sabato 9 giugno 2012

DE PROFUNDIS PER LA DIAZ... cambiare all'ultimo minuto il giudice per ammazzare una sentenza.


Chi dice che dalla giustizia in Italia non c’è mai nulla da aspettarsi è sulla cattiva strada.
Io mi aspetto sempre di tutto e, anno dopo anno, la mia convinzione si rafforza.
Proprio oggi leggo sul “Fatto Quotidiano” in un bel pezzo di Mario Portanova (uno degli ultimi a ricordarsi dei fatti di Genova 2001) che di punto in bianco a 5, giorni dalla sentenza di cassazione sulla notte di sangue alla Diaz, cambia il presidente del collegio giudicante.
Giuliana Ferrua sostituisce così il chiacchierato Aldo Grassi, quello per intenderci che ha sentenziato che il processo d’appello a Dell’Utri è da rifare.
Il problema non è, ovviamente il cambio di presidente, ma il fatto che la presidente Ferrua avrà 5 giorni per leggere una montagna di incartamenti e di perizie per decidere se la sentenza d’appello  è legittima o no.
Qui conviene fare una piccola precisazione di ordine giurisprudenziale, sembra banale ma so che non lo è.
La Corte di Cassazione secondo legge NON giudica sul FATTO ma sul DIRITTO, ovvero non si occupa di riesaminare le prove e le testimonianze, giudica solo se la procedura relativa ai precedenti gradi di giudizio sia corretta nel caso riscontri vizi di forma ordina che il processo di appello sia nuovamente celebrato.
Attenzione al trucco, detta così sembra che il lavoro sia più facile ma non è vero.
La verifica della legittimità di una procedura non è cosa da poco, basta una virgola e gli avvocati abilitati alla cassazione sono bravissimi a trovare anche il più piccolo vulnus, e il giudizio della Cassazione è ultimativo, quindi bisogna andarci con i piedi di piombo.
Inoltre è bene ricordarci che nel caso della Diaz, così come nel caso Dell’Utri non ci sarebbe tempo di ricelebrare il processo giudicato viziato nella forma per via della prescrizione, ciò significa che in caso di parere negativo della Corte per tutti gli imputati della “notte di Macelleria Messicana” sarebbe la fine dei problemi.
Tutti liberi e felici. Ovviamente queste quisquiglie non sono facilmente digeribili per il lettore medio dei giornali italiani e quindi immagino che se le cose dovessero andare in questo senso il giorno 16 giugno leggeremo i seguenti titoli sui giornali:

TUTTI ASSOLTI GLI IMPUTATI PER I PESTAGGI ALLA SCUOLA DIAZ (Repubblica)

DIAZ, ASSOLTI I POLIZIOTTI (Corriere)

ASSOLTI I VERI EROI DI GENOVA, I POLIZIOTTI (Il Giornale)

DIECI ANNI BUTTATI, ADESSO I COMUNISTI PAGHINO IL PROCESSO (Libero)

In Italia funziona così.
Il concetto di giustizia si è ridotto a colpevole – innocente, tutto quello che ci passa in mezzo non esiste.
Berlusconi non è mai stato dichiarato innocente da nessun tribunale, al massimo si è dichiarato il non luogo a procedere per decine di motivi, tra cui il fatto che lui stesso aveva cancellato le leggi per le quali lo si stava processando, prima fra tutte il falso in bilancio oppure perché avendo abbreviato la prescrizione proprio per i reati per cui era giudicato non si poteva in alcun modo applicare una qualsivoglia sentenza.
Eppure in ogni caso, le sentenze venivano classificate come assoluzioni, con tutti i tono trionfalistici dei manichini prezzolati dal premier.

Per ciò che riguarda Genova il Potere, tutto il potere dal PdL al PD (con la complicità dell’Italia dei Valori che si oppose nel 2006 alla creazione di una commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti di Genova) ha fatto di tutto per fare finire la storia dei massacri perpetrati ai danni dei manifestanti a Genova in soffitta.
Certo non è bello per un intero sistema politico dover ammettere che tutta la polizia è ancora organizzata come un organo repressivo modello anni ’70, certo non è bello dover dire che uomini come De Gennaro, La Barbera,… uomini che hanno lavorato nell’antiterrorismo e nell’antimafia, si siano lasciati andare a una vera e propria operazione di repressione stile sudamericano.
Quindi è sempre meglio fare quello che questo Stato fa da circa 70 anni: insabbiare tutto e fare finta di niente.
Dai tempi di Portella della Ginestra la politica sa che gli italiani hanno la memoria corta e quello che è accaduto ieri fa notizia fino a domani poi a nessuno importa più nulla, certo, ci sono solo i superstiti, i parenti delle vittime e due o tre magistrati fessi che decidono di mandare a puttane la carriera per seguire roba vecchia ma al grande pubblico non importa.
Genova, per il cronista attento è un capolavoro del genere, la sentenza d’appello è rimasta a vivacchiare in Cassazione per due anni (la sentenza d’appello è datata 18 maggio 2010), tra lungaggini inspiegabili, problemi di notifiche, impossibilità degli imputati a regolarizzare determinati atti, intoppi dati dalle funzioni stesse dei vari imputati.
Il processo rallenta e la prescrizione si avvicina.
Anzi la prescrizione si sorpassa perché sono già prescritti i reati di aggressione e lesioni personali gravissime, quelle che interessano la maggior parte dei presenti alla Diaz che se gli è andata bene sono usciti sanguinando, mentre alle brutte hanno ancora problemi legati al pestaggio (un mio conoscente ha una certificata “limitazione alla motilità dell’arto superiore destro per frattura scomposta alla clavicola”, questo è il referto dell’ospedale lui la chiama “cazzo di manganellata alla spalla”).
Resta in piedi il reato di falso in atto pubblico a carico di quelli che volevano far credere che alla Diaz ci stessero i terroristi con le molotov e con i coltelli fra i denti.
Quelli che misero sul famoso tavolo della conferenza stampa coltellini svizzeri, zaini, aste delle bandiere come prove di reato; quelli che si inventarono di aver beccato una coltellata; quelli che firmarono verbali di arresto che non avevano nessuna attinenza con la realtà.
Per questi servitori dello stato (fascista) la prescrizione scatterà fra qualche mese (primavera 2013) ma per tutti gli altri è già finita.
In quei giorni a Genova una delle frasi più comuni tra poliziotti e carabinieri era: “Diamo una bella lezione a quei comunisti del cazzo” con tutte le varianti del caso.
La lezione l’abbiamo imparata. È questa: in Italia la giustizia non te la devi aspettare mai se di mezzo ci sono gli organi dello stato, se sbagli tu, cittadino, uomo qualunque, sarai fatto fuori in un soffio, ma se sbaglio io Stato, le cose cambiano. Avrò sempre ragione, perché la ragione è un fatto di potere.
A titolo esemplificativo cito alcune delle stragi italiane senza colpevole:



Portella della Ginestra 1 maggio 1947: 11 morti, di cui 2 bambini, 27 feriti gravissimi, tutta la colpa fu data al bandito Salvatore Giuliano ma la storia è molto più complessa.

Piazza Fontana 12 dicembre 1969: 17 morti 88 feriti;

Strage di Brescia 28 maggio 1974: 8 morti 102 feriti;

Strage Italicus: 4 agosto 1974: 12 morti 48 feriti;

Strage di Ustica 27 giugno 1980: 81 vittime nessun supersitite;

Strage di Bologna 2 agosto 1980: 85 morti, 200 feriti gravissimi,

Strage di Capaci 23 maggio 1992, 5 morti (la mano è mafiosa ma la mente no),

Strage di via d’Amelio, 7 morti (vale quanto scritto sopra),

Genova 2001: un morto, migliaia di feriti.


   

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