venerdì 4 novembre 2011

SANTORO... nuovi Dei crescono.

Linko con una piccola chiosa il pezzo di apertura di Santoro alla prima puntata di ServizioPubblico il nuovo format libero proposto ieri per la prima volta. Sono pressoché d’accordo con Santoro ma sono perplesso. È vero, in Italia il ruolo dell’informazione è subordinato al potere in maniera addirittura paradossale: laddove in altri paesi un giornalista fa carriera se diventa amico di un potente, in Italia un qualunque analfabeta può fare il giornalista se è diventato amico di un potente prima. Vista la qualità dei “potenti” italiani, poi è facilissimo diventarne reggicalze.
Lo dimostra la triste figura di Augusto Minzolini, il Minzolingua, Minzognini, come è stato definito da tutti, un direttore che ha portato il Tg1, vero motore di ascolti della prima rete RAI, al quasi fallimento ma che resta imperturbabile al suo posto. Vero è anche che con un’informazione migliore forse saremmo stati avvisati prima della catastrofe imminente. Ma non credo che sia sufficiente. La verità è che l’Italia e l’italiano in essa, ha amato Berlusconi e il berlusconismo con la stessa passione con cui adesso lo odia, nulla di nuovo, lo abbiamo gia fatto per una altro dittatore qualche tempo fa. Se nel 2008 avessimo avuto una migliore informazione non sarebbe cambiato nulla, perché Berlusconi è quello che gli italiani (almeno una gran parte) hanno voluto e desiderato, perché era quello che essi stessi volevano essere. Da ultimo, la vera malattia di questo paese è la ricerca costante dell’eroe senza macchia e senza paura, dell’uomo solo che con la spada in mano ripari i torti e uccida i draghi. Non importa se quest’uomo si chiami Berlusconi e faccia il mafioso o Santoro e faccia il giornalista. Negli anni la nostra ricerca dell’eroe è passata da Berlusconi a Prodi (quanta gente ancora oggi mi chiede se alle prossime elezioni il mio partito starà con Prodi), da Beppe Grillo a Nichi Vendola, dalla Gabanelli a Santoro. Questa delega alla salvezza è stucchevole. Questa attesa del Potente di turno che sconfiggerà il male, permettendomi di stare seduto in salotto ad applaudire è noiosa. Le grandi manifestazioni di piazza che si stanno susseguendo (oggi è la volata della FIOM) sono un esempio di democrazia senza paragoni, la democrazia non si fa con i grandi nomi, ma con le masse consapevoli di voler portare giustizia e libertà (quella vera). La rivoluzione, come la invoca Santoro, non è un atto di informazione, è un atto di popolo…

1 commento:

  1. Pienamente d'accordo. Berlusconi non è la causa, ma l'effetto, e così qualsiasi altro uomo provvidenziale tanto caro all'indole nazionale. La questione è una sola, caro Maurizio: prendersi le proprie responsabilità. Tutto qui. Detto questo, l'informazione italiana, compreso Santoro, altro uomo della provvidenza, è imperdonabile: per aver fatto da grancassa a qualsiasi tipo di potere e regime e per non fare mai o quasi il proprio mestiere.

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