lunedì 21 febbraio 2011

IL BAUSCIA E IL COLONNELLO... il lungo rapporto d'Amore tra Silvio e Gheddafi



La nonna mi diceva sempre, con la tipica ossessione perbenista delle vecchie signore: “Guarda che se dici le bugie prima o dopo le scoprono tutti e poi non ti crede più nessuno”
Da bambino le mie innocenti bugie, una volta scoperte, provocavano al massimo le reprimende della mamma e qualche sculaccione.
Silvio Berlusconi, purtroppo per la nostra nazione non ha più la mamma e, vista l’età, nemmeno la nonna.
Certo le sue bugie non sono roba da poco, ormai sono anni che ce le propina a destra e a manca e nemmeno si può pensare che basti una sculacciata ben assestata per farlo desistere.

Nel pieno delle rivolte libiche, mentre ancora non si capisce chi sia a capo di questa rivolta fulminea e devastante, che sembra, agli occhi esperti di alcuni osservatori arabi tutt’altro che spontanea e che ha sullo sfondo i contrasti tra le due borghesie dell’est, legate ai rapporti con l’Egitto e dell’ovest (quelle del clan di Gheddafi), una cosa è certa: l’ennesima bufala berlusconiana è scoppiata come una bolla di sapone.
Roma 30 agosto 2010
Si è concluso l'incontro tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il leader libico Mohammar Gheddafi. Il colloquio, che si è svolto nella tenda beduina del Colonnello, allestita nei giardini della residenza dell'ambasciatore libico in Italia, è durato circa mezz'ora.
Prima dell'incontro con il presidente del Consiglio per Muammar Gheddafi c'è stato il tempo di impartire una seconda lezione di Corano ad altre duecento ragazze. Giunte con quattro pullman all'Accademia, le aspiranti musulmane non hanno rilasciato dichiarazioni, probabilmente a causa delle controversie causate ieri dalle loro "colleghe". Presenti, con tanto di velo, anche le tre ragazze convertitesi all'Islam ieri. In serata, il premier offrirà poi l'Iftar, un pranzo che tradizionalmente conclude il Ramadan, a circa ottocento invitati. Prima di cena, però, andranno in scena a Tor di Quinto i 27 cavalli berberi che hanno accompagnato a Roma il colonnello, in un'esibizione alla Caserma dei carabinieri Salvo D'Acquisto
(il Tempo – quotidiano della destra romana)

Molti sorrisero, molti altri, tra cui il sottoscritto, rilevarono come questa messa in scena kitsch fosse il punto più basso della storia delle relazioni estere del nostro paese.
Gheddafi era un dittatore a tutti gli effetti, imponeva da anni il suo regno in stile antico beduino alla popolazione, controllava radio, giornali, televisioni e tutte le attività finanziare tramite tutta una rete di relazioni familiari che si diramavano dai figli a tutto l’intricato sistema di parentele tipico dei rais arabi.
Nessun capo di stato europeo avrebbe mai incontrato il presidente Gheddafi a cuor leggero, le ripercussioni sull’opinione pubblica sarebbero state troppe e troppo eclatanti.
Berlusconi nel suo delirio di onnipotenza e nella sua ignoranza di qualunque concetto di politica internazionale, non solo gli ha fatto mettere la sua tenda a Roma ma addirittura ha permesso al vecchio Leader di tenere lezioni di Corano per fare convertire 400 fanciulle gia appositamente selezionate (non per le loro doti di modestia e devozione religiosa), con promesse di favolose opportunità in Libia.
Il tutto condito da caroselli di cavalli arabi, Amazzoni e passeggiate in centro a Roma con un codazzo pauroso di guardie armate e leccaculi vari.
Alla fine del penoso spettacolino il colonnello se ne tornò il Libia e il Cavaliere a farsi gli affari suoi, consuetudine ormai ventennale del premier.
Le danze vennero chiuse dal sempre lucido e opportuno Franco Frattini (che sarà ricordato come il ministro degli esteri che non c’è mai e quando c’è dice solo idiozie): Per il ministro degli Esteri Franco Frattini, «i colloqui sono andati bene e si è parlato anche di come uscire dalla crisi» (il sole24ore 30 agosto 2010).
L’Italia si appoggia alla Libia per uscire dalla crisi? Consolante.
Poi come al solito i fatti in Italia fanno notizia solo per il breve volgere di qualche giorno, i giornali sono dell’idea che l’approfondimento non piaccia ai lettori e così fanno in modo di lanciarsi su altro, che tanto qui le notizie “zozze” mica ci mancano.

Non so se i problemi psichiatrici del nostro Premier gli abbiano fatto capire che la caduta di Tunisi e del Cairo poteva essere il prodromo di guai per lui. Probabilmente però, sempre ammesso che gli sia rimasto un briciolo di coscienza, e sempre ammesso che abbia letto i giornali nelle ultime 6 settimane (Non ci riferiamo Orgasmo, le Ore e Playboy certi come siamo che quelli ad Arcore non manchino mai) , dovrebbe essere parecchio preoccupato di una possibile guerra civile in Libia e peggio ancora di un ormai provabilissimo rovesciamento del potere.
Ieri sera, Saif al Islam, figlio del Colonnello, nel disperato tentativo di fare credere al mondo che la rivolta fosse un moto di popolo in appoggio al padre, che già veniva dato in fuga da tutte le testate arabe, si rivolgeva così alle folle in televisione: ‎"Continueremo a combattere fino all'ultimo uomo, persino all'ultima donna... Non lasceremo la Libia agli italiani o ai turchi
Salti sulla sedia alla Farnesina? Sarebe opportuno.
Sempre ammesso che in queste ore di tregenda Frattini sia al suo posto e non sia a sciare, come quando cadeva il governo Ben Alì e 5000 profughi arrivavano a Lampedusa, il nostro ministro dovrebbe spiegare agli italiani come mai siamo paragonati a degli invasori visto che fino a ieri ci è stata detta la balla galattica che i Libici erano nostri amici e che tutte le palate di soldi che gli abbiamo dato per non fare partire i barconi con i migranti erano un “risarcimento per sancire il nuovo stato di relazioni tra i due paesi”
È ovvio che Saif al Islam voglia cavalcare la tigre dell’odio che tutti i libici imparano fin da bambini a scuola nei confronti degli italiani ma Berlusconi dovrebbe spiegarci con chi è andato a fare affari e come ha gestito questa partita.
Visto che lui è il ghe pensi mi… l’uomo giusto al posto giusto, il genio o, come si diceva anni fa da queste parti, il Bauscia (cioè quello che si sbava addosso), ci dovrebbe spiegare a che diavolo sono servite tutte queste ridicolaggini che ci hanno fatto fare nel mondo due pessime figure: la prima sul piano dei rapporti internazionali, Der Spiegel scriveva in un commento a margine della visita agostana del Colonnello a Roma “Una volta le relazioni dell’Italia si giocavano sull’asse Roma – Parigi – Berlino oggi si basano su Roma – Tripoli – Minsk (capitale della Bielorussia con a capo Aleksandr Lukašenko definito l’ultimo dittatore europeo e che alla sua rielezione ha ricevuto in tutto il mondo la sola telefonata di congratulazioni di Berlusconi che si è pure vantato di essere stato il primo)”
La seconda sul piano dei rapporti con i paesi del mediterraneo, visto che abbiamo fatto passare l’idea che si potesse usare la minaccia dei profughi per ottenere soldi e investimenti nei paesi del Maghreb.
Questi qui in politica internazionale vengono chiamati nodi critici di lungo periodo, tradotto per il popolo significa, avere fatto delle mosse che hanno creato dei casini che non si riusciranno a sanare tanto facilmente e che pregiudicheranno la stabilità di un intera area geografica.

Ovviamente il Bauscia non rilascerà dichiarazioni, almeno si spera, perché se lo facesse e fossero le sue solite cretinate sarebbe addirittura peggio.
Ma continuiamo a chiederci per quanto tempo dovremmo vergognarci di questa barzelletta ambulante che è il nostro governo.

2 commenti:

  1. Temo che oltre a quanto già citi si debbano aggiungere le consistenti azioni in Unicredit, una delle più importanti banche del nostro paese, che fino a ieri magnificava l'estrema affidabilità del socio libico.
    O magari le 6 navi che facevano parte del risarcimento di guerra che spero non abbiamo ancora consegnato e che dovrebbero chiamare alla vergogna anche Maroni e La Russa.
    Insomma, mi chiedo: davvero la caduta di Gheddafi non avrà conseguenze sulla politica economica italiana?
    Sulla schifezza del denaro pagato per i respingimenti, con quel che sappiamo poi essere stato il trattamento dei profughi nelle carceri libiche o nei centri di "accoglienza" nel deserto, meriterebbe aprire un capitolo a sé e forse un processo all'Aja, per il nostro genio politico nazionale.
    La vergogna in queste ore mi è insopportabile.
    Eppure, nemmeno ora il Pd (Bersani) tira fuori le palle per denunciare pubblicamente quersto.
    Perché?

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  2. Già... come sempre hai ragione.
    Il grande problema è sempre lo stesso. La politica italiana al momento è egemonizzata dalla sua visione delle strutture sociali e culturali. La libia possiede azioni di Unicredit di Eni (circa l'1% che in borsa è parecchio) di Mediobanca e di Enel. questo è quello che sappiamo noi perché i maneggi borsistici creano sempre il solito problema delle scatole cinesi e delle controllate quindi potenzialmente il socio libico potrebbe essere padrone di molto altro e nemmeno lo sappiamo.
    per quanto riguarda le navi da guerra nessuno ne sa più niente, secondo alcuni ne sono state consegnate gia tre secondo altri nulla di fatto.

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