martedì 6 novembre 2012

GRILLOCRAZIA... l'idea di democrazia del nuovo profeta italiano



L’intervento di ieri della consigliera 5 Stelle Federica Salsi al consiglio comunale di Bologna apre un necessario nuovo capitolo all’interno della storia del movimento di Grillo e credo sia giusto parlarne diffusamente.
Dico questo perché finalmente dall’interno dello stesso movimento una persona ha avuto il coraggio di usare una parola, setta, che molti di noi commentatori sono stati tentati di utilizzare fin d’oggi.
Non lo abbiamo mai fatto perché sarebbe sembrato tutto troppo forte, perché la massa di italiani entusiasti (purtroppo gli italiani si devono sempre sentire entusiasti di qualcosa o di qualcuno) si sarebbe potuta offendere e avrebbe potuto rispondere con le solite frasi che bene o male si dicono sempre: “Ma tu che ne sai?”, “parli perché sei da un’altra parte politicamente”, “per comprendere un movimento bisogna starci dentro altrimenti si parla a vuoto”.
Sono le stese identiche frasi che si utilizzano quando si parla di altri “movimenti chiusi” o sette, appunto.
Per CL o per L’Opus Dei è la stessa cosa.
Difficile poter dire quale sia la vera vita di un aderente a un gruppo di quel tipo, cosa fa una numeraria dell’opera? Come impiega la sua giornata? È libera di fare alcune cose? È libera di pensare alcune cose? Può manifestare il suo dissenso?
Un aderente a CL ha veramente diritto a essere dissenziente, magari sul piano politico? Se per caso lo fosse cosa succederebbe a lui e alla famiglia?
Un aderente a Scientology conduce davvero una vita libera come i leader vogliono far credere? Cosa è costretto ad abbandonare? Quali sono le basi fondametali del suo credo?
Sono domande impossibili da evadere, ci vuole pazienza, ci vuole studio, e spesso anche quando si arriva a capire la questione la gente a cui parli ti risponde: “Bhe ma se a loro va bene così a te che ti frega?”
Il problema delle sette è sempre lo stesso, chi ne è fuori non ne capisce il portato politico e sociale, in Lombardia CL è diventata padrona di tutto, dalle banche alla sanità, dall’industria agli assessorati, tutti i dirigenti della regione sono di CL, la regione è una gigantesca filiale della setta… come lo stato dello Utha per i mormoni, solo che almeno lì le cose si sanno, qui nessuno le ha mai raccontate, fino al giorno in cui arriva il collasso, fino a quando non ti accorgi che la maggior parte degli introiti della sanità e dell’economia, della fiera e dell’expo servono in realtà a oliare una macchina che non sta lavorando per il cittadino ma per se stessa (CL, la setta)
La consigliera Salsi, parlando del movimento di Grillo (anche se a lui non piace che si dica così) ha messo il dito nella piaga per un semplice motivo: le sette non hanno mai problemi a manifestare la loro differenza sostanziale con gli altri gruppi, quello che non possono sopportare è che qualche reprobo possa svelare i meccanismi interni, che qualcuno possa dire, cari amici che ci guardate da fuori noi non siamo come vi fanno credere, qui da noi ci sono cose che vanno molto male.
Chi si occupa di movimenti religiosi, e quello di Grillo è un movimento religioso a tutti gli effetti, sa che i libri che fanno più paura a questi gruppi non sono quelli dove si parla del potere economico della setta in un ambito definito, quelle sono cose che interessano gli addetti ai lavori, quello che fa più paura, tanto da fare firmare a volte agli aderenti clausole milionarie di segretezza, sono i libri dove parlano i testimoni.
Sono scomodi perché tutti, anche il più distratto dei lettori può dire la solita banale frase: “Ma allora non è tutto oro quel che luccica”
La consigliera Salsi ha semplicemente sperimentato sulla sua pelle la punizione riservata a chi fa l'errore più grave all’interno delle organizzazioni di questo tipo, la punizione destinata a chi parla quando non glielo hanno espressamente ordinato, a chi rompe il voto del silenzio.
Ci sono due meccanismi che è bene ricordare, fanno parte del percorso di iniziazione delle sette, io ne ho visti di analoghi con le giovani che vengono introdotte nell’Opus Dei, il primo è quello della incondizionata fiducia, il secondo quello della terra bruciata.
Per comprendere cosa sia il meccanismo dell’incondizionata fiducia bisogna fare riferimento per esempio, all’Opus dei e alle sette più chiuse al mondo esterno.
Normalmente coloro che vengono scelti da questi gruppi vengono fatti oggetto di attenzioni molto costanti da parte di un membro già inserito nel movimento.
In Università Cattolica a Milano si potevano incontrare molte “reclutatici” dell’Opus Dei, le loro “vittime” preferite erano ragazzine studiose, timide e per nulla inserite nella vita dell’università, al mio gruppo di amici non si avvicinavano neppure.
Interessa molto di più quella che non fa grande vita associativa, che non ha interessi al di fuori del mondo universitario, che non ha preferenze politiche o religiose, non conosce gruppi di interesse, la tipica brava ragazza senza tanti grilli per la testa, meglio se di buona famiglia.
Quando vieni accompagnata per la prima volta nella “casa” dove vive la ragazza che ti ha scelto, o nel campus come lo chiamano loro, ti pare incredibile che per la prima volta nella vita qualcuno ti veda come speciale, al punto tale che finalmente “ti senti a casa tua”.
Ci sono grandi feste e sono per te, ogni cosa che dici, per la prima volta sembra giusta, intelligente, e poi sono tutti allegri, collaborativi e non ti chiedono mai di essere qualcosa di diverso da quello che sei, perché vai benissimo così, sei la persona giusta al posto giusto.
Certo un piccolo contrappasso c’è, ma in fondo è poca roba al confronto, devi solo progressivamente perdere tutto quello che non c’entra con il movimento e la casa del movimento.
Fai pallavolo? È bellissimo ma sai, ci sono anche nel movimento delle belle quadre di pallavolo a cui potresti iscriverti.
Vai al cineforum al tuo paese con una tua amica? Si è meraviglioso, ma sai ci sarebbe anche il cineforum qui da noi, se vuoi magari porta la tua amica.
Poi la tua amica ti dice che non ci vuole venire al tuo cineforum, non le piace l’idea di mollare quello che sta facendo e i tuoi rapporti con lei cominciano a raffreddarsi e via via vi perdete di vista.
Questo appena esposto è il meccanismo della terra bruciata, alla fine arrivi a gravitare così tanto intorno al movimento che abbandonarlo vorrebbe dire perdere tutto (nel caso di CL pure la casa, visto che spesso te la compri dalle loro cooperative).
I due consiglieri comunali compari della Salsi che si alzano e se ne vanno dai loro scranni lasciando sola la reproba sono l’evidente segno di questo tipo di meccanismo.
Nel movimento siamo uno per tutti, dicono gli aderenti, nel movimento non ci sono capi e gregari, siamo tutti alla pari, Grillo è solo il nostro megafono, ma noi siamo liberi di organizzarci come vogliamo.
Che poi il megafono sia anche l’unico a parlare, l’unico a dettare la linea e quello che con una sola parola ti butta fuori non stupisce nessuno, tutti hanno un leader.
Anche qui ci sarebbe da aprire un inciso, nella vita ho fatto parte del sindacato nella sua ala più massimalista (la sinistra CGIL che si è vista messa in minoranza nell’ultimo congresso), apertamente mi sono espresso contro i leader della mia organizzazione, ho scritto contro di loro, ho parlato di brogli durante le elezioni, mi sono esposto pubblicamente.
Nessuno mi ha mai detto vattene, nessuno mi ha mai denigrato dandomi del cretino o dell’incompetente, nessuno si è mai sognato di parlare di me come di un idiota o di un minus abens.
In politica non sono mai stato d’accordo con nessuno, né nei partiti né nella società, ma questo non significa che qualcuno mi abbia mai richiesto di restituire le tessere o di non farmi più vedere.
La Salsi con le lacrime agli occhi si è accorta di cosa sia la lapidazione a mezzo internet.
Benvenuta tra noi.
Chiunque ha avuto a che fare con facebook e con i social network in generale si dovrebbe essere reso contro che la “piazza mediatica” del Web ha caratteristiche molto primitive e istintive.
Il fatto che tutti possano dire tutto a ruota libera e senza grandi censure ha fatto sì che alla fine tutto abbia la faccia del tifo da stadio più becero.
La maggior parte dei commenti sui social network sono attacchi alla persona e insulti, se si facesse un grafico delle parole più usate nelle pagine di politica e si comparassero a quelle delle pagine di sport si scoprirebbero somiglianze imbarazzanti.
Mi meraviglio che la consigliera non se ne sia accorta prima, visto che i 5 stelle vantano una grande conoscenza del mezzo informatico.
Quando, qualche tempo fa, scrissi che il web non è la nuova democrazia e tanto meno la democrazia compiuta intendevo questo.
Piaccia o no la democrazia si deve fare tra persone che si guardano in faccia e si riconoscono, non nel canaio della rete dove posso utilizzare identità multiple per dire tutto e il contrario di tutto.
Per quanto possa sembrar vetusto e di poco disio, i partiti veri si riconoscono dal fatto che FANNO I CONGRESSI e i congressi sono un elemento di vera deocrazia, perché partono dalle piccole sezioni territoriali o di lavoro, vanno al congresso cittadino (federale o provinciale) con gli eletti che sono stati designati dalle sezioni, sezioni che si sono lette i documenti dei congressi, che sono molto lunghi e noiosi ma che vanno letti per poter decidere, poi vanno al provinciale e alla fine al nazionale.
Si possono presentare mozioni e passa la più votata, si possono fare emendamenti alle mozioni che sono passate.
Sembra noioso e ha bisogno di tempo e di esperienza politica ma dice molto di come è fatta la democrazia.
La democrazia non è un atto di velocità, non è una roba fatta per non perdere tempo perché l’importante è decidere… la democrazia non è decisionismo è un processo di idee, non si alimenta con l’immissione di più PC nelle scuole e nemmeno con mille one man show.
Negli anni 70 l’informatica non era una roba alla portata di tutti e la televisione non era così pervasiva ma la democrazia in Italia stava molto meglio di adesso e il dissenso si organizzava e si costruiva.
La democrazia è il contrario di quello che viene propalato da guru del M5S, non perché le sue battaglie non siano condivisibili, tutt’altro, per alcune sarei disposto a scendere per le strade anche subito, ma perché è lui che sceglie la linea, la detta, la modifica se è necessario (il caso di Di Pietro ne è la prova) e se non sei d’accordo te ne devi andare.
L’altro giorno una persona parlando della storia della consigliera Salsi mi disse: “Che c’è di strano, in una fabbrica è così: o sei d’accordo col padrone o te ne vai”.
A parte il fatto che io sul posto di lavoro non sono quasi mai d’accordo con il padrone e per questo faccio il sindacalista, contratto parlo, mi accordo e molto spesso la spunto ma certamente non me ne vado.
Ma poi questa non è manco l’idea della democrazia, è la dittatura compiuta, decido io e mi circondo solo di gente che sta dalla mia parte, gli altri alla gogna.
Ma come. Abbiamo fatto tanto per liberarci di uno che scimmiottava un dittatore sudamericano come Berlusconi, per metterci in casa uno che ha deciso di cambiare la democrazia in Grillocarazia, al massimo in Casaleggiocrazia.
Sono spiacente per come sia stata trattata la signora Salsi, ma quando i grillini se la prendevano con la Carfagna usando parole simili mi dispiaceva pure per lei, non per le doti politiche della ex Show girl ma perché è una persona.
Tuttavia la cosa che più mi colpisce è che nessuno ancora sembri accorgersi del meccanismo settario a cui stanno dando credito.
Le sette non sono né di destra né di sinistra, sono pericolose perché non sono interessate a gestire solo il potere (che pure bramano e utilizzano) vogliono gestire le persone tout court (e certi deliri di Casaleggio vanno in questo senso)          
D’altra parte qui da noi ci si accorge di aver fatto una cavolata solo quando il disastro è già compiuto.

 inserisco da ultimo il video completo dell'intervento della Salsi dell'intervento, per completezza... purtroppo l'audio è pessimo e me ne scuso.

Nessun commento:

Posta un commento