domenica 31 luglio 2011

ATM MILANO... i privilegi del signor Catania


È stupendo vedere come i dinosauri siano attaccati alla sopravvivenza.
Qui a Milano si dovrebbero portare le scolaresche per mostrare ai bambini come certi istinti siano duri a morire.
L’altro ieri Giuliano Pisapia, ha deciso di azzerare i vertici di ATM e ieri ho letto le incredibili dichiarazioni del Brontosauro Metropolitano, il presidente dell'azienda di trasporto Elio Catania che dice di aver accolto la notizia con: «Stupore e indignazione. Questo è il sentimento che mi ispira quanto avvenuto, per come è avvenuto e per quanto dichiarato dal Sindaco, che apprendo dalle agenzie».
Stupita e indignata è pure la signora Bricchetto Arbaboldi (in Moratti), altra dinosaura ormai data per estinta ma che, si vede, ogni tanto mette il naso fuori di casa dice due cavolate e torna a fare compere con le amiche, commenta l’ex sindaco: “E’ una decisione immotivata, quella di Pisapia, come è immotivata la sentenza della Cassazione”.
Strepitii anche dall’ex vice sindaco Riccardo De Corato e da mezzo centro destra milanese.
Che carini… come mi fanno tenerezza.
Alla Moratti pare immotivato l’azzeramento del CDA. Posso capirlo: ATM negli anni è stata l’immagine personificata del modello di gestione Pdiellino della cosa pubblica.
Affidato perlopiù ad amici degli amici che poi di base potevano fare quello che volevano e gonfiarsi le tasche come meglio credevano, al massimo il Comune avrebbe pensato a spostare capitali per risanare i bilanci.
Tanto per dire diamo un rapido e superficiale sguardo ai benefit del CDA e del Presidente, lo stupito e indignato Catania.
Partiamo dal curriculum del Nostro: 67 anni (largo ai giovani!) proveniente da FS e da Ibm, pensionato INPS a 12.276 euro al mese.
Catania guadagnava come AD di ATM la bella cifretta di 300 mila euro all’anno, che a lui, abituato ad altri lussi sembravano troppo pochi (come dargli torto Milano è una città cara). Tentò allora giusto due anni fa di alzarsi lo stipendio ma nacque un problema, per delibera comunale (e per sentenza della Corte dei Conti) nessun funzionario può avere uno stipendio superiore a quello del sindaco… come fare?
Lo spiega bene Oriana Liso su Repubblica di oggi: Due anni fa Catania riuscì ad “aggirare” le restrizioni imposte dalla Corte dei coni facendosi nominare “group ceo” delle 11 società della galassia Atm, quindi sommando le poltrone di presidente e amministratore delegato: totale ufficioso, quasi 450mila euro annui.
Sufficiente? Ovviamente no.
Fare il “group ceo”, qualsiasi cosa significhi, è un mestiere che da ampio spazio di manovra, una riunione qua, due firme là e poi hai tutta la giornata più o meno libera, e, si sa, se un pensionato non si impegna la giornata poi finisce alla bocciofila a bestemmiare contro le tasse e bere vino, meglio fare qualche altro lavoretto.
Infatti il nostro arzillo settantenne è anche membro del cda di Telecom (remunerazione base 110mila euro annui, più altri 100mila per tre poltrone nei comitati) e Intesa San Paolo (150mila euro all’anno), a questo si aggiungono le solite cariche onorifiche nelle varie fondazioni sparse qua e là, briciole che non si possono stimare.
Fa bene il signor Catania a sentirsi stupito e indignato, se pigliassi 700 mila euro all’anno e me li levassero da un giorno all’altro io sarei pure offeso e incazzato.

Passando a più ameni appetiti vediamo quello che si portano a casa in quanto a benefici i signori del CDA, per la cronaca: Giuseppe Frattini, Piero Ramponi, Francesco Tofoni e Dario Cassinelli.
Una casetta in centro, gratis per 2 anni, per i dirigenti che vengono da fuori Milano ma anche per tutta la selva di consulenti amici che Catania si è portato dietro dalle precedenti imprese FS e IBM.
Il signor Tofoni (uomo del ministro della difesa, il sempre fascista Ignazio Benito Maria Larussa) invece, ama le macchine con un certo stile aggressivo e non si accontenta dell’AUDI A6 messa a disposizione per i manager. Quindi l’azienda paga il leasing di una bella Jaguar (non so che modello ma fa lo stesso) che Tofoni fa guidare da autista personale.
Ovviamente non si butta via nulla, e visto che le auto aziendali ci sono e c’hanno pure 150 euro di gasolio pagato al mese (e il permesso di entrare e parcheggiare ovunque) perché lasciare le mogli a piedi o costringerle a comprare un SUV?
Anche perché il dirigente per se stesso, se ne ha proprio bisogno, può chiamare l’auto di servizio con autista personale (è un’azienda di trasporti e quindi si fanno trasportare).
A questo vanno aggiunti i Checkup gratuiti per dirigenti e famiglia (sempre utile in tempi di ticket sanitari per tutti) e un sacco di sconti ovunque, dal cinema all’opera, dal calcio al basket e ingresso gratis in tutte le mostre laddove ATM è partner (negli ultimi anni guarda un po’ praticamente tutte).

Oltre a questo per non far mancare nulla ai dirigenti vengono assicurati doppi e tripli incarichi, alcuni dei quali davvero singolari, Frattini “ha ricevuto anche un incarico di consulenza del progetto “Alta sorveglianza sede di via Monte Rosa” (150mila euro) e, da Mm, un’altra consulenza come collaudatore del prolungamento della linea M3”, sono sempre stato interessato a questo concetto della consulenza… il CdA di un’azienda che, non trovando al suo interno le risorse per sbrigarsela da sé, incarica un esterno per fare da consulente.
Ma se il consulente è lo stesso che a dichiarato di non essere in grado e di aver bisogno di se stesso come consulente la situazione è a dir poco Kafikiana.

Nell’holding ovviamente non si dimenticano mai gli amici e quindi ci si devono infilare pure i soliti trombati alle elezioni come l’ex deputato PdL Alberto Di Luca assunto con incarico da 300 mila euro annui che percepisce impunemente la pensione da parlamentare di 6500 euro mensili.
Altro ex politico all’interno della holding è l’ex assessore comasco Fulvio Caradonna (sempre amico del ministro della Difesa Ignazio Benito Maria) che porta in dote una condanna per ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA… si vede che serviva un responsabile alla salute aziendale.

Ora la Moratti strepita e, come il suo amico Tremonti ieri, per nascondere tutta questa storiaccia (che più o meno tutti i milanesi sanno) parla dei bilanci in attivo dell’azienda e dice che non si manda via un CDA se ha portato l’azienda in positivo.
Quindi visto che l’azienda più florida d’Italia è la ‘ndrangheta non si capisce perché ci ostiniamo a perseguire gli affiliati.
Quindi se faccio il medico senza laurea (sodale di Caradonna) e sono bravo e non ho mai ammazzato nessuno, non si capisce perché i condannino.
Quindi se faccio il politico, rubacchio un po’ ma tutto sommato non si fa male nessuno posso andare avanti… scusate l’ultimo esempio ovviamente è sbagliato, la risposta è certamente “Sì avanti tranquillo per tutto il tempo che vuoi”

sabato 30 luglio 2011

IL MINISTRO UNDICENNE... le bugie di Tremonti, Ministro bambino



Vi ricordate la bellissima parodia che Corrado Guzzanti faceva del ministro Tremonti?
Quella che lo vedeva in braghette, intento a tirare calci a un videopoker urlando “Povca tvoia e povca puttana… metto altri soldi poi tanto stovno il bilancio e faccio la manovina…”
Ecco ultimamente il Tremonti vero sta somigliando sempre di più a quello della satira.
Mi piacerebbe mandare una mail di conforto al Ministro, negli ultimi giorni non ne sta azzeccando davvero una e sembra stia sempre più cadendo nella demenza…

In pedagogia c’è un termine, aggiustamento dinamico, che si utilizza quando interrogando un soggetto su un fatto, questo tende a negare e minimizzare, poi incalzato, ammette qualcosa ma si trincera dietro a un’altra bugia che serve a minimizzare quanto è accaduto e a renderlo più accettabile a chi ascolta.

Esempio:
Mamma :“Hai picchiato il tuo amico?”
Carletto: “No”
Mamma: “Ma mi ha telefonato la sua mamma che ti ha visto mentre lo picchiavi!”
Carletto: “Si ma lui mi voleva rubare il pallone, allora l’ho spinto e lui è caduto”
Mamma: “Non dire bugie, il pallone lo hai lasciato a casa”
(ai miei tempi volava uno sculaccione, oggi magari no).
È carino fare notare che l’aggiustamento dinamico è una modalità dei bambini soprattutto tra i 6 e gli 11 anni poi le bugie si impara a dirle meglio.

Ieri il Ministro ha smesso di negare la storia della casa pagata a nero a Roma e si è giustificato in questo modo:

"LO RICONOSCO. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità. Ma in quella casa non ci sono andato per banale leggerezza. Il fatto è che prima ero in caserma ma non mi sentivo più tranquillo. Nel mio lavoro ero spiato, controllato, pedinato. Per questo ho accettato l'offerta di Milanese..."

Già a sentirla così la storia mi fece ridere.
Il ministro Tremonti, rimasto all’età dell’undicenne probabilmente non ha ancora passato la fase che esemplificavamo sopra e infatti è partito lo sculaccione.
La parte della mamma oggi la fa la guardia di finanza.
Compare oggi su Repubblica a firma di Carlo Bovini questa “rivelazione”

Per quanto la Guardia di Finanza è in grado di documentare, "l'ultima volta che Giulio Tremonti fu ospite con cadenza regolare di una struttura del Corpo fu quando, nei primi mesi dell'estate del 2004, alloggiava in una delle foresterie al secondo piano della caserma di via Sicilia". Nemmeno un chilometro in linea d'aria dagli uffici del ministero, in via XX Settembre. Da allora, la sua scorta di finanzieri, nei giorni in cui il ministro si tratteneva a Roma, lo accompagnava altrove. Alberghi, o residenze private. "Naturalmente - spiega una fonte qualificata del Corpo - tenendone traccia, come è normale e come la legge prevede per qualunque personalità sia sottoposta a un massimo livello di vigilanza come un ministro". Dunque, se si sta a quanto la Finanza sostiene di poter documentare, Tremonti, nel febbraio del 2009, quando accetta la proposta di Milanese, si è già liberato da molto tempo degli occhi e delle orecchie da caserma.

E qui ci sarebbe da chiedersi se quando il ministro (e come lui la maggior parte dei reggicalze del Boss) spara le cavolate ci sia almeno qualcuno che corregge le bozze, perché è abbastanza ovvio che se accusi un corpo come la Finanza di spiarti questi tirano fuori le loro evidenze nel giro di 12 ore.
Tra l’altro Tremonti è riuscito anche in un altro miracolo che non credevo possibile: fare dire una cosa sensata a Rutelli.
Come presidente del COPASIR (il comitato di controllo dei servizi segreti) ha ieri sostenuto:
"A Tremonti va rivolta una semplice domanda: ha sporto denuncia per questo? Ha interessato la Guardia di Finanza, i servizi segreti, forze di polizia, magistratura su fatti di questa gravità?". Rutelli ha richiesto anche se almeno ha avvertito “De Gennaro e se i Servizi hanno informazioni al riguardo". Se Tremonti non ne avesse parlato nemmeno con loro "ci si deve chiedere perché. Se un ministro dell'Economia, che ha la giurisdizione sulla Guardia di Finanza, pensa che le Fiamme Gialle possano avere al loro interno soggetti che lo spiano o addirittura lo pedinano come fa a non aver fatto denuncia? Se non alla stessa Gdf dovrebbe averlo fatto almeno ai Carabinieri, alla magistratura, ai servizi. Mi chiedo: perché non è in grado di farlo?".

In effetti sembrava ridicolo che il “capo” della guardia di finanza che ha il potere di spostare qualunque ufficiale da una caserma all’altra e soprattutto che può sospendere chiunque dal suo incarico, visto che si sente spiato dai “suoi” uomini, se ne va ad abitare nella casa di uno dei suoi consiglieri, tra l'altro indagato dal 14 dicembre scorso, pagando per di più a nero… e dicendo che non sapeva che un accordo verbale tra privati avesse bisogno di essere registrato e ci si dovessero pagare le tasse.
Ma siamo nel paese delle barzellette e tutto è possibile. Pure buttare fango sui propri sottoposti per difendere l’indifendibile.
Sono poi incappato in un’intervista di ieri mattina che ha dell’incredibile e che sempre pedagogicamente parlando rileva delle storture nella mente del Ministro.
Quella che potete godervi qui sotto:



Qui siamo dalle parti del: “Mi sono comportato male a scuola però gioco bene a pallone, papà mi compri la bicicletta lo stesso!”
E del: “Lo so che ho preso un brutto voto ma poi a pomeriggio sono andato a catechismo e il prete mi ha detto che sono un bravo chierichetto!”

Il ministro sostiene senza paura che: “Dichiaro al fisco 10 miliardi di vecchie lire ma do in beneficenza più di quello che prendo come parlamentare
Sono occupato a gestire il 3° debito pubblico del mondo (ammazzando gli italiani nda) e non posso accorgermi di cose di questo genere
e da ultimo: “Stiamo abbassando i costi del parlamento allineandoli a quelli europei”.
Belle scuse, allora vediamo se funzionano con la gente come noi, i poveracci.
Scusa uno, applicata a noi: “Signor giudice, è vero che ho investito un tizio sulle strisce pedonali, però poi ho dato 30 euro a uno che lavava i vetri e altri 1000 alla figlia del vicino di casa che si sposa, questo risolve tutto”
Scusa 2: “Signor giudice, è vero che ho investito il pedone che passava sulle strisce pedonali e so che sulle strisce il pedone ha la precedenza, ma sa com’è, ho un divorzio complicato sulle spalle e mia moglie mi aveva appena telefonato dicendomi di andare dall’avvocato”
Scusa 3: “Signor giudice: è vero che ho stirato il pedone sulle solite strisce pedonali ma al mio cane non mancano mai cure e affetto e tra sei mesi darò soldi al canile municipale”

Credo che il giudice non mancherà di essere clemente con noi!
Ora le mie domande sono le seguenti: Non è che il ministro è stato rapito da Guzzanti e quello che sta calcando la scena nelle ultime settimane è il mitico comico romano?
E, se cosi non fosse, non esiste una task force di maestre delle elementari che possano accorrere al capezzale del Ministro per farlo uscire dalla fase infantile una volta per tutte?
Ma soprattutto, prendendo spunto dalle considerazioni del ministro, non è che magari, avendo noi il 3° debito pubblico del mondo ed essendo la figura del Ministro dell’economia molto impegnata e sempre all’estero, ecco, non è che magari il ministro undicenne si può far da parte? Ne prendiamo uno magari più bruttino ma un pelino più grandicello… per lui ci sono un sacco di famiglie che lo potrebbero accogliere e volergli bene… bhe… forse no, ma fa lo stesso!

venerdì 29 luglio 2011

BORGHEZIO SOSPESO DALLA LEGA... lacrime di coccodrillo



Una notizia mi coglie del tutto impreparato.
Mario Borghezio è stato appena sospeso dalla Lega Nord per tre mesi.
Il più intransigente Nazista d’Italia viene allontanato dal partito più razzista d’Italia per “Averla fatta fuori dal vaso” come ha lui stesso sostenuto.
Cosa ha fatto il nostro per meritare cotanta infamia? Nulla se non difendere la posizione di Andrei Breivik (l’autore della strage di Oslo in un’intervista radiofonica che passerà alla storia come l’apoteosi del revaival nazista).
Fin qui la notizia, ci sono duo o tre riflessioni che mi vengono immediatamente in testa quando succedono certe cose.
La prima riguarda il delirio che sta prendendo l’intera Europa, nell’intervista che Borghezio rilascia a radio24 la mattina del 25 c’è tutto l’armamentario tipico del delirio razzista pre Birkenau.
Primo: la causa della strage non è il razzismo ma la società multietnica, se non ci fosse stata la società aperta non ci sarebbe stata alcuna strage.
“Questo tipo di società è cirminogeno dal punto di vista della creazione delle tensioni” dice il buon Borghezio.
Come dire, uccido le donne bionde perché mia madre era bionda, quindi le bionde sono responsabili del fatto che le ammazzo.
Secondo: non si tratta di un caso isolato o del gesto di un esaltato, no, il gesto è figlio di un’esasperazione collettiva della società che non ne può più degli stranieri, come dire che Breivik è il figlio migliore della sua patria… (lo si diceva di Hitler negli anni ‘30)
Quando la gente non ce la fa più poi nascono queste cose che sono il frutto di un’insofferenza che nasce da un certo clima”.
È interessante pensarla così, perché conosco molta gente che non ce la fa davvero più della tracotanza e dell’ignoranza della Lega, se andassero in giro ad ammazzare leghisti sarebbe corretto? Inoltre non capisco cosa c’entrino questi ragionamenti con ciò che è accaduto ad Oslo, il signor Breivik non è mica andato ad ammazzare musulmani in una moschea ma giovani socialisti su un’isoletta, forse Borghezio dovrebbe piantarla con la droga.
La ciliegina sulla torta però arriva inevitabilmente verso la fine dell’intervista quando Borghezio dipinge un incredibile e ridicolo “Complotto ai danni dei difensori della cristianità” fatto da non si sa esattamente chi per colpire quelli che, come lui, in Europa "hanno queste idee…
Va fatto notare che chi come il signor Borghezio ha queste idee in Europa è già sotto la lente di ingrandimento di molte procure.
Il motivo è semplice, Borghezio sin dagli inizi della sua carriera politica è stato l’uomo della destra estrema all’interno della Lega, è lui l’invitato perpetuo di ogni raduno di fascistoidi in giro per il continente, è lui che si è dato al passeggio con Marine Le Pen (portabandiera dell’estrema destra francese) per le strade di Lampedusa nel bel mezzo del disastro umanitario che coinvolgeva l’Italia e l’Europa.
Borghezio è semplicemente il residuo più schifoso di un nazismo da parata che ormai dovrebbe aver fatto il suo tempo e che, tuttavia, non siamo ancora capaci di estirpare alla radice.
Ricordo sempre con dispiacere una sua frase, detta al raduno dei simpatizzanti di Forza Nuova subito dopo che tutti insieme dal palco lui Tilgher e Fiore avevano cantato “ma io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero”
Disse il nostro alla folla degli astanti “Penetrate ovunque dove potete ma non dite alla gente che siete fascisti”.
Un bello slogan, non c’è che dire.
Mi fa ridere la Lega che allontana il suo “figlio migliore” per tre mesi solo per aver detto quello che il 70 per cento dei suoi dirigenti pensa.
Rido perché la realtà è che Borghezio ha fatto esattamente quello che ciascuno di noi si aspettava da lui.
Il problema è aver dato spazio fino adesso (e dargliene ancora) a uno che mette in discussione le camere a gas, uno che ha detto pubblicamente che i Partigiani erano terroristi e come tali andavano trattati, uno che ha definito gli atleti di colore scimmie ben allenate.

Il problema è che nessuno si è andato a fare le domande giusto su un certo partito… la lega, continuo a dirlo da anni, è un partito di stampo radical fascista che si è propagato nell’impunità generale, visto al massimo come una manifestazione maccheronica di onnipotenza.
Ricordo ancora Bossi che propugnava le pallottole a 300 lire, ma ricordo anche Maroni che era comandante in capo delle Camice Verdi, i pretoriani della Lega, spariti dal punto di vista giuridico ma non dal punto di vista reale.

Qualche tempo fa cercai di parlare con Borghezio a Milano ma un omaccione tutto muscoli e sangue padano mi sospinse fuori dicendomi che l’onorevole non parlava mai con i giornalisti.

Adesso che è sospeso dal suo partito il camerata SS Mario Borghezio ha tempo per rispondermi?

RESPONSABILITA' VERSO LO STATO... dal processo breve alle nostre tasche


Lo stato totalitario ha un certo stile.
Il padrone, variamente inteso, sia esso il dittatore di turno o il monarca assoluto fa quello che meglio crede senza aver nessuna controparte popolare.
Lo stato totalitario ha una sua liturgia, fatta di parate, generali con mostrine tirate a lucido, officianti e folle oceaniche stile Norimberga.
La piccola nazione in cui viviamo, lungi dall’essere uno stato totalitario con un certo stile, è semplicemente una Repubblichetta delle Banane con a capo una cricca di buontemponi avanti negli anni che giocano con le nostre vite più o meno consapevolmente.
Il caso del “Processo Lungo”, giunto a coronamento di una settimana di notizie tra l’allucinante e il ridicolo perse nella canicola estiva, è la sintesi definitiva di questo stato di cose, il sintomo dell’impunità totale, la manifestazione di uno scollamento totale e irreparabile tra i governanti e i governati.

Sintetizziamo per i non ancora edotti le fantastiche migliorie al processo penale che questa legge, passata oggi al senato con 160 sì, apporterà agli unici processi importanti per i signori senatori della Repubblica (quelli di Berlusconi).

1) Ammesso un numero illimitato di testimoni anche nel processo di primo grado, che significa? Facciamo due esempi, in qualunque processo per un qualunque reato, facciamo il caso di un dirigente d’azienda che stupra la segretaria, questo significa che il dirigente potrebbe chiamare a deporre anche tutti i dipendenti della fabbrica presenti e non presenti durate il fatto delittuoso, anche solo per testimoniare sul buon nome del dirigente medesimo, senza che nessuno possa fermare questo diluvio… ci si metterebbero anni. Nel caso di Berlusconi si potrebbe fare testimoniare un numero infinito di testi per il numero infinito di processi che il Signore ha in corso e quindi facilitare la prescrizione.
2) Il giudice non avrà più facoltà di escludere le prove che giudica irrilevanti. Nel caso di Berlusconi, dove gli illeciti sono di natura perlopiù amministrativa significa che gli avvocati potrebbero richiedere di inserire tra le prove due camion a rimorchio di bilanci aziendali e i PM dovrebbero stare a vagliare tutto il materiale fornito (altri mesi di tempo buttato)
3) Esclusione delle sentenze passate in giudicato. Questa è la beffa più clamorosa e non ha nemmeno senso dal punto di vista giuridico. La giurisprudenza si basa, di fatto, sulla storicità delle fonti. E nel caso di Berlusconi moltissimi processi sono frutto dello scorporamento della posizione del Premier da quella degli altri imputati (vedi Caso Mills)… questa legge serve solo a fare riprendere nuovamente tutto il materiale e farlo rivalutare ad ogni processo… una mole di lavoro impossibile, soprattutto giudicando l’organico ridotto all’osso dei tribunali italiani.

Sono perplesso… soprattutto perché negli ultimi tempi ho parlato parecchio sia con i cosiddetti Moderati sia con i cosiddetti Leghisti incazzati e c’è qualcosa che non mi torna.
Per esempio, come mai molti che fino a poco tempo fa dicevano che il Padrone del Vapore (leggi B.) era un perseguitato adesso cominciano a parlare con imbarazzo della cosa ma nessuno chiede di mandarlo via a cali nel culo? Perché per la destra questa gentaglia è una sorta di icona da difendere e non semplicemente un’ accozzaglia di mariuoli e mezzi truffatori in età pensionabile?
La bellissima finanziaria che alcuni geni dell’opposizione hanno fatto passare senza nemmeno un gridolino di protesta per senso di responsablità, lasciando fuori a protestare giusto Rifondazione Comunista e i Grillini, questa bella finanziaria ci ha caricato sulle spalle qualunque tipo di aumento, paghiamo pure sulle visite specialistiche e se vi venisse in mente di fare un bambino occhio alle tariffe degli asili…
Anche i Moderati pagano, anche quelli che hanno subito la fascinazione del cavalier B. si trovano più o meno con le chiappe al vento…
Il loro leader non ha aspettato nemmeno che passasse il temporale per farsi un bel regalone, il processo lungo… ma come? Ho chiesto al moderato di turno, ma l’imperativo categorico non era quello breve…
E poi la responsabilità va a senso unico? Io devo essere responsabile a pagare per i maneggi delle banche e il capo dei ladri va difeso se si fa la leggina per non essere giudicato?

Secondo dato d’imbarazzo… la Lega.
Ieri votavano per l’arresto di Papa e oggi gli hanno fatto un salvacondotto?
Bella coerenza… il leghista della base, quello che vota un partito incazzato ma onesto che dice?
Ho sentito parecchi imbarazzi tra i senatori cammellati Leghisti, non so come dar loro torto. Perché non vanno adesso a fare due chiacchiere con i loro elettori a Pontida?

LA realtà è sempre la stessa e mi sono stufato di scriverla.
Questo non è un governo, questi non sono governanti e non esiste alcuna opposizione in parlamento in grado di fermarli per il semplice motivo che non è un’opposizione, pare dagli stessi principi e si pone gli stessi obiettivi economici.
Non ha senso nella situazione in cui siamo continuare a prenderci in giro.
La soluzione non ce l’ho, per il semplice motivo che non vedo la possibilità di un cambiamento immediato delle stato di cose. Sono i paradigmi sociali a essere minati alla base e non se ne esce.

Forse la soluzione è una rivoluzione di pensiero e di azione, ma per farla come sempre ci vuole un coraggio che l’Italia ha perso, se mai l’ha avuto.

giovedì 14 luglio 2011

SAVERIO ROMANO... salti di qualità mafiosa



In questi giorni di afa e crisi, di macello sociale e frustate alle famiglie c’è sempre una notizia che rischia in qualche modo di non avere il giusto rilievo.
In effetti ormai ci siamo abituati e scrivere sull’ennesimo delinquente che, standosene tranquillo sui banchi del governo, sfancula l’ordine giudiziario e il buon senso, ci sembra ormai un puro esercizio di stile.
Ovviamente non è così.
Anche perché la notizia che l’attuale ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano sia formalmente imputato per concorso esterno in associazione mafiosa non è una notizia da poco e parla di quanto ormai la connivenza tra stato e mafia sia diventata un meccanismo organico della nostra classe dirigente e politica.
Saverio Romano, infatti, non avrebbe mai dovuto diventare ministro ma nemmeno parlamentare anche solo ad un’occhiata superficiale del suo curriculum.
La prima volta che il suo nome sale alla ribalta delle cronache giudiziarie fu nei primi anni novanta quando venne pizzicato mentre girava di capomafia in capomafia per permettere al fraterno amico e compagno di partito Totò Cuffaro (attualmente in carcere per scontare la condanna per favoreggiamento di associazione mafiosa) di entrare nel gotha della politica siciliana.
Le cronache raccontano soprattutto dell'incontro tra Cuffaro in persona, Romano (che avrebbe organizzato l'appuntamento) e Angelo Siino, soprannominato "il ministro dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra" per le elezioni del 1991
Da qui per il ragazzo di Belmonte Mazzagno è tutto un crescendo, cresciuto alla corte di Calogero Mannino anche lui sogna di entrare nel giro che conta.
La Cassazione ricorda che Calogero Mannino, l'ex dc ministro dell'Agricoltura, leader di riferimento per Cuffaro, "aveva rimproverato aspramente il Cuffaro per essersi recato dall'associato mafioso Angelo Siino per chiedergli sostegno elettorale". Già prima di quell'incontro lo stesso Franco Bruno - ricorda la Cassazione - aveva "fortemente sconsigliato" Cuffaro di far visita a Siino spiegandogli "quale fosse il ruolo e la dimensione criminale di costui"(il giornale di sicilia 19-04-2011)
Prima segue l’amico Cuffaro nell’UDC che in quegli (questi?) anni è uno dei due collettori di voti mafiosi nelle regioni del sud poi ne segue le mosse come un’ombra fino al giorno dell’arresto.
Sarà proprio Romano che, in segno di stima e amicizia mafiosa, accompagnerà l’amico Totò alla caserma dei carabinieri dove verrà registrato il suo arresto.
Le intercettazioni di quel periodo ci riportano anche la magnifica telefonata del boss Guttadauro che chiede con forza di poter incontrare Romano per “discutere situazioni di politica”.
Il pentito di mafia Francesco Campanella (quello che era vicinissimo a Provenzano durante gli ultimi anni della latitanza) accusa Romano addirittura di essere affiliato alla cosca di Bagheria
In effetti Romano è il tipico esempio della zona grigia che sta tra politica e mafia e anche il simbolo di come questa zona sia via via cambiata.
È il tipico politico di seconda linea, quello che fa le cose per il politico che conta, quello che si sporca le mani per lasciare pulito il capo.
È lui che si spende per rassicurare i vari capi clan sullo stato delle promesse fatte in campagna elettorale, è lui che fa i conti dei voti con i vari boss di paese, è lui che si spende per dare quella visibilità di cui i mafiosi hanno bisogno per apparire persone perbene.
Questi politici ci sono sempre stati, sin dai tempi della DC mafiosa del “del sacco di Palermo”. Sin dai tempi di Vito Ciancimino e dei governi che negavano l’esistenza delle mafie.
Ma ora le cose sono cambiate, ora, Romano diventa un Simbolo.
Il simbolo di quello che deve fare una classe dirigente senza più alcuna legittimazione politica e civile per tirare avanti.
Infatti il momento d’oro di romano, che da sempre nutriva velleità di governo si presenta con la creazione del gruppo dei “Responsabili”, nel quale il nostro accorre immediatamente.

Il giorno prima della sua nomina Napolitano cercò di fermare l’ormai moribondo Berlusconi che sarebbe stato disposto a dare perfino il ministero della salute al mostro di Rostov se questo sarebbe servito a salvarlo.
Berlusconi inscenò allora un indimenticabile teatrino che in uno stato normale sarebbe stato da solo sufficiente a farlo defenestrare da governo e parlamento.
L’uomo del “Ghe pensi Mi” si presentò al colle e garantì personalmente per il suo nuovo Ministro, appena entrato in squadra insieme ai responsabili.
Presidente, mi assumo io la responsabilità politica della proposta: questa nomina è necessaria per l'equilibrio e la stabilità del governo"
E inoltre di fronte ai giornalisti definì la candidatura di Romano come essenziale e vitale per il suo governicchio: "Senza la nomina di Romano non posso escludere una crisi di governo"

Ci sarebbero da chiedersi almeno due cose.
La prima è se la nomina di Romano fosse per caso essenziale alla luce dei rapporti non più idilliaci con i Boss siciliani e calabresi con il PdL e con i partiti di destra nel sud, la seconda è quanta parte del cosiddetto gruppo dei Responsabili sia in odore di Mafia.
La realtà è che negli ultimi anni questo governo ha garantito alle mafie più di uno spazio vitale.
Ho sempre trovato ridicolo l’atteggiamento di Maroni che ad ogni arresto che, tra mille difficoltà la divisione distrettuale antimafia i carabinieri del ROS e la procura mettono in atto, sbandiera il vessillo dell’impegno senza precedenti del Governo nella lotta alla criminalità organizzata.
Da queste pagine abbiamo sempre seguito le vicende della mafia al nord, dal piccolo sequestro di case nei paeselli dell’hinterland ai gravissimi fatti di sangue che sempre più spesso si susseguono tra Milano e Varese.
La Lega ha sempre negato l’esistenza di una struttura mafiosa organizzata in Lombardia.
A sud i partiti di governo sono saldamente guidati da uomini vicini alle cosche (ricordiamo che Romano è stato segretario Regionale dell’UDC in Sicilia).
La realtà è che l’idea stessa di capitalismo di governo che sta nella testa dei Liberisti berlusconiani include la mafia tra i suoi partner privilegiati e sappiamo benissimo che la mafia non è né di destra né di sinistra: la mafia è di potere, ovunque c’è potere c’è mafia.
Lo Stato ha il compito di impedire la saldatura tra potere e mafia.
Uno Stato come quello del Piccolo Padre di Arcore non può assolvere nemmeno lontanamente questo ruolo, perché sin dai suoi primi passi come imprenditore B. conosceva la massimo d’oro della finanza: “I soldi non sono puliti e non sono sporchi: sono solo soldi” e bisogna fare soldi con coloro che te li fanno fare prima e meglio.
È il principio su cui si basa il liberismo economico da Adam Smith in poi.
Sta a noi cercare di capire se conviene o non conviene… sempre ammesso che ormai, alle masse, importi ancora qualcosa.

mercoledì 13 luglio 2011

I GURU DELLA FINANZA... come ammazzo uno stato e vivo felice


Pensate di andare dal dottore con tutti i sintomi di avvelenamento da medicinale.
Portate al dottore il medicinale che lui stesso vi ha prescritto e che, evidentemente, vi fa più male che bene.
Cosa fareste se il dottore vi prescrivesse la dose doppia del medesimo medicinale?
La domanda sembra cretina, mi rendo conto ma è esattamente quello che sta succedendo nelle ultime ore in Italia.
Facciamo alcune premesse di ordine generale: come avevamo gia scritto qualche tempo fa (http://generazioneavversa.blogspot.com/2011/06/questione-di-rating-chi-vuole-farci.html) nell’articolo che intitolammo “Questione di rating… chi vuol farci fare la fine della Grecia”, l’economia moderna non ha nulla a che vedere con la realtà, l’unica cosa con cui ha attinenze è la religione, nel senso che è una cosa che esiste ed è vera solo se sei disposto a crederci e ad assumerne i dogmi, diversamente non vale nulla.
Come tutte le religioni anche questa ha una buona dose di adepti più o meno consapevoli e dotti che la danno per scontata… andare a parlare di relativismo davanti a una parrocchia significa rischiare il linciaggio, anche se la maggior parte dei linciatori non sa nemmeno cosa sia il relativismo che tanto odiano.
Dire che le proposte degli economisti per uscire da una crisi siano il corollario di una truffa vale altrettanto.
Tutti ti diranno che sei un Bolscevico ma nessuno sa che queste proposte sono quello che ci ha portato fin qui.
Le pagine del Sole24Ore (la Pravda di Confindustria) trasudano negli ultimi giorni di soluzioni eccezionali per risolvere il problema italiano.
1) Liberalizzazioni
2) Taglio dello stato sociale
3) Privatizzazioni
4) Aumento dell’età pensionabile a partire dal pubblico impiego
5) Revisione dei contratti di lavoro (mai che se ne dimentichino)
Queste proposte formulate dai sacerdoti della nuova religione mondiale sono meno che ridicole e assolutamente criminali.
Negli ultimi 20 anni sono stato il motore generante della crisi economica e hanno creato lo stato attuale delle cose.
Viviamo in un mondo dove il potere statale è subordinato a quello bancario e dove la vita della gente vale solo se si può inserire all’interno degli ordini di listino della Borsa.
Ci sono delle evidenze che nessuno vuole comprendere, forse perché come diceva Goebbles (ministro della propaganda di Hitler) “Prendete una menzogna ripetetela un milione di volte diventerà una verità”
Questo tipo di crisi NON ESISTE.
Non è reale, non ha valore.
Le crisi del 21° secolo sono indotte senza che vi sia alcun tipo di crisi reale a sostenerle. Si crea una crisi virtuale e per sanarla si ingenerano i meccanismi che portano a crisi reali e sonore per la popolazione.
Se lo spread dei BTP a lungo termine è di 300 punti nessuno ci perde nulla, nemmeno coloro che hanno BTP, il valore di riferimento serve solo alle speculazioni monetarie di larghissimo respiro, quelle per intendersi che fanno le banche o i fondi di investimento.
Se il rating di uno stato è AA2 o AA o AB nessuno ci rimette nulla, la mattina andrà comunque a lavorare e pagherà le sue tasse e il suo mutuo.
Cominceranno i problemi quando uno stato per fare contenti i guru dell’economia globale, cominceranno a fare pagare 10 euro per le ricette mediche, ad abbassare gli stipendi ai lavoratori pubblici, ad aumentare l’età pensionabile, a tagliare su sanità e stato sociale.
Per fare tornare seduti e tranquilli i mega finanzieri, i politici di lungo corso (destri e sinistri intendiamoci) metteranno alla fame la popolazione e allora sì che ci sarà una crisi.
Vediamo di trovare qualche soluzione reale ai problemi economici in Italia.
Sono curioso di vedere se le mie proposte saranno mai prese in considerazione dal Sole24Ore.

1) Nazionalizzazione delle banche più esposte con i fondi sovrani
2) Tassazione dello 0,05% sulle singole transazioni monetarie (noi poveracci ne facciamo pochissime all’anno e spenderemo pochi centesimi di euro, i grandi investitori che fanno migliaia di transazioni al giorno per capitali altissimi pagherebbero il giusto, visto che oggi non versano un centesimo allo stato) http://www.zerozerocinque.it/
3) Reinternalizzazione dei lavoratori subappaltati nel pubblico impiego (da una ricerca della Funzione Pubblica CGIL di qualche anno fa si apprende che benché questi lavoratori percepiscano la metà degli stipendi di un lavoratore pubblico costano quasi lo stesso allo stato con ingenti ricarichi sulle gare di appalto)
4) Eliminazione di fondi e sussidi alle scuole private, eliminazione di fondi e sussidi agli enti religiosi.
5) Immediata cancellazione dei contratti separati e dei loro effetti (voglio vedere se Marchionne ha il coraggio di andarsene davvero dall’Italia e se lo facesse sarebbe carino fare pagare alla FIAT tutto quello che ha preso in sussidi e aiuti di stato negli ultimi 60 anni)

Mi fermo a cinque per fare il paio con le proposte degli economisti del Sole.
Se qualcuno credesse che questi sono concetti da Comunisti è bene che sappia che sono regole e leggi che esistono in Francia, Germania e addirittura Stati Uniti, dal quale codice penale prenderei volentieri anche le leggi su evasione fiscale e traffico di valuta e che permettono una reale stabilità economica.

Mi vien da pensare che con questo governo possiamo stare tranquillissimi, non saranno mai in grado di fare davvero una manovra lacrime e sangue incisiva.
Anche il prossimo (che sarà probabilmente sotto il segno del centro PD UDC) non lo vedo preparato.
Speriamo che il vento soffi ancora e ci permetta di avere un cambio serio e reale… ma non ci si dovrebbe fare alcuna illusione.

(Ringrazio Ghery per lo splendido esempio del dottore avvelenatore… me lo sono fregato ma cito la fonte)

mercoledì 6 luglio 2011

IL POLIZIOTTO LANCIATORE... il nuovo divertente gioco della polizia in Val Susa



Come ai bei tempi di Genova dopo qualche giorno di dichiarazioni più o meno ignoranti comincia a uscire qualche video...
Ricordo i giorni che sono seguiti alla "macelleria Messicana" della Diaz e alle cariche di piazza Alimonda.
Noi a cercare di spiegare che le cose non erano andate come tutti i media dicevano e la gente a dirci che ce l'eravamo cercata perché la polizia non fa violenza per prima, risponde alle violenze quando la si costringe...
Mi ricordo anche la faccia tosta con cui i Carabinieri e la Polizia fecero la conferenza stampa mostrando i pericolosi oggetti dei manifestanti "perquisiti" nella scuola, quando nessuno voleva vedere che sul tavolo, a bella posta davanti ai giornalisti lobotomizzati per l'occasione, c'erano assorbenti femminili, fazzolettini di carta, una trousse per il trucco, alcune bottigliette d'acqua minerale e degli zaini da montagna...
Poi uscirono i video e le foto, e la musica, per chi voleva ascoltarla cominciò a cambiare-
Si videro le cariche, si ascoltarono le voci dei poliziotti che pochi minuti dopo la morte di Carlo Giuliani dicevano "Uno a zero per noi, zecche comuniste", si videro le immagini dei poliziotti infiltrati...
Ma in Italia una notizia dura solo il tempo di tre giorni, poi l'opinione pubblica pensa ad altro.
Per la Val di Susa accadrà sicuramente così, quindi ho urgenza di mostrare questo video dove si vedono diversi agenti che lanciano sassi sulla gente dal cavalcavia dell'autostrada e sparano lacrimogeni sulla folla... inoltre lanciano anche i bossoli dei lacrimogeni e altre amenità.

Capiamoci... qui non si tratta di reazioni ad atteggiamenti violenti... dalle immagini si vede chiaramente che i poliziotti non sono a contatto con i manifestanti e oltretutto anche un cretino sa che un sasso (per quanto piccolo) se lanciato da altezze considerevoli fa molto male.

Tra le regole di utilizzo dei lacrimogeni (perché ci sono pure le regole) c'è anche quella di non sparare mai i proiettili all'interno delle manifestazioni ma di utilizzarli solo come interposizione (tra i poliziotti e i manifestanti) questo per due motivi, uno sono comunque proiettili e fanno male due sono altamente ustionanti...

Io queste cose le ho già viste e mi sono davvero stufato di vederle.
Non ne posso davvero più di contare gli amici e i compagni feriti, ustionati, massacrati colpiti in faccia da manganelli e pietre, non ne posso davvero più di sentire il giorno dopo i vecchi parrucconi della politica dire che si devono giustificare le forze dell'ordine perché sono le forze dell'ordine... ma quando hanno ricevuto il mandato divino di fare quello che gli pare?

Tanto nessuna paura, nessuno ha visto nulla... nessuno saprà nulla... alla fine sono stati i black block.

Non ci saranno processi, e se qualcuno prima o poi verrà colpito in piena fronte da una pallottola la colpa al massimo sarà di un calcinaccio volante che devia una pallottola... e tutti a casa... nel mondo dei puffi.

martedì 5 luglio 2011

TAV... quello che nessun potere vuol sentire...



Uno dei miei maestri di scrittura, una volta mi disse che non si dovrebbe scrivere nemmeno una riga di sottotitolo se prima non si hanno chiari in testa limiti, valori e linee di indirizzo che un articolo deve prendere… il resto viene da se.
Quando ho aperto questo blog, tra i vari atti di indirizzo che mi sono dato c’era quello di non scrivere mai sulla scorta della rabbia e della riprovazione contro qualcuno.
Oggi dichiaro apertamente che faccio un’eccezione.
Poche ore fa sono stato attaccato da un “luminare” appartenente a un noto partito politico di centro centro centro sinistra (avete capito, no?) che mi ha dato, udite udite, del black block e che mi ha spiegato come il TAV sia la nuova speranza per l’Italia e che quelli come me che da anni si battono e scrivono contro questa “risorsa essenziale” sono contigui ai “terroristi” che domenica hanno meso a ferro e fuoco la valle (loro non la polizia)…
Prendo atto della cosa, nel senso che da quando è nato questo blog come uno scherzo tra amici della FIOM e della Funzione Pubblica CGIL, ho perso il conto delle volte in cui qualcuno mi accusa di terrorismo, estremismo, etc, etc.
La cosa che mi rammarica è che queste affermazioni arrivano da un partito che si vuol candidare alla guida di un paese e questo mi lascia basito.
Ho cercato di chiedere al mio interlocutore (che spero legga queste parole) che cosa ne sapesse dei dati reali del progetto TAV e di quello che ci sta dietro ma non mi ha dato delle risposte esaustive… lascio in appendice il bellissimo intervento di Marco Travaglio ieri per “Passaparola” la rubrica del blog di Grillo e lascio per iscritto qualche dato ad uso e consumo di chi volesse mettere in critica costruttiva l’inutilità di un’opera che grida vendetta non solo in Italia…

Il TAV (e non “la TAV” come dicono al Tg, visto che significa Treno Alta Velocità) è un’opera pensata negli anni ’70 – ’80 durante il boom economico quando l’Europa era una “Macchina lanciata a velocità elevata sulla strada della modernità” (Ciriaco De Mita… vabbé la citazione è quella che è ma mi fa un sacco ridere).
Allora il traffico sulla direttrice Torino – Lione – Parigi era in piena espansione, si parlava di 10.000.000 di tonnellate di merce all’anno, la linea storica non ce la poteva fare… bisognava costruire un “corridoio ferroviario” per il trasporto delle merci e delle persone.

Ho già scritto della mia passione per i modelli matematico – economici, in questi modelli 1 presuppone 2 che presuppone 3 e così all’infinito… mai successo che 1 presupponga 2 che presupponga 3 che presupponga 0… in matematica non accade ma nella vita reale sì.

Infatti oggi tra Torino e Lione passano 2,4 milioni di tonnellate di merci a fronte di una previsione (LTF che è anche la società che si occupa di costruire) di 20 milioni… sull’attuale linea, che è sfruttata solo per il 30% passa il 10% di quello che si prevedeva dovesse passare. Sui binari del TAV dovrebbero passare fino a 200 milioni di tonnellate di merci all’anno… il problema è che non ci sono.
Inoltre il trasporto è in calo costante dal 2004 e non se ne vede la fine. Ieri il Corriere diceva che alla fine della crisi si sarebbe tornati ai livelli di trasporto di una volta… speriamo di no visto che nel 2006 e nel 2007 i dati erano ancora più ridicoli…

Si dice che questa linea permetterà di collegare i treni merci italici alle linee alta velocità francesi e spagnole, ma è un falso… in Francia e Spagna le merci non girano sull’alta velocità, è deputata solo al trasporto passeggeri… i ministri Matteoli e Romani lo sanno? Visto che la presidenza del consiglio ha appena acquistato una nuova flotta di elicotteri probabilmente no!

Già, dimenticavo i passeggeri… in effetti l’ultima volta che sono andato i Francia il viaggio è stato durissimo… a dorso di mulo, sulla tradotta, su per le montagne e poi giù nelle valli, ospite dei pii monaci dei monasteri d’osservanza benedettina…
In altre parole se anche voi come me e Travaglio non avete avuto difficoltà ad andare in Francia, non vi stupite: da 60 anni è normale così.

Il dipartimento dei trasporti svizzero (come sentirete ne documento) che si occupa della tracciatura del trasporto Torino – Modane, su cui viaggiano i TGV, trein grande vitesse, (I TAV francesi) ci dice che sono solo 750 mila le persone che sono transitate su quella line nel 2009 ma nel 1989 erano il doppio 1,5 milioni di persone… d’altra parte allora c’erano, l’immigrazione, i lavoratori frontalieri e il lavoro… soprattutto.
Negli anni 80 i promotori del TAV vaticinaviano che nel 2010 i passeggeri sarebbero stati 8 milioni…

Passiamo al capitolo costi… il progetto TAV dovrebbe costare 20 milioni di euro.
L’Europa ne dovrebbe finanziare una parte ma alla fine sulle nostre tasche peserebbero comunque 11 milioni di euro… ma c’è un problema di non poco conto… MAI E POI MAI UNA LINEA DI ALTA VELOCITA’ E’ COSTATA COME IL PREVENTIVO… si passa da 4 volte tanto per la linea Firenze – Bologna (che sono praticamente attaccate) a 6 volte tanto per Roma Firenze (tratto appenninico).
Quindi non volendo prevedere troppe speculazioni sta roba ci costa 80 miliardi di euro…
Ci potrebbe mandare a gambe per aria.

Come reagisce il governo a tutto ciò… nell’unica maniera che sappiamo… da Genova ad oggi… si manifesta per una cosa giusta, compaiono i Black Block e si ammazzano le persone, si tirano fumogeni… si picchiano donne e bambini.

Mai nessun ministro è salito in Val Susa per spiegare ai valligiani che senso ha quest’opera per un solo motivo: non ha senso!

Pensateci, ci pensi il partito di centro centro centro centro centro sinista, che vuole prendere il posto del PdL. Qui ci si gioca una credibilità che abbiamo gia perso a Vicenza al presidio dei No Dalmolin… quando non solo abbiamo lasciato correre ma abbiamo dato l’appalto alle coop rosse (una delle quali ha avuto Bersani come presidente).

Pensateci, amici, e tornate indietro… tornate a capire il popolo, la gente… quelli che una volta chiamavate compagni…



RINGRAZIO I COMPAGNI DEL PRESIDIO DELLA MADDALENA, I COMPAGNI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA E DEL MOVIMENTO 5 STELLE (MA SI OGGI PURE GRILLO), COLORO CHE HANNO FATTO OPERA DI PRESSIONE... COLORO CHE NON VOGLIONO CHE LA DITTATURA PASSI... NON TEMETE... NON PASSERANNO...

MI SONO FATTO DA SOLO... le leggi.



Indro Montanelli raccontava sempre del suo famoso dialogo con Berlusconi quando l’allora cavaliere, definito a Milano “Sua Emittenza”, disse al direttore del suo giornale di punta: “Lei deve capire che se io non entro in politica vado in galera”.
L’amico di Craxi, l’uomo che aveva fatto negli anni ottanta la sua fortuna personale dando un colpo al cerchio (leggi P2) e uno alla botte (leggi socialisti milanesi), aveva genuinamente paura che di lì a poco la partita si sarebbe chiusa a suo sfavore.
Non era nemmeno la prima volta che B., in difficoltà per la sua spericolatezza e il suo atteggiamento imprenditoriale a metà tra il truffatore e il magnate alla sud americana, ricorreva alla politica, lo aveva sempre fatto per interposta persona, mai mettendoci la faccia, con quell’idea tipica degli anni 70 e 80 per cui chi ha davvero potere non si mostra.
Lo aveva fatto quando aveva dovuto fare cambiare le rotte degli aerei che partivano dall’aeroporto di Linate per costruire il suo quartiere modello, Milano 2. Creando comitati e spingendo fari politici era riuscito a fare del suo nuovo quartiere “un’Oasi di Silenzio” appena fuori Milano e contemporaneamente assordare tutti i cittadini dei paesi di Peschiera Borromeo, di San Giuliano Milanese e di San Donato…
Lo aveva fatto quando, nel 1984, i soliti “giudici comunisti” gli avevano impedito di trasmettere le sue porcherie su tre reti su scala nazionale.


Furono 4 giorni che fecero la storia della compromissione tra politica e affari.
Il 16 ottobre 1984 la procura dispone il sequestro delle antenne attraverso cui, in barba a una legge costituzionale, Berlusconi trasmetteva in tutta Italia su tre canali, il 20 ottobre Bettino Craxi emana un decreto d’urgenza per poter fare tornare l’amico Silvio in onda e “salvare un patrimonio nazionale” (Craxi 18 ottobre 1984), 28 novembre: il Parlamento (che allora incredibilmente esisteva) rifiuta di convertire il decreto in legge in quanto “in palese violazione di una sentenza della corte costituzionale “ (Sentenza della Corte costituzionale n.148/1981), 6 dicembre Craxi ripropone la stessa legge, pur di salvare l’amico è disposto a immolarsi personalmente, pone la fiducia (che allora non era una passeggiata come oggi, visto che il suo governo si reggeva su una coalizione di 6 partiti e che spesso i voti di altre forze erano indispensabili).
La legge passa B. è salvo… Craxi ci tiene a dire che non si tratta di una cosa fatta per Fininvest e Berlusconi ma qualche tempo dopo salta fuori una lettera del Biscione al Capo dei Socialisti:
« Caro Bettino grazie di cuore per quello che hai fatto. So che non è stato facile e che hai dovuto mettere sul tavolo la tua credibilità e la tua autorità. Spero di avere il modo di contraccambiarti. Ho creduto giusto non inserire un riferimento esplicito al tuo nome nei titoli-tv prima della ripresa per non esporti oltre misura. Troveremo insieme al più presto il modo di fare qualcosa di meglio. Ancora grazie, dal profondo del cuore. Con amicizia, tuo Silvio. »

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, la carriera di Silvio Berlusconi altro non è stato che un continuo rincorrere il potere per salvarsi personalmente.
Anche oggi, di fronte a una manovra che farà pagare agli italiani miliardi di euro, che spolperà ulteriormente le già esigue casse della gente, il lupo non sa fare di meglio che farsi uno sconticino sulle spese di casa.
Ieri scrivevo che questa mossa mi sembrava un atto di totale Demenza politica… lo è!
Questa finanziaria “lacrime e sangue” è sotto la lente di ingrandimento da settimane, come poteva sperare di il Povero Vecchio di far passare una norma così palesemente ad personam senza che nessuno se ne accorgesse?
Semplicemente non lo sperava… in realtà non gli importa nulla che gli itaiani sappiano o meno questa storia.
Dopo la batosta dei referendum il Povero Vecchio sa solo che se ha ancora una maggioranza è quella del Parlamento che ha pagato fior fior milioni e di prebende.



Dopo gli schiaffi che ha preso in tutti i comuni “ci ha messo la faccia”, dopo che molti candidati sindaci lo hanno pregato di non andare a “sostenerli” durante le campagne elettorali, dopo tutto questo, il Nano è diventato una sorta di mostro assediato e autoreferenziale che fa ciò che vuole in barba alla seppur minima decenza politica e sociale (un Egoarca come lo definisce Giuseppe D'Avanzo oggi su repubblica).
Ieri parlavo con un immigrato tunisino, amico da molti anni, che mi chiedeva cosa aspettassero gli italiani a fare quello che i giovani tunisini hanno fatto con Ben Alì, tanto non c’è alcuna differenza nella caratura dei due leader.

In effetti mi domando cosa ci manca: il coraggio? La voglia? Abbiamo così tanto parlato di pacifismo che non siamo più capaci di ribaltare un tiranno che ridicolo?

Lasciamo che un popolo intero sia dissanguato, e se protesta manganellato e non siamo in grado di fare nulla?
Quando penso a questa vicenda e alla faccia di Berlusconi soddisfatto del nuovo regalo che si è fatto mi vengono in mente le parole di Maria Antonietta: “Se il popolo non ha il pane mangi le Brioches”.

Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare?

venerdì 1 luglio 2011

COME LICENZIO LA DONNA... da Marchionne al dott. Colombo

Che bell'epoca che si vive nell'Italia post Berlusconiana.
Quando sento dire che con la fine del berlusconismo i problemi del paese saranno risolti mi scappa da ridere... poi torno serio, perché, mi dico se la maggior parte degli italioti votanti la pensa così siamo davvero apposto.
Sono di ieri le notizie che mi fanno maggiormente riflettere su come funziona il paese del “dopo dittatura”
La prima “macroeconomica”: l'uomo dal maglioncino da un milione di dollari, anche conosciuto come Marchionne Sergio, minaccia la Piccola fiammiferaia confindustriale, anche conosciuta come Marcegaglia Emma, che, se non si fa come vuole lui... si porta via il pallone e all'oratorio non gioca più nessuno (esce da Confindustria).
La seconda “microeconomica” e sociale.
Raccontiamola per bene:
piccolo paesino della provincia orientale milanese, Inzago.
Piccola impresa dell'oriente produttivo milanese, la Mavib... di quelle che da anni si passano il padrone nella stessa famiglia.
Piccolo padrone del nord est milanese (nonché piccolo ometto) l'egregio dott. Colombo.
Il dott Colombo ha tutte le carte in regola per essere il futuro organizzatore del Family Day... infatti per lui una donna ha valore solo se Mamma e angelo del focolare: una donna che lavora ovviamente non è contemplata nella famiglia Colombo.
Infatti in tempo di crisi, il magnate decide il colpaccio, di cui le operaie dovrebbero andar grate... tutte le donne a Casa (13 operaie, mica pizza e fichi), a lavoro solo gli uomini.
Tanto si sa che le donne, libere dalla fabbrica possono meglio occuparsi della prole e delle faccende del Focolare...
Poi se sei una donna che non ha marito, o non ha figli evidentemente sei una poco di buono che meglio starebbe al postribolo...
Grazie dott. Colombo e anche ad alcuni suoi operai uomini che, presi prima dalla vergogna, hanno subito dichiarato che avrebbero sostenuto il presidio delle colleghe ma poi, nascondendo per bene le macchine tra le frasche, hanno preferito entrare alla chetichella a lavoro...

Perché le due notizie sono collegate? Per il semplice motivo che, con le dovute proporzioni stiamo parlando della stessa cosa.
Marchionne fa la voce grossa perché succhiare il sangue agli operai domani non è sufficiente, bisogna anche sentirsi innocenti per il sangue succhiato ieri... bisogna che qualcuno dica alla gente che il cattivo a Mirafiori, Pomigliano, alla Bertone,... non era lui, uomo dal maglioncino candido, ma la FIOM: questi metalcomunisti dalla coscienza sporca, che non hanno capito che il progresso è fatto così.
Amo il progresso alla Marchionne (e alla Colombo) sembra di essere tornati indietro di 150 anni... al padrone che può fare il cavolo che vuole e al degrado che avanza... agli operai che devono dire “Grazie sciur parun” e al padrone che “Pensa a te dalla culla alla bara”...

Questa è la nazione che stiamo preparando? Questo è il post berlusconismo? Questo siamo?
Rispondeteci per favore!

Maurizio Mozzoni, Luca Rodilosso.