domenica 30 settembre 2012

QUELL'ORRIBILE MAUSOLEO A GRAZIANI...negare gli eccidi in Africa.

Rodolfo Graziani

Ogni anno più o meno, qualcuno, insegnante, maestro elementare o quant’altro mi chiede di andare in una classe a parlare della resistenza italiana al nazifascismo, delle deportazioni dei partigiani nei campi di concentramento nazisti,….

Qualche volta chiedo agli insegnanti di poter parlare anche dei crimini di guerra italiani durante le campagne africane, quelle che Mussolini volle per creare l’Impero.

La maggior parte delle volte il solito insegnante zelante mi risponde che non è molto interessato a questi argomenti perché il programma ne parla troppo poco e perché non ha senso mettere troppa carne al fuoco.
Certo, in effetti ricordo che quando ero giovane io, nei libri di storia si spacciava ancora per buona la storiella del buon colono italiano che si distingueva dai compari inglesi e francesi perché amava tutti, laddove gli altri distruggevano, l’italiano portava civilizzazione, scavava canali e costruiva strade.
La mia maestra era convinta che gli etiopi e i somali ancora ci fossero grati per la nostra occupazione.
L'inaugurazione del mausoleo con tanto
di bandiere tricolore come se fossimo
al cospetto di un eroe della Patria
In effetti i nomi di gente  come Rodolfo Graziani non facevano capolino né nel mio sussidiario delle elementari né nei volumi di storia delle medie e delle superiori.
Ci sono arrivato da solo e per gradi a capire che l’occupazione italiana in Africa non è stata altro che un’occupazione sanguinosa e meschina, forse più sanguinosa di altre.
Sapere che il comune di Affile, già famoso per aver inaugurato il busto di Almirante, dedica nientemeno che un mausoleo a Graziani mi inorridisce così come mi inorridisce che nessun politico abbia detto nulla sulla cosa, nemmeno uno, nemmeno il Capo dello Stato che sarebbe il presidente onorario dell’ANPI (l’assiociazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Cosa diremmo se la città di Baden Baden commemorasse con un mausoleo l’illustre concittadino Rudol Hoss, comandante di Auschwitz?


Ci sarebbe la reazione indignata di tutta la comunità mondiale. Sarebbe ovvio, pare che non sia altrettanto ovvio per i nostri assassini.
Orrore per orrore nel sito del comune si fa anche una piccola biografia del massacratore :

il fascistissimo motto "patria e onore"
II Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, figura tra le più amate e più criticate, a torto o a ragione, fu tra i maggiori protagonisti dei burrascosi eventi che caratterizzarono quasi mezzo secolo della storia italiana inclusa tra i due conflitti mondiali; interprete di avvenimenti complessi e di scelte spesso dolorose, Graziani seppe indirizzare ogni suo agire al bene per la Patria attraverso l'inflessibile rigore morale e la puntigliosa fedeltà al dovere di soldato che lo contraddistinsero dall'appartenere alla schiera degli ignobili o alla nutrita categoria dei tanti che perseguirono solo la logica dell'interesse personale.

A torto o a ragione? Graziani seppe indirizzare le sue azioni al bene della patria?
Graziani massacrò centinaia di migliaia di persone, derubò chiese e conventi, comandò eccidi tra i più sanguinosi della storia delle guerre africane tra cui la marcia della morte per oltre 100mila tra uomini, donne e bambini fino alla Sirte, dove sorgevano i campi di concentramento italiani.
Graziani come Badoglio prima di lui utilizzò in barba a qualunque tipo di convenzione internazionale gas come il fosgene e l’iprite su villaggi e città dove abitavano solo civili per “fiaccare il morale dei ribelli”, autorizzò stupri di massa e pulizia etnica.
Graziani non fu una figura discussa della storia come non lo furono i gerarchi nazisti dello sterminio, Graziani fu un porco assassino italiano.
Anche gli italiani ebbero i loro assassini durante il conflitto, basta retorica, basta buonismi, noi abbiamo invaso, occupato, ucciso e mandato a morte, noi eravamo i cattivi e questo è bene non dimenticarlo.
Andrei volentieri al comune di Affile con un piccone e butterei giù quel mausoleo personalmente ma so che sarei arrestato per atti di vandalismo anche se ritengo personalmente che l’unico vero vandalo sia quel sindaco fascista che ha messo quella schifezza al suo posto con tanto di scritta sul frontone di ingresso “Patria e Onore”.
Voglio dirlo chiaro e tondo, gente del genere non ha Onore e vorrei tanto che la piantassero di identificare l’Italia come loro Patria.         

Visto che le immagini parlano più delle parole lascio qui sotto un documento sui massacri degli italiani in Etiopia… a futura memoria.



sabato 29 settembre 2012

LA LETTERINA DI LAVITOLA.



Quando si vuol barare al gioco ci sono delle semplici regole da rispettare, la più evidente è: “non si deve mai giocare grosso con gli stupidi come compari a meno che tu non sia sicuro di avere il completo controllo del banco e delle carte”.
Soprattutto gli stupidi sono vendicativi e sono capaci di mandare in vacca tutto il lavoro di una vita con poche, pochissime mosse.
Il caso della lettera pubblicata da tutti i giornali di stamattina dove Valter Lavitola “ricorda” a Berlusconi punto per punto tutti i favori resi in una vita (è il caso di dirlo visto che tira in ballo anche la spaccatura del PSI e le lagne di Craxi che si sentiva in debito di 6 miliardi con il Biscione) all’associazione per delinquere di stampo mafioso che ha governato l’Italia per vent’anni.
La lettera è vecchia di qualche mese ma il suo valore resta dirompente perché nessuno è mai riuscito nella sua completa idiozia ha mettere nero su bianco un verbale di accusa con tanto di nomi date e cifre nei confronti di Berlusconi, un verbale chiaro e sintetico, venti pagine di cui almeno 10 sono di lagne, e diretto, uno di quei documenti che lo si può dare persino alle signore in fila dal parrucchiere.
Certo, noi che per anni abbiamo dovuto cercare di fare quadrare piccole notizie, che abbiamo dovuto cercare di rendere ragione a strane connessioni internazionali, forse abbiamo sbagliato tutto.
Abbiamo dato agli italiani l’idea che la cosa fosse difficile, che dietro a tutto ci fosse una complicata macchinazione, e invece no! Avremmo dovuto metterla giù diversamente.
Mi domando chi ci avrebbe creduto se uno solo di noi negli anni avesse scritto: “C’è un commerciante di pesce quasi analfabeta che dirige, come premio per aver distrutto completamente il PSI, il giornale dove scrissero Salvemini, Gramsci, Bordiga, Mussolini (che ne fu direttore).
Questo pescivendolo è amico del capo del governo fin dai tempi in cui il capo del governo era amico di Craxi e insieme si sono inventati tutto il marciume italiano, hanno creato holding, hanno salvato criminali, hanno sovvertito gli organi dello Stato, hanno disastrato un paese che una volta era una potenza mondiale e oggi rivaleggia con l’Ucraina”.
Facile e diretto, ma solo qualche anno fa non ci avrebbe creduto nessuno.
La vicenda di Lavitola ha sbaragliato tutti i nostri concetti sul malaffare, sulla politica corrotta, sugli intrighi internazionali.
D’ora in poi non si potrà più scrivere un romanzo di spionaggio senza pensare immediatamente a commercianti di protesi, baldracche di bassa lega, poveracci di varia natura tutti avvinghiati alle ginocchia di un leader morente.
Andiamo a dare un’occhiata nello specifico alla letterina di Lavitola facendo alcune premesse sinottiche.
La missiva, piena di refusi e sgrammaticatissima si divide in tre parti, nella prima, Valter fa la lista completa delle promesse mantenute e non mantenute da parte del Cavaliere, evidenzia come la maggior parte fu disattesa e come lui si senta l’unico a non aver beneficiato dei favori del Principe.
La seconda parte elenca impietosamente tutto quello che il Direttore dell’Avanti! ha fatto per il premier con date nomi e importi di cui si sente debitore o creditore.
La terza parte è una lagna continua che la dice lunga su come uno come Lavitola possa essere pericoloso.

Andiamo con ordine:
Berlusconi, dice Valterino, è in debito con lui e lo stesso cavaliere lo sa e lo ha detto davanti a testimoni

Lei subito dopo la formazione del governo, in questa legislatura, con Verdini e Ghedini presenti, mi disse che era in debito con me e che lei era uso essere almeno alla pari.
Era in debito per aver io “comprato” De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro fatto pervenire a Mastella la notizie della procura di Santa Maria Capua Vetere, da dove da dove erano pervenute le pressioni per il vergognoso arresto della moglie, e assieme a Ferruccio Saro e al povero Cominciali “lavorato” Dini. Ciò dopo essere stato io a convincerla a tentare di comprare i senatori necessari a far cadere Prodi.

Che Berlusconi paghi sempre i suoi scagnozzi è una verità fondamentale, lo dicono tutti.
Certo Valter arrivò a chiedere il conto in un momento un po’ sbagliato, troppi occhi puntati sul governo, soprattutto dopo la defezione di Fini e con le varie P3 e P4 in giro, non era il caso di fare troppo rumore, il governo era attaccato ad un filo e i giornali e lo davano per morto un giorno si e uno no.
Ma il direttore dell’Avanti ha fatto la sua parte e ha ricevuto promesse chiare, B. si è tirato indietro e questo proprio non si fa.
Qui parte l’elenco pedissequo delle promesse non mantenute:

Lei mi ha promesso:
Più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola);
Di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti pressi (sic!) da solo 54.000 preferenze);
di entrare nel cda della Rai;
Che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me;
Di collocare la Ioannucci nel cda dell’ENI
Di nominare Pozzessera, almeno direttore generale di Finmeccanica

Giuro che quando l’ho letto, spiattellato così, nero su bianco mi è venuto un accesso di risate.
Ci manca: “Lei mi ha promesso che sarei diventato governatore di Saturno” e “Lei mi ha promesso un posto in Conclave per l’elezione del successore di Benedetto XVI, da me e Minzolini indicato in mio cugino che fa il tappezziere a Bari”
C’è posto anche per alcuni amici di famiglia la Ioannucci (Claudia) senatrice di Forza Italia che entrerà in effetti nel cda delle Poste ma che aveva mire molto più alte e Pozzessera, altro suo amico che se ne andrà dal suo posto in Finmeccanica a settembre 2012

Berlusconi però non è di parola e Valterino non ottiene quello che voleva, se ne duole ed elenca le prebende che il Cav. gli ha concesso:

Mi ha concesso:
La Ioanuci nel Cda delle Poste (aveva promesso di darle anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non è stato mantenuto);
Il commissario delle Dighe (ruolo inventato da me con Masi quando era a palazzo Chigi).

Ok la partita di giro con la Ioannucci (che inizialmente, sconosciuta all’atto della nomina, viene indicata come giornalista di Repubblica senza che ci sia mai stato a Repubblica nemmeno un omonimo) alle Poste e con incarichi di rappresentanza in quota PdL, ma quello che mi fa più ridere è il secondo punto, il commissario delle Dighe.
Il direttore semianalfabeta di un giornale e quello che diventerà il peggior direttore generale della Rai si incontrano a Palazzo Chigi una mattina e si inventano, non si sa come, una carica inutile e del tutto nuova atta a fare non si sa ben cosa alle dighe italiane, per la cronaca il commissario che deve “supervedere” le dighe italiane si chiama Guercio e percepisce il solito super stipendio senza sapere nemmeno che cavolo fa visto che l’Italia è andata avanti con tutte le sue dighe al loro posto per 160 anni senza sentire il bisogno di questo ruolo.
Comunque il commissario ha anche un ufficio tecnico che lo assiste, in tutto una decina di persone.
Questo per fare un favore a un tizio in debito con il Boss, sembrerà poco ma sono comunque soldi nostri.

Certo non è molto in confronto alle promesse, Valter è amareggiato.
C’è gente che ha ricevuto di più, molto di più soltanto agitandosi per qualche ora sul palo della Lap dance nella sala de Bunga Bunga, lui invece mica si è dato alle decadenti gioie del regime, si è fatto un discreto mazzo in giro per il mondo e in Italia.
Ho cercato in lungo e in largo per 4 anni uno che nel “Governo del Fare” facesse davvero qualcosa e ce lo aveva a portata di mano, Valterino a stare a quello che dice lui è un asso.

Io, non Chiara Moroni, spaccai il piccolo PSI quando lei non candidò di Martelli e De Michelis

Cosa per la quale crede di meritare una medaglia, il PSI, il più antico partito d’Italia era ormai ridotto al nulla dopo le inchieste e l’arresto di Craxi e l’amico Valter lo uccide completamente, vantandosene con oltre 10 anni di ritardo.

C’è Panama, c’è Santa Lucia.
Questo viaggiare in lungo e in largo per i mari del sud per incastrare Fini (con buona probabilità on soldi pubblici ma non è nemmeno la parte più grave).
In questo periodo Lavitola si spende come non mai, corre dai suoi contatti produce documenti, fa uscire articoli sempre più aggiornati, costruisce un castello di carte a cui è difficile credere ma che hanno il potere di spostare almeno per un po’ l’asse dell’attenzione nazional popolare dai guasti berlusconiani ai 54 metri quadri di Fini, no della moglie, no del cognato, no dell’amico,… dalle parti dei Grimaldi.
Qui, Valter la mette chiara, ci ha pure rimesso del suo, e poi la storia è intricata perché per cercare di rendere credibile la cosa si è dovuto rivolgere al presidente di Panama e a quello di Santi Lucia che alla fine ci hanno guadagnato più di lui che, si capisce è il deus ex machina della faccenda:

La nota spese è la seguente
400/500.000 euro (non ricordo) per il rimborso spese per la “casa di Montecarlo” dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinella ha contribuito con 150.000€, oltre che il volo privato da Panama a Roma quando le portai i documenti originali di Santa Lucia.[…]
Lei ha regalato a Martinella 100.000€ (forse meno), di diritti televisivi.

Ci sarebbe anche altro, Finmeccanica, con a capo della divisione commerciale proprio quel Pozzessere che nei sogni di Valter avrebbe dovuto diventare Direttore Generale, regala sei pattugliatori costruiti nei cantieri navali Fincantieri al piccolo stato centroamericano inserendo il regalino in un decreto d’urgenza per il rifinanziamento delle missioni umanitarie e militari all’estero.
Le sei navi servono a mettere in sicurezza l’ingresso e l’uscita del Canale di Panama, da cui passa il 75% della ricchezza del paese, soprattutto in armi e droga.
un pattugliatore classe Diciotti di Finmeccanica
identico a quelli regalati a Panama


Non solo, nel 2010 parte la lucrosissima (per loro) collaborazione di Poste Italiane con Poste Panamensi, qui pare che ci siamo impegnati a fornire alle poste del lontano paese dei mari del sud know-how informatico (in soldoni computer), loro non ho capito cosa abbiamo fornito a noi, forse francobolli con banane? Guarda un po’, chi c’è nel cda delle Poste?
 
Nonostante questo B. resta avaro di aiutini e, anzi molla Valterino solo quando ne ha più bisogno, addirittura lo definisce mafioso e questo proprio a lui non va.
 Comunque leggere che lei mi accomunava ad un mafioso […] mi ha fatto molto male e ha rischiato d’avvero(sic) di farmi impazzire.
  
Su una cosa possiamo dare ragione a Valterino:
Lei[…] ha difeso a spada tratta Verdini, Brancher, Previti, dell’Utri, Bertolaso e Cuffaro (solo i primi che mi vengono in mente da accuse ben più infamanti delle mie.

Lui al confronto con quattro mafiosi, uno che si arricchisce sulla morte e le disgrazie degli itlaliani e gente del genere non può certo che fare brutta figura.
L’affare P4 è dietro l’angolo ma anche qui Lavitola insiste nel mettere in chiaro le sue responsabilità, per cosa lo accusa l’opinione pubblica italiana e per cosa B. gli ha tolto il saluto?

P4: per avere insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno permesso di salvare Bertolaso (glielo può chiedere), ci ha coperti nell’indagine sull’acquisto dei Senatori, ha dato una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Casentino, ha eliminato alcune foto che La vedevano ritratto assieme a Bassolini e alcuni mandanti della camorra per la vicenda dei rifiuti[…]  

Il maresciallo La Monica
In effetti, che altro voleva Berlusconi da La Monica e Valterino infilargli una scopa nel sedere e farsi ramazzare la stanza del Bunga Bunga?

Povero Valterino, una sola cosa non ha capito il nostro commerciante di pesce.
Nelle storie da basso impero vincono sempre e solo i personaggi che stanno al loro posto e non quelli che ad un certo punto si mettono a fare a gara a chi fa più intrighi internazionali e cose del genere.
Il vero problema di Valter è quello di aver cercato di giocare a poker senza aver capito bene chi era il pollo al tavolo.
La regola fondamentale del poker è: se dopo venti minuti non hai ancora capito chi è il pollo, il pollo sei tu.
Ora questa letterina scatenerà un piccolissimo terremoto e magari costringerà B. a stare zitto per un altro mesetto, ma certamente tornerà.
Tornerà, come abbiamo pronosticato, con i soliti argomenti da avanspettacolo (via le tasse, via Equitalia, via dall’Euro se necessario) e gli italiani gli voteranno ancora perché dall’altra parte non ci saranno alternative valide.
E lui, Valter commerciante di Pesce, resterà dov’è, in galera, per poi essere dimenticato da tutti.
Verrà fuori così un altro Valter, un altro Giampi, un altro Letizia, un’altra Minetti.
La ruota non si arresta, sono i piccoli ingranaggi che servono all’opera che gira gira, vengono arrestati.    

martedì 25 settembre 2012

LE DISERZIONI DI BERLUSCONI... tutti scontenti a parte La Russa

Tutti sanno che ho una fissa per l’ex ministro della difesa, l’uomo di ferro del governo Berlusconi, il federale di Milano in pectore, Ignazio Benito Maria “bomba a mano” La Russa. Da grande avvocato qual è il nostro è un genio a rivoltare la frittata, un grande della comunicazione al contrario, uno che se un poliziotto spacca la testa a un militante durante un corteo chiede a tutti: “Ah ma non avete cuore per lo sforzo ginnico del poliziotto?” Uno che se 10 militanti di estrema destra accoltellano tre ragazzini davanti ad una scuola invoca subito il legittimo sospetto: “Perché si sa che ai giovani comunisti piace saltare sulle cose a punta” Ieri il nostro ha toccato nuovi vertici di follia delirante alla festa degli ex giovani fascisti romani: Atreju. Spieghiamo per i molti che non sanno che cavolo sia sta cosa che negli ultimi anni vuole passare per una kermesse politica, che Atreju perché ai fascisti piace saccheggiare a sproposito l’immaginario Fantasy, quando penso che la storia infinita era uno dei miei libri preferiti da bambino mi viene da piangere era la festa dei giovani fascisti di Azione Giovani, il movimento dei giovani di Alleanza Nazionale, prima del movimento sociale. Si chiama Atreju, l’eroe del libro di Michel Ende che combatte contro l’avanzare del Nulla, perché ai fascisti piace saccheggiare a sproposito l’immaginario Fantasy, quando penso che la storia infinita era uno dei miei libri preferiti da bambino mi viene da piangere. Da 15 anni a settembre si celebra questo ritrovo per i pochi aderenti a questo gruppetto. La grande madrina dell’evento è Giorgia Meloni detta la Ministronza, simpatico rigurgito neofascista che grazie ai buoni auspici berlusconiani riuscì pure a ricoprire la carica di “Ministro dei giovani”, nel periodo in cui la disoccupazione giovanile toccava il 35 per cento (ma non è stata colpa sua come ministro non cacciò fuori manco mezza proposta nella convinzione che se non fai nulla non sei colpevole di nulla). Berlusconi per compiacere la sua bambina, come l’aveva definita anni fa, faceva la sua apparizione fissa alla manifestazione e buttava battutine idiote ai ragazzi parlando di amenità varie. Quest’anno, per la prima volta, non s è fatto vedere. Con due ore di preavviso manda forfait e dice ai suoi che è impossibilitato. Certo, diranno i più, con quello che è successo ieri in Lazio l’ultima cosa che può interessare a Berlusconi è andare a fare la parata dalle parti di Atreju a raccontare barzellette a un centinaio di giovincelli dell’alta borghesia romana. Sarebbe comprensibile, invece, La Russa, intervenuto in serata spiega la verità. Berlusconi non si è presentato, ma la colpa non è sua, la colpa è dei giornalisti. “Non è più come una volta, tuona Ignazio, che un giornalista ti faceva la domanda, tu non volevi rispondere e dicevi qui non rispondo e basta, adesso ti inseguono anche per trecento metri per rifarti la domanda, questo non è giornalismo è maleducazione” Ci sarebbe da rispondere che lui non è un politico è uno che della sua maleducazione ha riempito una carriera. Ma al di là della facile ironia, mi domando a che giornalismo di una volta si riferisce l’amico Ignazio, quello dei tempi del Duce forse, perché per quello che ne so io.

http://video.corriere.it/atreju-berlusconi-dove-sei/7816c466-ff18-11e1-ac8a-69b762be71b6 

 Le solite inutili bassezze e falsità: La Russa sa che il problema quando c’è in giro Berlusconi non è fare domande alle quali comunque non gli ho mai sentito rispondere, semmai il problema è arrivare abbastanza vicino tanto da vederlo, nascosto com’è da polizia carabinieri e pretoriani personali. Normalmente queste idiozie servono a blandire la folla televisiva, ma qui il capo è a casa sua e rendere per il fondello i suoi non va bene. Il vero problema è semmai un altro, la leadership sta sfuggendo di mano al nostro in modo piuttosto impietoso, di fronte alle spinte al rinnovamento che giungono dai competitor i giovani stavolta non avevano voglia di sentire le solite barzellette sui comunisti, semmai avevano voglia di chiedere soprattutto di dire che volevano le primarie per le prossime elezioni. Qui Bomba a Mano fa il suo capolavoro: “Vabbé le primarie sì, ma tanto se c’è Berlusconi è un puro esercizio perché tanto vince lui” Subito dopo La Russa si spreca al solito, con la sua miglior performance, davanti a lui una decina di telecamere e nemmeno un giornalista, lui subito lo chiede perché non si sa mai: “Giornlisti?” Poi arriva il giornalista del Fatto a fare una domanda e lui con i solito tono da ventennio: “Chi sei?”. E alla unica e sola domanda la risposta è un fassistissimo: “ZITTO!”


Abbiamo già spiegato che questa cosa delle domande prende i nostri politicanti del tutto impreparati, ormai le televisioni per risparmiare mandano agli eventi solo un cameraman e al massimo un micorofonista, il giornalista aspetta in studio e fa il montaggio audio, la RAI ha candidamente ammesso che in questo modo si risparmia fino al 25% del budget relativo all’informazione, credo che ci sia anche un calo del 60% dell’informazione tout court ma purtroppo la RAI non fa di questi passaggi. Resta da sciogliere il nodo Ignazio. Di fronte a una paltea che chiede rinnovamento, non vale la pena di tirare fuori le stesse trite e ritrite scuse da basso impero, anche perché il loro intermezzo comico è finito, è durato vent’anni ma è finito, sarebbe stato più bello dire: “Ragazzi, il Presidente ha dei problemi molto grossi e non può venire”, sarebbe stato anche meglio ammettere che una regione stava crollando per via delle cozze pelose e dei resort da 15000 euro e che in quel momento il vecchio satrapo non aveva proprio nessuna barzelletta in canna ma sarebbe troppo. Io resto sempre dell’idea che ogni tanto questi personaggi del ventennio (l’ultimo ventennio non quello precedente) dovrebbero essere epurati ma purtroppo non è quasi mai così. Ormai lo hanno capito pure i giovani del loro stesso partito, tirino le somme. La democrazia ai tempi di Mussolini era molto più facile, semplicemente non c’era.

domenica 23 settembre 2012

I SERVI ASCOLTANO... Monti e compagni si prostrano a FIAT


Sono convinto che in una discussione tra pari ci sia un modo evidente, una regola urea, per capire chi comanda e chi subisce, semplicemente chi comanda chiede e chi subisce obbedisce.
La regola ha poi tutta una serie di sfaccettature, c’è chi chiede e deve metterci tempo ed energia per farsi obbedire, c’è chi comanda e il comandato obbedisce e basta e poi c’è la terza possibilità, quella del padrone e dei servi, cioè il servo viene a chiedere ordini prima ancora che il padrone senta la necessità di darne.
Il caso italiano ricade nella terza tipologia.
Ieri l’AD di FIAT (quello che comanda) e una pattuglia di ministre e sottosegretari del governo “tecnico” hanno avuto un incontro a porte chiuse di 5 ore dove Marchionne ha detto tutto quello che doveva dire, e i signori Monti, Fornero, Barca, Catricalà e Passera, hanno ascoltato e preso appunti per poi obbedire nei prossimi giorni.
Fuori, come si conviene a chi non è manco considerato umano gli operai, nel senso dei sindacati e nel senso degli operai della IRISBUS di Valle Ufita e di Pomigliano d’Arco.
Una nota a margine, quei lavoratori sono quelli che hanno capito davvero tutto, mario monti dovrebbe incontrare loro a porte chiuse così magari gli spiegano che valore hanno le promesse di uno come Sergio Marchionne. So che è una cosa impossibile, i politici hanno paura da sempre di incontrare la gente e questi nello specifico non sanno neanche che esiste, la gente.
“Ci si domanda che cosa si siano detti per 5 ore” Si chiede Maurizio Ladini (segretario Fiom).
Io credo di saperlo.
Hanno discusso di niente.
Hanno preso in giro per l’ennesima volta un paese che è talmente impaurito e stordito che non sa neppure più da che parte guardare, tanto dovunque guarda c’è solo cenere e maceria.
Le parole di Marchionne sono di una semplicità devastante, Repubblica, il Corriere, La Stampa, il Messaggero e chi più ne ha ne metta dovrebbero semplicemente titolare: “Marchionne: resto in Italia per non produrre un cazzo e succhiare ancora soldi”, se non lo fanno è semplicemente perché non sono interessati a scrivere la verità.
In sintesi ieri l’AD ha detto al capo del governo di QUESTA NAZIONE, vi ho fregati con la storia della Fabbrica Italia ma ora come ora (e quando mai) non ci sono le condizioni specifiche per farla partire, inoltre voglio altre garanzie sulle mie possibilità di movimento per prendere tutto il banco e non pagare mai un centesimo, inoltre non dovete chiedermi nessuno risultato, anzi mi dovete cacciare qualche miliardo di euro perché in Brasile hanno fatto così.
A queste richieste il capo del governo, che continuo a ribadire è il Governo di Questa Nazione e non la camera di compensazione di Confindustria atta a scaricare i disagi degli industriali su un popolo arrivato letteralmente alla frutta, a queste richieste dicevamo, il Governo Monti ha risposto un sincero e corale OBBEDISCO.
Questo servirà a Marchionne per domani e per tutta la settimana prossima a vedere le sue stock option volare in borsa, e a fare ancora un po’ di notizia che influisce positivamente sui trend internazionali.
Cosa ha messo sul tavolo Monti per fare vedere al suo padrone che l’Italia vuole fare la sua parte: l’intero statuto dei lavoratori, quello che secondo il premier delle Banche è la vera causa del declino Italiano, per caso?
Ovviamente nessuno si sta facendo da mesi la domanda chiave: ma le macchine in Italia chi se le compra più?
Con la benzina a 2 euro al litro (il 60% sono tasse) con gli stipendi che si contraggono, con la gente senza lavoro, ma chi se la permette più una macchina? E visto che questo è il trend mondiale (almeno in occidente) perché Marchionne ha deciso di chiudere proprio la IRISBUS che produceva gli autobus che venivano acquistati tra l’altro a Milano, Roma, Napoli e in altre città italiane ed estere?
Ieri come dicevamo i lavoratori di Pomigliano (vi ricordate la loro vicenda?) e di Valle Ufita, stavano fuori dal parlamento, Repubblica che ha riempito pagine intere con il nulla, visto che l’incontro era a porte chiuse e senza sindacati non sappiamo che cavolo si siano detti, non ha mandato nemmanco uno stagista a fare un articoletto su questi operai che il grande industriale sta mettendo alla fame dopo averli illusi che le cose sarebbero andate per il verso giusto se solo avessero deciso di abdicare completamente i loro diritti.

Adesso siamo al secondo giro di boa… stiamo a vedere, non sarà bello… questo è sicuro.    

venerdì 21 settembre 2012

"CAZZI NOSTRI"... quelle spese segrete dei consiglieri regionali


Ho un amico disperato.
Qualche tempo fa si vide recapitare da Equitalia la solita letterina che tanto ormai, credo, abbiamo ricevuto tutti.
Gli si contestava una contravvenzione non pagata, tra diritti di mora, e altre tasse la multa ammontava a 350 euro, il mio amico proprio non ricordava la contravvenzione ma, dato che si diceva che il verbale era stato elevato quasi quattro anni prima e che in quel periodo il mio amico era sotto pressione per una serie di vicende personali, per evitare problemi assai più gravi, decise di pagare la contravvenzione fantasma senza batter ciglio.
Il palazzo del Faraone Lombardo... ovvero il palazzo
della regione Lombardia
Errore. Equitalia di lì a poco cominciò a scaricargli addosso l’equivalente in carta della portata del Po in piena. Canone RAI non pagato, Tasse, Bolli auto.
Tutte queste contestazioni erano più o meno false, quelle che regolarmente, una volta prodotte all’agenzia le ricevute e le fatture vengono derubricate come errori nei sistemi (ci sarebbe da capire quanto terrorizzare la gente in questo modo sia legale, il mio amico non è debole di cuore ma sua moglie ha rischiato l’esaurimento nervoso).
Una sera, a cena dal mio amico questo mi disse: “Vivo schiavo delle ricevute, non butto via più nulla, ho più faldoni io dell’anagrafe di Milano, ma è l’unico modo per sopravvivere, perché la volta che ti beccano scoperto sei fottuto”
Questo nella casa di un normale impiegato con due figlie piccole.
Pare che alla regione Lazio e al Pirellone le cose non vadano assolutamente così.
I soldi di finanziamento e le spese varie possono essere tranquillamente messe a verbale con voci generiche: Rappresentanza, consulenze, ma anche il mitico Spese varie e nessuno è tenuto a fare vedere le fatture e le ricevute..
Va ricordato che quei soldi sono anche il frutto delle tasse mie, vostre e del mio amico che non butta più via manco lo scontrino dell’esselunga per paura di venire colto in fallo e fucilato dalla prossima lettera di Equitalia.
Oggi su Repubblica, sul Fatto Quotidiano, sul Corriere, sulla Stampa e pure su alcuni giornali stranieri vengono fuori le solite storie sullo sperpero di denaro pubblico nelle varie regioni e soprattutto, (il fatto quotidiano) su argomenti meno semplici ma che mi provocano certamente più rabbia sulla negligenza a fare vedere i conti da parte di tutti i partiti del benamato Arco Costituzionale.

“Qui non siamo mica alla Regione Lazio, loro sono 71 noi 80 ma a Roma hanno un bilancio di 98 milioni e noi un terzo di meno. E poi noi teniamo tutte le ricevute, le fatture e gli scontrini per cinque anni come dice la legge. Se vuole le mostro tutte le tabelle”. Grazie, le abbiamo, a questo giro vorremmo vedere le fatture. “Non esiste proprio,  io non tiro fuori un bel niente, ci sono cose che sono riservate, personali. Magari dovrei dirvi anche dove va a cena questo e quel consigliere, cosa mangia e quanto spende… Roba da matti, io non voglio grane e senza l’autorizzazione di tutti e 29 i colleghi non faccio vedere un bel niente”.  (Paolo Puccitelli capogruppo PdL in regione Lombardia)

Tenete le fatture? “Certo che teniamo tutto, è in un faldone ma non tengo a mente tutte le spese. Se vuole le mostro il bilancio”. E ci risiamo. Che ne dice invece di farmi dare una sbirciatina alle ricevute? Così, giusto per provare il brivido del proibito… “Eh no questo no, non andiamo in giro a distribuire i conti facendoli vedere a questo e a quello. Come i consiglieri gestiscono le loro spese è una scelta discrezionale” (Stefano Tosi – gruppo PD)

Stefano Galli della Lega Nord invece in puro stile “orgoglio Padano” fa fare bella figura a tutti i suoi: “Come spendiamo i nostri soldi sono cazzi nostri. Arrivederci”


Il palazzo degli Dei dell'Olimpo
ovvero il palazzo della regione Lazio
Ora, io non sono tra quelli che tuona contro la politica e che fa di tutta un’erba un fascio ma visto che sono soldi miei e visto che scopro che il PD nella mia regione (dove pago lo stipendio io a lorsignori) ha speso 120.000 euro in consulenze nel 2011 vorrei che questi fossero molto più precisi.
Anche perché non capisco che tipo di consulenze debba pagare un partito che sta all’opposizione, non dico che siano consulenze sbagliate ma voglio sapere che tipo di consulenze sono.

Per rispondere a Galli, come spendono i miei soldi sono Cazzi miei, visto che il suo partito negli anni ha speso più per dare una degna istruzione al Trota che per governare Verona.

Intanto sulla sponda romana le domande sono sempre le solite: “La Polverini sapeva, no non lo sapeva, ma qualcuno glielo deve aver detto”
A parte il fatto che continuo a domandarmi come mai continuiamo sempre a eleggere persone con tali e tanti problemi cognitivi, da non accorgersi che tutti sotto di loro guadagnano il triplo di quanto dovrebbero.
Ma questa gente pensa davvero di avere a che fare con dei fessi? Ma quando la signora Polverina è andata alla festicciola tipo dei dell’Olimpo del suo neo-eletto, che pensava di essere a Gardaland?

Il problema è assolutamente nel sistema, è tutto un sistema che si è infettato al punto da non essere più sostenibile, da non fare più il proprio lavoro.
Negli anni ottanta ci si scandalizzava perché Gianni De Michelis passava le sere in discoteca, tanto da chiedersi se uno così potesse fare il ministro, oggi permettiamo a gente come la Polverini e Formigoni di prenderci per il culo in questa maniera?
Oggi permettiamo a partiti di dirsi onesti e di non fargli le pulci fino all’ultimo centesimo.
Quando comincia a fare politica, nelle sezioni del PRC erano pochissimi coloro che volevano fare i tesorieri. Era un calvario, ogni singolo militante chiedeva conto di ogni singola tessera, di ogni singola donazione, voleva vedere tutti i rendiconti.
Una volta vidi una litigata di mezz’ora per una fattura per alcuni spot su Radio Popolare.
Oggi tutto questo è davvero scomparso? Inghiottito nei mille partiti di plastica del “post” Berlusconismo.

Attenzione, qualche tempo fa avevamo scritto che via il Biscia sarebbero venuti a galla i veri problemi, Berlusconi ha fatto da collettore e da parafulmine per molti anni ma il suo sistema è ancora tutto lì, e tutti ne fanno parte.
Attenzione quello che è creato da uno come Berlusconi (e questo sistema è un marchio registrato Arcore) non ha nessuna sfaccettatura positiva.
Sarebbe come se una volta fucilato Mussolini il PNF fosse tornato in tutto il suo splendore dicendo: “Ora siamo nuovi e migliori”.
Qui non c’è novità, c’è odore di carogna, sarà arrivato il momento di fare pulizia?    

giovedì 20 settembre 2012

CLINI, UN MINISTRO DI PIOMBO.


Il ministro Clini dice che è necessario “Andare con i piedi di Piombo” sui dati che i Verdi hanno fatto circolare sull’incidenza dei fatti tumorali nelle Adiacenze dell’ILVA di Taranto e che "Serve responsabilità, occorre verificare causa-effetto".
Perché in effetti, dice Clini non è che bisogna dare tutta la colpa all’ILVA, l’area di Taranto è fortemente industrializzata.
Vorrei chiedere al ministro se, per caso, se la sente di predere una casa in affitto dalle parti del quartiere Tamburi di Taranto, oppure dalle parti di Taranto vecchio, ma non solo, mi chiedo se il ministro se la sente di affittare casa in tutti i paesi dell’entroterra tarantino a favore di vento dove i cascami dei metalli lasciati ad ossidare all’aria aperta hanno prodotto incidenze tumorali pazzesche nella popolazione.
A volte basterebbe l’umiltà di tacere e la capacità di ascoltare.
Io l’ho fatto, e questo mi mette un gradino sopra al ministro Clini, per molti anni, nelle zone del tarantino.
Ho ascoltato, ho visto e mi sono lasciato guidare dagli abitanti.
Ricordo per esempio uno scherzo, di un amico di un paese vicino che studiava e oggi lavora a Milano, quando arrivai la prima volta, ignaro alla stazione di Taranto mi disse: “La vuoi vedere l’attrazione più importante della città? Si chiama la strada rossa”
Io pensavo a qualche particolare attrazione turistica Magari legata alla millenaria storia greca della città, invece il mio amico mi portò nella periferia, sulla strada che costeggiava il quartiere Tamburi, a ridosso delle montagne di materiale ferroso per gli altoforni.
Tutta la strada era color ruggine, l’asfalto, il new jersey di cemento, le facciate delle case, gli scheletri degli alberi morenti. Era una giornata di vento e il mio amico mi pregò di tenere i finiestrini dell’auto ermeticamente chiusi. Arrivati a casa sua ne capii il motivo, mi fece passare il dito sulla carrozzeria dell’auto (che era grigio metallizzato), mi guardai le dita: erano rosse.
“C’è gente che respira questo veleno per anni” mi disse e scrollando le spalle continuò: “Poi muore, e non gliene fotte più niente a nessuno”.
Il prezzo che queste zone d’Italia hanno pagato ad un’industrializzazione folle e completamente deregolamentata si conta sulle lapidi dei cimiteri.
Non c’è una famiglia senza almeno un paio di morti di cancro a generazione, non c’è un ragazzo che non possa raccontare di un compagno di scuola o di un amico morto di tumore.
È l’industria pensata per il meridione d’Italia, lavora o muori di fame, ma anche se scegli di non lavorare all’ILVA muori lo stesso, questo è il progresso che a misura di sud.


I dati sulle incidenze tumorali erano difficili da incrociare, lo sono sempre stati  e sul fatto che bisogna approfondire devo dare ragione al Ministro dell’ambiente. Ma il fatto che bisogna davvero approfondire è il perché qualcuno ha manovrato in segreto per anni proprio per evitare che giornalisti, comitati ed esponenti politici onesti potessero mettere le mani su questi dati.
“Se uno volesse denunciare Riva” mi disse un giornalista di Lecce nel 2006: “magari con un bell’articolo facile sui morti a Taranto, non troverebbe nessuno disposto a pubblicare la storia e anche se te la pubblicassero il giornale si dissocerebbe immediatamente e ti lascerebbe solo come un cane a farti sbranare dagli avvocati dell’ILVA, non vale la pena”. 
Il ministro Clini è colpevole come è colpevole ogni ministro dell’ambiente (di destra e di sinistra) che lo ha preceduto, perché in Italia il suo ministero non serve assolutamente a nulla, non è mai servito a nulla e, in definitiva non servirà mai a nulla, perché in Italia l’unico ambiente di cui si vuol fare l’interesse è quello politico – imprenditoriale in aria di mafia che ha retto il paese da sempre.
Oggi pur di difendere le manovre sporche di Riva si tira fuori l’inattendibilità dei dati, il bisogno di ricerche più accurate, di una sinossi delle cifre più minuziosa.
Tutti si affettano a difendere uno che si difenderebbe benissimo da solo, o forse proprio perché uno come Riva è meglio che non si difenda da solo, perché magari tira fuori tutte le carte che si tiene in archivio, magari spiega quello che succede quando la più grande acciaieria statale d’Europa passa di mano a un imprenditore privato, e questo non fa bene a troppi politici, meglio mettersi dalla sua parte.
Nel 1954 un fumatore della Florida accusò le multinazionali del tabacco di avergli fatto venire il cancro, da allora le denunce si sono moltiplicate in tutto il mondo, sapete quale strategia difensiva hanno usato le varie marche di sigarette (e in parte ancora usano)?
Non c’è completezza nei dati, alcune cifre si contraddicono, bisogna guardare le condizioni di causa ed effetto sui fatti tumorali…
Solo nel 1997, 43 anni dopo la prima denuncia, le major americane delle sigarette rinunciarono a questo tipo di difesa ritenuto controproducente.
Il ministro dell’ambiente ha i mesi contati, non ha tutti questi anni per capire che la negazione non è un buon metodo per affrontare la rabbia e l’indignazione.

Potete trovare i documenti a questo link http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/09/20/news/tumori_taranto_ilva-42904221/

giovedì 13 settembre 2012

ITRE PAGLIACCI DI GIORNATA... Marchionne, Monti, Renzi


Ooops… scusate ci eravamo sbagliati.
La vita del povero Marchionne nell’ultimo anno deve essere diventata durissima.
Certo partire facendo la parte del leone, osannato da tutti come il nuovo capitano d’industria, il salvatore dell’impero, colui a cui tutti dovremmo guardare con reverenza e rispetto e finire a essere citato solo da Renzi e pure da lui con un po’ di timore non è bello.
Certo dei dati positivi ci sono anche per lui, menomale.
L’italiota è abituato a tutto e ha la memoria corta, poi, come diceva mio nonno a forza di farsi prendere per il culo uno comincia ad abituarsi alla sensazione…
Comincio a credere che l’Italia sia un paese che si può fotografare più facilmente con la lente di ingrandimento delle truffe e dei raggiri con cui il popolo viene sistematicamente addomesticato che non con il PIL o con lo spread.
Diamo un’occhiata alla giornata odierna che pare essere paradigmatica del modo di procedere del potere nella repubblica dello gnocco fritto.
Prima di tutto il signor Monti premier per grazia ricevuta che ha il merito di averci fatto rivedere un tremore emozionale dalle parti della segreteria nazionale CGIL quando ha avuto il candore di dire che se il paese ha dei problemi questo è colpa degli operai che con tutti questi cavolo di diritti (addirittura il diritto di sopravvivere) hanno creato tutti i problemi di questo paese.
"Alcune sue disposizioni, ispirate a un intento nobile di difendere i lavoratori hanno determinato un'insufficiente creazione di posti di lavoro" ha affermato il premier, che ha puntato l'indice contro lo statuo dei lavoratori (Repubblica).
Prego ogni lettore di fare attenzione all’idiozia della frase… facciamo un esempio matematico: il signor Rossi grazie a leggi come l’art.18 e simili ha potuto entrare in fabbrica all’età di 18 anni e lavorare fino al pensionamento avvenuto all’età di anni 55 anni con 35 anni di contributi; tutto ciò è male, molto male, malissimo. Se non ci fosse stato lo statuto dei lavoratori il signor Rossi avrebbe lavorato fino a 35 anni e poi sarebbe stato licenziato e sarebbe stato assunto il signor Bianchi e una volta licenziato anche lui si poteva assumere il signor Verdi, in effetti l’art. 18 ha diminuito il turn over e abbassato le quote di lavoratori per un singolo posto del 30%.
Che cosa cazzo facessero e come mangiassero poi il signor Bianchi, il signor Rossi e il signor Verdi quando erano disoccupati non è un problema nostro perché qui stiamo facendo matematica pura e non sociologia.
E si, quelli che scrissero quella legge terroristica di stampo leninista che è la legge 300/70 detta anche “statuto dei lavoratori” è proprio da stigmatizzare.
Poi il campione degli industriali predatori all’italiana, l’italo canadese dal pugno di ferro che dice che le promesse fatte nel 2010 all’epoca del famoso “O firmi o chiudo baracca e burattini” non le può mantenere… intendiamoci noi altri comunistacci avevamo detto sin da subito che tanto non le avrebbe mantenute le sue promesse, avevamo pure i grafici che dicevano che erano fesserie campate in aria, ma non ci ha creduto nessuno e siamo stati derisi per un bel po’, mi ricordo che qualche sindacalista della CISL mi disse di andare a fare il mio lavoro in Polonia che lì sentivano il bisogno di uno come me… adesso vorrei chiedere a Bonanni di farmi fare un giretto per la Fabbrica Italia, sono disposto anche a pagare il biglietto, però guida lui.
Il terzo pagliaccio in ordine di importanza è il signorino Renzi che nel giorno in cui si propone come premier dal 2013 al 2037 (lo ha detto sul serio non scherzo) chiede ai votanti PdL di scegliere lui alle primarie… poi alle elezioni vere tornino a votare Alfano o Berlusconi ma per adesso facciano vincere lui.
Tanto non ci si deve preoccupare con lui si va sul sicuro, c’è continuità con il PdL… idee non ne ha, ha solo la voglia di giocare anche lui.
Renzi mi pare come quei bambini che corrono dalla madre a dire: “Mamma non mi vogliono fare giocare, mi lasciano sempre in panchina perché sono più piccolo” la mamma corre al campetto e dice al fratello più grande: “Fate giocare anche Matteino che se no piange, ve la prendete con lui perché è il più piccolo”
E il fratello: “Ma mamma non è per quello, è che non sa giocare, l’ultima volta che ha giocato lui abbiamo perso 18 a zero”
“Si ma lui è piccolo e piange più forte”
Quali sono le idee di Renzi? La sua strategia? Le sue politiche di alleanze una volta fosse eletto? BHO
Non lo sa nessuno, manco lui e forse non è importante. I suoi avversari non sono migliori.
Il fatto è che il sindaco di Firenze è uno che la pensa più come Casini e Alfano che come l’elettore tipo del PD, ma che vuole a tutti i costi dare al PD un segnale di “svecchiamento”, che significa svecchiare la sinistra? Scimmiottare la destra.
Altre bugie, altre truffe.
Io ricordo che ai tempi della Fabbrica Italia lui era quello che diceva: “Con Marchionne senza se  e senza ma”
Ore gli vorrei mettere io i “se” e i “ma” faccio così: “MA SE stavi con Marchionne allora e SE oggi Marchionne ha detto che le sue promesse servivano solo a fare fuori i sindacati per licenziare meglio gli operai quando è servito, MA non è che SE un operaio ti incontra per strada e ti fa un culo come una capanna ha le sue ragioni?”
Comunque non mi preoccupo, nel nostro bel paese di fessi anche Renzi ha diritto al suo bel posto al sole, poi dopo facciamoci tutti i nostri ragionamenti e i nostri pianti isterici… sempre dopo.