domenica 13 maggio 2012

DISTRAZIONE DI MASSA... la nuova "minaccia" terroristica in Italia


la Ministra Cancellieri

Parlare di terrorismo in Italia è sempre molto complicato.
Inoltre nel nostro paese, siamo abituati ai colpi di teatro, quelli, per intenderci, che avvengono subito dopo un avvenimento che merita di essere commentato con attenzione e soprattutto misurato sul lungo periodo e invece viene azzerato da un evento singolo di ordine spettacolare.
Ci ricordiamo l’arresto di Provenzano in Sicilia l’11 aprile 2006?
La situazione era davvero difficile in quei giorni, la sinistra di Prodi aveva vinto alle elezioni con un margine risicatissimo di voti, l’unico che avrebbe potuto orchestrare dei brogli di grossa portata, Berlusconi, gridava alla incredibile quantità di brogli che presidenti di seggio e scrutatori comunisti avrebbero perpetrato ai danno del suo partito.
Diceva di avere le prove…
Non si respirava una bella aria nelle ore successive al voto, nelle segreterie dei partiti ci si aspettava di tutto, i militanti erano mobilitati, il flusso dei voti al Viminale si era bloccato per un periodo che ci sembrò infinito.
L’annuncio di Prodi della vittoria a tarda notte in una piazza incredula e stregata fu dato per cercare di dare ordine a una situazione che stava scivolando nel caos.
Molti dicevano: “Se rubano la vittoria con dei brogli il mio gruppo scende in piazza”
Sarebbe stato un delirio, manifestazioni spontanee, possibili infiltrazioni da parte di gruppi organizzati atti a creare disordini.
Poteva essere l’anticamera di un disastro.
La prima frase di Berlusconi a commento della sconfitta fu: “Non è detto che abbiamo perso, molti brogli, sarà tutto da rifare”
Poi, come dal nulla, in un paese che teneva il fiato sospeso accade qualcosa di incredibile.
Il Tg1, invece di aprire il giornale con le notizie sul voto e sulle elezioni, apre con la cattura del super boss della mafia, quello che nessuno riusciva a trovare da anni, zu Binnu u Tratturi, Bernardo Provenzano.
Ricordo di avere afferrato il cellulare e di aver acceso il cronometro, per isitinto.
I primi 10 minuti e diversi secondi di Tg1 furono dedicati alla cattura del boss, parlarono tutti dall’ex ministro dell’interno Pisanu, a tutte le facce del parlamento, parlò D’Alema, e soprattutto parlò Prodi.
Solo dopo 10  Minuti si riaprì il problema elettorale. Si sa che durante i tg l’attenzione della gente, che normalmente a quell’ora sta mangiando, si concentra sulla prima notizia, poi per un po’ si commenta quello che è successo, perdendosi tutte le altre, la concentrazione torna dalle parti dello sport.
Soprattutto l’argomento di commento del giorno successivo è sempre la prima notizia che viene data.
Se si sceglie di partire con un rom che stupra una ragazza o con un marocchino ubriaco che investe un pedone, la maggior parte della gente domani parlerà dei rom e dei marocchini anche se nel frattempo gli hanno tagliato la pensione.
Successe così anche qualche decennio prima quando un pazzo di nome Antonio Pallante sparò a Togliatti.
Sebbene non sia vero che i successi di Bartali al tour de France, abbiano allontanato l’Italia dalla guerra civile è pur vero che i giornali diedero un risalto mostruoso alle vittorie del ciclista toscano e dirottarono l’interesse di alcune fasce popolari da un problema ad una vittoria.

Strano caso, proprio quando il voto di un’elezione spazza via un’intera classe dirigente a livello locale, prodromo di quello che avverrebbe a livello nazionale avessero la bontà di farci votare , salta fuori dalla storia una bella gambizzazione come non si vedevano dagli anni ’80.
Chi è colpevole, un gruppuscolo anarchico che promette che lo rifarà ancora, come nei migliori film sui serial killer.
E giù prime pagine, e amarcord sul terrorismo.
E via la ministra mai eletta Cancellieri che ci racconta la favola dello stato sotto attacco e che promette di raddoppiare le scorte a manager e politici.
Domanda, ma l’ingegnere dell’Ansaldo fosse un funzionario dello stato.
Inoltre il ragionamento della Cancellieri fa acqua a che per un altro verso: il fatto che un manager che magari ah appena messo in mezzo a una strada qualche centinaio di operai debba essere difeso da militari pagati da noi e non si possa avvalere di una scorta privata pagata da lui mi da un sapore un po’ ottocentesco, dove i padroni venivano protetti dal popolo a tutti i costi.
Adesso si parla di una manifestazione.
Una manifestazione con che scopo?
Con lo scopo di dire agli anarchici che il popolo non è dalla loro parte? Lo sanno già. Lo hanno addirittura scritto: “Potevamo colpire qualche funzionario dell'Equitalia, ma con questa azione non siamo alla ricerca di "consenso"  e ancora: "Non consideriamo un referente i cittadini indignati per qualche malfunzionamento di un sistema di cui vogliono continuare ad essere parte. Scambiare rabbia ed indignazione per un processo di rivolta allo status quo è segno di una pericolosa miopia rivoluzionaria”

Prima di parlare di manifestazioni bisogna considerare che cosa sia la galassia anarchica informale e per farlo non bastano un paio di pagine come quelle che stiamo scrivendo qui.
Allora stiamo dicendo che vogliamo mettere l’esercito a disposizione dell’antiterrorismo per rassicurare i cittadini? Io non sono preoccupato per me e per i miei immediati conoscenti, e così credo la maggior parte di noi.
Allora perché tutto questo rumore? Per coprire un altro rumore.
Ieri i comunisti sono scesi in 40000 in piazza a Roma.
Una settimana fa è accaduto quello che è successo e che ormai tutti sappiamo, il tappo è saltato e i partiti della destra semplicemente non esistono più.
Che ci piaccia o meno Grillo e i suoi sono una forza politica nuova con cui fare i conti.
Tra una settimana esatta potrebbe avvenire il definitivo colpo di grazia.
Il popolo nel contempo ha fatto capire al governo dei professori di non essere per nulla contento di essere dissanguato, la protesta si allarga, la si vede e la si sente.
Se le cose continuano in questo modo e Monti non se ne va in fretta la protesta si allargherà a tal punto che non sarà più possibile gestirla.
La bomba molotov lanciata contro Equitalia, i funzionari esattori malmenati in strada.
È sul fisco che potrebbe accadere una tragedia.
È sull’imposizione fiscale che il governo crollerà, non certo su quattro anarchici con la voglia di mettere il colpo in canna per “godere” come hanno scritto nel delirante comunicato di rivendicazione.
Attenzione, la sovraesposizione mediatica è quello che serve anche ai gruppi di questo tipo, lo abbiamo scritto anche per quello che riguarda il blocco nero.
Questi non cercano di convincere le masse delle loro capacità e nemmeno vogliono fare la “rivoluzione”, questi cercano complici in giro per l’Europa.
Lo fanno i giovani anarchici, lo fanno gli anarchici informali delle varie sezioni.
Lo scrivono nel comunicato, ma questo sembra non interessare i vari ministri.
È molto meglio che nella settimana che precede i ballottaggi si parli di terrorismo, che magari poi la gente si convince che votare a sinistra non è bene e che una piccola sterzata a destra li farà stare più tranquilli.
Lo scriveva anche De Andrè nella magnifica Canzone del Maggio: “E se credete ora che tutto sia come prima, perché avete votato ancora la sicurezza la disciplina”.

Facciamo pure le manifestazioni di piazza, non servirà a nulla, o forse servirà al governo per distrarre l’attenzione dai veri problemi.




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