sabato 29 gennaio 2011

L'ECONOMIA DI MERCATO... le favolette della Piccola Emma


L’economia di mercato in stampo neoliberista si basa di fatto su due pilastri: il controllo dei media e la veicolazione di false informazioni da una parte e la compiacenza di tutta una serie di entità terze dall’altra.
Della compiacenza delle entità terze si è già parlato in passato, i sindacati (eccezion fatta per la fiom e per poche sacche dir esistenza negli altri comparti della CGIL) e i gruppi di potere più o meno mascherati fanno da sponda a questa nuova degenerazione economica: i secondi per interesse e i primi perché di fatto non sono in grado di leggere il potenziale distruttivo dei cambiamenti che le nuove parole d’ordine dell’economia stanno mettendo in atto.
La veicolazione delle notizie invece è un argomento che meglio si addice alla materia del nostro blog e, tutto sommato meno argomentata e discussa.
L’altra sera Emma Marcegaglia si è proposta da Fabio Fazio con un lungo monologo ove chiedeva di fatto al governo di fare di più su: flessibilità, taglio delle tasse agli industriali e abbattimento della spesa sociale da investire ovviamente nel rilancio della spompata economia italiana, la quale sia detto una volta per sempre NON CRESCE PERCHE’ SIAMO NEL PAESE DOVE NON CONVIENE PRODURRE VISTO CHE SI GUADAGNA MOLTO DI PIU’ CON LE RENDITE E CON LE PLUSVALEZE e dove gli industriali non hanno la minima idea di cosa voglia dire fare industria al massimo si lanciano in dissennate imprese edilizie cercando di fare palazzi ovunque ci sia un fazzoletto di terra intonsa da colonizzare.
I commentatori più attenti, mi pare, avrebbero dovuto centrare il dito sul fatto che la signora Marcegaglia, con tutto il male che sta facendo alle sue industrie, sta semplicemente chiedendo al governo di strangolare ulteriormente lo stato sociale (scuole, ospedali, assistenza agli indigenti,…) per dirottare tutti i fondi verso l’industria che poi, sulla base della nuova filosofia alla Marchionne, se e quando vorrà, girerà i guadagni sui suoi dipendenti (solo su di loro non sul resto della popolazione).
Di fatto è il delirante modello americano dello stato. Legando tutto alla produzione chi ne sta fuori è un peso per la società stessa e, conseguenzialmente un individuo del quale la società non si deve preoccupare se non in modo residuale con il beneplacito dei grandi capitalisti che ogni tanto danno qualche soldino alle fondazioni benefiche intitolate ai cadaveri dei loro genitori.
Mi aspettavo di leggere questo sui giornali prima e dopo l’intervista e invece i titoli erano più o meno tutti di questo tenore: “Mercegaglia: il governo negli ultimi sei mesi ha fatto poco”, “Confindustria striglia Berlusconi: negli ultimi sei mesi governo al palo”,… se il governo avesse fatto, negli ultimi sei mesi, quello che Confindustria va chiedendo saremmo tutti in pensione a 75 anni, la fiom non esisterebbe più e gli unici contratti validi sarebbero quelli aziendali. Inoltre il buon Braccobaldo Bau Sacconi, ci prova ad assecondare la piccola Emma nelle sue richieste, tipo eliminare l’articolo 18 attraverso l’arbitrato oppure fare una bella sanatoria totale a beneficio degli imprenditori truffatori che hanno fatto lavorare la gente con contratti impropri per una vita e che adesso possono dormire sonni tranquilli perché finalmente nessuno li potrà più denunciare.
Nel primo caso purtroppo ci si è messo quel pericoloso Comunistaccio di Napolitano e nel secondo i giudici del lavoro sono stati ingombrati di impugnazioni entro la data di attuazione del decreto.
La piccola Emma sa che in Italia se vuoi fare un discorso, anche di estrema destra, e nel discorso utilizzerai le parole Berlusconi Cattivo, governo fallimentare,… tutti per un riflesso pavloniano ti applaudiranno comunque.
Da anni tutte le ricette neoliberiste più sfrenate passano, nel nostro paese con lo stesso sistema. “Bisogna aumentare la flessibilità” diceva Petro Ichino anni fa, passando ugualmente per un importante pensatore di sinistra, tutti i media impararono questa nuova parola, FLESSIBILITA’, se lo dice uno di sinistra sarà buona, non sarà mica una presa per il fondello no? Una di quelle cose che poi te le ritrovi infilate nel sedere? Ma va, la stampa cominciò a parlare di flessibilità come di una condizione necessaria e sufficiente per competere a livello internazionale.
Luciano Gallino nel suo bel saggio “l’Italia in frantumi” fu il primo a mettere il dito nella piaga: è vero che molti paesi adottano il lavoro flessibile ma sono per la maggior parte paesi del terzo mondo e l’FMI (fondo monetario internazionale) sostiene che una delle cause di più rapido declino di un sistema economico è proprio la frammentazione e flessibilizzazione del lavoro… i paesi con il più importante numero di lavoratori flessibili sono infatti i paesi del centro sud America e del centro nord dell’Africa, non proprio famosi per i loro standard di vita.
Altro inganno giornalistico buono per tutte le stagioni (dipende come lo vuoi leggere) è il PIL.
Quest’anno il PIL cresce oltre le previsioni, lo dicono tutti, l’economia sta cominciando a tirare.
Il PIL del 2010 – 2011 cresce per il semplice motivo che ci sono stati un sacco di disastri naturali e che ricostruire e ristrutturare dove c’è stato un disastro naturale influisce positivamente sul PIL ma non certo sul poveraccio che si è trovato la casa sommersa dal fango in Veneto, sarebbe il caso di dirlo ai telecronisti o ai giornalisti economici.
Inoltre la disoccupazione imperante aumenta ulteriormente il PIL visto che se la stessa fabbrica che prima della crisi produceva 100 e doveva distribuire la ricchezza a 60 operai oggi produce 80 ma ha 20 operai aumenta il suo valore e il suo PIL interno che va a pesare su quello nazionale. Vaglielo a dire ai 40 operai che stanno a spasso che sono più ricchi.
In tutto il mondo occidentale si sta mettendo in forte discussione quella che molti economisti ormai chiamano la “favola del PIL”. Essendo un dato empirico serve giusto agli stati per misurare il proprio potere internazionale, luogo dove il singolo individuo non conta nulla.
In Cina il PIL sale dell 8 – 10% medio annuo, ma del miliardo di cinesi quasi 300 milioni vivono in totale indigenza e si evidenziano importanti casi di denutrizione.
In alcune regioni il governo oscura i dati di mortalità infantile per fame.
La Russia di Stalin aumentò il suo PIL durante i piani quinquennali al prezzo di quasi 3 milioni di morti in Ucraina per fame.
Questi semplicissimi dati non vengono raccolti dai giornali e quindi non li conosce quasi nessuno.
Ancora ieri molti pensatori del Partito Democratico, che verrà ricordato nella storia come l’unico organismo vivente che pur avendo ottocento teste non riusciva a trovare una soluzione intelligente su nulla, sostenevano che l’accordo fiat fosse una buona soluzione di stabilità e che salvaguardasse posti di lavoro.
Nello stesso giorno apprendiamo uno dei tanti aspetti segreti del Piano Marchionne, ne parla il Manifesto in un bell’articolo di Tonino Perna “Da pochi giorni è ripreso il lavoro allo stabilimento Fiat di Termini Imerese, dopo tre settimane di sosta obbligata. Ma non c'è futuro per i 2200 addetti dell'azienda Fiat e gli altri duemila dell'indotto. La nuova Ypsilon, che doveva nascere nel 2010 in questo stabilimento, poi rimandata al 2011, vedrà la luce il prossimo anno. Ma in Polonia. Il 18 giugno del 2009 Marchionne dichiarava che lo stabilimento sarebbe stato convertito per altre produzioni industriali. Da alcune indiscrezioni emergeva un'ipotesi di produzione di cabine per trattori. Adesso c'è la chiusura e basta, senza tante discussioni”.
Molto produttivo, molto democratico, la Marcegaglia è contenta, Marchionne pure, il governo nessuno lo ha mai avvistato negli ultimi 2 anni, chissà perché qualcuno dovrebbe vederlo adesso, il PD tra qualche anno dirà la sua e comunque sarà una cazzata, gli italiani saranno sempre lì soli e male informati a non capire nulla di quello che gli stanno propinando… tanto siamo il paese dove il grande fratello è vero e il lavoro è un reality show

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