domenica 19 giugno 2011

IL DECLINO DEFINITIVO... riflettendo sulla lega a Pontida



“Secessione, secessione” Urla il popolo Verde
“Ci son cose… se il federalismo fiscale, i numeri però… Padaniaaaaa!” Risponde un Bossi impacciato, tirato come una coperta logora tra il suo popolo e i ricatti berlusconiani.
Il popolo risponde, ammaestrato: “Libera!!!”

Un po’ di pena me la fa provare, la visione di un leader stanco che segue il declino di un’idea…
Non pensavo che lo avrei mai scritto, ma la visione dei video di Pontida (oggi volevo andare sul pratone dei leghisti a fare il mio lavoro ma altri impegni mi hanno impedito di muovermi da Milano), con la loro stanca retorica, con le canzonacce da osteria contro il Duetto d’Arcore, le facce stanche, sempre le stesse, mi fanno provare un po’ di pena.

Le idee sono schiave della politica, la politica è serva del potere.
Me lo spiegò una volta un vecchio Pietro Ingrao a Roma.

Il caso della Lega Nord è più esemplare di quello di qualunque idea…
Ricordo quando nacque la Lega, ero un ragazzino e i proseliti erano quelli del popolo dei bar, la retorica del Terùn, che si sdoganava una volta per tutte.
Per i Lombardi “pane e salame”, le idee che Umberto Bossi e il suo ideologo Gianfranco Miglio, spacciavano per politica, ce le avevano in testa da sempre, erano le idee dei piccoli paeselli del varesotto o dell’alto milanese, quelle dettate dall’ignoranza, quelle che volevano ancora vedere il meridionale come un troglodita che non sapeva né leggere né scrivere… Bossi gli dava la voce, gli dava la possibilità di pensare che ci fosse un fondamento nel loro povero razzismo, nel pensare che la Lombardia (prima) e il nord (poi) fossero un’altra cosa.
Negli anni ’80 i primi a correre alla casa della Lega furono quei nordici che fino a qualche tempo prima erano visti poco meno e poco peggio dei meridionali: i valligiani dell’estremo nord, gente che aveva fatto si e no la terza media o che si era guadagnata un diploma tra mille difficoltà e che quando scendeva a Milano o si spostava in Svizzera era vita alla stregua di un povero ottentotto, oppure i veneti chiamati storicamente i Terroni del Nord, definiti nelle barzellette come dei trogloditi incestuosi.
Questi per la prima volta avevano un motivo di riscatto. La loro identità era usata come un martello contro altri “popoli”, dio solo poteva sapere quali.
Negli anni novanta e poi nel duemila tutti erano accomunati dal sentimento razzista contro gli invasori africani, quei neri che venivano a sradicare le nostre vere o presunte radici cristiane… quelli che volevano imporci l’Islam e la Sharia (la legge islamica) come stile di vita.

Oggi tutto è avvolto nella nebbia, il nemico non si sa più chi è.
Sarà la sinistra? Sarà Berlusconi con i suoi eccessi e le sue promesse mai mantenute?

Il grido “secessione secessione” non è una richiesta, è un mantra rassicurante!
È un Kirye Eleison…
Fateci vedere che ci siamo ancora… che esiste ancora uno spirito puro a cui attaccarci.
In questo rivedo le masse comuniste dopo l’89.
Mentre tutti si chiedevano “ Che e sarà di noi?” i leader del partito, da Occhetto a Napoliotano, si lambiccavano in formule astruse, Progressismo, socialdemocrazia… e la gente si allontanava si estraniava. Passava da popolo comunista a elettori passivi, pronti a scusare qualunque mediocrità.

Non è bello neppure se si parla della Lega… è un riflusso delle idee… un triste tornare a qualcosa purché sia credibile.

Pensavo, e lo dico sinceramente, di vedere oggi qualcosa di definitivo a Pontida, una rottura o un rinsaldare le reghe a difesa di non so cosa e di non so che… non ho visto nulla, solo tremenda crisi di valori.
Ho provato a parlare con i leghisti nelle ultime settimane ma non ci ho cavato un ragno dal buco, solo retorica e astio.

Bossi e i suoi lo sanno ma ormai non sanno come rispondere, questo è chiaro.
La politica ha delle regole…una volta che sei in sella non si può scendere senza perdere tutto. Allora tanto vale andare avanti fino alla distruzione totale.

Non fatevi illusioni… la lega sopravviverà anche stavolta, non mollerà, cercherà di infilarsi in altri meandri sempre più neonazisti ma ormai ha perso le ali, lo sa Bossi lo sanno i vecchi leader, lo sa il popoli, ma ormai indietro non si torna più… per scendere dalle montagne dei palazzi romani ci vuole coraggio e fiato che questo movimento non ha più.

1 commento:

  1. Riflessione che facevo io stessa ieri, ma in modo più confuso. Non riesco a vederci altro, in questa Lega di ieri a Pontida, che un'ultima festa che è insieme il funerale del celodurismo.
    Non del leghismo però, che è ormai residente in quella Roma ladrona che i leghisti della prima ora ricordano sottovoce e a disagio.
    Quello striscione su Maroni come presidente, cos'è se non il segno evidente di una resa a Roma?
    E' forse il momento più delicato, questo del tramonto.
    Bisognerà aspettarsi la notte sicuri di veder spuntare un nuovo giorno...

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