martedì 9 agosto 2011

NUOVI SERVI CRESCONO... i "responsabili" sindacati davanti alla crisi


Negli ultimi mesi la parola più utilizzata è “Responsabilità”.
Ci sono responsabili ad ogni angolo di strada, talvolta mi sveglio la notte e guardo se sotto il letto non ci sia, per caso, un responsabile in agguato.
È un tipo di responsabilità strana, un po’ truffaldina, funziona pressappoco così: se stai dalla parte dei padroni contro quelli che lavorano e si fanno il culo allora sei responsabile, se dici che la crisi la dovrebbe pagare quella fetta di individui che oltre ad averla generata hanno pure le risorse per sopravvivere (i ricchi, i padroni e tutto il dannato sistema bancario) allora sei un Irresponsabile e ti dicono che sei un comunista.
Sì, sono comunista e quando la gente se ne accorge sono contento.
Quindi di responsabilità in responsabilità tutti corriamo verso il macello.
Domani alla conferenza che il caro Tremonti e il carissimo Sacconi stanno organizzando con tutto il carrozzone denominato “parti sociali” si canterà finalmente il De Profundis alla classe lavoratrice e si tornerà ai bei tempi del “scur parun dali belli braghi bianchi”.
L’Europa ce lo chiede, basta con questo cavolo di Wellfare per tutti, se puoi permettertelo vivi altrimenti muori e senza fare troppo casino, per giunta.
Lo stato sociale, le pensioni, l’assistenza sono cose vecchie, da porci comunisti, e con i comunisti devono sparire.
Ora poi che anche il sindacato che “dice sempre no”, la CGIL, con la sua brava segretaria generale, pur di contare qualcosa ha messo la sua bella firmetta sulla revisione dei contratti, il gioco è fatto.
Tutti insieme “facciamo ripartire il paese”.
Il “Paese” di cui stanno parlando questi qui ovviamente non contiene 60 milioni di abitanti sempre più impoveriti e privi di speranza. L’Italia di Tremonti e Sacconi è fatta da un migliaio di industriali cinque o sei banche e una massa di funzionari (dai Sindacati nuovamente uniti sotto il segno del servilismo ai politici di ogni colore) che dicono sempre di sì.
Se i Sindacati Servi (decida chi sta come me in CGIL se sentirsi parte del gruppo o no) firmano tutto perché tanto è meglio restare attaccati ai vecchi nemici di un tempo che ci garantiscono soldi e prebende e se nessun partito che conta (mi riferisco al sempre responsabile PD) ha intenzione di mettersi di traverso allora si può davvero fare tutto quello che si vuole.
Tanto per dare a chi fosse interessato una “notizia bomba”, dovete sapere che la CGIL ha imposto ai funzionari che faranno le assemblee per fare digerire ai lavoratori la firma della vergogna, di non esprimere giudizi negativi.
Cioè se sei d’accordo con la firma dillo agli operai ma se sei contrario taci o ti buttiamo fuori.
Bella cosa, mi ricorda lo stalinismo di vecchia data, quello sì, brutto comunismo.
Da queste pagine mi sono sempre scagliato contro questa falsa economia di mercato che vuole capitalizzare le perdite sulla povera gente e arricchire i super ricchi con nuove super ricchezze… da oggi mi scaglierò anche contro i vertici del sindacato al quale appartengo perché ritengo che il coraggio non sia stare dalla parte della propria organizzazione senza se e senza ma, ma di combattere laddove serve per riportare ordine nel caos (e per farlo ci vuole il conflitto e non la pax dei responsabili).

È ora di affermarlo, no, di urlarlo. La crisi economica non interessa i lavoratori, interessa i banchieri e questi hanno deciso di rifarsi delle perdite ammazzando i lavoratori.
Non esistono “padroni buoni”, esistono servi sciocchi.
Esiste ancora parecchia gente che crede alle favole, che pensa che una volta superato Berlusconi le cose saranno diverse.
Non è vero, cambierà solo la classe dirigente che farà gli stessi discorsi con parole diverse.
Noi paghiamo il prezzo della crisi facendoci dissanguare e non urlando, loro pigolano le loro idee e sembrano i nuovi salvatori della patria.
Voglio chiudere con una frase forte che ho trovato su un testo molto antico e pericolosamente comunista: Ma quando una lunga serie di soprusi ed usurpazioni, volti invariabilmente ad un unico scopo, offrono prova evidente del disegno di un governo di assoggettare il popolo a condizioni di dispotismo assoluto, é diritto e dovere del popolo di abbattere quel governo e di creare nuove salvaguardie per la sua sicurezza futura.

(dalla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America – poi si sono un po’ persi via ma le premesse erano buone)


1 commento:

  1. Avevo letto quella che la Cgil ha imposto ai propri funzionari di non esprimere giudizi negativi pochi giorni fa sul FQ.
    Non ho una tessera sindacale.
    L'avessi, la rispedirei allegata a due righe, per raccomandata, chiarendo che in nessun caso e in nessun contesto la Cgil rappresenta i miei interessi o la mia volontà.
    Fossi un qualsiasi rappresentante della Cgil in fabbrica, in ufficio, in cantiere, farei fotocopie della mia raccomandata invitando ogni iscritto a rispedire la tessera dichiarando le stesse cose.
    Se ogni iscritto restituisse la tessera formalmente e con la motivazione, la Cgil non avrebbe alcun ruolo e non rappresenterebbe che i propri e gli interessi dei capitali, come nei fatti è già.
    Smascherare questi parassiti e far andare le loro assemblee deserte, potrebbe essere un importante segnale per ogni lavoratore precario, a termine, in nero, ect., lasciato sempre al suo destino con la vergognosa motivazione, dei sindacati (mi è stata testualmente detta proprio alla Cgil), che il precariato è infondo l'ammortizzatore sociale che lo Stato non ha mai ipotizzato, andando di fatto contro precise leggi europee in materia di Welfare.
    Segnale per dire a ogni lavoratore che questi carrozzoni percepiscono denaro dallo Stato non meno dei partiti, senza avere nemmeno l'obbligo di presentare un bilancio o dichiarare i patrimoni mobiliari e immobiliari che gestiscono.
    Per dire che è ora di smetterla di delegare il proprio destino a organizzazioni che sono chiese, con la stessa struttura e la stessa tendenza a voler far confessare i peccatucci domenicali ai miserabili, così da offrire con una mano la protezione e con l'altra il ricatto morale; tranne assolvere sempre se stessi per i peccatoni di cui non si deve parlare e, se qualcuno ne parla, diventano altri peccati da far confessare ai miserabili che osano sparlare della Chiesa e vanno per ciò puniti.
    Basta Papi e basta "papi".
    Ne conoscessi uno di quelli che per anni mi hanno rifilato la polpetta del "bisogna combattere da dentro il sindacato o il partito", che non siano diventati commessi viaggiatori e portaborse degli interessi del sindacato e del partito.
    Se le bugie non si denunciano pubblicamente, sempre, subito, finiscono per diventare verità, stravolgendo il senso delle parole fino a chiamare "Responsabili" degli opportunisti voltagabbana che l'unica responsabilità che sentono è quella verso il proprio portafoglio personale.

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