sabato 13 novembre 2010

PRIORITA' PRIVATE (soldi alle scuole purché non di stato)


Di notte si muovono i ladri, di notte si compiono crimini, di notte...
Forse perché metaforicamente l'Italia è oscurata da una notte continua che dura da troppi anni, forse perché certe cose è meglio farle ma non farle sapere, consapevoli del fatto che le notizie se dette il giorno dopo non sono più notizie, forse per questi o altri motivi, il governo ultimamente ha deciso di fare molti straordinari notturni.

L'aria di caduta muove le urgenze più viscerali dei potenti, questo si sa, e l'incombenza prima è quella di fare il bene dei grandi elettori, quelli che in tutto rappresentano meno del 1 per cento della popolazione italiana ma senza dei quali non si vincono le elezioni nemmeno per sbaglio.
Confindustria e il Vaticano.

Svegliati la mattina dal canto del gallo, leggiamo così, sulle pagine on line dei giornali che il governo ha magicamente trovato i fondi per le scuole private, non per i precari, non per le famiglie, non per i disoccupati, hanno trovato 254 milioni di euro per il finanziamento statale alle scuole private. più della metà dei 500 milioni che dovrebbero entrare nelle casse di tutte le università del paese, più dei fondi all'editoria che dovrebbero arrivare appena sotto i cento milioni ma che dovrebbero anche essere difficili da afferire, più dei soldi che vengono dati alle popolazioni colpite dalle alluvioni.
Certo è vero, le popolazioni colpite sono un peso, i giornali sono pericolosi, meno ce n'è meglio è, le università che si ostinano a sfornare quei disadattati sociali che passano sotto il nome di laureati, bamboccioni che passano la vita a studiare e poi pretendono anche di lavorare, poi, sono il vero cancro della nostra società, soprattutto se hanno una facoltà di giurisprudenza (che è un noto covo di maoisti che spingono i giovani verso la carriera di magistrato - comunista).

Mentre le scuole private, di ogni ordine e grado devono aver rispetto, perché è la vera classe dirigente che vi studia, che apprende quei valori che se sei figlio di un operaio e non hai i soldi per entrarci, non possiedi geneticamente.

Insomma che vogliono questi bifolchi e questi operai, già tanto che hanno diritto di cittadinanza e di voto.

Sono sempre molto incuriosito da queste notizie, primo perché visto che sono costretti a fare queste modifiche a tarda notte probabilmente si accorgono delle stupidità della cosa, secondo perché sono colpito dal fatto che i precari della scuola sono arrivati allo sciopero della fame pur di aver visibilità e fare difendere i propri diritti mentre pare sia bastato un articolo di Avvenire (mi pare pubblicato la settimana scorsa) per far comprendere a Tremonti il valore della cultura: evidentemente con Dante non mi posso fare un panino ma con Santa Teresa sì, oppure il problema è che, visto che tra poco saremo tutti alla fame meglio tenere in salute la chiesa Cattolica che, si sa, amministra la maggior parte delle mense dei poveri.

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