sabato 6 novembre 2010

E' UN PAESE PER VECCHI...


A Milano si va verso le elezioni.
A destra pare ci sia parecchio caos, comprensibile visto che la Moratti non la vuole proprio più nessuno, manco la sua giunta.
Quando penso alla politica della Lombardia degli ultimi anni trovo che Milano sia davvero un caso paradigmatico, la cartina di tornasole dell’idea di uomo e di cittadino che ha la destra in Italia e che, tanto per essere chiaro, non dispiace nemmeno a una bella fetta di sinistra.

La campagna elettorale delle scorse amministrative suonò perlopiù a ritmo di polka e mazurca…
Gli spin doctors della destra avevano individuato il target vincente della campagna elettorale: IL VECCHIETTO. L’anziano, il pensionato, l’uomo della terza età.

Milano è una città che invecchia in maniera catastrofica, se non ci fossero gli immigrati si calcola che già oggi ogni cittadino in età lavorativa dovrebbe sopportare il peso di 1,7 anziani, che diventerebbero 2,1 già nel 2015, quando la generazione dei nati tra il 1950 e il 1959 sarà tutta definitivamente in pensione.
Ovviamente Milano, che è luogo di storica immigrazione industriale soprattutto negli anni del boom economico soffre l’invecchiamento della popolazione in modo ancora più marcato, ma, d’altra parte in nessun altra città d’Italia la popolazione anziana è così determinante nella scelta della classe politica.

Durante l’ultima campagna elettorale il centro destra mise in campo tutta la sua artiglieria pesante, si organizzarono pomeriggi di festa agli anziani in ogni palazzetto dello sport reso disponibile, la candidata sindaco girò ogni mercato rionale della città a caccia delle simpatie delle nonnette affaccendate nelle spese, ogni tv locale programmò comparsate di esponenti del partito di Berlusconi ad ogni trasmissione di amarcord dialettale con il sottofondo di gruppi musicali di ottuagenari come “il Giuliano e i suoi bei canterini”.

Milano è abitata giornalmente da almeno 1 milione e mezzo di lavoratori pendolari, studenti fuori sede, immigrati, lavoratori che abitano da lunedì a venerdì in città e tornano a casa loro solo nel fine settimana… tutta questa umanità varia e spesso incavolata nera con i disservizi del comune con la retorica del trapassato che non diventa mai futuro e con il disinteresse per i bisogni del cittadino, tutta questa varia umanità è stata azzittita e non ha potuto esprimersi, non essendo residente nel comune.

Si sono espressi, invece, gli anziani, coartati in massa ad andare a votare e che, in massa hanno votato la Moratti, memori soprattutto degli slogan dei suoi tra i quali ricordo con grottesco divertimento: “Una città a misura di anziano”.

Passano i mesi e ovviamente delle misure per gli anziani nemmeno l’ombra.

Poi arriva la mazzata: i minutaggi delle case di riposo di Milano vengono abbassati del 10 per cento.

Spieghiamo per i non addetti: per stabilire quanti operatori devono lavorare in una struttura per disabili o per anziani si ipotizza che ogni anziano deve essere curato per un determinato numero di minuti, per ipotesi diciamo 100, alla settimana questo numero moltiplicato per il numero degli anziani presenti in una struttura e diviso per le ore di lavoro di un operatore (mediamente si fa un conteggio su 7 ore) dà il numero di operatori che è obbligatorio inserire in una struttura per anziani o per disabili.
Abbassare il minutaggio del 10% significa ovviamente mandare via circa il 10% dei lavoratori oppure diminuire le ore di lavoro a tutti.

I primissimi a pagare sono i lavoratori, e, subito dopo, gli anziani che in effetti vengono lasciati quasi a se stessi perché non ci sono operatori sufficienti a seguirli.

In alcune strutture la situazione è addirittura ridicola, con operatori ai quali si chiede contemporaneamente di dare le colazioni e alzare gli anziani e provoca “incredibilmente” la rivolta dei parenti degli ospiti nei confronti dei pochi e stressatissimi operatori.

Ovviamente oltre a questo niente è stato fatto per gli anziani, né in tema di sicurezza né in tema di socialità, in una città dove i rapporti di solidarietà diretta (parenti e amici) sono sempre più rarefatti.

Piuttosto di mettere l’aria condizionata nei pochi e mal gestiti centri anziani del comune, si è consigliato agli anziani di andare a prendere il fresco nei supermercati, piuttosto di fare vere campagne di aggregazione, magari condotte da esperti, si è preferito lasciare tutto com’era alla buona volontà di associazioni di volontariato e parrocchie. Gli unici a guadagnarci sono gli investitori privati che vivono sulle spalle dei vecchi e delle famiglie con le case di riposo.

Comunque non temo, perché so che anche quest’anno, masse di anziani voteranno la Moratti o chi per essa, convinti di aver ricevuto qualcosa o incapaci di capire che i balletti e le feste finiscono all’indomani delle elezioni.

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