sabato 24 settembre 2011

Mariastella Gelmini... più veloce del neutrino

"La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza."

Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.

Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante". Sono queste le sconcertanti parole con cui Maria Stella Gelmini saluta la riuscita dell’epocale esperimento condotto dal CERN in collaborazione con i laboratori del Gran Sasso. Che carina la buona Mariastella, ce lo poteva dire subito che l’hanno bocciata alle elementari in scienze, l’avremmo capito. Anzi con certe competenze probabilmente più che all’istruzione dove continua a farsi amare dagli studenti potevano mandarla alle infrastrutture. L’Italia avrebbe speso 45 milioni di euro per un tunnel lungo 700km in cui scorrono i neutrini? Ma prima di fare certe uscite la signora ministra non si potrebbe consultare almeno con il mago Otelma? È vero che l’acceleratore di particelle di Ginevra sta in un tunnel di 26,7 kilometri disposti ad anello sotto Ginevra ma non esiste null’altro. L’esperimento non si è tenuto nel modo che ha in testa la Gelmini che nella sua fantasia credo sia andato così. “Care amiche, prendete una scatola di neutrini della marca che preferite e disponeteli su un piatto da portata, poi insaporite con olio, aglio rosolato e un pizzico di sale. Infilate tutto nel vostro megatunnel da 700 km e lanciate il tutto alla velocità della luce. Vi ricordo che il tunnel da 700 km consuma molta corrente quindi non stirate e non fate andare la lavatrice che potrebbe saltare il contatore”.
D’altra parte da chi violenta la scuola da anni e vuole ridurre la ricerca a una barzelletta cosa avremmo dovuto aspettarci? Grazie al cielo (no, grazie alle università che ancora resistono!) le cose non sono ancora andate a catafascio. Certo, sempre che la professoressa Gelmini non intenda sparare un neutrino a qualche professore di fisica troppo zelante… Qui sotto, per cultura generale posto le immagini del CERN e dei laboratori del Gran Sasso

domenica 18 settembre 2011

BANDE ARMATE... la lega e le possibili infiltrazioni fasciste

“il reato di banda armata è figura criminosa, consistente nel formare o partecipare ad una particolare associazione a delinquere con lo scopo di commettere uno o più tra i più gravi dei delitti contro la personalità dello Stato (art. 306 c.p.). Tanto per capirci, se metto insieme 4 scagnozzi della peggior specie e pianifichiamo la rapina di un portavalori sto compiendo il reato di Associazione per Delinquere con tutte le declinazioni del caso, se invece, per esempio, metto insieme un numero più o meno imprecisato di “brave e oneste persone” che si riconoscono in un ideale che ha per fine ultimo l’attentato agli organi dello stato, sto compiendo il reato di Banda Armata. Quello che Bossi e compagni dicono di voler fare ogni qualvolta il vento cambia e sentono di perdere il consenso del popolo è “istigazione alla banda armata” «La Lega è come un Winchester a canne sovrapposte e ha due pallottole in canna?»; «Siamo veloci di mano e di pallottole: da noi costano 300 lire»; «Sul Fisco i nostri carri armati sono pronti»; «Se vince il no al referendum del 25 e 26 giugno, ci saranno vie non democratiche per cambiare». Quello che ha detto ieri: ‎"In tutte le regioni bagnate dal Po c'è l'esercito padano. Aspettano che succeda qualcosa, aspettano un lampo per mettersi in cammino". Il populismo, come abbiamo spesso scritto da queste pagine è una brutta bestia. Lo si può pure agitare a fini elettorali, si può dire tutto e il contrario di tutto, sicuri che queste cose sotto elezioni paghino ma poi, alla resa dei conti, quando diventa evidente che dietro ai proclami non c’è nulla si possono fare solo due cose. O si evita addirittura di ascoltare, come fa Berlusconi, certo che tra oggi e il 2013 ci sarà una nuova catastrofe naturale o qualche evento tremendo che possa rilanciare la figura del presidente con il cappello da pompiere, da vigile urbano o da ferroviere, oppure si fa come Bossi, si tira sempre più in atro l’asticella della provocazione per evitare di fare guardare la gente nella giusta direzione. La lega ha fatto sempre così. Nel suo delirio non è mai riuscita a portare dei benefici alle regioni del nord si è semplicemente accontentata di gestire l’esistente gettando benzina sul fuoco dove c’erano fiamme da attizzare oppure inventando incendi laddove non c’era nemmeno un piccolo focherello. Ricordo i proclami allucinati contro le moschee in piccolissimi centri dove non si era mai nemmeno parlato di costruire un sottoscala adibito a centro culturale, ricordo l’emergenza stupri sbandierata nei piccoli centri del trevigiano o della Brianza dove di stupri non se ne erano mai visti. Ricordo le campagne per Gesù bambino in ogni aula scolastica e per l’imposizione a scuola dei canti natalizi, che tra l’altro offendono anche l’italiano laico e non solo il credente di altre religioni.
Adesso la Lega si dibatte in problemi serissimi, alla base la manovra succhiasangue di Tremonti non è proprio andata giù e lo ha fatto capire molto bene ai bravi leghisti lassù sulle montagne del Cadore. A molti varesini non è proprio piaciuto il diktat imposto dall’alto al sindaco Fontana a non partecipare allo sciopero dei Sindaci. Inoltre Bossi sa che nel DNA del leghista c’è, latente, lo stesso imprinting del comunista: quello di creare altri movimenti più duri e puri del movimento madre, quello per capirci che ha impedito alla sinistra da Vendola a FdS di stare al governo (insieme si sarebbe raccolto il 7 – 9% dei consensi, divisi siamo stati fatti fuori). Per compattare una base che mugugna niente di meglio che fare un po’ di eversione e di farla, ovviamente dalle parti del veneto che di estremismi se ne intende. C’è però per la prima volta un problema, un dato nuovo che Bossi sta, credo colpevolmente sottovalutando. Fino ad oggi i proclami attecchivano all’interno di un gruppo ideale, inventato sulla base di balle ideali e di falsi miti, all’interno di uno stato dove comunque il benessere individuale era più o meno distribuito. Si fa presto a parlare di rivoluzione ad un popolo pasciuto e sazio che combatte battaglie di civiltà a tempo perso e che non è molto sicuro di cosa voglia dire disordini e tumulti. Si fa preso a dire spariamo agli immigrati quando il 90% del tuo elettorato ha un lavoro e una casa e parla di pogrom più per accademia che per reale bisogno.
Oggi le cose sono un po’ diverse. Oggi se parli di fucili devi essere consapevole che non c’è più ad ascoltarti uno che pensa che Roma Ladrona voglia mettere e mani nel suo portafogli, oggi c’è un tizio che sa che Roma Ladrona ha messo il suo ordine familiare in serio problema. C’è un tizio che sa che la sua azienda lo ha messo in cassa integrazione a 0 ore e che domani lo potrebbe mettere a casa, c’è un tizio che sa che forse non potrà mandare i figli in università. Caricare la molla di queste persone e dire che esiste un fantomatico “Esercito Padano” è un gesto di tale pericolosità che andrebbe immediatamente fermato e sanzionato. Credo che il Presidente della Repubblica e la procura dovrebbero dare un’occhiata alle carte dei leghisti… Non vorrei mai che si trovasse qualche mortaio in qualche casolare o che qualcuno con vecchie reminiscenze fasciste voglia rimettere in giro le solite bombette dimostrative che in Italia costano sempre qualche decina di morti. Se fossi nella DIGOS comincerei a cercare di capire che fina hanno fatto certi elementi dell’estremismo nero veneto che da qualche tempo sembrano scomparsi o che non fanno più paura a nessuno perché ormai sono dei pensionati o dei simpatici agricoltori. Molti dei temi cari alla lega piacciono all’ultradestra.
Anzi va detto che per certi simpatici reclutatori del Fronte Veneto Skinhead, o del partito nazista, reclutare giovani rampolli leghisti è una cosa facilissima. Nemmeno il concetto di secessione impensierisce più di tanto certi elementi di estrema destra. I temi nazional patriottici non fanno più parte della retorica fascista da parecchio tempo, anzi, meglio essere un partito di riferimento in uno stato secessionista che niente nell’Italia unita. I segnali di infiltrazione sono davvero notevoli e pericolosi, parlando tempo fa con un Giovane Padano questi mi ha confidato di prendere parte spesso ai raduni dei gruppi di Forza Nuova e che con lui partecipano molti amici: “Anche loro odiano i negri e i froci amici vostri, se facciamo un’alleanza con loro ciao ciao Vendola… nei campi (di concentramento nda) lo mandiamo” Va detto che come al solito in Italia la polizia fatica a indagare sulla destra, preferisce pestare i giovani dei centri sociali o quelli che manifestano in Val Susa (è più facile, sono tutti chiusi lì e non devo andare a cercarli), ma qualche domanda in più non guasterebbe.

martedì 13 settembre 2011

LA CINA E' VICINA... la povera Italia salvata dai BRICS

MI ricordo che alle superiori ho avuto, per un certo periodo, un professore di lettere davvero insopportabile che soleva dirmi continuamente: “Mozzoni, lei ama puntualizzare l’ovvio, e l’ovvio non è un argomento che interessa alla gente”. Forse per vendetta o forse perché mi sembrava ovvio farlo, da allora osservare e comprendere i fenomeni che sembrano evidenti (ovvi) agli occhi della gente è diventato il mio sport preferito. Oggi i giornali passano la notizia incredibile (solo per loro) che la Cina avrebbe interesse nell’acquistare i nostri titoli di stato. La notizia in realtà rimbalza da un po’ su metà dai siti web ben informati, oggi il dato è che il Ministero del Tesoro ha tirato fuori la solita blanda smentita inutile. Quello che non capisco è il perché la gente se ne stupisca, quando il tutto sembra ovvio a chiunque abbia una conoscenza economica che va oltre la seconda ragioneria. Ci sono dei dati che a ben guardare sono ormai evidenti. Il primo è che la Cina è uno dei pochi paesi insieme alla Russia al Brasile e all’India ad aver affrontato la crisi economica con formule innovative che hanno permesso di evitare le peggiori derive che, invece, stiamo subendo noi. Il secondo il dato, ancor più evidente, è che la totale stupidità delle scelte economiche liberiste degli ultimi anni ha spianato completamente la strada a questo genere di situazione. Negli anni ottanta l’italiano medio era considerato il risparmiatore tipo, il surplus di denaro che ogni famiglia riusciva a creare veniva investito nella casa di proprietà e subito dopo nei buoni del tesoro. Erano gli anni dei Bot People.
Dalla vecchia pensionata al piccolo imprenditore, tutti avevano in casa almeno qualche titoletto di stato. Le banche e l’impresa se ne accorsero e, alla fine degli anni novanta, fecero quello che per loro era naturale: cominciarono a succhiare laddove trovavano sangue vivo. In vent’anni il popolo di risparmiatori è diventato la Nazione della Seconda Settimana (nel senso che non ci arriva). Gli italiani comprerebbero pure dei Bot se potessero ma non ne hanno la possibilità, inoltre le banche hanno sempre più spesso depauperato quanto c’era nelle casse dei risparmiatori proponendo loro vere e proprie sole economiche, dai Bond Argentini degli anni novanta ai titoli Cirio e Parmalat e chi più ne ha più ne metta. Il sistema capitalistico liberista di stampo europeo, cercò in tutti i modi di seguire l’esempio americano peggiore. Da una parte prendere soldi da chi ha pochi spiccioli risparmiati nel borsellino e dall’altra concedere prestiti a gente che non avrebbe mai potuto restituirli. Il gioco nel breve periodo poteva pure funzionare, e il fatto che molti ci siano cascati dimostra che è così. La Grecia non ha sbagliato nel metodo a giocare la sua partita e se è andata nel baratro è solo perché ha giocato a carte truccate su un tavolo di bari professionisti più bravi di lei con troppe poche garanzie alle spalle per poterlo fare. Ma erano gli anni dell’ubriacatura liberista e pareva che tutti potessero farcela. Non era evidentemente così, se ne sono accorti prima la Spagna e il Portogallo, poi l’Irlanda e da ultimo proprio la Grecia. Il caso italiano è diverso, noi non siamo certamente un piccolo paese emergente, le somiglianze stanno semmai nella miopia e nella incapacità dei governi eletti per farci diventare “ricchi e potenti”. Il vero problema del populismo, da Mussolini a noi, è che la propaganda serve a farsi eleggere ma non crea nemmeno una possibilità economica. La ovvia realtà, che ormai è lampante a tutti, è che gli anni di berlusconismo sono stati anni di slogan senza alcuna contropartita reale. Si propagandava ricchezza ma i contratti dei lavoratori non venivano rinnovati e quei pochi che per sbaglio venivano ratificati erano sottoscritti a ribasso da sindacati nel migliore dei casi idioti e nel peggiore complici. Si parlava di “sistema Italia” ma si svendeva pezzo per pezzo il patrimonio industriale dello stato.
Curioso che qualcuno si preoccupi oggi che i cinesi comprino i nostri titoli, se pensiamo per esempio che nel paese del sole l’unico fondo che può comperare più del 2% delle azioni delle aziende pubbliche è l’americano BlackStone che per il 70% è controllato dalla Cina, l’Enel è già cinese per il 10% da parecchi anni ma nessuno lo ha detto, Unicredit è Libica da moltissimo tempo e la piemontesissima Juventus pure. La cosa che fa sorridere in mezzo a tutta questa ovvia banalità tutt’al più è che sia proprio il governo Berluscomico che ha dovuto rendere palese la nostra dipendenza dai paesi emergenti del BRIC. Ripeto per somma chiarezza, chiunque negli ultimi anni si fosse preso la briga di andarsi a leggere un paio di volte il Financial Times queste cose le sapeva già e molto meglio di come sono state esposte finora, ma la cosa sicuramente esilarate è che proprio il governo del “proteggiamoci dai musi gialli che ci fanno la guerra” (il termine muso giallo venne usato dalla Lega durante il raduno di Pontida qualche tempo fa e riproposto più volte) debba andare a giustificare ai suoi elettori questo fallimento. Nel frattempo il Piccolo Padre di Arcore è andato a farsi ridere dietro a Bruxelles, tanto per non perdere l’abitudine a sputtanare il paese e forse di tutte queste cose non è interessato. Se Tremonti ha due minuti di tempo tra un incontro sul protezionismo economico e l’altro potrebbe fare una chiamata, oppure avvertire Ghedini, dicono che ormai comandi più lui del suo assistito.

venerdì 9 settembre 2011

VALTER E IL MINOTAURO... la storia d'amore tra Berlusconi e Lavitola

Silvio Berlusconi è una personalità ossessiva con punte di maniacalità e una galoppante demenza senile che a breve lo costringerà a scomparire dalle scene per farsi assistere da qualche placida badante nella sua villa brianzola, questo lo ormai lo pensano più o meno tutti. Nessuno purtuttavia pensa che negli ultimi anni di senzienza il vecchio non possa fare del male al Paese che qualche idiota gli ha dato da governare. Tempo fa scrivemmo che il Biscione sarebbe stato ancora più pericoloso una volta incamminato sul viale del tramonto, lo sapevamo e lo riconfermiamo. Da un po’, il premier sa che non sarà rieletto nel 2013 (sempre che ci arrivi) e che anche nel caso la coalizione di centrodestra non scompaia definitivamente a seguito delle sue continua vessazioni al popolo, lui non sarà certo il leader che questi sceglieranno per cercare di restare in sella. Questo dà a Silvio un’incredibile capacità di spregiudicata manovra e proprio oggi ne arriva la prova. Dopo aver fatto passare a colpi di fiducia la legge finanziaria che ci ha definitivamente uccisi il vecchio ha calato la maschera. Altro che bene del paese. Altro che mercati europei. ‘Sto cavolo di impiccio della finanziaria gli stava facendo perdere un sacco di tempo, c’erano cose ben più pressanti, per esempio i nuovi guai giudiziari. Nessuno sottovaluta il nuovo filone d’inchiesta napoletano per molti ottimi motivi, primo fra tutti il fatto che arriva da molto lontano. Fin dai tempi di Noemi Letizia molti fra di noi scrivevano che il vizietto ormai palese del premier a farsela con le ragazzine lo metteva in guai serissimi e connotava la figura di una specie di tiranno in declino costretto a subire le angherie dei peggiori faccendieri di mezza tacca, gente buona sola a portar Vergini al Minotauro. Oggi i quotidiani riportano una notizia che rimbalzava come indiscrezione sul Web già da qualche giorno, ossia che l’ideatore della latitanza di Valter Lavatola, il mercante di pesce che si trovò a dirigere l’Avanti, sia in definitiva il mercante di se stesso che si trovò a comandare il Paese, al secolo Berlusconi Silvio. Le cose strane del rapporto tra i due faccendieri non finiscono qui, ci sarebbero anche alcune navi da guerra regalate a Panama grazie ai buoni auspici di Lavatola medesimo (le navi le abbiamo pagate noi), ci sarebbe uno strano giro di incontri tra Lavatola e parecchi strani figuri nei caldi mari del sud. Ci sarebbe il famoso scoop sulla casa di Montecarlo che portò fino all’isoletta caraibica di Santa Lùcia. Tutto fa capire che Lavatola in realtà altri non era che l’uomo di Berlusconi nei paradisi fiscali, quello che dalla sua posizione di piccolo imprenditore sconosciuto garantiva al Biscione i contatti con quelli che fanno girare i soldi nelle “isolette stato” sconosciute, soprattutto impenetrabili alla finanza italiana. Certo fare il faccendiere per un faccendiere più grosso ha i suoi pericoli, quindi il buon Valter ha cominciato a chiedere di più, a farsi ingordo. È logico supporre che il vecchio leader qui in Italia non voglia assolutamente farlo tornare a casa. Sarebbe disposto perfino a farlo vivere per sempre a spese sue a Santa Lùcia piuttosto che vederlo al banco dei testimoni. Anche perché se Trantini non è un duro certo Lavatola sembra proprio una scamorza e probabilmente due o tre giorni a Poggio Reale lo farebbero passare da super amico a super testimone. Quindi che deve fare il povero Silvio? L’unica cosa è utilizzare la sua arma finale. Il Governo. Ora si parla di accelerare sulla legge sulle intercettazioni, via alla legge bavaglio. Intercettazioni impubblicabili e impossibili da usare in aula. Tutti salvi e tutti a casa. Almeno per sei mesi perché poi una roba del genere sarebbe giudicata assolutamente incostituzionale e quindi il premier tornerebbe a piè da capo. Una volta una signora di una certa età mi disse: “vede voi giovani pensate al futuro, e fate bene, noi passati i settanta abbiamo un orizzonte che non supera i sei mesi, se ci arriviamo senza danni pensiamo ai sei mesi successivi” In effetti pare che sia anche l’orizzonte di Silvio. Questa volta però non funziona così. Lo sanno al governo e lo sanno PdL e Lega. Il limite è passato da un bel po’ e la gente reagirà… per il loro bene, sarebbe meglio che Bossi, Tremonti, Alfano e allegra combriccola cominciassero a pensarci.

giovedì 8 settembre 2011

IL TEATRINO DELLA MANOVRA AMMAZZATUTTI... tranne i soliti

La schizofrenia è una brutta malattia e va presa sul serio. Bisognerebbe dirlo sia a quelli come Beppe Pisanu sia ad Angelino Alfano, ma soprattutto a tutta la classe dirigente facente parte di PdL e Lega. Ieri in un’aula assediata da manifestanti e dallo spettro della BCE, 165 morti viventi hanno votato al manovra da 54 miliardi che ucciderà un paese già in agonia e che darà a Germania e Francia un po’ di respiro e tregua. Gli elementi dello psicodramma in stile seconda repubblica ci sono tutti ma li si può riassumere in 5 scenette: 1) la Casta. Mentre tutti le categorie svantaggiate cadranno nel baratro, c’è ancora chi sopravvive. Con la nuova finanziaria si taglieranno completamente i progetti sociali di reinserimento dei tossicodipendenti, i progetti per i disabili che non vedranno più alcun futuro fuori dagli istituti i sulle spalle delle già dissanguate famiglie, per gli anziani. C’è un dato che mi ha fatto morire dal ridere (e crepare di rabbia soprattutto), con la finanziaria vengono bloccati tutti i tirocini lavorativi che non vengono fatti partire dalle scuole. In parole povere scompare il tirocinio professionale per le fasce in disagio. Cosa significa: significa che tutti i giovani e i ragazzi, ma anche i tossicodipendenti gli ex carcerati,… che vivono nelle comunità e che riuscivano ad avere un futuro lavorativo perché dopo un breve periodo di tirocinio professionale venivano inseriti nelle aziende che desideravano ospitarli non potranno più farlo, dovranno prima andare a scuola per qualche anno, oppure una piccola azienda dovrà decidere immediatamente di assumere un individuo a rischio senza poter fare alcuna valutazione. Un bel modo di fare crescere un paese. Bhe di fronte a migliaia di raccolte firme, per scongiurare questi scempi sociali che ricacceranno nel disagio estremo migliaia di persone, ieri vengo a sapere che una sola raccolta firme ha avuto successo: QUELLA DEI PARLAMENTARI CHE HANNO CHIESTO DI DIMINUIRE I TAGLI SU LORO STESSI, SOPRATTUTTO IN CAMPO DI DIARIE E COMPENSI AGGIUNTIVI! Lavoro con ragazzi stranieri orfani o soli in Italia perché i loro genitori hanno deciso di mandarli a tentare la sorte da noi. Devo guardare in faccia 60 probabili clandestini, ben sapendo che solo il lavoro li può tenere lontani dalla delinquenza e quando vengo a sapere cose del genere mi indigno e mi incazzo! 2) L’Evasione: anche qui il buon Silvio non ha potuto evitare di farsi la sua legge ad personam, che ormai è un virus che lo prende e lo scuote dall’interno… OK va bene la lotta all’evasione fiscale, ma meglio che si capisca che non siamo mica contro fino in fondo, noi siamo quelli che: “Mi sento moralmente giustificato a evadere”… quindi la lotta all’evasione all’italiana mette una sbarra come per i tornei di Limbo. Sopra a 3milioni di euro vai in prigione, ok, a solo se quello che evadi è più del 30% del fatturato annuo della tua azienda. Puoi evadere fino al 29,9% del fatturato di Mediaset (per fare un esempio), ma poi non devi essere ingordo… comunque il tuo commercialista saprà come gonfiare il fatturato per farti stare dentro alla cosa. 3) I gentlemen: come farsi scappare l’occasione di una bella battutina leggera leggera. Quindi il ministro Sacconi, un omino di stile e rispetto, uno che nella sua carica di Ministro del Wellfare scrive che i progetti sociali (tossici, handicap, marginalità, devianza, anziani,…) possono e devono essere assolti dal volontariato (cioè o la mondezza se la sobbarcano le suore sempre che ce ne siano oppure si arrangino), ha pensato bene di spiegare l’articolo 8 con una bellissima barzelletta che ha per protagoniste delle suore stuprate nel 1600… si in effetti dopo questa manovra mi sento un po’ una suora stuprata, credo che reagirò di conseguenza… con loro stupratori. 4) visto che se ne parlava ne video: il sindacato. adesso anche la CISL e la UIL fuori tempo massimo e con vergognosa colpa parlano di mobilitazione, ma come non era da irresponsabili? Anche se decine e centinaia di iscritti ai due sindacati servi sono scesi in piazza con noi... adesso è arrivato il momento di protestare? Adesso è arrivato il momento di scendere in piazza? A cose fatte? 5) Il popolo: “Berlusconi non si tocca, il popolo lo vuole” così ha risposto il PdL compatto alla proposta di Pisanu di mandare il demente senile a casa, lui che può, a farsi curare da una badante. Sono giorni che non trovo più un berlusconiano, anche quelli che fino a poco tempo fa erano dalla sua parte, che erano disposti a scusare anche l’Olgettina dicendo che almeno non era gay, ora dicono di essere di destra, ma moderati, che tutto sommato un cambio di governo non sarebbe male… Ma, trincerato nel suo fortino di palazzo Grazioli, circondato dai suoi avvocati, unico popolo che veramente vuole la sua libertà, Berlusconi sembra ormai un Hitler chiuso nel bunker, a dare ordini ad armate ormai inesistenti e ad ordinare la fucilazione di generali ormai morti o fuggiti. Il popolo non vuole più vedere nessun Berlusconi, il popolo trascina stancamente i suoi passi per cercare di sopravvivere all’ennesimo strangolamento ma ormai sa che non ce la farà… Il popolo ha voglia di scrollarsi questo vergognoso teatrino di dosso… e il popolo sa che è arrivato il tempo…

sabato 3 settembre 2011

TERRORE IN VAL SUSA... la nuova strategia della tensione

Francesco Perino, nato a Susa il 22 marzo 1994, e Marina Gioberto, nata a Susa il 13 giugno 1934
Quello che leggete qui sotto è il racconto di una delle tante vessazioni degne dello stato fascista in cui viviamo. Questo accade in Valsusa ovviamente... il regime che si è esercitato prima a Genova poi nella repressione dei tanti piccoli movimenti di città in città, poi con i No DalMOlin ora si esprime al suo meglio in una valle che è stata letteralmente militarizzata. Alla gente è stata tolta la libertà di movimento e la dignità di cittadino. Se abiti in Val Susa per lo stato italiano non sei un cittadino: sei un potenziale Black Block o un esagitato, o un delinquente. I delinquenti sono loro... quelli che non hanno nemmeno una faccia perché il lavoro sporco lo fanno are ai soliti agenti di polizia che abbiamo già visto spadroneggiare troppe volte per le nostre strade. E' ora di finirla... quello che accade in questo piccolo angolo paradisiaco (una volta) del Piemonte non è più tollerabile in un paese civile. Francesco, 17 anni, e la nonna terrorizzata: Sabato 27 agosto 2011, verso le ore 17, ho visto dalla finestra della cucina della mia abitazione sita nella frazione San Giuliano di Susa, una vettura della polizia fermare un’auto nera, su cui erano presenti due ragazzi. Dalla volante sono scesi due poliziotti e, dopo aver chiesto loro i documenti, hanno incominciato a perquisire corporalmente prima i ragazzi e poi l’auto, buttando tutto per terra. Finita la perquisizione dell’auto e rimessi gli oggetti al suo interno, hanno incominciato di nuovo a controllare la vettura e a ributtare tutto in aria. In seguito, dopo circa un’ora e mezza, è arrivata un’altra auto della polizia e un’auto civile con tre persone a bordo, probabilmente agenti di polizia in borghese. Questi ultimi hanno fotografato il materiale sequestrato (un casco giallo, una corda da arrampicata e qualcosa che era dentro al casco) e i ragazzi. Incuriosito dalla operazioni di polizia, ho scattato alcune fotografie dalla finestra della cucina a ciò che stava accadendo in strada. A un certo punto, verso le 18.40 circa, l’agente in borghese con la maglia a strisce ha indicato che li stavo fotografando dalla finestra e, finita la perquisizione, ha suonato a casa mia (secondo piano) intimandomi di scendere. Nel frattempo mia nonna che abita al primo piano, ignara del fatto che mi avessero suonato e preoccupata nel vedere delle persone in abiti civili sostare davanti al cancello e scrivere su di un taccuino appunti controllando la buca delle lettere, è scesa in giardino e ha chiesto loro cosa volessero. L’agente in borghese con la maglia a righe le ha detto che erano della polizia e che doveva esibire un documento. Mia nonna ha risposto che non aveva il documento in tasca. A quel punto le è stato intimato di mostrare il documento altrimenti avrebbero perquisito la casa. Mia nonna, tremante e terrorizzata dall’eventualità di una perquisizione, è salita in casa per cercare il documento che conserva in un cassetto e, avendo presumibilmente impiegato più tempo di quanto loro avessero previsto, hanno suonato insistentemente il campanello. Quando è ritornata al cancello per presentare la carta d’identità, lo stesso signore con la maglia a righe le ha detto di farmi scendere e, quando lei ha affermato che ero minorenne e che a breve sarebbe arrivata mia madre, ha detto “appunto perché è minorenne deve scendere”. In quel momento mi sono accorto che mia nonna era terrorizzata e, avendo paura che potesse essere assalita da un malore, sono sceso in giardino a sono andato al cancello, dove il signore con la maglia a righe stava prendendo i dati dal documento di mia nonna. Mi hanno chiesto nome, cognome, luogo e data di nascita, poi mi hanno fotografato. Ribadisco che ero nel giardino di casa mia. Intanto l’agente in borghese con i capelli ricci mi ha chiesto perché fotografavo. Io ho risposto che era solo per documentare dei fatti e allora lui mi ha detto chedovevo smettere di fare le foto alla Polizia e che se avevo la memoria corta, per cui mi servivano le immagini, avrei dovuto studiare o fare qualcosa di utile. Ha aggiunto, che se volevo fare delle foto dovevo uscire per la strada e non scattare dalla finestra. Non paghi, prima di allontanarsi, hanno fotografato anche la mia abitazione. Durante la notte tra sabato e domenica la mia nonna, scossa per l’accaduto, non è riuscita a dormire.

giovedì 1 settembre 2011

GRILLO CENSURA CHI PARLA MALE DI LUI... sparisce la satira su Youtube



Mi giunge una curiosa notizia.
Giuro che prima di scrivere ho controllato la fonte, prima l'Espresso on line (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/grillo-censura-la-satira-su-di-lui/2159398) e poi i vari blog.
Beppe Grillo avrebbe chiesto di censurare un video satirico, peraltro davvero innocente, che lo prende di mira.
L'autore è Tony Troja, blogger palermitano che, soprattutto su Youtube spopola con le sue canzoncine satiriche a sfondo politico.
Il video prende le mosse da una dichiarazione di Grillo stesso (sul suo Blog) dove si rammarica per aver preso pochi voti a Sud e individua i colpevoli del pessimo risultato nel tradimento degli amici, nel voto di scambio e nell'incapacità dei meridionali a usare la rete.
Da qui parte una gag tra Troja e Merighi dove i due si lamentano di “essere indietro vent'anni rispetto al resto del mondo e si augurano che, tra una ventina d'anni, anche il sud voterà movimento 5 stelle.
Da qui la solita canzoncina sulla base della famosa “Il coccodrillo come fa?”.
La motivazione è una violazione del copyright per quei pochi secondi di ripresa dal Blog grillino.
Trovo il comportamento dello staf di Grillo davvero assurdo, nemmeno Berlusconi e il PdL arrivano a tanto, se lo facessero la cosa diventerebbe talmente scandalosa nella sua grossolanità che probabilmente si parlerebbe di censura fascista.

Non mi piace, non mi è mai piaciuto il comportamento dei grillini su moltissimi temi.
Non hanno coscienza su temi del lavoro, tendono a impadronirsi delle battaglie di tutti dicendo che le hanno combattute solo loro, gli ultimi referendum ne sono la dimostrazione più evidente (dal blog di Grillo viene fuori che le firme le hanno raccolte tutte loro... io che ho girato il mio palazzo e quelli limitrofi sono evidentemente nessuno), non mi piace l'approccio generale ai temi culturali, ricordiamoci l'appoggio a casa Pound, centro sociale fascista a Bolzano.
Sin qui però andrebbe anche bene.
Non mi va assolutamente bene il fatto che sul loro Guru non si possa scherzare o dire parola.
Non esistono gli intoccabili e la satira serve appunto per rimettere in carreggiata gli onesti laddove sbagliano e per censurare i criminali agli occhi del popolo.
Grillo che di mestiere fa il comico dovrebbe saperlo!
Ci auguriamo di leggere subito la smentita a questa notizia orrida e becera...

IL SISTEMA PENATI... il sistema PD a Milano e in provincia


Sono affascinato dal modo con cui la sinistra riscopre puntualmente la parola QUESTIONE MORALE e dal modo in cui la destra se ne appropri non appena un esponente della sinistra venga beccato a gettare un fazzoletto per terra.
Da qualche giorno il tormentone è il seguente: esiste una questione morale? Se esiste la sinistra ne è portabandiera? E allora se ne è portabandiera cosa è successo a Sesto San Giovanni?
Questo genere di domande che servono a riempire le pagine dei quotidiani insieme alle bislacche operazioni del Governo per raccattare soldi e non scontentare nessuno, sono di una stucchevolezza e di una stupidità devastanti.
Prima di chiederci se a sinistra esista una questione morale, domandiamoci una volta ancora se esiste in Italia una sinistra e, se esiste se il gruppo di potere che sta intorno al PD fa parte di questa sinistra o non ne fa parte.
Penati per quanto mi riguarda non è un uomo di sinistra, non lo è mai stato e, quando PRC (una parte) e PdCI (allora ancora divisi) a fine mandato della scorsa giunta provinciale lo lasciarono a piedi e ritirarono i consiglieri giudicai la scelta uno dei pochi atti di rispetto nei confronti degli elettori che i due partiti avevano fatto negli anni.
Perché Penati è soprattutto un imprenditore, un manager cresciuto nelle file dell'ultimo PCI, quello che aveva costruito intorno a se un sistema di potentati sicuri e filiazioni che partivano delle grandi cooperative emiliane, di cui Bersani era presidente, e finivano negli interessi degli appalti di Roma e Milano.
Un comunismo imprenditoriale che poco o nulla aveva di rivoluzionario, che si era stabilizzato nelle cinture delle varie metropoli (Milano era saldamente socialista e l'hinterland era tutto comunista), un comunismo dove era importante costruire società di interessi che davano lavoro a società più piccole che costruivano intrecci con cooperative e consorzi.
Gli anni di Tangentopoli non riuscirono a scalfire appieno questo sistema per due ottimi motivi: la resistenza del sistema agli attacchi esterni, la durezza dei vertici del sistema stesso.
Non era bastato mettere in carcere a San Vittore Primo Greganti (il compagno G.) per fargli vuotare il sacco per un semplice motivo, Greganti non aveva nulla da vuotare, sapeva come si muoveva una parte del sistema (quello che girava intorno al finanziamento illecito) ma non tutto il sistema, e la tangente di cui era stato testimone e fautore era slegata dal sistema.
Oggi tutto questo implode per una serie di motivi e connessioni storiche che sono stati anche quelli che hanno determinato la fine dei socialisti.
Il primo e più evidente è che nella sua struttura di base il PD non ha più nulla del partito di sinistra come in Italia siamo abituati a pensarlo.
Il PD è un collettore di interessi economici e politici, un melting pot di idee, di correnti sociali, di ragionamenti con unico obiettivo quello di essere presenti in parlamento.
Non importa l'appartenenza religiosa, puoi essere ateo o appartenere all'Opus Dei, non importa la matrice politica puoi, puoi essere arrivato dalla DC oppure dal PCI (e non è che la differenza sia paglia) ma anche dal PSI, non importano le impronte sociali, puoi essere Calearo oppure la Camusso.
Una sola cosa è importante gestire il potere e tagliare la lingua ai rompicoglioni della sinistra, quella vera che non devono pasticciare con quello che non capiscono.
Nel sindacato la cosa è evidente, la CGIL non sa prendere posizioni forti (a meno che uno sciopero di 8 ore si possa dire una posizione forte), e cambiando i suoi meccanismi interni ha reso impossibile il dissenso interno, la CGIL della Camusso decide tutto senza tenere conto dell'opinione delle minoranze (anche se parliamo di una Minoranza del 35%). Il sindacato della Camusso è un organo normalizzato e pacificato, senza dissenso e critica, pronto a obbedire, creato per il giorno in cui il PD prenderà potere, ben sapendo che CISL e UIL si metteranno subito al servizio del nuovo padrone.
De Magistris a Napoli è l'esempio più lampante di come sistema vuole organizzare la politica e non è il caso di rivangare tutta la storia, ma nella Milano di Penati le cose non andarono meglio.
Alle elezioni che Penati perse contro Guido Podestà il sistema non volle nemmeno sentire parlare di un accordo elettorale con la Federazione della Sinistra che pure andando in coalizione era accreditata per un 4% (prese il 3).
Penati perse con uno scarto di 2930 voti lo 0,4%, un'alleanza con la sinistra lo avrebbe fatto vincere ma lui, dicevano voci vicine alla presidenza della regione, preferiva perdere e mollare la palla a Podestà piuttosto che scendere a compromessi su edilizia e inceneritori, su expo e autostrade con i comunisti amici di quelli che dicono sempre di NO.
Anni fa lo scrissi e ora lo riscirvo: sono tutte BALLE.
Il PD e soprattutto Penati ha imbracciato il fucile e ha fatto sì che i comunisti fossero fatti fuori perché non voleva controllori, non voleva che qualcuno sollevasse le questioni morali, non voleva che qualcuno mettesse il naso dove non doveva o facesse rumore, magari ritirando di nuovo i consiglieri sulla patata bollente dell'EXPO.

Il PD negli ultimi anni ha proposto le alleanze più assurde (PD,UdC, ApI e FLI per battere Berlusconi, magari mettendo Fini vicepremier nel primo governo Bersani), non si è MAI schierato al fianco degli operai e delle lotte: dov'era il PD durante gli scioperi dei Metalmeccanici FIOM ? Stava a guardare come andava a finire oppure, come Boccia diceva che chi scioperava era uno che non aveva voglia di lavorare.
Dov'era il PD mentre un governo di mafiosi affaristi faceva caricare dai poliziotti i dimostranti in Val di Susa? A parlare di opera essenziale per l'Italia a dire che una valle che protesta per la propria salute e per il proprio futuro è “manipolata da i soliti facinorosi di estrema sinistra” (con riferimento alla presenza di Paolo Ferrero).
Dov'era il PD durante le proteste dei No DalMolin? A fare i conti per capire quante cooperative rosse avrebbero partecipato alla fetta della costruzione della base.
Il PD non ha più nessuna credenziale per dirsi un partito di sinistra, un partito diverso.
Bene sarebbe buttare giù definitivamente la maschera.
E bene sarebbe per i partiti di sinistra, da Vendola a FdS a IdV che si mollasse il colpo e che si decidesse definitivamente di non cercare più alleanza ridicole e distruttive con un partito di questo tipo.
Potrebbe essere la scossa giusta per un gruppo ormai agonizzante che non riesce nemmeno più a eleggere leader credibili e che non ha alcun orizzonte davanti a se... ma siamo in Italia e nessuno da Vendola a Di Pietro da Ferrero a Diliberto avrà mai il coraggio di staccare un cordone ombelicale ormai inutile e infetto.