venerdì 5 novembre 2010

...PER INIZIARE

Sono un educatore... il mio lavoro me lo sono scelto con cura, vero?
Sono di quelli che per mestiere mettono le mani nel disagio psichico delle persone e che ci lavorano a lungo, giorno per giorno.
Io non ho utenti, e nemmeno pazienti, io ho un sacco di persone che mi dicono, no, è più corretto dire che mi urlano, il loro dolore, e lo fanno con VIOLENZA.
Perché il dolore è urgente, deve venire fuori in fretta, senza stile e senza limpidezza... deve venire fuori come un ruggito, solo allora è vero e catartico.
Ognuno ha il suo di dolore, chi ha sei anni, chi ne ha settanta, maschietti o femminucce, tutti hanno qualcosa da urlare.
E io sono lì, sono lì apposta.

Fare questo mestiere in Italia è paradossale, perché qui, nel paese delle pecore felici, nessuno sa nemmeno a che servi.
Non servi a nulla come giovane, come laureato, come educatore.
Come educatore, poi fai paura... perché sei brutto e cattivo perché se esisti tu, allora vuol dire che esiste anche il disagio e se esiste il disagio come si fa a credere alla favola del Migliore dei mondi Possibili.

L'Italia ha trovato il suo modo per risolvere il problema.
Ci ha marginalizzati come persone e come lavoratori.
Viviamo nella quasi miseria, qualcuno di noi ha la fortuna di avere la mamma che sgancia ancora qualche soldino, ma i più vivono facendo due o tre lavori... siamo artisti, poliedrici, un pò schizzofrenici (di giorno mi chiamano dottore e di notte prendo gli ordini delle birre).

Io raconto questo mondo, lo racconto perché lo combatto, perché vorrei che qualcuno come me ne parlasse, perché vorrei vedere rabbia nei miei colleghi e non solo.
Vorrei vedere rabbia nella gente che vede i propri figli avere studiato una vita per non guadagnare nemmeno abbastanza per permettersi un affitto, vorrei vedere rabbia nei volti dei poveracci laureati in economia che non avranno mai i soldi per permettersi una vecchiaia serena, vorrei vedere rabbia nelle ragazze che vengono assunte in partita IVA per fare le segretarie (con una laurea in lingue, magari) e ti chiedono pure "sei fidanzata?" perché se sì non ti assumono, prima che i venga in mente di sposarti e procreare...

Io racconto e cerco di dare un senso... a questo e non solo, a tutto quello che conosco e capisco...

Spero di raccontare a lungo...
Buona lettura

Nessun commento:

Posta un commento