sabato 6 novembre 2010
ROVINE D'ITALIA...
"Beati voi che vivete a Milano" mi ricordo con un pò di imbarazzo la ragazza del museo archeologico di Taranto che credeva che chi vive a Milano abbia la vita bella e facile.
Come avrei dovuto chiamarla? Bigliettaia? Commessa del book shop? Hostes?
"Ah site due educatori? Io invece sono laureata in conservazione dei beni culturali"
E noi: "Che bello!"
"Bhe si, io ci tenevo molto, insomma... poi le cose vanno come devono andare però io ci tenevo e sono contenta"
Certo le cose vanno come devono andare, soprattutto quando scopri che una ragazza che meriterebbe di più, laureata con 110 e lode, ora vive con 500 euro al mese e con un contratto che non prevede nemmeno la tredicesima o le ferie.
Certo la vita va così, quando scopri che pure il suo fidanzato fa la stessa vita e che insieme riescono a vivere solo perché abitano a Taranto e li aiutano i genitori e che lei, quel giorno, sta lavorando gratis per tenere aperto il secondo museo archeologico più grande del sud, quello, per capirci che raccoglie reperti inestimabili della Grecia antica.
Ma non ci sono i soldi e chiedere pure di essere pagati sarebbe troppo.
Sono passati due anni da quel colloquio fatto un pò di corsa all'uscita del museo, (mica per disinteresse ma perché in fondo non sai mai che dire e non vuoi fare la parte di quello che ne sa di più o che ha una sua idea di società) e adesso ho davanti agli occhi la pagina on line di Repubblica che mi dice che è crollato un pezzo delle rovine di Pompei (l'Armeria dei gladiatori).
Piano piano, l'incuria con cui trattiamo il nostro Paese, ci mostra il conto.
Il veneto sott'acqua perché si sono "dimenticati" di curare le bonifiche e i fiumi e Vicenza che sembra Venezia solo con parecchia corrente in più , la Liguria che ha subito la stessa sorte questa estate e non ci sono i soldi per intervenire ancora ora, L'Aquila che nessuno vuole più ricostruire, tanto abbiamo deturpato tutto il territorio circostante che ci frega di rimettere a posto uno dei centri storici più belli del mondo.
E alla fine arriva Pompei. Probabilmente domani questa notizia farà il giro dei giornali on line e rimbalzerà sui blog di mezzo mondo e sui siti di storia e turismo, e molti penseranno che gli italiani sono una massa di ignoranti, che fanno cadere a pezzi la loro più importante fonte di ricchezza (quella che nemmeno il Vesuvio in tutto il suo splendore è riuscita a cancellare).
In parte sarà vero. Ma io non riesco a non pensare a tutti quei giovani che l'importanza del patrimonio artistico e culturale lo hanno capito, e che sono costretti a lavorare come bigliettai nel museo che forse meriterebbero di dirigere, e che magari è diretto da un vecchio di 80 anni che contemporaneamente è anche professore in due università e direttore di almeno tre fondazioni (sempre rigorosamente mandando a lezione i suoi mal pagati assistenti e facendo presiedere le fondazioni da qualche portaborse senza speranza)
Pompei è rimasta per mesi senza un sovrintendente, perché si aspettava che questo o quel leccaculo smettessero di litigarsi la poltrona.
Non so se la ragazza del museo archeologico di Taranto sarebbe stata un direttore migliore o peggiore, so che avrebbe avuto il diritto di provarci, magari a seguito di un concorso pubblico aperto a coloro che avevano i requisiti idonei.
Magari non ce l'avrebbe fatta, magari L'Armeria dei Gladiatori sarebbe cascata lo stesso, ma io mi sarei sentito cittadino di un paese meno schifoso!
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