faticosamente di rifarsi una vita ma il signor Bertolaso, plurinquisito insieme agli uomini della cricca proprio per i suoi maneggi sul terremoto.
Ma la cosa non si ferma, anzi, è sempre peggio: "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; chi si lamenta "lo fa per mangiare e dormire gratis". Per questo "ringraziamo il presidente..." . "Il governo... ", precisa la conduttrice solerte prima che qualcuno sbagli a capire di che Presidente si parla.

Sin qui niente da dire, la signora esprime i suoi giudizi, magari sarebbe carino che non dicesse a gente che sta in una caserma da due anni o in un albergo che lo fa perché non c’ha voglia di lavorare, o che ci andrebbe anche lei se potesse (accontentiamola).

Il problema è semmai un altro: la signora che si dichiara “terremotata aquilana” in realtà non lo è affatto, si chiama Marina Villa e abita a Popoli paese in provincia di Pescara a 70 km dall’Aquila, fuori dal cratere sismico e manco interessato più di tanto dal terremoto.
In effetti la signora ha un attività commerciale nel paese del pescarese, ma non si occupa di matrimoni, la signora è esperta di altre celebrazioni: i funerali, con il vero marito tale Antonio di Prata gestisce un’agenzia di pompe funebri.

Beccata su facebook e costretta a parlare dall’assessore alla cultura del comune dell’Aquila Stefania Pezzopane, la signora ha ammesso di aver accettato di fare la comparsa nel programma per 300 euro, e che tutta la manfrina filogovernativa con tanto di case e garage era negli accordi.
Furibonda, la bionda Rita Dalla Chiesa che giura e spergiura che lei queste cose non le fa ma la realtà è che ha poco da essere arrabbiata.
Qualunque individuo senziente sa che a forum la totalità dei presenti sono dei figuranti pagati, dai due contendenti ai personaggi del pubblico che intervengono.
Quello che fa davvero incazzare della cosa è che qui si sta speculando sui morti, sulle disgrazie della gente, e tutto perché in molti centri italiani è partita la campagna elettorale.
Berlusconi non ha molto da offrire del suo meraviglioso sogno di rinascita nazionale con cui ha incantato le attempate signore e i pensionati nullafacenti che guardano forum e che sono lo zoccolo duro del suo elettorato, ecco perché iniziare questa vergognosa passerella.
Bisogna per forza propagandare che le cose sono state fatte, che il miracolo c’è stato, che tutto è già tornato alla normalità che non solo il commercio è ripartito ma che addirittura ci si sposa sempre di più e che quindi chi si lamenta lo fa perché è un pericoloso comunista che non potendo dire niente parla male del buon lavoro della protezione civile.

Alla luce di ciò che davvero è successo e sta succedendo all’Aquila, questa cosa ha un nome preciso: TRUFFA.

Sono due anni che seguiamo la sciagura aquilana, all’inizio quando denunciavamo dalle nostre pagine, quello che davvero stava accadendo nel paese, la militarizzazione della città, le famiglie lasciate in una tremenda promiscuità sotto tende che sembravano campi militare (e che lo erano) che vivevano secondo le leggi del capocampo, la gente condotta a forza fuori dalle case anche se queste non erano lesionate e giudicate abitabili.
Quando dicevamo che dietro c’era la più grande speculazione edilizia che si era mai messa in atto in centro Italia, la maggior parte dei media ufficiali ci prendeva per sciacalli.



Ricordo l’accorato appello scritto sul Corriere a non cercare sempre il pelo nell’uovo e “collaborare” una volta per tutte, se non altro per “rispetto dei tanti morti”.
Ricordo i telegiornali che andavano fieri dei loro ascolti e che stigmatizzavano i blogger che lavoravano come degli incompetenti, dei finti professionisti, degli “imbrattamuri dell’ultimora” come disse il sempre lucido Emilio Fede.

Ecco ora, quando si è saputo tutto, quando si è visto tutto, quando si è arrivato a toccare il fondo lo voglio dire io…
Sciacalli! Tutti cloro che ancora cercano di coprire la verità, tutti questi falsi giornalisti che non hanno nemmeno un briciolo di etica, tutti questi esseri a malapena degni che si divertono a parlare di morti che non sono figli loro, che non sono amici loro, che non hanno mai visto ma che usano per cercare di rimettere in sella il loro imperatore defunto sono semplicemente degli sciacalli, dei banditi…
Consiglierei a questa gente di mettersi un po’ a riposo e di cominciare a scavare, magari in una delle meravigliose ville con giardino consegnate agli aquilani… di certo non troveranno la dignità che hanno perso ma se il buco è abbastanza profondo ci si potrebbero ugualmente seppellire!

venerdì 25 marzo 2011

FATTI UNA VAMPIRA: lo spot sulla droga di Carlo Giovanardi


Gira negli ultimi giorni per le televisioni del regno il nuovo spot pubblicitari anti droga, la campagna quest’anno si chiama: NON TI FARE, FATTI UNA VITA.
L’autore (sceneggiatore e pare pure regista), veniamo informati, è il fulgido sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Carlo Giovanardi, una delle figure più tristi e bieche del baraccone governativo berlusconiano.
L’ex democristiano di destra ora Liberal Popolare ha una vera fissa per le sostanze stupefacenti.
Fin dai tempi in cui era ministro dei rapporti col parlamento la sua massima aspirazione era quella (dichiarata) di: “Mettere in comunità di recupero anche i ragazzi che si fanno gli spinelli perché lo sanno tutti che da lì all’eroina ci vuol poco e quindi meglio pensarci subito” (dichiarazione fatta a Porta a Porta maggio 2004).
È sua la legge più orrenda e inutile che questo paese ha varato sul tema del consumo di sostanze: (legge fini – giovanardi 49/2006 correttiva della legge 309/90 T.U sulle sost. Stupefacenti) la legge che abolì la distinzione tra droghe pesanti e leggere e in cui si sanciva che chi fosse trovato in possesso anche di minime quantità di sostanze per uso personale sarebbe stato sanzionato con il ritiro del passaporto (qui c’è una causa pendente a Strasburgo perché parrebbe che levare il passaporto a chi non ha compiuto un reato penale sia una limitazione dei diritti umani).
La legge era fortemente demagogica e di difficile attuazione, lasciava buchi normativi e riuscì a mandare in galera giusto un paio di ragazzini, poi la maggior parte dei giudici decise di applicarla secondo criteri più morbidi e non se ne sentì più parlare, come accade per tutte le cazzate dei berluscones a parte quelle che servono per salare il didietro al boss.
L’unico vero risultato che ottenne fu un innalzamento relativo del prezzo della Cannabis (unica vera sostanza che si voleva colpire perché nella testa del ministro era il prodromo dell’uso di eroina) e un calo sensibile del prezzo di cocaina ed eroina che secondo gli ultimi dati dell’osservatorio nazionale sul consumo delle sostanze stupefacenti sta tornando alla ribalta tra le sostanze più consumate tra i giovani (fumata e non più iniettata).
La campagna giovanardiana di quest’anno è un’altra inutile spesa del nostro governo “del fare”.



Andiamo con ordine, facciamo un piccolo riassunto: un gruppo di giovincelli sta partendo per una gita sulla neve, settimana bianca che in questo periodo di crisi tutti i ragazzi si permettono anche più volte l’anno, tra loro una ragazzina e un giovanotto, prima che il torpedone parta al ragazzo si avvicina un coetaneo che mette in mano a lui, senza chiedergli niente in cambio nemmeno un pacchetto di caramelle, una busta rigorosamente trasparente piena di pastiglie colorate (qui ci si dovrebbe domandare se i due giovani non vogliano entrare in Matrix visto che c’è sia la pillola rossa che la pillola blu).
Il ragazzo sale sul mezzo e si mette al fianco della ragazzina che lo guarda con disapprovazione, subito dopo si addormenta e sogna, cosa? Ovviamente il suo sacchetto di “DDroghe” (l’errore è voluto) che però si trasformano in una ragazza bellissima e biancovestitia che lo attende sulla neve.
Lui fa per abbracciala e lei lo ricambia, ma proprio in quel momento la ragazza si tramuta in una vampira che lo morde sul collo.
Il ragazzo si desta, il viaggio è finito, l’autobus è fermo davanti all’hotel. Lui scende e davanti agli occhi della ragazzina bacchettona dell’inizio butta le pasticche dentro un provvidenziale braciere probabilmente dimenticato lì da qualche prostituta sprovveduta.
Il sano esemplare di maschio pulito rincontra il sano esemplare di femmina pulita. che gli passa uno snow board, segno di una trasgressione vitale e un po’ birbantesca e parte la musica di un grande idolo dei giovani: Nek (era vecchio già quando ero giovane io).

Qui c’è tutto quello che il mitico inventore del Family day pensa di giovani e di disagio, in più il povero sottosegretario di cui speriamo di non vedere mai più altra sceneggiatura, dimostra di non sapere assolutamente nulla del mondo dei giovani che vuole ammonire e forse terrorizzare.

Ho lavorato per molto tempo all’interno del mondo delle sostanze, sia nella prevenzione primaria sia nella riduzione del danno e posso sicuramente affermare che queste campagne servono solo a giustificare i soldi buttati per nessun motivo.
Da un punto di vista strettamente psicologico, questa campagna non raggiunge i giovani in nessun modo, per i seguenti motivi:
1. il mondo delle sostanze come immaginato da Giovanardi non ha nessuna attinenza con quello reale: che cavolo è il sacchetto di pastiglioni, che cavolo è l’amico che ti dà la droga senza chiederti soldi in cambio? Da una ricerca condotta dalle equipe di educativa di strada tra Milano e la Brianza nel 2006 una delle paure maggiori dei ragazzi è il debito che si contrae nell’acquisto, i ragazzi vivono in una logica di tutto e subito e spesso sono incapaci di gestire il denaro esponendosi per cifre spesso molto alte, si vengono a creare situazioni che possono essere risolte solo dall’intervento dei genitori, vero terrore dei ragazzi. Il ministro non lo sa, non si è mai impegnato a chiedere a professionisti alcunché sulle dinamiche del consumo, si basa su luoghi comuni e leggende metropolitane (ci sono gli spacciati fuori dalle scuole elementari che mettono la droga nelle figurine per fare diventare tossicodipendenti i bambini di sei anni), parecchi ragazzi consumatori occasionali di sostanze vedendo quella scena penserebbero: “Magari, dove sta sto fast food?!”.
2. La donna vampira: lo sa il ministro che negli ultimi 10 anni il mito del vampiro è il più radicato nell’universo dei giovani, e che tra l’altro lo è sempre stato? Il vampiro rappresenta tutto quello che un giovane vorrebbe essere, e d’altra parte quello che è: tormento, oscuro, in bilico tra una condizione e un’altra (il vampiro per definizione è il non morto), assetato di sangue che per antonomasia è la vita, vita che si deve succhiare il prima possibile, prima dell’alba appunto. Sul mito del vampiro si sono costruiti circa 2 tonnellate di libri a destinazione assolutamente adolescenziale il più famoso è la saga di Twilight che Giovanardi non ha mai sentito nominare, poi film, serie televisive,… Il ministro dovrebbe consultare un cinema prima di scrivere cazzate… il vampiro è segno di negatività giusto per lui e per suo nonno.
3. Collegato al secondo, i ragazzi di qualunque generazione sono legati alla regola “Meglio un giorno da Leone che cento da Pecora” e quindi l’incontro con la bella vampirona è molto più desiderabile di una vita al fianco dell’amichetta che tra l’altro si mostra disponibile e desiderosa di rimettere il fanciullo sulla buona strada… “che palle, ho una relazione con mia madre!”

Prima di fare produrre pubblicità del genere che fanno addirittura l’occhiolino al consumo di sostanze, il sottosegretario dovrebbe imparare qualcosa sui giovani che vuole “salvare”.
Lui li salverebbe mandandoli nell’unica comunità che ritiene un modello: San Patrignano, che è stata e resta uno dei punti maggiormente oscuri del recupero dei tossicodipendenti in Italia, luogo misterioso per tutti gli addetti ai lavori di cui nessuno conosce i protocolli e di cui si fidano ormai solo Berlusconi e i suoi (tutti accaniti fan della comunità romagnola che organizza annualmente una festa in onore di Berlusconi & c. beccando ovviamente soldi e prebende dal boss).

In definitiva per Giovanardi i giovani sono da separare in due categorie come sulla banchina dei treni in Auschwitz: a sinistra verso la salvezza quelli bravi, studiosi, ricchi diligenti, che preferiscono lo sport all’ozio, la musica di Nek alla house o alla tecno, che si trovano una fidanzatina di buona famiglia subito, che non esagerano e che comunque tornano sulla retta via al primo segnale di presenza del Diavolo nella loro improvvida azione.
A destra, verso i forni crematori, tutti gli altri… peccato che in adolescenza tutti gli altri siano quasi tutti.

sabato 19 marzo 2011

LIBYA ,CHI PARLA DI PACE CHI PARLA DI GUERRA...

“Gheddafi è un mostro? Forse. Ma la distruzione della Cecenia è da imputarsi alla Russia di Putin e l'occupazione del Tibet alla Cina di Hu Jintao, ma nessuno ha mosso, né muoverà un dito all'ONU. Nel Darfur è stato massacrato, stuprato, mutilato, un milione di persone nell'indifferenza della Nato”.
Con queste parole il forum di Beppe Grillo seppellisce la missione di no fly zone in Libia.
Nelle ultime ore ho sentito più di un accorato appello all’immediato cessate il fuoco, per la prima volta molta dell’intellighenzia politica si schiera in modo trasversale per la “pace”.
Dopo un mese anche la Croce Rossa chiede “salvaguardia delle vite umane civili” (quelle morte fino a ieri non esistevano, come se tutto fosse cominciato stamattina presto)
Ognuno con i suoi interessi e ognuno con la sua idea ma tutti per la pace.
Ottima cosa, ne sono contento.
Ho giusto alcune perplessità di base, dettate dal fatto che dal 15 febbraio seguo tutti i giorni e con la massima costanza possibile tutto quello che viene dalla Libia, sentendomi anche dire, a volte, che ho lasciato perdere il problema nucleare Giapponese, lo tsunami e il terremoto.
In primis dico chiaramente che di quello non ho parlato perché sono cose di cui non so abbastanza per permettermi di pontificare, cosa che non ho visto fare a molti “commentatori” televisivi del momento.
In secondo luogo perché il problema libico era così intenso problematico e sfaccettato che cercare di seguire quello e di fare anche altro era davvero difficile.
Nell’ultimo mese ho letto tutto quello che si poteva leggere e ho studiato parecchio sull’argomento, anche per non dire troppe idiozie (anche se purtroppo in certe situazioni è inevitabile).

Soprattutto ho letto le frasi di Silvio Berlusconi e dei suo cloni politici (lega compresa) che prima hanno taciuto “per non disturbare Gheddafi” (Silvio Berlusconi 16 febbraio 2011) poi hanno detto che la caduta di Gheddafi avrebbe significato l’invasione di milioni di Libici in Italia (Maroni 28 febbraio, 3 marzo e innumerevoli altre volte) poi hanno detto che avrebbero appoggiato la missione ma senza stare dalla parte di nessuno, poi dalla parte della NATO.
Oggi Mateo Salvini, direttore di Radio Padania dice: “La lega è contro la guerra in Libya e lo dirà in parlamento e nelle piazze”.

La sparata di Grillo mi ferisce, perché non ha capo né coda, che significa? Visto che l’ONU non ha fatto nulla per la Cecenia e per il Tibet allora non dovrebbe fare più nulla per nessun altro?
Che significa? Che se l’ONU fosse intervenuta in Cecenia allora avrebbe avuto più legittimità per fermare il conflitto libico?
Seguendo questo ragionamento, visto che la polizia non ha fermato il ladro che mi ha rubato la macchina allora sciogliamo immediatamente il corpo di polizia perché non ha più legittimità per arrestare nessuno.
L’ONU avrebbe dovuto fare qualcosa in Darfur, certo che avrebbe, e l’abbiamo deprecata perché non ha mosso un dito, ora che il dito si muove la deprechiamo perché lo muove?

Parlo da giorni con gli insorti della Libia che mi chiedono perché la comunità internazionale non fa nulla? Mi chiedono quante altre persone devono morire prima che ci si accorga che una no fly zone è necessaria per salvare le vite dei civili?
Ho visto immagini raccapriccianti dei feriti dalle schegge di bombe degli aerei di Gheddafi negli ospedali.
Ho parlato con persone i cui genitori, i cui fratelli, i cui amici, sono morti magari perché facevano gli infermieri negli ospedali proprio mentre i mercenari sudanesi sono entrati sparando nelle sale operatorie.

Ricordo le immagini della Bosnia, le stesse persone che oggi sono così titubanti dicevano che era necessario fare qualcosa dicevano: “Alla Bosnia non pensa nessuno perché non c’è il petrolio”.

È vero, questa soluzione non sarebbe servita se la diplomazia non avesse temporeggiato così a lungo, se avessero messo Gheddafi nelle condizioni di mollare, se avessero cercato di costruire una piattaforma di negoziato gia nei primi giorni della rivolta.
Non sarebbe servita se ci si fosse mossi nei primi 10 giorni con delle pressioni unilaterali e con il congelamento dei beni di Gheddafi in tutto il mondo.

Invece per i primi dieci giorni si è fatto perfino finta di non aver notizie certe, quando di notizie ce n’erano gia fin troppe, e solo quando si è capito che prima o poi qualcosa si sarebbe pur dovuto dirlo si è cominciato sottovoce a fare delle analisi di tipo quantitativo.
Il numero degli insorti, le reali intenzioni, gli immigrati,…

Oggi la Lega dice di essere contro la guerra, perché vuole soffiare sul vento del pericolo “invasione extracomunitaria”.
Oggi tutti dicono qualcosa, per la prima volta Putin, Chavez, Salvini, Grillo, Ferrero e via discorrendo sono insieme a parlare di pace.
Tutti con il loro secondo fine.
Ma di pace.
Da Bengazy leggo il tweet di Tripolitanian, uno degli insorti: “dopo tanto orrore si sono accorti di noi”

Se alla fine di questa operazione il tutto si tradurrà in una invasione militare allora sarò il primo a dire che è stata una messinscena ridicola e atroce al tempo stesso.
Ma per ora so che i 4 tank colpiti alle porte di Misurata non hanno ammazzato donne e bambini.

So che molti non capiranno le mie parole e che qualcuno dirà che sono il solito facilone ma vi assicuro che questa volta ho visto e ho raccontato troppa morte.

perdonatemi

mercoledì 9 marzo 2011

FASCISTI BALNEARI Borghezio e Le Pen vanno Lampedusa



“Le camere a gas erano un dettaglio della storia della Seconda guerra mondiale”.
Mi continua sempre a balzare nella mente la frase che Le Pen pronunciò nel 2008 alla rivista francese Breton.
Ricordo che quando la lessi mi dissi che c’erano individui nel mondo disposti a qualunque bassezza pur di fare a se stessi e al proprio partito pubblicità.
Perché Jean Marie Le Penn è anzitutto un grande comunicatore, uno che utilizza un linguaggio estremo e destabilizzante per incantare il popolo da bar, i disoccupati incazzati con il mondo, le masse sottoproletarie francesi che chiedono disperatamente a qualcuno, chiunque esso sia, un sogno di riscatto sociale e di supremazia.

Mario Borghezio invece l’ho conosciuto (o meglio non l’ho mai conosciuto) a Milano qualche anno fa, era una delle tante tornate elettorali, manco mi ricordo quale.
Aveva piantato la sua tenda in piazza Duomo e con un gruppo di accoliti stava raccogliendo le firme per non so quale idiozia allucinata.
Restai combattuto per un attimo, non avevo voglia di parlare con l’uomo che faceva pisciare i maiali nei luoghi dove avrebbero dovuto essere costruite delle moschee o che si presentava in tutti i raduni neonazisti d’Italia.
Ci sono esseri umani che ritengo indegni di essere intervistati, gente che non dovrebbe esistere nel mio mondo.
Però, mi sono detto, che tu lo voglia o no Mario Borghezio esiste e visto che è così sono andato a fargli delle domande… o almeno ci ho provato visto che non appena mi sono avvicinato alla tenda gazebo un tizio nerboruto mi ha sospinto fuori dicendomi che l’onorevole non aveva intenzione di rilasciare alcuna intervista e che se volevo potevo prendere le informazioni direttamente dal suo sito internet.
Cercai di dire che io volevo fare delle domande sull’immigrazione e sulle sue idee sull’unione europea e sull’Italia ma mi venne comunque detto che non era il momento delle interviste.

Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo che mi mette i brividi.
Marine Le Pen e Mario Borghezio Lunedì saranno a Lampedusa ospiti del Sindaco della città il signor Dino De Rubeis.
De Rubeis è l’uomo che ebbe a dire che “Gli immigrati puzzano anche dopo che si sono lavati”

«Non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando è lavata», lo avrebbe detto in un intervista il sindaco di Lampedusa Dino de Rubeis lo scorso 12 settembre. A denunciarlo è il suo ex-assessore alla Cultura, il 22enne Toni Colapinto (Mpa), che ieri ha presentato le dimissioni, motivando: «Da oggi mi faccio promotore di una campagna che ha come slogan "Puzzo anch'io" (da Panorama.it aprile 2007 http://forum.panorama.it/showthread.php?t=7022)

un altro encomiabile servitore dello stato. Uno che di fronte ad un problema per grave che sia non perde la testa e non dice idiozie

Borghezio se ne va nella martoriata isola del Mediterraneo e non lo fa da solo.

Che bella cosa, in grave crisi di popolarità, seppellito da personaggi di calibro più grosso del suo, come Maroni e Calderoli (che solo a dire così vien da ridere), il neonazista più famoso d’Italia fa la sua passerella con la neo neonazista più famosa d’Europa ( dopo che il babbo le ha lasciato il testimone) nell’isola più famosa d’Italia, durante la crisi più complicata del mondo.
Per fare cosa? Per proporre le sue stupidaggini e per gettare qua e la un po’ di razzismo a buon mercato sperando sempre che la gente del paese ci abbocchi,

Fughiamo ogni dubbio, Borghezio non è un semplice leghista da marciapiede, nemmeno è un politico presentabile.
È un neonazista che si nasconde dietro al fazzoletto verde tanto per darsi una facciata più presentabile.
Può fare le sue comparsate giusto a Bruxelles dove tutto sommato nessuno se lo fila.
Faccio un collage delle sue frasi più celebri tanto per dare un’idea:
“Non capisco tutta questa agitazione per la condanna di Saddam, quando nessun presidente della Repubblica ha ancora chiesto scusa alla famiglia Mussolini.”
“Le prime medaglie d'oro olimpiche assegnate ad atleti del Nord ... dimostrano la superiorità etnica dei padani, anche in questo campo” (RaiNews24, 13 agosto 2008 – ce l’aveva con gli atleti meridionali).
Garibaldi entrò a Napoli scortato dai mafiosi e dai camorristi. Per questo andrei a fucilarne il cadavere e non certo a celebrarlo (tratto da http://www.italia-news.it/politica-c14/lega-nord-c389/unita-d-%23039-italia--borghezio--garibaldi-e-l-%23039-icona-di-roma-ladrona--un-alleato-della-mafia-59089.html).
E per finire quella che preferisco, perché ha un che di Hitleriano in se “Penetrate ovunque dove potete ma non dite alla gente che siete fascisti”.

La passerella che questo signore e la signora Le Pen intendono fare a Lampedusa ci offende, come italiani e come uomini, come persone senzienti.

Come ho scritto altrove: era già abbastanza ripugnante quando i finti Buoni andavano a fare la loro passerella davanti alle spiagge dove accadevano tragedie e si potevano solo piangere i morti, ma ora che i veri cattivi vanno a vomitare dove migliaia di poveracci vengono a salvarsi che possiamo dire?

sabato 5 marzo 2011

LA MAMMA DI BATMAN... tutti gli abusi di Moratti jr.




L’altro giorno parlavo con Irene e Marco.
Gente normale. Sembrerà strano ma a Milano la gente normale è il 95% della popolazione.
Poi ci sono quel 5% di ricchi, vip e modelle che, come per magia sembrano gli unici abitanti della metropoli.
Irene e Marco mi parlano dei loro progetti: “Levarsi da questa fogna il prima possibile, magari andando a Berlino” tanto tutti e due parlano tedesco, Marco un po’ di più, ha studiato lingue e si è laureato con una tesi sulla letteratura tedesca del novecento, Irene ne sa qualcosa di meno, ma va bene lo stesso.
L’importante è andare in un posto dove uno che ha voglia possa dimostrare quello che vale.
Marco adesso lavora per la “grande distribuzione”, un eufemismo per dire che fa il commesso in un megastore di articoli sportivi, e Irene fa la mamma a tempo pieno visto che la loro piccola è nata da pochi mesi, però visto che lavorava a progetto nello studio di un commercialista adesso è pure disoccupata.
“I soldi non bastano, o paghi l’affitto ho compri le cose, ce la caviamo perché ci aiutano i genitori, ma ci pesa un sacco”
La casa di Irene e Marco sta nella periferia ovest di Milano, in uno dei tanti quartieri dormitorio che si stendono tra i padiglioni della fiera Rho e il lusso del centro.
Quelli che chiamiamo “anonimo tessuto urbano”.
“750 euro al mese di affitto, più luce gas e telefono, altro che terza settimana” dice Marco.
Racconto la loro storia, che è simile a quella di moltissimi altri giovani nella ridente città del nord perché credo che sia il magnifico contraltare alla notizia che campeggia sulla prima pagina di Repubblica Milano di oggi e che richiama a un’inchiesta dell’Espresso in edicola da stamani.

Moratti jr, una villa in stile Batman
 condonata grazie al Pgt del Comune
una casa da sogno in stile Batman con tanto di sala fitness "con vasca idromassaggio, bagno turco, piscina salata, immense camere da letto, botola motorizzata" che porta in un bunker sotterraneo "con poligono di tiro"
I fatti risalgono all'agosto del 2009. Moratti jr chiede "la fusione" di quattro unità in via Ajraghi 30 "e la modifica di spazi interni" con recupero di cantine. Sono laboratori industriali inseriti in un complesso in cui, però, sono decine i loft. Al Comune vengono pagati oneri minimi: poco più di 6mila euro. Non ci sono richieste per cambiare la destinazione d'uso. Almeno fino a un anno dopo (in commerciale, però), quando il caso è già esploso sulla stampa. I lavori sono quasi ultimati quando il gruppo Hilite Brera 30, che si occupa di interni di lusso, per farsi pagare parte del compenso porta tutto in tribunale. Per i legali della famiglia Moratti la ditta "ha lavorato male". Il problema, però, è un altro
.

Tutto ovviamente ristrutturato in modo del tutto abusivo in spregio del piano regolatore e senza aver chiesto il minimo permesso.

A Milano si muore di fame se per caso ti scappa di fare un bambino e non hai calcolato bene la rata del mutuo o dell’affitto bilanciandola con i pannolini.
A Milano si manda perfino l’esercito a sgomberare i giovani che occupano i centri sociali. A Milano se due senegalesi dormono in un palazzo abbandonato si urla subito al degrado urbano e si fanno le fiaccolate della Lega per l’ordine e la sicurezza.
Ma il figliolo della signora sindaca, con tutti i suoi miliardi e le sue entrature può decidere di farsi una casa, prendendo un’ex area industriale, ristrutturandola come la villa di Batman (e qui si potrebbe discutere a lungo sui modelli culturali della nuova borghesia milanese), dimenticare di cambiare la destinazione d’uso, finché sentendosi scoperto non maschera la cosa rivendendo il tutto a un’azienda di abbigliamento.

Anche di questo la signora sindaca dirà di non sapere niente.
Non sarebbe la prima volta.
Quando il comune diede in affitto ai neofascisti di Forza Nuova un locale in pieno centro la signora disse di non essere a conoscenza della cosa perché: “Il sindaco non può sapere tutto di tutti gli atti che il comune produce”.
Allora, da queste pagine consigliammo alla signora Letizia Bricchetto Arnaboldi in Moratti di farsi vedere un po’ più spesso a palazzo Marino, visto il suo record negativo di presenze in consiglio e in giunta (vedi “Qualche domanda alla camerata Letizia Moratti, podestà di Milano” novembre 2010); adesso sinceramente non sappiamo cosa consigliare… forse di farsi vedere più spesso in casa propria o di parlare più spesso con il figlio, giusto per sapere dove abita e se abita in una casa abusiva o meno.
Probabilmente a sua discolpa la santa donna dirà che non poteva sapere nulla perché alla fine suo figlio è un adulto che vive la sua vita e non chiede il permesso a lei per fare le sue scelte ma credo che con un po’ di buon senso la mamma dovrebbe chiedere al figliuolo dove diavolo vive e cosa fa la sera, nonostante l’età.

Tra l’altro mi colpisce molto la notizia della botola motorizzata per condurre il novello Bruce Wayne al poligono di tiro sotterraneo, credo che solo questo violi due o tre articoli del codice penale (sempre se tutto si rivelasse vero – ormai faccio come Benigni).

Come al solito, mi piacerebbe che la signora Moratti andasse a parlare con Irene e Marco, andasse a parlare con quelli che se la passano male anche per colpa di tutto quello che non ha fatto. che spiegasse la sua versione a quel 95% di milanesi che non se la passano bene come suo figlio e i suoi amichetti ma che, comunque le hanno dato credito in maggioranza qualche anno fa, andasse a spiegare ai cittadini che cavolo è il suo PGT che in pratica si rivelerà una sanatoria per ogni porcheria privata fatta in città da questi arroganti imbecilli senza dignità.

Probabilmente non troverebbe tutta questa comprensione, se non tra coloro che ormai sono rotti ad ogni abuso, in questo nuovo medioevo dove i servi della gleba pagano pure per i delitti dei signori feudali.

martedì 1 marzo 2011

I DIFENSORI DI BERLUSCONI... due chiacchiere e mille manifesti





“Voi giornalisti non dovete fare le domande a noi!”
“E a chi le dovrei fare scusi?”
“Non lo so ma non a noi, noi che c’entriamo”
“Ma scusi siete voi quelli con i cartelloni e col gazebo, a chi devo fare le domande al vigile urbano?”
“Le faccia a chi vuole ma a noi no”
Non so se il tizio con il cappello è il capo del gruppo ma di sicuro è l’unico che parla, lo fa per non rispondere ma parla.
Sono in tutto un ventina e sono fuori dal palazzo di giustizia, cielo nuvoloso e basso, pioggia sottile, di quelle che con o senza ombrello tanto fa lo stesso.
La maggior parte sta sotto il gazebo preparato per l’occasione, alcuni sono fuori, hanno cartelli e striscioni ben fatti, molto lontani da quelli delle manifestazioni dei giovani e delle donne che siamo abituati a vedere di solito, fatti la notte sul tavolo della cucina o in cantina con stoffa e vernice.
Loro hanno manifesti tipografici e striscioni acetati antivento con scritto FORZA SILVIO, SILVIO DEVI RESISTERE, 500 PROCESSI MAI UNA CONDANNA.
Mi chiedo perché si siano messi davanti al palazzo di giustizia visto che il loro Idolo non si presenterà oggi all’udienza, sarà sì a Milano ma qualche centinaio di metri da lì, in Duomo, invitato dal ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla a parlare di qualunque cosa gli passi per la testa.
Cerco di domandarlo al tizio col cappello promettendo che dopo me ne vado e non scoccio più: “Ma lo sapete che oggi lui non è qui? Lo sapete che non presenzierà all’udienza?”
“Si lo so, ma io con lei non dico niente e quindi se ne può anche andare”.

Quella che sembrerebbe un’intervista fallita mi riporta a pensare come sta funzionando la macchina del consenso in questo paese.
Consenso, tifo, poche idee, meglio se nessuna, insulti e reticenza.
Passa una macchina dal finestrino un tizio dice “ma non vi rendete conto che state difendendo un ladro?”.
Uno dal gazebo risponde: “Tua moglie non mi diva così ieri sera”
Ma che razza di risposta è? Che c’entra? Così si risponde allo stadio e forse nemmeno più lì.
Forse è il caso di fare un passo indietro.
Campeggiano per tutta Milano enormi manifesti di una fantomatica “Associazione dalla parte della Democrazia”. Dietro cui c’è ovviamente la mano del PresDelCons.
Parole allucinate e allucinanti al tempo stesso che parlando di democrazia in realtà ululano dittatura:
“Silvio Resisti, salva la democrazia” “La Giustizia, politica uccide la democrazia” “La sovranità appartiene al Popolo”.
Sono gli stralci di un mondo tremendo che, incredibilmente i popoli del sud del Mediterraneo si stanno scrollando di dosso con il coraggio e con il sangue e che questo piccolo pagliaccio con i suoi leccapiedi vorrebbe importare da noi.
Siamo passati dall’esportazione della democrazia con le bombe, all’importazione della dittatura con gli slogan.

Analizziamo per un attimo gli slogan pro Berlusconi e vediamo dove portano le conseguenze della sua propaganda partendo dal più innocuo (in apparenza) al più pericoloso.

SILVIO DEVI RESISTERE: sembra la solita frasetta mentecatta, tra l’altro pronunciata da lui qualche tempo fa: “Io resisterò di fronte a tutti, perché ho una missione da compiere portare questo paese a competere con l’Europa”. Questo paese l’Europa l’ha fondata, quindi non si capisce con chi debba competere!
È come se l’attaccante competesse con il centrocampista della sua stesa squadra.
L’insistere sulla Resistenza ha molte implicazioni.
Se resisti vuol dire che sei in una posizione di debolezza e attaccato da poteri ben più forti di te (Partigiani vs Nazifascisti).
Se resisti vuol dire che hai dei perfidi nemici, e che hai bisogno del supporto di tutti, che poi i signori davanti al palazzo di giustizia non sapessero nemmeno a che processo doveva presenziare Berlusconi e qualcuno diceva che fosse una cosa legata al “Sex gate” la dice lunga su cosa vuol dire supportare Berlusconi.
Quindi se resisti sei buono contro qualcuno che invariabilmente è “cattivo” a vario titolo ma “cattivo”.
D’altra parte pensateci, i ribelli resistono, Gheddafi bombarda. In questa frase chi è il cattivo.
Berlusconi resiste, il pool di Milano attacca. In questa invece?

LA GIUTIZIA POLITICA UCCIDE LA DEMOCRAZIA: questo slogan ha implicazioni devastanti.
Non mi stanco mai di riportare le famose parole che Totò Riina (capo dei capi di Cosa Nostra) pronunciò in aula del processo del 1994 «Il governo Berlusconi si deve guardare dai giudici comunisti, dai Violante, dai Caselli, dagli Arlacchi, questi sono comunisti» (se volete cercare il video basta andare su youtoube e cercare “Riina giudici comunisti”

Cos’è la giustizia politica, e se esiste, qual è il confine tra la giustizia non politica?
Chiunque potrebbe dire di essere un perseguitato nel momento in cui i nemici ce li si inventa.
Berlusconi non è un dissidente politico che per sua sfortuna è capitato nelle maglie della giustizia ma un affarista senza scrupoli, in questo per niente diverso dal signor Riina.

Il consenso della mafia viene dalla paura e dall’ignoranza, quello di Berlusconi? Ditemelo voi.

LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO: qui si concentrano da anni tutte le bugie belle e buone del signor Berlusconi e dall’altra parte la sua ingenuità politica, o se si preferisce, la sua concezione della stupidità del popolo.
La sovranità appartiene al popolo, quindi chi è eletto da una maggioranza (anche se poi le elezioni sono manipolate attraverso una legge truffa e il consenso di Berlusconi nel popolo non ha mai superato il 35%) ha il diritto di governare e può fare ciò che vuole.
Il concetto sarebbe più o meno questo.
“Il ciò che si vuole” Berlusconi lo ha espanso ad articoli del codice penale che non si potrebbero nemmeno immaginare, ivi compresa la prostituzione minorile.
“La sovranità appartiene al popolo, quindi io eletto non mi sottopongo a giudici che non sono stati eletti fa nessuno” ebbe a dire B. qualche anno fa durante una conferenza stampa.
Quindi traendo le dovute conseguenze, visto che nemmeno i carabinieri sono eletti nemmeno loro potrebbero arrestarmi, visto che i finanzieri non sono eletti non possono controllare i miei conti e, per finire, se dovessi farmi operare di appendicite mi farei toccare solo da un chirurgo eletto dal popolo, che poi sia laureato in medicina o meno poco importa!

Muhammar al Gheddafi rilasciò a Oriana Fallaci una ormai famosa intervista nel dicembre 1979.
Credo che il colonnello definisca in modo egregio cosa sia il concetto di sovranità popolare.
E questo spiega parecchie cose del rapporto di amicizia tra i due leader.

Colonnello, visto che non si considera un dittatore, nemmeno un presidente, nemmeno un ministro, mi spieghi: ma lei che incarico ha? Che cos’è?
«Sono il leader della rivoluzione.”
E com’è giunto alla conclusione che la democrazia è un sistema dittatoriale, il Parlamento è un’impostura, le elezioni un imbroglio? 
« Non ha cercato di capire cos’è la Jamahiriya (lett. Regime delle masse il colonnello definiva così il suo regime). Lei deve sistemarsi qui in Libia e studiare come funziona un Paese dove non c’è Parlamento né rappresentanza né scioperi e tutto è Jamahiriya».
E l’opposizione dov’è? 
«Che opposizione? Che c’entra l’opposizione? Quando tutti fanno parte del popolo, che bisogno c’è dell’opposizione? Opposizione a cosa? L’opposizione si fa al governo!
Questa è press’a poco la sovranità popolare nella testa di Berlusconi.
Un leader che governa senza nemmeno il bisogno di un vero governo, tutti i suoi ministri sono masse di poveri incapaci, e non appena uno sembra a malapena senziente o consapevole che il suo ruolo non è quello di valletto del principe viene eliminato.
Qualche tempo fa questo tipo di governo era definito Monarchia assoluta, nemmeno le giunte militari del su america ci si sono mai avvicinate. Nemmeno Mussolini ha mai potuto creare uno stato di questo tipo, anche solo perché per farlo le masse devono essere assolutamente aggiogate. Solo il Re Sole poteva permettersi di governare praticamente da solo con l’aiuto del fido cardinale Mazzarino.
Hitler ci andò vicino, ma aveva bisogno comunque di un ampio consenso internazionale che appena venne meno, annientò il suo regime.
Oggi chiunque dicesse di essere il Re Sole, finirebbe in un centro di igiene mentale… tutti tranne uno, pare.