sabato 19 marzo 2011

LIBYA ,CHI PARLA DI PACE CHI PARLA DI GUERRA...

“Gheddafi è un mostro? Forse. Ma la distruzione della Cecenia è da imputarsi alla Russia di Putin e l'occupazione del Tibet alla Cina di Hu Jintao, ma nessuno ha mosso, né muoverà un dito all'ONU. Nel Darfur è stato massacrato, stuprato, mutilato, un milione di persone nell'indifferenza della Nato”.
Con queste parole il forum di Beppe Grillo seppellisce la missione di no fly zone in Libia.
Nelle ultime ore ho sentito più di un accorato appello all’immediato cessate il fuoco, per la prima volta molta dell’intellighenzia politica si schiera in modo trasversale per la “pace”.
Dopo un mese anche la Croce Rossa chiede “salvaguardia delle vite umane civili” (quelle morte fino a ieri non esistevano, come se tutto fosse cominciato stamattina presto)
Ognuno con i suoi interessi e ognuno con la sua idea ma tutti per la pace.
Ottima cosa, ne sono contento.
Ho giusto alcune perplessità di base, dettate dal fatto che dal 15 febbraio seguo tutti i giorni e con la massima costanza possibile tutto quello che viene dalla Libia, sentendomi anche dire, a volte, che ho lasciato perdere il problema nucleare Giapponese, lo tsunami e il terremoto.
In primis dico chiaramente che di quello non ho parlato perché sono cose di cui non so abbastanza per permettermi di pontificare, cosa che non ho visto fare a molti “commentatori” televisivi del momento.
In secondo luogo perché il problema libico era così intenso problematico e sfaccettato che cercare di seguire quello e di fare anche altro era davvero difficile.
Nell’ultimo mese ho letto tutto quello che si poteva leggere e ho studiato parecchio sull’argomento, anche per non dire troppe idiozie (anche se purtroppo in certe situazioni è inevitabile).

Soprattutto ho letto le frasi di Silvio Berlusconi e dei suo cloni politici (lega compresa) che prima hanno taciuto “per non disturbare Gheddafi” (Silvio Berlusconi 16 febbraio 2011) poi hanno detto che la caduta di Gheddafi avrebbe significato l’invasione di milioni di Libici in Italia (Maroni 28 febbraio, 3 marzo e innumerevoli altre volte) poi hanno detto che avrebbero appoggiato la missione ma senza stare dalla parte di nessuno, poi dalla parte della NATO.
Oggi Mateo Salvini, direttore di Radio Padania dice: “La lega è contro la guerra in Libya e lo dirà in parlamento e nelle piazze”.

La sparata di Grillo mi ferisce, perché non ha capo né coda, che significa? Visto che l’ONU non ha fatto nulla per la Cecenia e per il Tibet allora non dovrebbe fare più nulla per nessun altro?
Che significa? Che se l’ONU fosse intervenuta in Cecenia allora avrebbe avuto più legittimità per fermare il conflitto libico?
Seguendo questo ragionamento, visto che la polizia non ha fermato il ladro che mi ha rubato la macchina allora sciogliamo immediatamente il corpo di polizia perché non ha più legittimità per arrestare nessuno.
L’ONU avrebbe dovuto fare qualcosa in Darfur, certo che avrebbe, e l’abbiamo deprecata perché non ha mosso un dito, ora che il dito si muove la deprechiamo perché lo muove?

Parlo da giorni con gli insorti della Libia che mi chiedono perché la comunità internazionale non fa nulla? Mi chiedono quante altre persone devono morire prima che ci si accorga che una no fly zone è necessaria per salvare le vite dei civili?
Ho visto immagini raccapriccianti dei feriti dalle schegge di bombe degli aerei di Gheddafi negli ospedali.
Ho parlato con persone i cui genitori, i cui fratelli, i cui amici, sono morti magari perché facevano gli infermieri negli ospedali proprio mentre i mercenari sudanesi sono entrati sparando nelle sale operatorie.

Ricordo le immagini della Bosnia, le stesse persone che oggi sono così titubanti dicevano che era necessario fare qualcosa dicevano: “Alla Bosnia non pensa nessuno perché non c’è il petrolio”.

È vero, questa soluzione non sarebbe servita se la diplomazia non avesse temporeggiato così a lungo, se avessero messo Gheddafi nelle condizioni di mollare, se avessero cercato di costruire una piattaforma di negoziato gia nei primi giorni della rivolta.
Non sarebbe servita se ci si fosse mossi nei primi 10 giorni con delle pressioni unilaterali e con il congelamento dei beni di Gheddafi in tutto il mondo.

Invece per i primi dieci giorni si è fatto perfino finta di non aver notizie certe, quando di notizie ce n’erano gia fin troppe, e solo quando si è capito che prima o poi qualcosa si sarebbe pur dovuto dirlo si è cominciato sottovoce a fare delle analisi di tipo quantitativo.
Il numero degli insorti, le reali intenzioni, gli immigrati,…

Oggi la Lega dice di essere contro la guerra, perché vuole soffiare sul vento del pericolo “invasione extracomunitaria”.
Oggi tutti dicono qualcosa, per la prima volta Putin, Chavez, Salvini, Grillo, Ferrero e via discorrendo sono insieme a parlare di pace.
Tutti con il loro secondo fine.
Ma di pace.
Da Bengazy leggo il tweet di Tripolitanian, uno degli insorti: “dopo tanto orrore si sono accorti di noi”

Se alla fine di questa operazione il tutto si tradurrà in una invasione militare allora sarò il primo a dire che è stata una messinscena ridicola e atroce al tempo stesso.
Ma per ora so che i 4 tank colpiti alle porte di Misurata non hanno ammazzato donne e bambini.

So che molti non capiranno le mie parole e che qualcuno dirà che sono il solito facilone ma vi assicuro che questa volta ho visto e ho raccontato troppa morte.

perdonatemi

2 commenti:

  1. Nulla di cui farsi perdonare.
    Difficile non comprendere che agire per fermare le atrocità in Libia fosse necessario e doveroso.
    Ciò che invece non è comprensibile è perché le diplomazie abbiano agito così timidamente, perché o cosa abbia spinto verso la guerra, quali altre opzioni non sono state messe in campo prima di arrivare a questo.
    Perché, a me, qualcosa sfugge.
    Magari ho seguito male la cosa ma ricordo, poco prima di essere deviata su Fukushima, che vi fosse stata da parte italiana poca convinzione politico/economica a sostenere il congelamento dei beni della famiglia Gheddafi, adducendo motivazioni ambigue e poco credibili.
    Così come mi è sembrato vi fosse ambiguità (e sono generosa) riguardo all'adesione del nostro paese a scelte diplomatiche più incisive per mettere il rais in condizioni di lasciare il paese, ipotesi che è stata ventilata e pare non fosse così determinata la volontà di Gheddafi a "morire in patria".
    Forse qualcosa non l'ho capita? Forse qualcosa non è stata chiarita come avrebbe dovuto essere?
    Perché questo è il punto: che bisognasse agire era chiaro già pochi giorni dopo che i ribelli avevano ottenuto dei risultati. Lì si doveva far forza per costringere Gheddafi a mollare, magari facilitandogli la cosa mollando su alcuni aspetti economici.
    A chi giova invece questa aggressione?
    Perché i francesi e gli inglesi non vedevano l'ora di sparare?
    Poi, per quel che ho letto in giro, dubito che questa no fly zone non sia la premessa di un'invasione di terra.
    Non si arrivasse a questo, sarebbe come dire che per neutralizzare il sistematico massacro dei ribelli in Libia basta far distruggere la possibilità dei lealisti di volare.
    Si sa bene, fin dall'inizio, che anzi, se non arriveranno truppe a terra, sarà come lasciar mano libera a quelle forze di massacrarli tutti con calma. Tanto, se anche non volano, avranno tutto il tempo di stanarli uno per uno e ristabilire il terrore peggio di prima, se non si arriva a fermarli.
    Se invece, come è sempre successo, arrivano le truppe di terra, è nell'ordine delle cose che faranno fuori Gheddafi e troveranno nuovi accordi economici con un nuovo governo che sarà frutto di negoziati orientati alla salvaguardia degli interessi occidentali nel paese.
    In questo senso quasta guerra è un'agressione che mette in luce tutta la debolezza delle diplomazie di fronte alle potenze economiche che non amano molto trattare, solo occupare per salvare i propri interessi sul campo di battaglia.

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  2. Al tuo commento non posso che rispondere con le parole appena pronunciate da Berlusconi a Torino: "Sono addolorato per Gheddafi"... io sono addolorato per coloro che hanno perso la vita per colpa di Gheddafi, ma probabilmente B. vorrebbe che tutti quelli come noi facessero la fine dei libici dissidenti.

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