mercoledì 3 ottobre 2012

TUTTI IN FUGA DAL PDL...la solitudine del povero Silvio



“Vile, tu ammazzi un uomo morto”, così se ben mi ricordo dai libri di storia delle elementari il morente Cesare rimproverava Bruto per l’ultima delle 23 pugnalate che lo conducevano all’Ade.
Berlusconi potrebbe dire la stessa cosa al signor Franco Fiorito che ieri ha dichiarato, come ultimo colpo di teatro prima dell’arresto: “Meglio in carcere che nel PdL”.
La battuta di Fiorito è, per precisione, molto più articolata, i virgolettati di ieri non le rendono giustizia, Er Barman avrebbe infatti detto:
"Non ho paura del carcere sono un uomo forte e mi sento innocente, sono certo che verrà dimostrato. E poi in carcere non credo che troverò gente peggiore di quella che ho frequentato in regione e nel partito. Anzi".   
Qui ci sta tutta la disperazione di uno che sta per cedere, di uno che con la sua mole e il suo carattere da finto duro di borgata non reggerà molto tra le sbarre e tra poco comincerà a mettere nella cacca tutti i suoi ex amici.
Quello che sta per succedere mi ricorda un vecchio aneddoto legato a Mario Chiesa, il primo dei carcerati ai tempi della tangentopoli milanese.
Inizialmente, convinto che, a parte la mazzetta con cui era stato colto sul fatto e poco altro, Di Pietro non avesse in mano nulla di significativo contro di lui, il presidente del Pio Albergo Trivulzio tenne la bocca chiusa. Anche in carcere per i primi tre giorni non disse una parola e si rifiutò di rispondere durante gli interrogatori di garanzia.
Solo poco dopo, in Svizzera, vennero scoperti due conti intestati a Chiesa nominati “Fiuggi” e “Levissima”.
Di Pietro mise sotto sequestro i conti e telefonò all’avvocato di Chiesa, Nerio Diodà, dicendogli la famosa frase: “Avvocato dica al suo cliente che l’acqua minerale è finita”.
La sera dello stesso giorno Mario Chiesa vuotava il sacco e creava l’onda che distrusse, almeno fittiziamente, la partitocrazia della prima repubblica.
Il caso di Fiorito è pure più semplice, qui non c’è nulla da scoprire.
Spiegare oggi tangentopoli a dei ragazzi che non l’hanno vissuta o erano troppo piccoli per ricordarsela è oggettivamente difficile.
I vari implicati fungevano da collettori dei partiti che incameravano finanziamenti illeciti per le segreterie da grandi imprenditori interessati a velocizzare i movimenti di struttura, a fare chiudere un occhio su gigantesche operazioni non proprio pulite (vedi la maxi tangente Enimont, meglio conosciuta come “La madre di tutte le tangenti” oppure i miliardi che il gruppo Ligresti aveva pagato a Milano, o i miliardi per l’appalto della costruzione della terza linea della metropolitana Milanese).
Di questi soldi beneficiavano le segreterie dei partiti e le grosse plusvalenze finivano nelle tasche dei vari maggiorenti, Craxi e altri.
In quegli anni i filoni di inchiesta facevano scoprire cose incredibili, Paolo Cirino Pomicino, ministro del tesoro, si faceva pagare le tangenti e le assicurava in Buoni del Tesoro, poi si batteva in parlamento perché non si applicassero tasse su Buoni stessi.
Altra gente, altro stile.
Roba che bisogna riempire libri e libri per tenere il passo.
Qui spiegare i motivi e le situazioni è facilissimo: “C’era un tizio che voleva la villa con piscina, allora si è fregato i soldi perché una legge idiota gli permetteva di certificare a caso quello che voleva e prima si è fatto la piscina, poi il garage, poi dentro ci ha messo la Ferrari, e via discorrendo” fine
Triste ma vero.
Non credo che uno che rubava soldi pubblici per farsi il SUV da neve a Roma si sia mai chiesto se la vita in carcere faccia per lui, gli do un massimo di 10 giorni, poi le celle si riempiranno di amici e colleghi, anche perché da come stanno le cose con tutte le accuse a suo carico di carcere se ne potrebbe fare davvero parecchio a meno che non cominci a collaborare con nomi precisi e cifre esatte.
D’altra parte le cose che doveva dire le ha già dette, ma non è sufficiente per formulare accuse precise.
Tutto questo ha dato il definitivo colpo di grazia al partito di Berlusconi e molte prime e seconde linee si stanno già infilando tra le file del probabile uomo nuovo della politica italiana Matteo Renzi da Firenze.
Se qualche big targato PdL dovesse portare i suoi voti al rottamatore, con l’aggiunta di parecchi endorsement da parte di Corriere (“l’uomo nuovo”), La Stampa (“Il futuro premier”), Repubblica, e con una campagna mediatici ottimamente studiata per i competitor sarebbe la fine.
Dal PdL a un altro tipo di PdL, per certi versi ancora peggiore.
Il PdL è morto, dicevamo, le voci sono sempre più insistenti, Gasparri, LaRussa e Alemanno, lo schieramento fascista, si stanno riorganizzando per fare nascere un nuovo soggetto a destra probabilmente ripigliando sul carro anche certi personaggi che sono lì ad aspettare, dalla Mussolini alla Santanché da Storace a quelli di Forza Nuova che devono cercare di fare il grande passo senza troppo rumore.
Qualcuno parla apertamente di una possibile coalizione di estrema destra sul modello Alba Dorata (che non è una coalizione ma un partito filonazista) e alcuni sondaggi troppo benevoli su internet danno l’estrema destra in grossa ascesa, fino a toccare un 4%.
Come la si vuol girare, l’unico ad avere le pile completamente scariche in questo frangente è Berlusconi.
Appannato, privo di spinta e di parafulmini, sempre più messo all’angolo.
Se anche uno solo dei processi a suo carico dovesse volgere al peggio (e questa volta è probabile) sarebbe la debacle.
È divertente pensare che nella storia le cose avvengono come devono avvenire e sempre a causa di piccoli sconquassi, piccole scosse di terremoto in periferia.
Tutta questa storia è nata per lo scandalo dei consiglieri dell’Emilia che pagavano le interviste nelle piccole tv locali con i soldi dei gruppi consiliari e ha dato, finalmente, la botta finale al sistema PdL.
Attenzione, al sistema PdL non agli uomini del PdL.
Ultimamente parla spesso Beppe Pisanu, ex DC, ex P2, ex Forza Italia, ex ministro dell’interno ai tempi del presunto broglio delle schede bianche che non fu mai davvero indagato fino in fondo, ex PdL e ora dato per quasi renzista.
Dove se ne andrà Scajola? Dove se ne andranno i vari Micciché? Quelli del cerchio magico berlusconiano sono fottuti ma per tutti gli altri il recinto è aperto… avanti verso altri pascoli.
    

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