martedì 25 settembre 2012

LE DISERZIONI DI BERLUSCONI... tutti scontenti a parte La Russa

Tutti sanno che ho una fissa per l’ex ministro della difesa, l’uomo di ferro del governo Berlusconi, il federale di Milano in pectore, Ignazio Benito Maria “bomba a mano” La Russa. Da grande avvocato qual è il nostro è un genio a rivoltare la frittata, un grande della comunicazione al contrario, uno che se un poliziotto spacca la testa a un militante durante un corteo chiede a tutti: “Ah ma non avete cuore per lo sforzo ginnico del poliziotto?” Uno che se 10 militanti di estrema destra accoltellano tre ragazzini davanti ad una scuola invoca subito il legittimo sospetto: “Perché si sa che ai giovani comunisti piace saltare sulle cose a punta” Ieri il nostro ha toccato nuovi vertici di follia delirante alla festa degli ex giovani fascisti romani: Atreju. Spieghiamo per i molti che non sanno che cavolo sia sta cosa che negli ultimi anni vuole passare per una kermesse politica, che Atreju perché ai fascisti piace saccheggiare a sproposito l’immaginario Fantasy, quando penso che la storia infinita era uno dei miei libri preferiti da bambino mi viene da piangere era la festa dei giovani fascisti di Azione Giovani, il movimento dei giovani di Alleanza Nazionale, prima del movimento sociale. Si chiama Atreju, l’eroe del libro di Michel Ende che combatte contro l’avanzare del Nulla, perché ai fascisti piace saccheggiare a sproposito l’immaginario Fantasy, quando penso che la storia infinita era uno dei miei libri preferiti da bambino mi viene da piangere. Da 15 anni a settembre si celebra questo ritrovo per i pochi aderenti a questo gruppetto. La grande madrina dell’evento è Giorgia Meloni detta la Ministronza, simpatico rigurgito neofascista che grazie ai buoni auspici berlusconiani riuscì pure a ricoprire la carica di “Ministro dei giovani”, nel periodo in cui la disoccupazione giovanile toccava il 35 per cento (ma non è stata colpa sua come ministro non cacciò fuori manco mezza proposta nella convinzione che se non fai nulla non sei colpevole di nulla). Berlusconi per compiacere la sua bambina, come l’aveva definita anni fa, faceva la sua apparizione fissa alla manifestazione e buttava battutine idiote ai ragazzi parlando di amenità varie. Quest’anno, per la prima volta, non s è fatto vedere. Con due ore di preavviso manda forfait e dice ai suoi che è impossibilitato. Certo, diranno i più, con quello che è successo ieri in Lazio l’ultima cosa che può interessare a Berlusconi è andare a fare la parata dalle parti di Atreju a raccontare barzellette a un centinaio di giovincelli dell’alta borghesia romana. Sarebbe comprensibile, invece, La Russa, intervenuto in serata spiega la verità. Berlusconi non si è presentato, ma la colpa non è sua, la colpa è dei giornalisti. “Non è più come una volta, tuona Ignazio, che un giornalista ti faceva la domanda, tu non volevi rispondere e dicevi qui non rispondo e basta, adesso ti inseguono anche per trecento metri per rifarti la domanda, questo non è giornalismo è maleducazione” Ci sarebbe da rispondere che lui non è un politico è uno che della sua maleducazione ha riempito una carriera. Ma al di là della facile ironia, mi domando a che giornalismo di una volta si riferisce l’amico Ignazio, quello dei tempi del Duce forse, perché per quello che ne so io.

http://video.corriere.it/atreju-berlusconi-dove-sei/7816c466-ff18-11e1-ac8a-69b762be71b6 

 Le solite inutili bassezze e falsità: La Russa sa che il problema quando c’è in giro Berlusconi non è fare domande alle quali comunque non gli ho mai sentito rispondere, semmai il problema è arrivare abbastanza vicino tanto da vederlo, nascosto com’è da polizia carabinieri e pretoriani personali. Normalmente queste idiozie servono a blandire la folla televisiva, ma qui il capo è a casa sua e rendere per il fondello i suoi non va bene. Il vero problema è semmai un altro, la leadership sta sfuggendo di mano al nostro in modo piuttosto impietoso, di fronte alle spinte al rinnovamento che giungono dai competitor i giovani stavolta non avevano voglia di sentire le solite barzellette sui comunisti, semmai avevano voglia di chiedere soprattutto di dire che volevano le primarie per le prossime elezioni. Qui Bomba a Mano fa il suo capolavoro: “Vabbé le primarie sì, ma tanto se c’è Berlusconi è un puro esercizio perché tanto vince lui” Subito dopo La Russa si spreca al solito, con la sua miglior performance, davanti a lui una decina di telecamere e nemmeno un giornalista, lui subito lo chiede perché non si sa mai: “Giornlisti?” Poi arriva il giornalista del Fatto a fare una domanda e lui con i solito tono da ventennio: “Chi sei?”. E alla unica e sola domanda la risposta è un fassistissimo: “ZITTO!”


Abbiamo già spiegato che questa cosa delle domande prende i nostri politicanti del tutto impreparati, ormai le televisioni per risparmiare mandano agli eventi solo un cameraman e al massimo un micorofonista, il giornalista aspetta in studio e fa il montaggio audio, la RAI ha candidamente ammesso che in questo modo si risparmia fino al 25% del budget relativo all’informazione, credo che ci sia anche un calo del 60% dell’informazione tout court ma purtroppo la RAI non fa di questi passaggi. Resta da sciogliere il nodo Ignazio. Di fronte a una paltea che chiede rinnovamento, non vale la pena di tirare fuori le stesse trite e ritrite scuse da basso impero, anche perché il loro intermezzo comico è finito, è durato vent’anni ma è finito, sarebbe stato più bello dire: “Ragazzi, il Presidente ha dei problemi molto grossi e non può venire”, sarebbe stato anche meglio ammettere che una regione stava crollando per via delle cozze pelose e dei resort da 15000 euro e che in quel momento il vecchio satrapo non aveva proprio nessuna barzelletta in canna ma sarebbe troppo. Io resto sempre dell’idea che ogni tanto questi personaggi del ventennio (l’ultimo ventennio non quello precedente) dovrebbero essere epurati ma purtroppo non è quasi mai così. Ormai lo hanno capito pure i giovani del loro stesso partito, tirino le somme. La democrazia ai tempi di Mussolini era molto più facile, semplicemente non c’era.

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