sabato 19 febbraio 2011

NIENTE DI PENALMENTE RILEVANTE... riflessione.



“Non ho fatto nulla di male, non è reato abitare in una casa che costa poco e poi 4000 euro al mese sono comunque tanti”
Più o meno queste sono le parole di Carla Fracci, ai giornalisti che le chiedevano il perché in via della Spiga abitasse in una casa da 180 metri quadri a 45 mila euro annui.
Chi non conosce Milano, e credo che siano molti i lettori di questa pagina nel mondo che non hanno avuto il dispiacere, potrebbe pensare che in fondo la grandissima e mai abbastanza applaudita étoile della scala abbia le sue ragioni.
Suvvia, 3700 euro al mese non sono bruscoli, e nemmeno le 700 euro al mese che paga il fratello stilista di Luca di Montezemolo sembrano pochi e così via.
E poi, diciamo la verità, che cos’è questo revaival forcaiolo, questo continuo “tintinnare di manette”?
Tutti colpevoli, anche se non c’è nulla di penale da rilevare, perché, e su questo è bene essere chiari, non c’è nulla di penalmente rilevante nell’abitare in una casa di proprietà di un ente pubblico e, soprattutto, ogni proprietario è libero di fare pagare una casa quello che vuole, fosse pure un euro al mese.
Niente di penale per l’amor di Dio, ma in un po’ di considerazioni mi vengono comunque.
Non è penale ma è odioso che chi lavora a Milano per 800 euro al mese, come per esempio le “donne dei nidi” che in questi giorni protestano per le strade, paghino affitti, in zone periferiche e malfamate che si aggirano intorno agli 800/1000 euro al mese e che un magistrato o un grande stilista ne paghi 700 per vivere in pieno centro, dove per noi comuni mortali gli affitti si aggirano intorno ai 5000/10000 euro (quando va bene).
Trovo odioso che a Milano si continuino a costruire case nei posti più disparati per fare contenti i costruttori di turno e che ci siano case di proprietà di enti e fondazioni pubbliche, acquisite dal comune per “sopperire al fabbisogno abitativo dei ceti meno abbienti” date in affitto a giornalisti, attori e professionisti che certo non appartengono al ceto medio lavoratore (e sempre più dissanguato).
Trovo odioso che certi moralizzatori si attacchino alla stessa solfa che tanto fa schifo in bocca a Berlusconi e soci, quella del non c’è nulla di male.
C’è qualcosa di male, eccome.
Mi piacerebbe che tutti questi signori facessero due passi dalle parti del quartiere Santa Giulia, quello che venne costruito tra mille sorrisi e centomila mega – manifesti per tutta la città.
Uno me lo ricordo benissimo c’era un airone cinerino in primo piano, nel verde e la scritta diceva: “Santa Giulia, il vostro nido potrebbe essere vicino al suo”.
Sarebbe stato carino spiegare agli acquirenti che il loro nido avrebbe si potuto essere costruito vicino a quello del simpatico uccellone ma sicuramente era costruito sui terreni mai bonificati della polo petrolchimico Montedison e delle acciaierie Radaelli.
Risultato: il quartiere è ancora oggi un cantiere a cielo aperto con il valore degli immobili colato a picco (chi ha comprato a 100 oggi rivenderebbe a 10) e con i proprietari che sono costretti a vivere una vita di inferno perché tutti i servizi non sono mai nemmeno stati costruiti, addirittura l’asilo e la scuola materna sono pronti ma essendo costruiti su terreni con carica radioattiva troppo elevata non possono essere utilizzati per la salvaguardia della salute degli operatori che dovrebbero lavorarci.
I cittadini sono costretti a prendere l’automobile per ogni piccolo spostamento di servizio, e fare ore in tangenziale. Perché Milano è fatta così, una persona normale per poter trovare una casa normale in un posto normale dovrebbe sborsare centinaia di migliaia di euro e se non può permetterselo allora deve vivere a 30 chilometri dal posto di lavoro che con una media di 18 chilometri all’ora nell’ora di punta in tangenziale significa circa 1 ora e mezzo ad andare e un’ora e mezzo a tornare.
Non c’è nulla di penalmente rilevante, ma non è bello vedere che ci sono di mezzo tutti, tutta quella cricca di ex sessantottini che a Milano negli anni si è spartita il potere chi a destra chi a sinistra tanto per non sbagliare (i Moratti stanno a destra con il sindaco e a sinistra con la signora Milly, ecologista all’opposizione).
Non è bello per me, che incontro sempre un sacco di ragazzi, laureati e non, che sono venuti nella città del lavoro per provare ad avere una possibilità e che vivono in 5 in 70 metri quadri a nero in periferia perché o così o te ne vai.
“Ah lei è di sinistra?”
“Si”
“Ma vive in una casa sua o nella casa di un ente pubblico a 200 euro al mese?” Mi ha detto scherzando ieri una ragazza.
C’è poco da ridere perché io non so più assolvere me e la classe dirigente della mia città.
Mi sono stufato di cercare pretesti.
Mi sono rotto le scatole della famosa frasetta: “Bisogna imparare a contestualizzare”.
Ci sono in Italia centinaia di giovani e ragazzi, Italiani e migranti che non si possono permettere il lusso di contestualizzare, sono troppo occupati a sopravvivere.
Forse c’è una generazione che ha fatto il suo tempo e che dovrebbe capire che è arrivato il momento di levarsi di torno. Governare dovrebbe essere sinonimo di amministrare.
Io credo che sia anche sinonimo di insegnare, insegnare una morale laica del vivere civile, un'etica della responsabilità.
Io sono stanco e stufo, come sono stanchi e stufi coloro che vivono lavorando 10 ore al giorno per raschiare giusto un minimo di tranquillità.
E sinceramente non sono più disposto ad assolvere il malcostume di una classe dirigente che continua a comportarsi con arroganza e supponenza e che, non fa neppure più lo sforzo di confrontarsi con il mondo in cui vive.
Il vento sta già soffiando… speriamo solo che se li porti via tutti.

1 commento:

  1. A volte si ha la perversa sensazione che gli ex sessantottini (ma anche quelli del '77)siano anche loro una casta. Mica tutti eh? diciamo esclusi quelli che erano sfigati allora e sfigati son rimasti. Gli altri, quelli che allora stavano sempre in prima fila, da qualche parte si son sistemati continuando a dare lezioni sempre dalla prima fila. A volte vien voglia di rimpiangere Andreotti e Forlani dalla disperazione...

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